venerdì 31 agosto 2012

Il volo radente

"E' buona norma, dopo aver volato molto in alto alto, di tanto in tanto tornare a praticare il volo radente, per evitare di fare prima o poi qualche atterraggio rovinoso"

(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)



Questo aforisma si adatta molto bene a me, se mi conosco bene!
A me infatti piace molto volare alto, andare nel cielo degli ideali, delle favole, della libertà, dell'impossibile. Mi ci sento bene in quel cielo, perché più su si vola e meno incontri si fanno  e quindi anche meno scontri. Le correnti ascensonali ci portano sempre più in alto e ci conducono senza fatica in posti nuovi senza aver bisogno di usare le ali.......là dove l'aria è più rarefatta e la sensazione è quella di essere fuori dal tempo e dallo spazio e i sensi acuiscono i loro poteri Ma in quel cielo c'è un'insisidia, della quale ci rendiamo conto solo quando la vita ci richiama prepotentemente al vivere quotidiano e ci riporta in basso, là dove volare è molto più faticoso. 
Solo allora si capisce che le nostre ali vanno esercitate quotidianamente, per dare loro quella forza di cui hanno bisogno per impedire quegli atterraggi rovinosi che ci ammaccano tutti ogni volta che la vita ci richiama a fare la nostra parte.
 Teorema:
Il volo radente è tale perché si effettua solo dove tutto tira inesorabilmente verso il basso e dunque  non può contare su alcun tipo di  corrente ascensionale, ma solo sulla forza delle proprie ali e sull'acume del proprio cervello nella misura di 2x4, là dove 2 si intende come forza e 4 come lotta pensante. Dal numero ottenuto, messo su un piano cartesiano, si evince che in tal modo si può volare all'infinito...........Boh!!!! 

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