martedì 30 gennaio 2018

I giorni del niente

Quanti giorni ci sono in una vita! Giorni pieni di gioia, giorni colmi di dolore, giorni densi di progetti, giorni di lavoro, giorni di divertimento, giorni di attesa........e chissà quanti altri ne potrei dire! Ma oggi, che è un giorno come tutti gli altri, senza storia, almeno per me,  mi sono detta che questo fa parte di quelli che io ho sempre chiamato  "I giorni del niente".
Non è facile definire i giorni del niente. E' come se tutto si fermasse e rimanesse immobile, con tutte le idee e i progetti che c'erano fino al giorno prima, appesi con un filo al cielo, e i fatti quotidiani della vita, si snodassero con lo stesso sistema che avevano certi giocattoli di latta, che venivano caricati con una chiavetta e mentre questa girava, il giocattolo faceva ciò che doveva fare con la stessa assente ripetitività, fino a che durava la carica. Poi rimaneva immobile, magari con un braccio proteso e il volto alzato, se era un ometto, con un'espressione di stupita domanda, che sarebbe rimasta senza risposta. 
E così in questo giorno del niente ho pensato che avrei finito di leggere un libro, le cui novecento e oltre pagine mi hanno impegnato notevolmente, ma mi hanno permesso anche oggi di entrare in un'altra epoca con i personaggi che ormai conosco talmente bene, che quasi quasi potrei invitarli a cena. E così mi è sembrato giusto fare un disegnino, in cui la mia espressione rivela chiaramente, almeno credo, che i giorni del niente non sono i miei preferiti e che sono arrivata in fondo al libro dove non c'è scritto la parola fine, per cui prevedo che avrà un seguito di almeno altre novecento pagine, un pò stanca di tutti gli intrighi di corte, e dei vari sgozzamenti dovuti e giustificati dal potere per il potere.
E non mi è rimato altro da fare, visto la giornata del niente che scrivere al margine del mio disegno: "L'unico riparo che mi salvaguarda dai giorni del niente sono un paio di occhiali, che mi permettono di leggere e andare in altri luoghi con la fantasia".

lunedì 15 gennaio 2018

La legge universale


Poche sere prima le era capitato ,tornando da Firenze, di dire a suo figlio di aver capito di non essere più in grado di dare consigli, anzi.....forse era lei che ne aveva più bisogno di tutti. Se ne era accorta recentemente e lo stava comunicando, così, semplicemente, a una persona adulta, che forse fino a poco prima aveva guardato con occhi di madre, scorgendovi sempre il suo bambino.
Stasera aveva avuto la conferma che la sua non era stata una sensazione, ma qualcosa di reale. Lo dimostrava il fatto che durante un'altra conversazione si era sentita impotente per la prima volta a comunicare entusiasmo e fiducia nell'avvenire al suo interlocutore. Eppure credeva in tutte le cose che aveva detto, anzi, le vedeva proprio davanti a sé, ma le trovava nello scorrere  del tempo, nella pazienza dell'attesa, nella  consapevolezza che, se anche il lavoro è duro e faticoso e sembra che non ripaghi la fatica che vi viene profusa giorno dopo giorno, solo chi osa, chi ha il coraggio di credere nei propri sogni, alla fine verrà ripagato. Sia nell'uno che nell'altro caso, le è stato portato come termine di paragone il mondo di oggi, un mondo che lei forse ormai  per età, hanno pensato che non sia più in grado di capire, ma che invece capisce benissimo, perché l'ha sperimentato su di sé, fino a pochi mesi fa. Un mondo di squali, pronti a sbranare chiunque si frapponga tra loro e l'interesse personale, il successo. Un mondo dove non c'è più posto per il domani , perché solo l'oggi è quello che detta legge.
E' vero. Oggi il mondo è questo e ci avvolge nei suoi tentacoli, ma niente e nessuno potranno mai impedire alla mente di coloro che hanno. chiamiamolo pure  'il dono',..... di pensare, credere,sperare, lottare, cercare ciò che da il senso alla propria vita, anche se ciò avverrà nelle difficolta, nella delusione, nella consapevolezza che niente e nessuno potra mai ripagare la fatica compiuta.
Forse in alcuni momenti di abbattimento più che un dono può apparire come un disinganno, una promessa che si è presentata sotto mentite spoglie, ma così non è, no, non è. E' questo quello che voleva comunicare quando ha detto che le persone 'non comuni' sono state fornite di una marcia in più per andare più in là di altre persone. E non c'entra niente il successo mondano, né tantomeno la gratifica monetaria. C'entra il rispetto per se stessi e per questo dono che molti vorrebbero avere e non hanno.
Ma non è riuscita a farlo capire ed è così che si è improvvisamente resa conto dei suoi limiti, oltre i quali, nella sua nuova consapevolezza, da ora in poi non potrà più andare, se non per se stessa. 
In teoria è così e non fa una piega.  Quando si arriva a capire i propri limiti è giusto fermarsi....è giusto e corretto,.... ma non è saggio,...no,.....non è per niente saggio, in quanto il compito di una madre è sempre quello di superare i propri limiti, per continuare a dare fiducia ed entusiasmo ai propri figli, perché possano a loro volta superare i propri limiti. Non è eroismo. E' solo una legge universale.

venerdì 12 gennaio 2018

Velluto nero

Il Tempo è come nero velluto che si srotola nelle mani del mercante in morbide pieghe e si adagia sullo Spazio del tavolo, dove sarà valutato il suo prezzo.
da 'piccoli pensieri' di kind Butterfly


E da quelle pieghe che parlano di disegni a noi sconosciuti, giungono sussurri, parole, musiche lontane, pianti di bambini e risate argentine. Sono belle quelle pieghe e attirano lo sguardo. Invitano ad appoggiare la mano sulle loro morbidezze per farla scorrere in una leggera carezza. Ma è una trappola. Il Tempo passato non verrà mai più ritrovato e la mano protesa resterà vuota. Conviene guardare al velluto che ancora deve srotolarsi dalle mani del mercante. Per breve tempo sarà così liscio, così uguale, una tela tutta da inventare e da vivere. Non è mai troppo tardi per cambiare il valore e il prezzo della vita.

martedì 9 gennaio 2018

La Teoria del Tutto

Stasera ho guardato il film "La Teoria del Tutto", che parla della vita e delle teorie elaborate da Stephen Hawking, un racconto avvincente, interpretato in maniera superba da Eddie Redmayne.
Una scena mi ha particolarmente colpito ed è quella in cui il protagonista spiega la formazione, o meglio ciò che da origine a un 'buco nero'. E mentre spiegava che una stella diventa sempre più piccola, contraendosi e alla fine collassando su se stessa fino a che spazio e tempo collimano in un unico punto, io vedevo dentro di me la stessa cosa trasposta nell'uomo, Si nasce e si comincia a morire nello stesso momento e la nostra vita fisica è una continua contrazione, un continuo ripiegamento su se stessa, fino al punto in cui ci sarà quell'incontro spazio-tempo, che cambierà il nostro modo di essere.  Mi è piaciuta questa similitudine, perché non è una fine, proprio allo stesso modo in cui non è una fine per il 'buco nero'. Infatti Hwking ci spiega che non tutte le particelle vengono catturate inesorabilmente al centro del buco, ma che anzi qualcuna si deposita nel bordo esterno e forma quello che è conosciuto come 'l'orizzonte degli eventi', che continua a produrre e trasmettere energia. Mi piace pensare che anche nel genere umano accada qualcosa di simile e che l'energia che riuscirà a sfuggire all'impatto spazio-tempo, sia quella che viene dalla mente di ogni uomo: il pensiero.
Tutte bischerate? Non lo so e non mi importa. Voglio solo avere la libertà di continuare a immaginare, a pensare, a capire cosa passa per la testa di questo grandissimo scienziato, e se per farlo ho bisogno di usare i miei esempi estemporanei e strampalati, ben vengano anche questi. La cosa più importante in ogni cosa è quella di voler continuare a capire.

sabato 6 gennaio 2018

La Porta Temporale

Io non lo so se sentirsi improvvisamente diversi e prendere nuova consapevolezza di sé e degli altri, vuol dire avere appena varcato una 'porta temporale'. Non lo so davvero! Ma me lo immagino così, altrimenti non saprei spiegarmi questo improvviso nuovo, lucidissimo stato d'animo, che mi permette di guardare con occhi bene aperti dentro di me e di guardare gli altri, e scoprirne i nuovi atteggiamenti, le nuove insofferenze, i nuovi distacchi. E la consapevolezza che ciò non è da ora, ma solo ora, in questo momento è stato recepito in maniera definitiva.
Quante porte temporali varchiamo nell'arco della nostra vita? Entriamo e restiamo fermi, attoniti di scoprirci diversi da ciò che eravamo fino a pochi minuti prima, o a ciò che noi abbiamo percepito in soli pochi minuti, mentre invece il cambiamente è stato lento e costante, chi sa? E sentiamo che la porta si richiude dietro di noi e mai più si riaprirà,lasciandoci la scelta se fermarsi a ricordare il passato o afferrare la possibilità di andare avanti e vivere con obiettivi diversi da quelli che fino a un momento prima erano sembrati così prioritari, da preferirli ad altre possibilità, da  farci accettare anche rinuncie purchè questi fossero raggiunti. Intendiamoci, dentro di me tutto è molto chiaro, ha solo bisogno di essere incasellato nella maniera giusta, anche perché non mi fermerò a ricordare il passato, mi metterò semplicemente in cammino su strade diverse.
Naturalmete questa è solo una porta temporale all'interno di noi stessi e non ha niente a che vedere con la scoperta sbalorditiva fatta in Antartide da un team di studiosi, che si sono improvvisamente trovati davanti a una famosa porta spazio-temporale che viene a confermare le teorie di Einstein -Rosen.
Bello sarebbe se anche le porte temporali all'interno del nostro io, ci dessero la possibilità di tornare indietro, arricchiti di ciò che scopriamo di noi. Pare che così non sia. Quello che credo è che non tutti si rendano conto delle porte che via via attraversiamo. E' un bene? Forse sì. Perché almeno evitano di sentirsi  frastornati per un tempo lungo più o meno quanto è grande la sensibilità individuale. E si va avanti, si va avanti, perché in ogni caso dentro di noi c'è qualcosa da raggiungere che va oltre ogni porta spazio-temporale.

venerdì 5 gennaio 2018

A tutte le grandi DONNE

Mia cugina mi ha scritto e per farmi gli auguri per domani, giorno delle Befane, e mi ha mandato queste bellissime parole:

"Altro che Befane! Siamo come diamanti. Uniche e preziose... Il dono più bello che avessimo potuto ricevere è quello di essere ciò che siamo. Donne!! Chi dice donne dice danno...ed è vero perché danno la vita, danno la speranza, danno il coraggio, danno il conforto, danno se stesse per amore. Quindi manda questo sms a tutte le donne speciali che conosci!! Baci grande DONNA"

Le ho risposto dicendole che avrei scritto queste parole sul mio Blog, in modo che volassero in tutti i paesi del mondo,e così, se qualcuno le leggerà, uomo o donna che sia, penserà alle donne che sono nella sua vita, e capirà che questa Befana che spedisce un messaggio, riconoscendosi in quelle parole, non lo fa per un moto di femminismo, o per rivalsa, ma solo perché tutti si rendano conto che in ogni parte del mondo c'è una mamma che consola, una moglie che aspetta, un'amica che condivide un pensiero, una donna che guarda la vita con occhi che fanno il mondo più bello.

Tanti auguri a tutti dalla Befana

lunedì 1 gennaio 2018

Volersi bene


Qualcuno è andato in montagna, qualcun altro forse anche al mare, molti nelle città di arte, io sono rimasta a casa mia e ho schiumato tutto il giorno, per stendere un velo pietoso su quella che doveva essere la festa di fine anno. A mezzanotte e cinque minuti ero già a letto, e a mezzanotte e dieci correvo dietro al mio cane che era impazzito appena ha sentito gli scoppiettii dei petardi, che quest' anno sono stati tanti e molto rumorosi. Alle otto la mia mamma era già a letto e io mi sono ritrovata sola a guardarmi intorno e a dirmi: "E ora che faccio?" Ho alzato le spalle e mi sono detta che almeno non dovevo cucinare, avrei mangiato quello che trovavo in frigorifero e non avrei neanche apparecchiato. Ma quasi immediatamente mi sono detta che non ci stavo a questa decisione, perché sarebbe voluto dire rinunciare a me stessa e non mi andava neanche un pò. E così ho preso farina lievito e acqua e ho preparato l'impasto per una bella pizza di fine d'anno. Ho apparecchiato la tavola e quando l'impasto è stato bello gonfio, ne ho preso un pezzo e improvvisandomi provetta pizzaiola ho cominciato a stenderlo con le mani, facendolo volare in alto, come se l'avessi fatto per tutta la vita. Il risultato è stato un pò sbilenco ma divertente e quando, dopo averci messo tutti gli ingredienti e schiaffata in forno la mia pizza di fine d'anno, ho cominciato a sentire un profumino delizioso che si spandeva per la cucina ed oltre, è stato come se per un attimo ci fosse stata aria di festa. Devo dire che il sapore non è stato proprio all'altezza del profumo, ma io mi sono contentata, e soprattutto, rilassata.
Oggi idem. Pranzo da sola, con tavola apparecchiata monoposto, sapore delizioso non proprio di paté de foie gras, ma più semplicemente di fegatini di pollo in umido e di focaccia con salsiccia e stracchino. Un pezzo di panforte e un pò di vino rosso veramente buono e là......anche l'inizio anno è stato festeggiato e non è andato in cavalleria come avevo pensato di fare.
Il resto della giornata è da dimenticare, ma mi resta la piacevole sensazione di essermi voluta bene almeno per due attimi: uno nell'anno vecchio e uno nell'anno nuovo. Auguri a tutti.


il terzo millennio diventa maggiorenne

Diciott'anni e non sentirli! Lui no davvero. Ne ha di tempo per evolversi, stabilizzarsi, involversi e giungere alla fine. Ma quest'anno e solo quest'anno e non nel 2118 o nemmeno nel 2218,ma proprio ora, il nuovo millennio  diventa maggiorenne, perché da noi in questo momento funziona così e a diciott'anni, anche chi non vuole, si ritrova a essere maggiorenne, così tra capo e collo, anche se fino al giorno prima era considerato un infante. Millennio o no, a diciott'anni si diventa maggiorenni anche se non si capisce niente e tutto ciò che si combina da allora in poi di paga di tasca nostra. Ecco appunto, di tasca nostra. E siccome mi sembra che il ragazzo sia furbo, ha ben pensato che tutte le bischerate che combinerà da ora in poi, e saranno tante, dovranno essere tutelate e anche bene, per cui il simpaticone, brindando con noi con spumante ed altro ha voluto dimostrare di essere splendido nel raggiungimento della sua maggiore età e ci ha prevenuto portando a noi un sacco e una sporta di regali, ben incartati e infiocchettati. E digli scemo! Un regalo, non si può rifiutare,per non apparire scorretti e maleducati e anzi bisogna sentirci anche in colpa, visto che nessuno, ma proprio nessuno ha pensato di fare al lui, nuovo millennio, un regalo per festeggiare il suo ingresso nel mondo adulto. E così aprendo i nostri pachetti scopriremo che il gas è aumenteto del 5%, mentre la luce del 5,3%. I pedaggi in autostrada avranno aumenti variabili e chi si ritroverà in mano il pacchetto con l'aumento del 52%, made in Val d'Aosta, potrà veramente dire che gli è toccato un regalone. Anche i ciclisti avranno il loro regalo, consistente in una tassa, della quale non ricordo bene l'importo.  E i sacchetti biodegradabili per la frutta e la verdura, dovre li mettiamo? Quelli sono come quei piccoli pensierini che regaliamo a Natale, non un vero e proprio regalo, ma un memento che dice: "Guarda come sono bravo, ho pensato anche a te".E poi l'aumento delle poste, quello dell'acqua.........e quello delle imprecazioni dove lo mettiamo? perché sicuramente ci sarà anche quello, e vorrei vedere se non ci fosse! Ma per chi ci hai preso caro terzo millennio che compi diciotto anni? Forse per te siamo tanti re Mida? O forse sei solo uno sprovveduto  che si fida ciecamente di chi invece ruba ai poveri per dare ai ricchi? E tra le pieghe del tuo tempo che passa ci sarà alla fine un novello Robin Hood che proverà a cambiare le cose? Tra di noi, no senz'altro, perché in questa notte che saluta il vechio anno che ci ha dato tanti dispiaceri e tante gatte da pelare, siamo qui a cantare e a ballare per brindare a te, che fai il tuo ingresso portando una carrettata di balzelli, che sicuramente nel mondo dei ricchi lasceranno il tempo che trovano, ma che metteranno in difficoltà anche maggiori chi invece deve contare su uno stipendio o una pensione da poveraccio. Ma che vuoi, siamo stati fatti e cresciuti così. Affoghiamo le delusioni e i dispiaceri nelle bollicine dello spumante e nei botti di mezzanotte, pensando che in fin dei conti c'è sempre la lotteria della befana, che potrebbe renderci milionari. E dunque in previsione del sei di gennaio, ben arrivato tra noi caro anno nuovo, fresco fresco di maggiore età, ma se mi permetti, non brindo a te, perché non mi è piaciuto per niente il modo in cui ti sei  presentato, ma per dirla con Pavarotti e Zucchero, brindo alla vita, comunque e sempre alla vita.