lunedì 13 agosto 2012

C'era una volta


Parlando del fuoco dell'estate mi sono venuti in mente gli incendi che si sono sviluppati in ogni parte d'Italia....e il dolo che il più delle volte li ha provocati. Per associazione di idee sono andata col pensiero al maestoso leccio che è nelle vicinanze di casa mia e ho provato un impeto di tenerezza verso quest'albero meraviglioso. 
Sono così belli gli alberi, così importanti.......indispensabili........................................


C'era una volta....
Un re! Diranno subito i miei piccoli lettori. No ragazzi avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno....per dirvela con Collodi.
Ed è da un pezzo di legno che comincia questa storia, o meglio questo viaggio nel tempo.
Perché il legno prima di essere soltanto un pezzo di legno, era stato un albero e l'albero aveva dimorato in tutt'altro luogo, molto diverso da dove si trovava attualmente almeno una parte di lui, e più che altro aveva vissuto in compagnia molto diversa, non con seghe o pialle, o con altri strumenti sofisticati e chimiche varie, che lo avrebbero trasformato, lui come tanti altri prima, in tante sottili strisce bianche o colorate...e lisce. Un pò come quando si va dall'estetista o meglio ancora a farsi fare una liposuzione. Sottile! Un bellissimo foglio di carta, tanti bellissimi fogli di carta sottili. In lui c'era ancora il ricordo del profumo della terra e del vento che passando tra le foglie dei suoi rami, cantava strane, stupende melodie, insieme alle foglie degli altri alberi che svettavano vicino a lui, nella gara senza fine di chi tra loro fosse riuscito ad abbracciare il cielo.


E qui finisce la favola e comincia il cammino che trasformerà il comune pezzo di legno, da cellulosa a morbida carta, e comincia l'odissea di intere foreste, che sono state, sono e saranno decimate per quello che noi chiamiamo il nostro benessere, lasciando al loro posto il deserto,  privando la nostra tanto inquinata atmosfera di un'ulteriore dose di ossigeno.
La Foresta Amazzonica veniva definita fino a non molti anni fa 'il polmone della terra'. Ma in pochi decenni l'uomo è riuscito a rovinare anche questo posto incontaminato, ovviamente non solo per farne carta, distruggendo non solo alberi, ma facendo cambiare repentinamente un habitat che la natura aveva costruito con la lenta pazienza del tempo.
Ma avrà mai un termine lo scempio che l'uomo continua a fare, nonostante sia ormai consapevole del cambiamento climatico, causato da un inquinamento che è tutta opera sua?
Questa riflessione è nata da piccole cose quotidiane, dall'osservazione dello spreco che c'è nel nostro vivere odierno, specialmente col ricordo, anche se solo ricordo di bambina, di un modo molto più semplice di vivere e gestire le cose.
Proprio da una busta di carta e dal suo contenuto che mi rigiravo tra le mani, mi è nata spontanea una domanda: "Ma è proprio necessario tutto questo?".
Mi spiego. Da tanti anni ormai ci arrivano dalla Posta le fotocopie dei bollettini dei versamenti, che gli abbonati del nostro  giornalino ci fanno. Ma da svariati mesi è cambiato qualcosa e invece dell'unico foglio che prima trovavamo dentro la busta ora, ce ne sono ben quattro, anche se si tratta del resoconto di un unico bollettino(nel nostro piccolo abbiamo cercato di fare qualcosa riducendo i numeri cartacei  là dove è stato possibile arrivare online). Della stessa inutile corposità sono le bollette della luce, del telefono, per non parlare delle pingui cartelle delle denunce dei redditi. Se poi si deve fare una domanda a qualsiasi ente o ufficio pubblico, devono scorrere fiumi d'inchiostro su fogli e fogli di carta.
 E un misero etto di proscitto avete mai pensato a quanto viene coccolato? Un foglio di carta sul quale vengono adagiate le nobili fette, per poi essere ricoperte da un altro sottile foglio di carta oleata, sul quale vengono adagiate con altrettanta delicatezza altre fette, a loro volta ricoperte, il tutto arrotolato e infilato in una busta di carta, sulla quale viene appiccicato, il più delle volte lo scontrino, di carta ovviamente. Lo stesso trattameto viene riservato anche alla mortadella, se è per questo, prodotto decisamente meno nobile, ma per l'igiene tutto si fa!
Non so voi, ma io al termine della giornata ho accumulato un bel pò di carta e plastica,. E poi ci si domanda perché non riusciamo a smaltire l'immondizia. E che dire dei fazzolettini di carta? Esiste oggi ancora qualche bambino a cui la mamma prima di mandarlo a scuola, infila nella tasca del grmbiulino, un fazzolettino di cotone, magari con l'immagine di paperino, ma lavabile e rilavabile? Per non parlare dei rotoli di carta igienica, persino innamorati, che si rincorrono sulle strade del mondo. Profumati, decorati, firmati, morbidi, anallergici, triplo strato, imbottiti......Non dico che no serva la carta igienica, non sono troglodita fino a questo punto, ma c'è carta e carta. Un mare di carta, un oceano di carta...un cimitero di alberi.
Dalla carta il pensiero corre rapidamente alla plastica, che le è quasi cugina nell'utilizzo, anche se cugina più emancipata,più sfrontata, più trasgressiva. Ma del resto ognuno ha i cugini che si merita.
Se si comincia a parlare della plastica allora si apre un universo, in cui la fantasia può trovare pane per i suoi denti, rischiando di rimanere nauseata, tanta e poi tanta è la novità che viene immessa nel mercato. Sacchi, sacchetti, bottiglie, bottigline, provete, contenitori, tovaglie, stoviglie, flaconi, piatti, calze, vestiario, scarpe, borse e dai, dai, dai che non ho più voglia nemmeno di scriverle.
E qui, anche se non si parla di foreste, si parla comunque di aria, di cielo, di sole, di neve, che comunque non è più ciò che era prima. E che non ci piace più.Come non ci piace più l'inquinamento del resto, del quale più o meno tutti siamo coscienti e chi più, chi meno anche responsabili. E' vero, siamo consapevoli di tutto questo bailamme che noi chiamiamo progresso,che ci fa stare bene e che non vogliamo perdere neanche se a rimetterci siamo noi, che di salute ne abbiamo una sola e di vita anche. Eppure gran parte di tutta questa parata, speciamente nel settore alimentare viene fatta per l'igiene. Ma chissà perché una volta il prosciutto era buono e ora dopo un giorno cambia sapore e colore e come lui tante altre cose, I prodotti che mangiamo, avvolti così scrupolosamente in carte sterili e asettiche e imprigionati in guaine di plastica, che proteggono da ogni contaminazione, molte volte sono pieni di pesticidi, di ormoni, e dannosi per la salute, oltre a non sapere più di niente, ma sicuramente a norma di legge. Mi dicono che l'acqua minerale, imbottigliata in sterili bottigli di plastica, non è più sicura dell'acqua del rubinetto, che purtroppo neanche lei è più quella di una volta, ma che comunque, anche se clorata, è sicuramente più potabile. Ma c'è qualcuno che oggi beve acqua di rubinetto? Non credo, e non perché l'altra sia più buona, ma perché così fan tutti e magari anche per non sentirsi dire "ma quanto sei spilorcio, risparmi anche su una bottiglia d'acqua?" Che fare allora? E' vero che del senno del poi son pieni i fossi ma penso che in questi fossi non c'entrerebbe più neanche il nostro senno, se mai ci venisse in mente di andarlo a cercare, da quanto sono pieni di immondizia e di liquami di ogni genere. Tutti conosciamo il problema, ma nessuno vuol fare il primo passo per tornare indietro e recuperare almeno qualcosa del tanto perso. Funziona un pò come il cane che si morde la coda, che rincorrendola ogni volta si arrabbia quando riesce a morderla, perché il dolore che sente, non lo induice a smettere, ma ad arrabbiarsi sempre di più in una gara senza fine con se stesso. Con tutto il rispetto per la razza canina, forse l'uomo dovrebbe essere qualcosa di diverso e sicuramente qualcosa di più, ma dal comportamento che tiene, non sembra che sia molto diverso dal suo progenitore neandertaliano, con una buona dose di masochismo in più.
C'era una volta...le foreste e tante altre cose belle nel mondo e Dio le aveva create per l'uomo (almeno ci è stato insegnato così) perché potesse non abusarne, non sterminarle, ma usarle con l'intelligenza che gli era stata donata proprio perché il prodotto finito pareva fosse venuto bene.
Anche Dio evidentemente può sbagliare!

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