domenica 31 dicembre 2023

La stanza dello Scirocco

 Ma che bel nome da dare a una stanza!

Appena l'ho letto, una stanza si è materializzata davanti ai miei occhi e ho capito che in qualche modo vi ero entrata.

Ho immaginato una stanza molto personale, piena di musica, dove le note si susseguono trasportate da un vento caldo che giunge da oriente.

Pareti bianche sulle quali chitarre nervose attendono di essere pizzicate dal vento che si insinua tra le loro corde tese,  per poi entrare in un sassofono lucente, che in attesa di far udire la sua voce,  riflette una luce dorata su un flauto traverso, mentre  un refolo fa vibrare i piatti di una batteria.

 Gira il vento in una ridda di note  e scivola sulla tastiera, con tocco a volte gentile, a volte più incalzante, come fa l'onda che si annulla sulla risacca o batte impetuosa sullo scoglio che le sbarra la strada. Musica comunque, sempre nusica, mentre il vento caldo avvolge tutto nella sonnolenza pomeridiana,  che attede il tramonto del sole. 

Colori forti e decisi, che si stemperano nel pulviscolo dei primi raggi obliqui, mentre lo Scirocco continua la sua danza, che durerà tre giorni in un silenzio che sa di irreale.

Bello e appagante, e lo sguardo corre fuori dalla finestra dalle rosse tende che la incorniciano, per andare a posarsi sugli  alberi che  piegano le fronde al vento caldo che le trafigge , alzando piccoli mulinelli di polvere.

Scirocco che in altri posti si chiama Ghibli e dove la stanza è una tenda bruciata dal  sole, e porta  con sé cari ricordi che , come il vento scalda la pelle, scaldano il cuore.

Scirocco che dalla stanza dove è nato, uscendo quasi da un vaso di pandora, vola sul mare fino a Zante che è la sua vera dimora, perché lo Scirocco è un vento mediterraneo e solo con la fantasia può nascere in America, dentro una stanza, uscendo da una ciotola che si chiama appunto "La Stanza dello Scirocco"Acquista Alessi Cestino Acciaio La stanza dello scirocco MT01 Cromo Online  in Offerta Cestino Acciaio La stanza dello scirocco MT01 Alessi

Vento caldo a Dicembre, a Natale, in una stanza del Massachussets.

Potere della fantasia!


martedì 26 dicembre 2023

Questo Natale

 Sono le 23.09 del 25 Dicembre 2023, e come ogni anno mi ritrovo a fare una riflessione sul Natale appena trascorso.

Anche questo Natale si va a incasellare con gli altri, che sono tanti, trascorsi durante la mia vita. Li ricordo tutti, uno per uno e posso dire tranquillamente che ho avuto la gioia di trascorrere Natali bellissimi, e l'amarezza di passarne alcuni, non pochi in verità, piuttosto tristi e colmi di amarezza.

Ma in ogni Natale, anche in quelli che sarebbe meglio poter dimenticare, c'è stato un momento particolare, che non so definire, ma che mi ha fatto sempe sentire che questo giorno in cui si ricorda la nascita di Gesù, è diverso dagli altri, mi ha sempre  lasciato qualcosa dentro, non solo nei momenti in cui mi sono sentita in sintonia col creato e con il suo creatore, ma anche in quelli in cui la mia fede è stata più traballante, e mi sono rivolta a Dio con rabbia.

 Con rabbia sì, ma mai con indifferenza.

Si nasce, si cresce, si cambia decine e decine di volte, durante l'evoluzione della vita, si invecchia, e il nostro modo di pensare, di vedere le cose si modifica. Da piccoli vediamo questo giorno come qualcosa di magico, poi col tempo lo stesso giorno diventa sempre più frenetico e più mondano, perché durante il nostro cammino la vita  plasma con mani impietose  la nostra mente e fa di noi persone sempre nuove e diverse in una società liquida che cambia continuamente e alla quale si può cercare di resistere solo con la forza del pensiero individuale per poter andare controcorrente. Non è facile,ma vale la pena di provarci.

Io oggi 25 dicembre di quest'anno, mi sento già molto diversa da quella del 25 dicembre dello scorso anno, eppure anche oggi, questo giorno, passato come un qualsiasi altro giorno, mi ha lasciato dentro qualcosa di diverso, qualcosa che mi costringe a pensare, a domandarmi se sia ancora giusto vivere il Natale come lo stiamo vivendo oggi, o se non sarebbe meglio fare una decisa inversione e ritrovare uno spirito più profondo, domandarsi che cosa sia veramente il Natale.

Già, che cos'è il Natale?

Se lo guardo da un punto prettamente religioso, mi rispondo che è la venuta di Dio fattosi uomo , sulla terra. E non c'è altro da agiungere, perché se mi dichiaro credente, lo devo credere con tutto ciò che segue e che i Vangeli ci spiegano.

Se invece lo guardo da comune persona, mi rispondo che Natale è il giorno in cui è nato un bambino che si chiama Gesù, e che da duemila anni noi siamo invitati al suo compleanno, proprio come ciascuno di noi invita gli amici al proprio. Bellissimo. Si mangia la torta, si scartano i regali. Perfetto, siamo felici, passiamo una bella giornata e poi tutti a casa.

Già! Però c'è solo una piccola, ma sostanziale differenza.

Per festeggiare il nostro compleanno i regali vengono fatti a noi, mentre per festeggiare quello del bambinello i regali ce li facciamo per noi e tra noi. Incuranti del festeggiato che ci guarda dalla sua mangiatoia millenaria.

Lo spirito dei Magi che portarono doni proprio a lui, è finito nello stesso momnto in cui ripartirono a dorso dei loro cammelli.

E così in questo Natale mi sto chiedendo se mi sia passata neanche di sfuggita l'idea che avrei dovuto essere io a fare un regalo a questo piccolo bimbo che è venuto a regalarci se stesso perché noi diventassimo migliori. E la risposta è stata un bel no.

Eppure........

Eppure sarebbe così semplice, perché Natale è anche 

un sorriso gentile

stendere per primo la mano in segno di pace

dire una parola buona

andare verso gli altri

 e tanto, tanto ancora. Cose semplici e genuine. Questi sì che sarebbero regali da fare al piccolo  festeggiato del presepio, perché se venissero scambiati tra gli uomini, sarebbero doppiamente graditi a lui. 

Questo è quel qualcosa che non so ben definire, che mi ha portato questo Natale.




mercoledì 13 dicembre 2023

Aspettando Natale

Guardo la pagina bianca che ho davanti ai miei occhi,

C'è solo il titolo, che mi è venuto così istintivo, il sei di dicembre. Poi non sono riuscita ad andare più avanti. Chissà perché! Non lo capisco neanch'io, perché io aspetto il Natale, lo aspetto con lo stesso desiderio di quando ero bambina, e anche ora è così, solo che non riesco a parlarne. E' tutto dentro di me, la docezza dell'attesa, la voglia di provare sempre quello stupore e quell'affidamento totale, quando accendo per pochi attimi la mia candela per dire una semplice preghiera, sempre quella, che mi racconta, perché è semplice come me.

Ma non riesco più a parlare con nessuno di che cosa provo aspettando il Natale, dei sentimenti che sono  dentro di me, del mio tornare bambina quando immagini vivide di paesaggi, di stelle, di pastori, si concretizzano davanti ai miei occhi e mi fanno entrare nel loro mondo, mentre preparo il mio presepio.

Aspetto il Natale e il suo messaggio, ma tengo tutto dentro di me.

Si cambia, è vero! Quanto si cambia! 

Eppure io sono quella persona che ha scritto tanto sul Natale, che ha fatto poesie e racconti che l'hanno celebrato, sono quella stessa persona che si è messa in gioco tante volte per organizzare il presepio vivente e la mostra dei presepi, sono sempre la stessa persona che........ 


Ma a che serve ricordare ciò che ero? 

Non è forse più saggio sapere che oggi sono diversa da ieri e che non ho più la necessità di esternare i miei pensieri  al vento? Ma forse ho sbagliato termine. Io non sono una persona saggia, sono solo una persona che non ha mai smesso di cercarsi e di accettare i cambiamenti che la vita opera su di lei. E comunque su tutti noi.

Aspettando Natale, oggi  rifletto, apro una finestra sul mondo per cogliere i pensieri degli uomini,ai quali aggiungo il mio, per andare al di sopra del bene e del male e capire il senso della vita.

Oggi è Santa Lucia, e anche se so che non è vero, continuo a dire che è il giorno più corto che ci sia e che da oggi si comincia nuovamente ad andare incontro alla luce. Ed è per questo che oggi, come da sempre,  ho preparato il mio presepio, l'albero, e sono rimasta a bearmi delle lucine e delle fiammelle delle candele delle lanterne, per questo bisogno ancestrale di cercare la luce che illumina la mente.

Un attimo per me, solo per me, nel silenzio, aspettando Natale.
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