mercoledì 31 ottobre 2012

Sant' Halloween

Ecco....a me non piace molto discutere, e lascio sempre la più ampia libertà di pensiero, ma non tollero che nessuno mi dica categoricamente che una cosa è giusta e che una è sbagliata. Ho un cervello che magari non sarà di prim'ordine, ma è il mio e lo voglio usare, per cui se mi trovassi in mezzo a situazioni in cui la gente si scanna per ostentare la propria verità con arroganza su un qualsiasi argomento che possa interessare la collettività come in questo caso oggi è stato per Halloween e Ognissanti, gli direi a modo mio:
 

"Ma basta! Basta con questa guerra continua tra Halloween e Ognissanti. Mi sembra la guerra dei Roses! Con i sostenitori dell'una e dell'altra parte che si scannano sulla testa dei bambini, che come al solito vanno di mezzo a tutte le bischerate degli adulti. Ogni anno è la stessa tiritera, le solite parole......è solo consumismo, solo spesa inutile......e bla, bla, bla!!! Daccordissimo se si dice che è così per entrambe le parti, altrimenti è solo uno dei tanti luoghi comuni enunciato da chi vuole apparire meglio dell'altro.
Ma come se ancora ce lo dovessero insegnare che una civiltà nasce su quella che l'ha preceduta e che le usanze antiche si mescolano con i nuovi costumi, formando un impasto nuovo che può diventare un bellissimo sufflè, se ben amalgamato e quindi ben gestito, o sfociare in una frittata bruciacchiata, se si cuoce con l'olio del perbenismo e dell'ipocrisia! E il tutto sempre sulla pelle dei bambini!
E perché invece ai bambini non viene detto che Halloween è una tradizione celtica nella quale si festeggiava l'ultimo dell'anno? E sulla quale ci siamo inseriti poi noi dando il via alla festa di Ognissanti? E perché invece di demonizzare sempre tutto quello che viene da lontano, non insegniamo ai nostri figli a capire che la nostre tradizioni hanno origine in  profonde radici che legano i popoli tra di loro, invece di creare sempre nuove divisioni stupide e insensate?
 E che forse noi per carnevale non ci vestiamo nelle maniere più assude, richiamando anche gli stessi personaggi, dei quali oggi ci scandalizziamo?
Ma via...facciamola finita e cresciamo un pochino! Forse il sapere che il nostro Natale è nato su quella che prima era la festa del Sole, cambia qualcosa in me, della considerazione che ho per Gesù? No davvero! A me piace ciò che è venuto a dirci Gesù proprio come agli uomini antichi piaceva il significato del sole, portatore di vita!Forse che quegli uomini erano meno bravi, meno buoni, meno belli di noi? Non credo proprio.
Ma guardiamoci una buona volta! Ci scanniamo per un giorno, su quale sia la cosa giusta,  e poi ci dimentichiamo di tutto, dei santi, dei morti, delle tradizioni, dei cimiteri, della messa .....e più che altro ci dimentichiamo dell'amore per il prossimo, presi come siamo a difendere sempre il nostro orticello nel quale non coltiviamo frutti genuini, ma piante finte e solo d'apparenza.
Io ho ricordo di aver fatto la zucca con il lumino dentro, quando ancora non sapevo nemmeno cosa volesse dire la parola Halloween e la mia mamma che ha la veneranda età di ottantotto anni, mi ha sempre detto che a lei gliela preparava la sua nonna, e tutti, lei e i ragazzi di allora, io e i ragazzi dei miei tempi, ci siamo sempre divertiti con la zucca preparata la viglia dei Santi, senza tutte le dietrologie che ci sono ora, e sicuramemte non ci si mascherava, perché ci si contentava di molto meno,  ma un lenzuolo in testa ce lo mettevamo per andare a fare paura agli altri, eccome se ce lo mettevamo! Poi con la coscienza tranquilla. la nostra e quella dei nostri genitori, il giorno dopo andavamo al cimitero a portare il lumino sulle tombe dei nostri morti, e non eravamo per niente tristi, anzi! Si rideva a più non posso perché quelli erano momenti di ritrovo, di persone che magari non si vedevano per un anno e avevano tante cose da dirsi, e il cimitero si trasformava in qualcosa di vivo in cui si parlava di nascite, di incontri, di amori, di nuove ricette di cucina, dei campi, dei tempi che cambiano, dei soldi che uno doveva a un altro dall'anno prima............
E non c'era bisogno di fare la guerra dei Roses, perché c'era posto per tutto, in quella miscellanea di sacro e profano che accompagna l'uomo in tutta la sua esistenza da che mondo è mondo, nella sua ricerca  di se stesso e di quel Dio che non è come lo immagino io, né come lo immagini te, o pinco pallino, ma che è quell'essenza che pur essendo dentro di noi, ci sfugge, si fa intravedere, si fa cercare, si fa toccare senza mai farsi prendere e che noi vogliamo trovare, magari anche in una zucca che spande la sua luce e ingigantisce le ombre, magari nel mistero di un fantasma che ridendo sotto i baffi per farci paura aleggia intorno a noi e intanto ci riporta al pensiero della vita oltre la vita....e che in altri momenti invece cerchiamo nel silenzio di una chiesa e nel pulviscolo dorato che filtra da una vetrata come una lama obliqua e viene a posarsi su di noi.
Non poniamo limiti al pensiero di Dio e ai suoi tempi che non sono i nostri.......che ne sappiamo noi in tutto il nostro frenetico blaterare , quali sono le cose di noi che gli giungono più gradite? Se pure lo sono?"

Ecco! Così gli direi e poi gli lascerei anche questo aforisma.


"Ho capito che Dio è il Tempo, ma il nostro tempo non è ancora Dio."
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly) 

E per finire, siccome mi piace sempre trovare le conclusioni ottimali, e tornandomi in mente quel proverbio che dice"Sono come i ladri di Pisa che di giorno liticano e la notte vanno a rubare insieme", sono sicura che non ora, ma più in là nel tempo, verrà trovato un compromesso con buona soddisfazione di entrambe le parti, e come succede ora con tanti personaggi discutibili, che alla fine sono diventati quasi degli eroi alla fine ci sarà qualcuno che farà uno striscione con su scritto 'Sant' Halloween' dando così un colpo al cerchio e uno alla botte, e sposterà l'attenzione su qualcosa di nuovo.

Il piede sbagliato

Vi è mai capitato di svegliarvi, e di accorgervi che la vostra testa è vuota? Nente voglia di pensare niente voglia di fare, niente voglia di mettersi in cammino, niente voglia di parlare, ..............................Questi sintomi riconducono tutti a una breve citazione che mi è venuta in mente ora ora: "Se ti alzi con il piede sbagliato, torna a letto e quando ti rialzi fallo con quello giusto!" Questa però è una massima che non fa una piega,  per carità, ma abbastanza riduttiva perché a letto ci può tornare solo chi può farlo e io guarda caso sono invece tra quelli che non lo possono fare.
"Ora mi passa!" mi sono detta e sono andata a farmi il caffé, contando sul suo effetto.....macché. Questa strana apatia è rimasta dentro di me e anche quando mi sono messa davanti al computer , per scrivere qualcosa che per me è diventato un esercizio molto importante, ho sentito che le idee che erano dentro di me non volevano materializzarsi, ma restavano inchiodate e cristallizzate sulla mia corteccia cerebrale. 
Mai andare contro segnali così forti! Che mi dicono che oggi non è giornata!!!
Allora, senza andare a trovare per forza qualcosa di cui parlare per dare il benvenuto a questa nuova giornata, prenderò al balzo l'occasione che mi sono data da me quattro righi sopra.
Quanto è diventato importante per me scrivere in questo blog!
Lo è davvero e non perché io sia una di quelle persone che non hanno niente da fare e quindi devono impegnare il loro tempo in qualche cosa che le distragga. Le mie giornate sono strapiene, di lavoro, di interessi  familiari e sociali, di interessi culturali, di hooby, di letture. Molte volte anzi mi dico che il giorno è troppo corto. No, non è questo, ma qualcos'altro che mi spinge a scrivere, a svuotarmi, nei limiti della buona educazione e di una riservatezza che mi è congeniale, a parlare di me, delle mie esperienze, a cercare il contatto con gli altri, continuando a restare il tipo solitario che sono. Forse posso farlo capire attraverso queste parole......


 
 
Perché ho scelto di raccontarmi? Ma semplicemente perché questo racconto libero è intriso di amore, anche quando l'amore sembra che non ci sia e il suo posto sia stato occupato da uno sconosciuto neanche tanto simpatico. E' un amore che senz'altro si esprime in mille sfumature ognuna delle quali va a formare un tassello del mosaico della mia vita. La mia vita, fatta inizialmente di tanta teoria, che potrei chiamare ideali, alla fine si è risolta con la pratica del vivere quotidiano.
Teoria e pratica comunque non mi hanno fatto capire neanche un po' a che punto sono del mio cammino, perché ad ogni curva il paesaggio cambia e io mi ritrovo sempre davanti a scenari imprevedibili che alcune volte mi annichiliscono, altre mi amareggiano in sommo grado altri ancora per fortuna mi fanno sognare cose nuove.
Questa mia vita mi ha dato tanto anche se io non me ne sono accorta fino a non molto tempo fa e allora vorrei restituire un po' di quell'amore che l'ha pervasa anche alle persone che mi sono care ma non solo a quelle, anche alle persone che conosco ma non solo a quelle, anche alle persone che attraversano la mia strada ma non solo a quelle, anche alle persone che mi sono sconosciute ma non solo a quelle, anche alle persone che detesto cordialmente ma non solo a quelle
.............
un momento!!!
forse se dicevo a tutto il mondo facevo prima?
(Tratto da -That's amore)


martedì 30 ottobre 2012

La Tempesta perfetta

Stiamo seguendo in questi momenti l'uragano Sandy, o come ormai lo chiamano i più Frankenstorm, che si è abbattuto sulle coste degli Stati Uniti, sperando con molto più rumore che danno! Lo stiamo seguendo con più interesse del solito perché è stato classificato 'Tempesta perfetta'  ma confidiamo che le preventive misure di sicurezza prese dal governo, limitino i danni se non alle cose, alle persone.
Fino a pochi mesi fa, non sapevo assolutamente cosa volesse dire 'Tempesta perfetta'. Lo scoprii solamente dopo aver visto per puro caso l'omonimo film, che tra l'altro parlava proprio di un fatto realmente accaduto e ricordo che proprio mentre guardavo la tragedia che si stava compiendo, non potevo fare a meno di domandarmi perché avessero dato a questo film un nome tanto idiota. Che cosa c'era  di perfetto in quell'olocausto delle forze della natura? E invece in quell'uragano c'era proprio la perfezione, quella perfezione che fa di un uragano qualsiasi, una tempesta perfetta. Questo naturalmente lo scoprii dopo, e non perché ebbi l'illuminazione, ma perché la mia solita curiosità mi spinse a cercare e a documentarmi sul significato di quei due termini che mi avevano così sfavorevolmente colpito, perché in genere siamo abituati a dare alla parola perfezione un significato positivo, estremamente alto, fino a farlo diventare un canone.
E così scoprii che la tempesta perfetta poteva essere non solo legata alla forza degli elementi, ma anche a quelle forze che convivono all'interno di noi stessi e che molte volte, a seconda di come interagiscono possono dar luogo a questa cosa famigerata dal nome bellissimo, dando luogo a una reazione che ha un nome che mi ha sempre affascintato e che viene denominato 'effetto farfalla'.  Per dirla con una metafora....... si immagini che un semplice movimento di molecole d'aria generato dal battito d'ali di una farfalla possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano. Tutto qui!
Parola mia, da ora in poi guarderò le farfalle in un altro modo. E pensare che avevo scelto proprio questo delicato, impalpabile insetto, per firmare i miei piccoli aforismi. Kind Butterfly? Altro che farfalla gentile!  Potenza della farfalla! Potere della distruzione!
E' bastato il battito d'ali di una farfalla, per sospendere persino  la campagna elettorale più importante del mondo. Anche Obama si è dovuto inchinare alle ragioni di una semplice farfalla.
Ma il bello è che lei non ne sa niente, è completamente ignara della sua fama e contina a vivere la sua breve vita dando gioia a chi la vede volare e poi posarsi con leggiadria sopra un fiore.
Mi chiedo: ma se una farfalla battendo semplicemente le ali può provocare un uragano, l'uomo che batte le mani, i piedi, le capocciate nel muro, che fa insomma tanto movimento e che si aiuta anche di marchingegni per riuscire a farne di più.........l'uomo che fa? Provoca la fine del mondo?
Leggevo che anche l'Europa è dentro una tempesta perfetta. In questo caso è l'euro la farfalla in questione. Ma si è mai visto un euro che batte le ali? Purtroppo devo rispondere di sì! Lo spread infatti sta nuovamente vooooolando!!!!  

lunedì 29 ottobre 2012

Nuovo Millennio

 

 Mentre leggevo questa poesia di Rocco e mi dicevo che è proprio quello che ci voleva per il lunedì, che è un giorno che ha bisogno di un incitamento per ricominciare la settimana lavorativa con il piede giusto, mi ha attraversato il pensiero del tempo che passa. "Perbacco, ma sono già passati dodici anni, dall'inizio del nuovo millennio......!". 
E invece mi sembra ieri che eravamo tutti a festeggiare pieni di speranza nei tempi nuovi e contenti di aver sfangato il "mille e non più mille".
Ma poi ho scosso il capo e alzato le spalle! Cosa sono dodici anni, in confronto a tutti quelli che devono venire per portare a compimento un altro millennio con la sua cultura, i suoi modi di vivere sempre nuovi, le sue guerre e le sue paci....in definitiva con la sua storia? Se guardo al millennio appena trascorso ci trovo l'uomo in tutte le sue manifestazioni, da quelle più bestiali a quelle più spirituali.
Questo pensiero si è materializzato sotto forma di immagine e ho visto un'altalena sospesa sulla terra. Su questa altalena l'Uomo passa la sua vita andando il più delle volte da una parte all'altra senza rendersi conto del tempo che passa, vivendo solo il leggero senso di vertigine e di euforia  che capita sempre quando siamo sull'altalena, mentre la vita scorre sotto di lui.
Poi arriva in uno scoppiettio di fuochi artificiali, di petardi e di tappi di champagne, una voce che dice:
"Altro giro...altra corsa!" E l'Uomo vecchio scende da quell'altalena per far salire l'Uomo nuovo che era dopo di lui
L'altalena continua ad andare, prima lentamente, poi sempre più veloce, più veloce, spinta da quella 'forza' che nessuno vede, ma che è lì a dare moto e vita a tutto ciò che esiste.
Il nuovo millennio è appena cominciato.    

 




Uomo!
Che varchi la soglia di un altro millennio,
voltati e guarda
la strada della tua storia.
E’ colma delle tue gesta
delle tue sfide al mondo,
della tua arte sublime,
dei tuoi tragici errori,
delle tue guerre infami,
che nessun segno giustifica.
Guarda e ricorda!
Inondati uomo della nuova luce
del primo mattino
che sorgerà sull’inizio di un’altra avventura
che ti offre la nuova pagina del libro della vita!
Rinnovati uomo col vigore e la tenacia
di chi risorge dai suoi errori,
per rinnovare il mondo
e dare un nuovo senso alla vita di tutte le creature.
Solo tu lo puoi fare,
perché solo tu sei
Uomo!

domenica 28 ottobre 2012

E' di nuovo sabato!

Stamani, appena mi sono svegliata, mi sono  ricordata improvvisamente che era rientrata in vigore l'ora solare e che oggi sarebbe stata una giornata strana per il mio umore, per cui non mi sono stupita per niente quando, ricordandomi che era anche domenica mi sono detta infastidita: "Che paio! E ora che faccio per sfangare sta giornata?" Eh sì!. Qualche volta, lo ammetto la domenica per me è un gran rompimento! Perché, considerata fin da sempre una giornata diversa dalle altre, per tanti motivi religiosi e lavorativi, alla fine diventa una giornata non solo come le altre, nella quale si fanno le stesse cose, ma anche peggio se è possibile, perché le stesse cose devono avere l'impronta domenicale. E quindi, siccome è domenca il pranzo deve essere diverso, perché sennò non mancherà l'inevitabile commento: "Ma come! Oggi che è domenica, neanche un dolcino?",dovrò fare almeno il progetto per fare qualcosa di diverso peché sennò a metà pomeriggio mi ritroverò immusonita, malinconica, no, non proprio malinconica, proprio incavolata a dirmi che non sono riuscita a fare niente di buono neanche questo fine settimana.
E' tutto molto umano , credo, perché è giusto sognare, sperara che almeno nel giorno che dovrebbe essere dedicato a noi stessi, possa accadere qualcosa che ti ricarica, ti da un motivo per ricordarlo e quindi vivere di rendita per un altro pò di tempo. Mica niente di che, chi chiede tanto? Ma almeno qualche piccola cosa che per un attimo ti faccia dire: "Mi ci voleva proprio una domenica così!"
La donzelletta vien dalla campagna.........Già! Ora che mi ricordo anche per me il sabato è sempre stato più importante della domenica, .....il sabato ho pregustato il riposo che avrei avuto il giorno dopo, le cose che avrei fatto il giorno dopo, e poi quando finalmente arrivava quel benedetto giorno dopo, si velava sempre di malinconia, perché niente è mai stato come l'aspettavo.......è anche vero che invece ci sono state cose inattese che invece hanno fatto di una normale domenica, una domenica speciale!! Ma pochine, diciamo la verità, sono state proprio pochine!!. Il sabato invece è un'altra cosa, come tutte le vigilie del resto. Se penso alla vigilia del mio compleanno, o alla vigilia di Natale, è proprio la stessa cosa! E infatti, proprio per togliere quel senso di  malinconia, di prevedibilità che ho sempre riscontrato in ogni compleanno che si rispetti,  improvvisamente e senza comunicarlo ovviamente ai diretti interessati, ho festeggiato il non-compleanno dei miei figlioli. E' stata una bella esperienza, gradita da loro, perché le sorprese fanno sempre piacere, e da me che mi sono divertita a fare qualcosa di diverso. Chissà se per Natale.....................

Ma sì! Per superare l'uggia di certe domeniche, basta pensare al sabato e allora tutto si rianima, anche se solo nel ricordo..................................


"E' di nuovo sabato. Sono le quattro come vent'anni fa. Bisogna fare in fretta, tra poco arriveranno i ragazzi. Le cose che rimangono da fare.....le faremo dopo!
Siamo ancora qui, tutti un pò più...
....un pò più vecchi, un pò più maturi, un pò più bravi, un pò più saggi, in attesa che crescano gli altri, un pò meno.....
....un pò meno giudiziosi, un pò meno paurosi, un pò meno conformisti, un pò meno abitudinari.
E' bella, è giusta questa ruota che gira e ci spinge sempre avanti, sempre verso nuove cose, nuove idee, nuove prospettive, nuovi progetti.
E' bello poter dire a quelli che furono Lupetti e che oggi sono Capi: " Come siete diventati giudiziosi!" e costatare che con il giudizio però sono arrivate cose nuove che prima mancavano, perché non erano ancora i tempi giusti perché ci fossero.
E' bello accorgersi che in ogni sabato dei nostri incontri, matura sempre qualcosa di diverso, qualcosa che fa sempre fare un passo avanti nella strada della vita, e che i semi che per tanto tempo si pensava fossero stati buttati (chissà dove?!) invece erano caduti sulla buona terra, ed erano nati, cresciuti e maturati.
Ed è bello pensare che in definitiva siamo come un campo di grano, che prima è verde e tenero, e poi giallo e maturo, e infine raccolto e nuovamente seminato....................."
( Da: Nessun dorma).

Insomma....vota sabato! Vota sabato! E ora che mi sono un pò scaricata e che la nuvola fantozziana si è allontanata  da me, vado a vivere la mia domenica...........

sabato 27 ottobre 2012

C'è ancora posto per le favole

C'era una volta.....


E via! Ammettiamolo. Per un lungo periodo le favole non sono state più di moda e infatti era quasi considerato antipedagogico leggerle ai bambini. Che ce ne facevamo delle favole quando sapevamo con certezza di stare vivendo la Favola con la F maiuscola, nella realtà dei nostri giorni?


La Favola dell'uomo finalmente principe della terra, con il suo potere ormai non contrastato neanche più da Dio, la Favola della donna, principessa risvegliata ai suoi diritti e alla sua emancipazione! Un mondo appunto di favola, dove tutti vivevano felici e contenti in un continuo festeggiamento di se stessi e del ritrovato paradiso dell'eden, che anche se geneticamente modificato, era pur sempre un paradiso terrestre. Un paradiso OGM , comprensivo di serpente , anche lui modificato, ma non per questo meno temibile, proprio perché opera dell'uomo. Ed è stata davvero una favola per i tanti anni in cui abbiamo pensato che le cose sarebbero sempre andate bene, che il benessere non ci avrebbe mai più abbandonato, che saremmo stati comunque sempre gli artefici del nostro domani. Una favola appunto. Ma non a lieto fine!
Ci siamo svegliati di colpo in una realtà che non è più lontanamente simile a quella che avevamo vissuto fino a poco tempo fa, carichi di problemi silenti che da ormai molto tempo si addensavano minacciosi nei nostri rosei orizzonti e che ci siamo ostinatamente rifiutati di guardare, confinandoli solo nella scenografia del nostro cielo, ma che si sono materializzati improvvisamente come fecero i venti quando uscirono dal vaso di Pandora. Problemi che convergono tutti in un'unica e usatissima parola: recessione.
Improvvisamente ci siamo trovati poveri, senza prospettive per il domani, senza sapere la strada da consigliare ai nostri figli per il loro futuro, ma allo stesso tempo con tutte le esigenze che il nostro passato benessere ha reso legittime.

Qualcuno ha paragonato la nostra crisi attuale al primo dopoguerra, ma io a pelle, sento che è una cosa molto diversa, perché allora se non altro c'era la voglia di ripartire, di ricostruire un pò come fanno i pionieri quando vanno a conquistare nuove terre. C'era insomma un fine comune. Oggi tutto questo manca perché l'unica cosa che ci unisce è il caos in cui ci muoviamo,  e lo si vede benissimo specialmente se guardiamo coloro che dovrebbero essere le nostre guide civili e morali.
Tra l'altro oggi non c'è neanche più il conforto di Dio, proprio in virtù delle nostre passate scelte che lo hanno relegato in subordine rispetto a noi.
In questo momento si va incontro alla vita senza avere più i valori del passato, ma anche senza dare valori al futuro. Mi sembra insomma che si viva alla giornata, accontentandoci del carpe diem, perché oltre non riusciamo ad andare.



Ma anche in questa fase di stallo, continuiamo ad aver bisogno di pensare e di credere in un domani migliore. Non ci sono ancora energie sufficienti per dare una svolta alla nostra vita, per fare si che "recessione" diventi anche qualcosa di positivo che ci aiuti a riconsiderare noi stessi e il nostro andare, ma indiscutibilmente la capacità di sognare ci è rimasta e con quella la capacità di dare nuovamente posto alle favole.







Ma sì! Lasciateci sognare un mondo migliore, popolato di nuovi principi e principesse e di nuovi orchi e draghi, lasciateci sognare che in queste nuove favole, come sempre il bene esca trionfante sul male e che si possano concludere come allora " e vissero tutti felici e contenti" dove il "tutti" non significava solo il principe e la principessa ma proprio tutti, dal primo all'ultimo del regno. Ma sì! Intanto lasciateci scrivere i copioni delle nuove favole e poi, quando saremo nuovamente in grado di recitarle, se saranno favole a lieto fine o no, dipenderà soltanto dalla bravura e dalla sensibilità dei nuovi attori. Siamo in trepida attesa di loro, uomini e donne puliti, , che abbiano a cuore il bene comune e non soltanto il proprio tornaconto o la propria ambizione, senza per quello dimenticarci che ciascuno di noi è una comparsa importante nella scena del grande teatro della vita.

Nel mondo delle favole questa è la casa di Fuf


Saremo sempre in tempo a relegare le favole belle in un angolo nascosto del nostro cuore, pronti a vergognarci nuovamente di loro, quando saremo altrettanto presuntuosi come lo siamo stati fino ad ora da credere di non avere più bisogno del loro apporto. La ciclicità della storia insegna! E il nostro cuore, che si rifiuta ostinatamente di rinunciare alle favole...anche!

venerdì 26 ottobre 2012

L'anima libera


L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino. Charles Bukowski 



Rileggendo un pò di cosette che ho scritto in tutti questi giorni, mi sono accorta di usare molto spesso la parola "Libertà.
Questa parola infatti ha in me un fascino speciale, una suggestione mistica, un rispetto assoluto.
Amo la libertà dei popoli, la libertà religiosa, la libertà di pensiero.....e dunque amo la libertà di me stessa.
Ma al di là di questi concetti di libertà dei massimi sistemi, provo a cercare anche la libertà individuale da quelle pastoie che ci bloccano la vita quotidiana, le relazioni, le scelte,............ provo costantemente a superare le impostazioni di quelle formazioni culturali con cui è stata allevata la mia generazione, che ci fanno considerare chi è diverso da noi qualcuno a cui è giusto toglier la sua libertà di essere, in nome della convenzione del vivere a cui siamo abituati, che certo non è libertà, ma solo regole che vengono da lontano.
Sicuramente la mia è una lotta dura, perché non è facile liberarsi da catene che vengono messe nel momento stesso  in cui si viene al mondo, né è colpevole chi le ha messe, perché  è a sua volta schiavo di altre catene,  ma credo che la cosa più importante sia quella di arrivare a mettere in discussione le proprie certezze, proprio in nome di quella libertà in cui credo così tanto. Per fare questo cammino è stato indispensabile l'aiuto che è venuto dai miei figli, quando in tante belle discussioni hanno manifestato il loro pensiero giovane che apriva nuove porte nel mio. E' stato indispensabile anche da parte mia non barricarsi dentro il castello di carte, effimera sicurezza di tanti luoghi comuni, che sono crollati miseramente, lasciandomi il più delle volte attonita e mortificata dalla mia cecità di pensiero, ma che dopo mi hanno fatto vedere  orizzonti nuovi e più ampi.
In questi orizzonti sto trovando anche persone alle quali prima non davo importanza, persone  sicuramente meno complicate di me, con le quali è bello parlare e che è bello ascoltare. Persone che hanno trovato la libertà più importante: la libertà da se stessi. 
Questo mi fa dire che prima di pensare  di  passare attraverso la guerra dei popoli per conquistare la libertà, sarebbe bene fare una guerra silenzionsa con noi stessi...........Quante cose tornerebbero al loro posto originario!








giovedì 25 ottobre 2012

Sogno

Stanotte ho fatto un brutto sogno.
Ho sognato 'l'uomo nero' che voleva farmi del male. Nel sogno aveva chiuso tutte le porte e facendomi vedere le chiavi che aveva tolte, mi diceva sghignazzando: "Ora non puoi più uscire, sei prigioniera e farai tutto quello che dico io". E se ne era andato lasciandomi, sempre nel sogno naturalmente, prigioniera più che altro delle mie sensazioni e della mia emotività. Era notte naturalmente perché sennò non sarei stata a letto, ma il brutto è che anche nel sogno era notte! Perché tutti i sogni brutti si fanno di notte? Quando non c'è neanche un raggio di sole che ci viene a confortare? Mi sembrava che le pareti delle stanza diventassero sempre più strette e che finissero per sovrastarmi, dandomi un senso di soffocamento e di angoscia che non mi faceva più respirare. Dovevo andarmene, sentivo che dovevo scappare. Mi sono anche resa conto che a un certo punto ho provato a svegliarmi, ma no, il sogno mi ha riacchiappato e riportato dentro la mia angoscia che, mi rendevo conto, stava diventando terrore che mi impediva di pensare.
"Apri queste porte!" ho urlato nel sogno mentre tiravo calci alle porte e le tempestavo con i pugni chiusi........ma non c'è stata risposta. Mi sono seduta in terra con le ginocchia  ripiegate verso il viso, tenendomele strette con le braccia......dondolandomi lentamente avanti e indietro e ho cominciato a piangere sempre nel sogno naturalmente, anche se dopo mi sono resa conto che piangevo davvero, e questo semplice fatto ha allentato un pò la tensione, permettendo al mio cervello di ricominciare a pensare.
Ma sì! C'erano i lenzuoli del letto....come avevo fatto a non rendermene conto? E così anche il mio sogno è finito nella maniera tipica di tutti i sogni, e cioè con una fuga dalla finestra con una fune fatta di lenzuoli.

Stanotte ho fatto un bel sogno.
Sì! Perché una volta arrivata a toccare la terra, sempre nel sogno naturalmente, ho provato cosa vuol dire la parola libertà. Mi sono lasciata avvolgere da questa sensazione inebriante, mentre il mio sguardo  correva sulla notte che mi circondava, improvvisamente non più nemica, ma complice discreta della mia fuga. Mi riempivo gli occhi di stelle e mi facevo accarezzare dal vento leggero, che muovendomi i capelli mi faceva nuovamente sentire viva .....e respirare a pieni polmoni. Che sensazione stupenda ho provato in quel momento, mentre cercavo di raccogliere i pensieri per capire come sarebbe proseguito il mo sogno, anche se in quel momento dentro di me sentivo che ormai era un sogno pilotato in parte dalla mia volontà. Mi sentivo bene come quella volta che avevo visto un cavallo correre in libertà tra la spuma del mare e l'avevo seguito con lo sguardo finché non era diventato un puntino lontano!!!!!
Mi sono accorta in quel momento di essere in pigiama, ma niente e nessuno mi avrebbero fatto rientrare in casa, l'ho sentito dal lungo brivido che mi era corso per la schiena ! 
Prima o poi sarebbe spuntato il giorno e allora tutto avrebbe preso un altro aspetto. Per ora mi bastava goderemi la pace intima e profonda che improvvisamente era scesa dentro di me facendomi entrare in un sonno ristoratore .......e senza più sogni!


Stamani mi sono svegliata stanchissima. E ci credo! Con quanto ho lavorato stanotte per prepararmi una fune, sfido chiunque a non esserlo!



mercoledì 24 ottobre 2012

Indovinello

Stamani voglio fare un indovinello.
Eccolo!

"La getti quando ti serve e la riprendi quando non ti serve più. Che cos'è?"


Ho preso come spunto questo indovinello, perché appena l'ho letto ho detto ridendo "Ma  parla forse di me?" Poi invece l'indovinello ha una soluzione logica, ma a me ha colpito perché leggendolo superficialmente rispecchia proprio il mio carattere, il mio modo di essere. Quante volte mi è capitato di disfarmi delle cose che mi servivano e di andarle a ricercare dopo, quando ormai la necessità era passata.
Questo mi succede sistematicamente quando vado a fare il cambio di stagione nell'armadio. Questo lo tengo, questo lo regalo alla caritas, questo lo tengo, questo lo butto, questo lo tengo, con questo ci spolvero.........e così se ne vanno tante cose, che magari pochi giorni dopo mi accorgo,  mi sarebbero state utili. Il più delle volte la cosa è irrimediabile, altre volte fortunatamente no, perché conoscendomi, ormai ho imparato a fare quelle che chiamo 'le vasche di decanto', grosse buste nelle quali metto vestiti o oggetti di cui al momento mi sembra giusto liberarmi e che invece........Una quindicina di giorni passati in attesa del loro destino, in genere fanno sì che io vada a ricercare qualcosa che avevo sventatamente buttato via e me ne riappropri quasi furtivamente, sentendomi non proprio intelligente.La prendo, la rimetto al suo posto.....e poi non l'uso mai! Un grande zaino rosso dell'Invicta, quindi di quelli seri,che avevo deciso di buttare, solo per il fatto che era troppo ingombrante, è da mesi che sta viaggiando nella bauliera della mia macchina.....in attesa di destinazione!!
Ci sono delle cose che però non escono mai dal mio armadio e che non se ne andranno mai, lo so: la prima è un maglione beige e verde con il ricamo  di un cervo e una grande scritta della marca 'unlimited', roba da ragazzi insomma, che comprai a mio figlio quando aveva tredici anni e che poi hanno portato anche i suoi fratelli, finché misteriosamente il maglione giunse a me e io, anche se ormai è demodè, di un colorone che si avventa e ormai abbastanza liso, me lo devo mettere almeno una volta nell'arco dell'inverno per adempiere un rito che mi sono inventata; l'altra è una maglietta deliziosa che ai bei tempi gloriosi mi stava molto bene e che oggi quindi è un pezzo di antiquariato, ma mi fa ripensare alla mia gioventù.........quanto è bella giovinezza!!
Io ho le mie stranezze snz'altro...ma chi è che non ce l'ha?

A proposito! La soluzione dell'indovinello è 'l'ancora'



martedì 23 ottobre 2012

ANDANDO AI CAPPUCCINI

E' sempre bello andare a fare una passeggiata ai Cappuccini. La strada sterrata che si snoda nel bosco è un invito alla riflessione e alla  meditazione . Non sono io che scelgo di fare queste cose. Vengono così da sé, quando è il loro momento e quando arrivano mi spingono ad andare su quella strada, tra gli alberi fitti, dai quali qualche volta si intravede il timido capriolo. E' bello lasciare andare libero il pensiero, senza briglie, senza freni, perché il pensiero, dopo la sua corsa iniziale senza meta, torna a ciò che più gli preme e alle sue domande più urgenti: chi sono, cosa voglio, dove vado......... e alla fine arriva sempre ad accarezzare il trascendentale..............





Oggi ti ho trovato
Nei verdi fili d’erba
Mossi dal vento.
Lame di sole brillavano
Sui loro dorsi
Piegati dal soffio del tuo alito.
Non resistevano, anzi
Si piegavano docili
Alle tue carezze.
Chi sei? Che forma hai?
Se lo chiede la mia mente
Che lavora incessante
Mentre il mio cuore
Ti accoglie
Comunque tu sia.

lunedì 22 ottobre 2012

La filosofia del fungo porcino

Ieri ho trovato i funghi porcini. Li ho trovati nel senso che mi sono fermata al bivio di San Biagio, dove c'era un camioncino letteralmente carico di que gentili ometti,........e li ho comprati. Del resto se li voglio mangiare non ho altra alternativa e non perché non si trovino nei nostri boschi, ma solo perché io non li trovo. Non riesco a vederli perché ogni volta che entro in un bosco, tutto mi distrae e i mie occhi corrono dal colore di una foglia, a un insetto, a un fiore selvatico, al muschio, al pungitopo che comincia a caricarsi di bacche, al fremito di un battito d'ali che si alza impaurito nel silenzio interrotto dal rumore dei miei passi. Per non parlare delle tane dei piccoli roditori o delle ragnatele che nelle mattine di brina, fanno di un comune alberello, un albero di natale. Insomma tutto mi affascina nel bosco ed è per quello che alla fine gli altri tornano carichi di funghi e io no! Anche perché se ne vedessi uno, non riuscirei a toglierlo dal suo contesto, che è bellissimo e mi parla di favole, di poesia, di folletti, di piccoli gnomi, di fatine leggiadre.......di Alice nel paese delle meraviglie........che ci posso fare! Sono fatta così e non solo per i funghi. Non colgo neppure i ciclamini che in questo periodo sono tanti e creano dei piccoli giardini in mezzo al bosco.
Erano bellissimi i funghi che ho trovato ieri e quando li ho portati a casa ero proprio contenta, ma anche allora era più il piacere di guardarli, di vederli così uguali eppure diversi l'uno dall'altro, a seconda di dove sono cresciuti e quale è stato l'albero maestro che gli ha dato l'imprinting. Hanno colori e consistenze diverse a seconda che siano nati in una faggeta o in un castagneto, o sotto le maestose chiome delle quercie e ciascuno porta con sé la sua storia di provenienza, il suo cielo, i racconti di foglie e di frutti diversi che sono scesi fino a lui per raccontare l'estate appena passata e regalare i colori dell'autunno.
Sono in definitva come noi uomini, di un'unica razza , come disse Einstein, quando gli fu chiesto di dichiarare a che razza appartenesse e lui rispose "Appartengo alla razza umana". Eppure anche in noi quante differenze, quanta cultura diversa, quante esperienze non condivise, dettate dall'appartenenza a luoghi diversi, quanti colori diversi.....e privilegiati. Anche il fungo di faggio, nasce biancastro e viene considerato il migliore, almeno così mi dice chi se ne intende,  ma mica è vero! La mia simpatia istintivamente va al fungo classico con la cappella marrone e se ne dovessi mettere uno in un dipinto, non ci metterei mai il fungo chiaro, ma sbaglierei anche allora; perché ieri quando li comprai, tra quelli che l'ometto fungaiolo, mi aveva messo sul piatto della bilancia ce n'era anche uno proprio bianco, che io gli dissi che non volevo e lui lo tolse subito e me ne dette un altro. Poi quando ho pagato, ha ripreso quel fungo e mi ha detto "glielo posso regalare?" e io gli ho risposto di sì, perché un regalo non si rifiuta mai, ma poi anche a casa lo guardavo con sospetto....e invece! Era buonissimo,  proprio come gli altri! E allora? Allora mi sembra che la conclusione logica  sia che non si deve mai essere razzisti né con gli uomini né con i funghi!

Ma te guarda dove mi hanno portato un pò di funghi porcini!!!

domenica 21 ottobre 2012

Oggi è domenica

Oggi è domenica.
Oggi mi organizzerò una giornata con i fiocchi. Ho già appuntamento con le mie amiche per andare all'Outlet a fare shopping, che oggi, parola mia, sarà ossessivo compulsivo, nel senso che comprerò tutto quello che mi frulla per la testa. Non vedo l'ora di andare anche perché devo rinnovare per l'occasione un vestitino da urlo, una di quelle cosine che ci compriamo in particolari momenti della nostra vita in una boutique, quando ci diciamo con convinzione: "Ma insomma ancora non sono proprio da buttare via!" e i soldi passano dalle nostre mani a quelle dell'elegante commessa nello stesso momento in cui il pacchetto col vestito entra nelle nostre e un pensiero attraversa furtivo e inascoltato il nostro cervello ipnotizzato: "Ma chi te l'ha detta sta panzana? E fai finta anche di crederci?"
Pregusto già il pranzetto che faremo dopo in quel bel localino, dove in genere andiamo quando facciamo le nostre pazze uscite. E' un piccolo ristorante molto elegante, dove niente è lasciato al caso, neanche il colore delle salviette che ci  portano dopo che abbiamo mangiato il pesce, che sono rigorosamente abbinate al colore della tovaglia e alla riga del piatto di portata. Una sciccheria insomma.......ma qualche volta ce n'è proprio bisogno.........
Il pomeriggio è tutto da inventare.  Sceglieremo se aver bisogno di arte, di natura, di un film impegnato, o di altra cosa che ci passa per la mente al momento. Non poniamo limiti via!
Oggi è domenica!
E io sono qui che sogno e scrivo ciò che sogno. Davanti a me ho una tazzina di caffè fatta con la 'Lola' la nostra vecchia rumorsissima macchinetta espresso, in mano ho una di quelle brioche sintetiche, piena di marmellata che ha quel nome non certo per il sapore, ma per la sua consistenza appiccicosa.
Scuoto la testa e mi domando: "Come ho fatto a pensare alle mie amiche?" Le mie amiche? Non esistono. Io ho una sola amica che è molto impegnata con i suoi problemi, che sono tanti, e che forse sogna anche lei di andare a pranzo fuori con le sue amiche che non esistono......magari nello stesso ristorante dove vado io con l'immaginazione.
Quanto al vestito da urlo, rido decisamente! Se penso ai miei vestiti non posso fare altro che ridere. Da troppo tempo ormai ho deciso che ciò che mi metto addosso deve essere 'comodo'. Lo decisi nel momento in cui, dovendo fare delle scelte economiche, feci mio quell'aforisma inventato su due piedi  per l'occasione: "Se non puoi vestire elegante,vesti almeno  strana". Ha funzionato davvero! In un attimo ho rispolverato la mia appartenenza al '68, che viene fuori quando mi fa comodo, e che mi aiuta a giustificare i miei camicioni, i miei maglioni incredibilmente grandi e lunghi ecc....ecc...
Oggi è domenica.
 La mia sarà una domenica tranquilla, fatta delle solite cose, che poi sono le cose di tutti i giorni. In più ci sarà solo la messa,......se sentirò che ho veramente voglia di parteciparvi. Non lo voglio sentire come obbligo. Nella mia nuova riscoperta della libertà individuale, desidero fare le cose per scelta, almeno quelle che ci è ancora consentito di fare, perché allora le vivo in maniera diversa, più intima e consapevole.
Oggi è domenica.
E dentro di me ringrazio che la mia domenica sia così. Penso alle persone, e sono tante, che oggi non hanno neanche qualcosa da mangiare, non hanno un sogno nel cassetto, non hanno una speranza nel domani. Mi dico che non posso fare niente, al di là che constatare che esistono queste realtà, ma non è vero, io so che non è vero. So che almeno potrei regalare un sorriso, un'ora del mio tempo, una parola di conforto......invece di stare a sognare cose futili, costose, stupide, che so che non potrò mai avere.........
Oggi è domenica.
E ormai è tardi per pensare a qualsiasi cosa un pò più intelligente, anche perché non ci sto a capire più niente il che mi succede spesso, semplicemente perché in me lottano continuamente tante persone diverse tra di loro.......vedremo se riuscirò a fare qualcosa di buono con i fatti e non solo con le parole....intanto però buona domenica a tutti

sabato 20 ottobre 2012

Pomeriggio breve

Ho cercato di contestualizzare questa poesia di Rocco, di farla vivere in un paesaggio che lui conosce,  ma a me non è noto. Non ci sono riuscita..... Ma cosa importa? Alla fine ciascuno di noi dipingerà un paesaggio  diverso dopo la lettura di questa poesia, e ognuno di questi paesaggi  avrà i suoi colori, il suo cielo sereno o nuvoloso, a seconda di come sarà l'approccio di chi legge, avrà i suoi prati  piccoli o sconfinati, i suoi casolari che potranno essere stupendi, o semplici mucchi di pareti diroccate, i suoi pini tesi ad abbracciare il cielo, o secche ramaglie piegate dal vento. Neanche la macchina sarà la stessa, né il suo rumore......ma come ho già detto...cosa importa?
Quello che importa è solo  la leggera pioggerella che si mischia all'emozione di un sentimento ritrovato, vissuto nel ricordo di volti lontani....di voci remote.............




Pomeriggio breve
di una breve giornata di primavera
gli occhi
si sono abbeverati di quel verde
che ha fatto parte della mia vita
e che solo ora
comprende il suo fascino
e la mancanza
di quelle piccole margheritine

che sembrano appoggiarsi
a quei steli verdi
profondo
silenzio
casolari incastonati
pini che abbracciano il cielo
per carpire un po’ di azzurro
neppure il leggero rumore
della macchina portava via
quel senso di luce e tenerezza
emozioni
ricordi
affetti
volti
ti veniva la voglia di…
ed ecco dal cielo una leggera pioggerella
grazie
ora siamo in sintonia.

venerdì 19 ottobre 2012

Handy Capp

Stamani il mio gattone è in vena di coccole e appena mi sono seduta per scrivere mi è salito sulle ginocchia cominciando a farmi  un concerto di fusa. Chiede carezze e in cambio strofina il suo musetto alla mia mano!
Lo guardo intenerita e mentre lo accarezzo , comincio a mettermi al posto suo! Quanto piacerebbe anche a me avere un pò di quelle coccole!
A questo punto mi accorgo che ciò di cui volevo parlare prima se ne è andato via dalla mia testa proprio come una nuvola spinta dal vento ed è rimasta questa domanda sospesa nel mio cervello che necessita di una risposta.
"Ma io ho davvero bisogno di coccole?"
Chiudo gli occhi per cercare meglio dentro me stessa. La domanda è stata troppo repentina perbacco per avere una risposta immediata, ma già mentre scrivevo queste parole, arrivata a imm......., il mio sesto senso ha risposto per me.
"No, non ne hai bisogno, perché non le vorresti, ti darebbero fastidio come ti hanno sempre dato in tutta la tua vita, fin da quando eri piccola. Tu non te lo puoi ricordare, ma la tua mamma ha sempre detto che una volta mentre dormivi in braccio a lei, avevi si o no tre anni, una sua amica si avvicinò e vedendo il bell'angioletto dormiente, ti dette un bacino. Tu ti svegliasti improvvisamente e le tirasti uno schiaffo! Ti sembra che già da allora eri un tipo che voleva le coccole? Ma dai!......."
"In effetti questa cosa non me la ricordo e la devo accettare solo fidandomi!" ho risposto un pò mortificata a Sesto Senso
"E va bene,......però ti ricorderai che quando i tuoi genitori  o qualsiasi altra persona ti dava un bacino, dopo ti passavi la mano sul viso almeno per mezz'ora........"
"Sì! Questo me lo ricordo bene.........non mi è mai piaciuto essere sbaciucchiata.........anche se crescendo........"
"Ma insomma - mi ha interrotto Sesto un pò scocciato - mica siamo qui a fare l'escursus dei baci della tua vita! Ti dico solamente che tu sei un tipo rustico, poco amante di coccole e di fronzoli, anche se poi agli altri hai cercato di dare sia le une che gli altri, qualche volta anche scocciandoli....."
"E' vero, hai ragione! Ma come fai a conoscermi così bene?"
"Vorrei ricordarti che sono con te da tutta la tua vita.......Può essere un buon motivo?" ha detto Sesto Senso andandosene, chissà dove poi. Già! Chissà dove abita il Sesto Senso? Non credo molto vicino a me, perché non è che sia poi così presente come dice lui. A volte arriva subito, ma certe volte non si fa vedere e io continuo a fare errori, perché contando sulla sua presenza, quando non c'è non riesco a fidarmi completamente degli altri cinque  che abitano con me e che forse giustamente indispettiti per la mia simpatia per questo strano personaggio, mi giocano discutibili scherzetti.

Continuo ad accarezzare Ugo, il mio gattone rosso, che pare proprio non essere un tipo rustico come me e mi guarda con occhi che sembrano adoranti. Dico sembrano perché sono occhi di gatto e nessuno riuscirà mai a decifrare l'espressione del loro sguardo.
"E' vero! - mi dico con filosofia - non sono tipo da coccole, e  mi rendo conto che se nessuno me le fa è perché rispetta il mio modo di essere, ma sono anche abbastanza onesta con me stessa per dirmi che nel momento in cui  ho ammesso  che anch'io ne avrei bisogno, ho capito di avere perso una cosa molto importante nella mia vita !"
Ora ascolterò un pò di musica. Adoro la musica, mi lascio decisamente avvolgere da lei ed è sempre stata l'unica dalla quale mi lascio coccolare all'infinito senza sentirmi imbarazzata. Ch'agg'affà? Anch'io ho il mio Handy Cappp........e magari fosse solo quello!!!!

giovedì 18 ottobre 2012

Lampi di felicità (IV)



E' notte! Una notte stupenda di gennaio, una di quelle notti gelide  in cui il respiro si condensa sul viso e se allunghi una mano puoi staccare una stella del cielo e usarla come pila. Siamo nel bosco di faggi in un incredibile scenario di ghiaccio e di neve. Tutto brilla come un diamante nella notte senza luna. Abbiamo portato fuori i ragazzi per un gioco notturno, ma anche i Capi che ho intorno a me sono ragazzi e ragazze loro stessi, pieni di voglia di ridere e di scherzare. Lo stesso scintillio che è nel cielo è dentro i loro occhi e sono lì. insieme, felici di esserlo e ogni motivo è pretesto per ridere, per spintonarsi, per scivolare su quel ghiaccio invitante. Le squadriglie sono sparpagliate intorno a noi per portare a termine il loro gioco e ogni tanto qualcuno di noi si allontana  per andare a controllare. Intanto il nostro piccolo gruppo di Capi saltella e batte i piedi dal freddo, stringendosi sempre più uno addosso all'altro per carpire un pò di calore alla notte. E' a questo punto che il nostro Assistente comincia a parlare di una storia di folletti e noi lì, a infiocchettarla con aggiunte non proprio ortodosse, ma che ci fanno ridere e danno una trama avvincente al racconto. Passa il freddo, passa la smania di stare fermi in piedi e ci divertiamo anche noi, mi diverto anch'io, improvvisamente tornata ragazza proprio come quelli che ho intorno a me. Com'è bello ridere di niente, tutti insieme, quando la risata diventa contagio e ti scarica da tutte le fatiche quotidiane, quando ti accorgi che sei insieme a un gruppo di persone con le quali stai bene e sei felice di essere lì al freddo, con i piedi gelati e il naso che sta per staccarsi e dentro di te non desideri altro che essere lì con quelle persone, con i tuoi piedi gelati e il tuo naso galippo.
E' a quel punto che qualcuno mi arriva di dietro e a mano larga mi da una bella palpata al sedere. Mi giro di scatto e mi ritrovo di fronte  il palpeggiatore folle che a sua volta mi guarda allibito e anche un pò impaurito e non trova altro da dire che: "Scusa Giuly, non pensavo fossi tu. Con questo buio i sederi si somigliano tutti! Io volevo solo fare uno scherzo a Francesca!"
Ci vuole un attimo per rovinare qualcosa di perfetto e quella notte poteva essere rovinata dalla mia risposta che invece venne fuori sincera, serena e piena di ironia verso me stessa e la mia età già matura.
"Ma figurati! Anzi per me è un onore che il mio lato B possa essere ancora scambiato per quello di una diciottenne!"
La cosa perfetta non si ròvinò....Tutt'altro! Quanto ci abbiamo riso sopra anche negli anni successivi, ripensando a quell'episodio e alle espressioni dei nostri visi. Se quella notte è rimasta intatta nei nostri ricordi, col suo gelo, la sua bellezza, il misticismo della natura, le nostre risate, il nostro stare bene insieme ed è diventata unica, in mezzo a tante altre notti ugualmente belle, ma ormai svanite nel ricordo, lo dobbiamo solamente a una mano che si avvicinò al sedere sbagliato!

mercoledì 17 ottobre 2012

La buona terra


Forse sono stata condizionata quando, da bambina vidi la scena di  quella manciata di terra che Gerald O'Hara, mette nelle mani di sua figlia  Rossella nel film 'Via col vento' , forse invece è proprio dentro di me....fatto sta che l'amore per la terra e il rispetto per la sua sacralità mi accompagna da quando ero piccola  e il contatto che ho avuto con lei in tutte le mie vicissitudini scout, me l'ha fatta conoscere nelle sue tante sfumature, nei suoi molteplici profumi.
http://www.familycinematv.it/sites/default/files/recensione-immagini/10-viacolventotree.jpgInsomma la terra, per me è così importante che quando poco tempo fa mi è stato chiesto di fare un regalo simbolico a un bambino che stava per essere battezzato, non ho resistito e gli ho preparato una ciotola piena di terra accompagnata da queste parole:



 


Oggi sei una tenera pianticella, ma crescerai e diventerai un grande albero. I tuoi rami si protenderanno in alto, sempre più in alto, alla ricerca di cielo e di libertà, di nuovo sole e di nuova vita, ma non dimenticare mai le tue radici, perché sono quelle che ti daranno la forza per renderti ciò che diventerai, sono quelle che nutrite dalla buona terra che i tuoi genitori hanno usato per metterti a dimora, permetteranno il germogliare di nuove foglie sempre più folte, sempre più verdi. La terra sai, non è tutta uguale, tutti noi l'abbiamo imparato nel nostro cammino.
La terra, Giulio, è un dono prezioso e ci accompagna per tutta la vita. La terra è gioco, è lavoro, è sudore, è amore, è patria. La terra è fatta di tante cose sai.....di roccia e di sole, di foglie portate dal vento, di chicchi di grano maturo, di acqua volata nel cielo, di sale duro. La terra è fatta della vita dell'uomo e del suo andare........la terra è da amare. Noi oggi ti regaliamo un pò della terra della nostra vita, fatta di fuoco e di canti, di acque sorgive, di monti e torrenti, di tende voltate ad un rosso tramonto, di cieli stellati....di breve preghiera "Signor, tra le tende schierati!" e una notte propizia.
E' la terra dell'amicizia.

martedì 16 ottobre 2012

Lampi di felicità (III)

L'affare era grosso, ingombrante e nero come il carbone. Faticò tantissimo a salire le due rampe di scale che portavano in casa, o meglio faticarono molto quelli che ce lo portarono. Io dirigevo le operazioni.
Una volta arrivato sul pianerottolo, il problema però diventò solo mio. 
E' proprio il Vecchio Jo!
Come avrei fatto a nascondere quell'ingombrante pianoforte, agli occhi curiosi dei miei bambini? Visto che tra l'altro doveva rimanere un giorno intero in camera di mio figlio senza essere visto? Un pò difficile! Menomale che esistono le nonne e così i miei ragazzi , non ricordo più con quale scusa, traslocarono per un giorno da mia madre e quando tornarono a casa  il pianoforte non era più un ingombro inutile, ma tutto infiocchettato e con un nome bene in vista sulla sua bocca con i grossi denti da cavallo..........pareva proprio che  non vedesse  l'ora di entrare a far parte della nostra famiglia. Trovai una scusa per chiudere a chiave la camera di mio figlio, che andò a dormire in camera del fratello, e per non fare imparzialità, anche la sorellina andò con loro.
Quante risate, e guerre dei cuscini, e chiacchierio sommesso! Poi il silenzio, perché il giorno dopo era Natale e la minaccia che se continuavano a stare svegli Babbo Natale non sarebbe passato, sortì il suo effetto.
La mattina arrivò in fretta e con lei il momento di scartare i regali e poi per ultimo arrivò il momento di scoprire il 'VecchioJo'. Così avevo chiamato il panoforte, un pò perché era proprio vecchio, un pò perché per me non poteva chiamarsi in altro modo, in attesa che i miei ragazzi gli dessero un nome più consono alle loro idee. Ma il vecchio Jo ha continuato a chiamarsi sempre così, e ogni volta che penso a lui mi tornano in mente gli occhi sgranati dei miei figli quando lo videro per la prima volta, la loro gioia, le loro manine che cominciarono a strimpellare sui suoi tasti bianchissimi. E più che altro mi torna dentro quel senso di tranquilla felicità che per un attimo fece di quel giorno , un Natale perfetto.

lunedì 15 ottobre 2012

Bolle nell'aria

"Tristezza è anche:  trovare  coloro ai quali vogliamo bene solo nella fretta indifferente di un saluto che non viene negato solo perché non si può"
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)


Non c'è niente di peggiore dell' indifferenza, neanche l'odio è peggiore dell'indifferenza........eppure oggi si vive in un mondo di indifferenti, dove tutto ci scorre sopra, compreso il tempo,  dove ciascuno trova le sue certezze solo nelle conferme che vengono da quelli che sono simili a loro, senza più considerare che invece le diversità di idee, di modi, di prospettive, sono quelle che dovrebbero generare un confronto, un dialogo aperto e magari anche uno scontro, ma mai portare all'indifferenza nei rapporti con chi ci sta intorno, perché solo relazionandosi con chi vede il mondo in maniera diversa si allargano i cerchi delle idee,della comunicazione, dell'inventiva, e diventano utili. Nè ci si dovrebbe affidare solo a internet per provare a capire gli altri e farsi capire.
L'idifferenza allontana, fa chiudere le persone in tante bolle d'aria individuali, dalle quali ci si guarda senza riuscire più a parlarci, ci si sfiora senza mai toccarci veramente. Volano nell'aria le bolle dell'indifferenza, mentre la vita scorre .....e siamo sempre più soli.
E ciò purtroppo non succede solo tra gente sconosciuta, ma anche nella sfera più intima degli affetti, dove il dialogo di una serata passata intorno a un tavolo,  lentamente si è sostituito con un video, con un computer, con un libro, lontano dagli altri, dai modi di pensare degli altri, modi che il più delle volte danno fastidio, modi che troppe volte vengono irrisi,appallottolati e gettati come un foglio di carta straccia, lontano...........        proprio con quell'indifferenza che non sfugge a chi dotato di sensibilità si accorge di essere lui ciò che è stato appallottolato e gettato lontano.................

Chissà perché stamani mi è passato per la testa questo aforisma! Eppure non sono affatto triste, oppure lo sono e ancora non lo so?
Ieri ho passato una bella giornata, diversa dal solito, in un luogo che mi è caro e pieno del ricordo di tanti affetti ormai lontani nel tempo........forse sarà per questo? Boh! Una cosa è certa! Anch'io ho provato in un periodo della mia vita cosa vuol dire essere indifferenti, ma fortunatamente quando ero chiusa dentro la mia bolla avevo con me uno spillo......e l'ho bucata. Non me ne sono mai pentita! Sono uscita da quella bolla, sentendomi piccola piccola, ma pronta a salutare chi mi viene incontro e a riceverne il saluto con l'aspettativa che anche uno scambio piccolo di idee, di sensazioni, di vedute diverse, può dare  un tono più stimolante alla giornata che sto vivendo.