venerdì 28 febbraio 2014

La bambina

E' nel grande silenzio
che la bambina impaurita
nascosta dietro i veli della mente
mi viene incontro
vestita solo di una tunica leggera
presa in prestito alla tela
del gigantesco ragno
che tesse tesse tesse 
il suo destino.
Mi guarda 
con i suoi grandi occhi
e poi sussurra
'ho paura'...quasi un soffio
di vento gentile
che lambisce il mio viso.
Chissà perché quella bambina
ma da la forza
che non avevo prima?


Non posso aggiungere altro, perché devo tornare a nascondermi dietro i veli della mia mente

giovedì 27 febbraio 2014

Vita


V =  VEDERE
 I  =   IN
T  =  TUTTO
A  =  AMORE


ED è COSì CHE LA VITA TI FREGA SENZA NEANCHE FARTI.. PASSARE DAL VIA..........AH ! AH! AH!

mercoledì 26 febbraio 2014

Poesiola

Tu non sai  caro babbo quanta strada faremo insieme io e te...non lo immagini neppure
Da tanti anni preparo dei piccoli gadget per le feste del babbo e della mamma, ma mentre per le mamme riesco a sbizzarrirmi in tanti modi e con l'aiuto della fantasia , a preparare piccoli oggetti carini e di poco costo, quando si tatta di pensare ai 'papà', che è il nome usato per la loro festa, anche se io da brava toscana prediligo 'babbo' (ma vuoi mettere papà con babbo? Basta pensare a Pinocchio quando quando si rivolgeva a Geppetto docendogli "O babbo!" qualche volta invece che con la doppia 'b' anche con la tripla! Concedetemelo che è tutta un'altra cosa che se gli avesse detto "O papà"....... a parte che non ci avrebbe messo la 'o' rafforzativa davanti, avrebbe avuto una forza diversa e la storia di Pinocchio sicuramente si sarebbe svolta in un'altra maniera) chiudo parentesi e continuo dicendo ...che cosa? Ah! Sì! Quando si tratta di pensare ai babbi, le idee si fossilizzano sempre su una bottiglia di vino, da personalizzare in una maniera o in un'altra, cercando di non essere ripetitiva di anno in anno. Qualche volta ho dipinto le etichette e sono venuti fuori dei lavorini veramente simpatici, ma quest'anno avevo poco tempo, per cui ho pensato bene di decorare ogni bottiglia con una cravattina di carta, mettendo nel nodo un paio di occhi e una bocca sorridente e aggiungendo nella parte larga una poesiola che doveva per forza di spazio essere necessariamente breve, sintetica. E' venuta fuori questa, grazie allo spirito essenzialistico di un poeta ermetico minimalista amico mio, che quando vuole riesce anche ad essere più breve di Ungaretti:

Quando a un bambino
gli nasce un papà
non c'è più grande
felicità!

 Io non ci sarei mai riuscita. Sono logorroica per costituzione!
Ma ci credete che questo insieme di parole messe su per necessità, alla fine mi sono proprio piaciute e mi hanno indotto a pensare e riflettere su questa storia che a un bambino nasce un babbo? Ma ve la immaginate la responsabilità di questo bambino? E ci credo che appena nascono i bambini si mettono a piangere! Lo farei anch'io! Allevare un babbo mica è uno scherzo? Perché gli va insegnato tutto, per prima cosa gli va sillabto il suo nome, perché un babbo, finché il suo piccolo frignone non viene al mondo, mica lo sa il significato di questa parola....non è come per la mamma, che istintivamente è mamma da quando nasce.....il babbo deve fare un duro lavoro su di sé,  studiare molto per imparare a essere babbo, e il bambino ha il compito di prenderlo per mano e portarlo sulla difficile strada maestra del genitore mentre gli dice: "Tu non sai caro babbo quanta strada faremo insieme io e te...non lo immagini neppure!".
Per cui, mi sto convincendo sempre di più che non è stata scritta una bischerata come pensavo all'inizio, ma che anzi, questa poesia criptica, che ha bisogno di essere pensata, interpretata, e vissuta giorno dopo giorno, per tutta la vita trova proprio il suo compimento anche nell'ultima parola 'felicità', che lì per lì mi sembrava ci fosse solo per fare rima. Ma non è mica così. In effetti che felicità più grande ci può essere nella vita , di sapere che si nasce già con una missione da compiere? E che è quella di far diventare un uomo........ un padre?


martedì 25 febbraio 2014

Una rosa

L'unica costante della vita è il cambiamento.
Buddha




 Se queste parole sono vere, e non ho motivo di dubitarne, visto che le testo continuamente su di me, voglio dare un' immagine alla parola 'cambiamento' e me la voglio figurare come una rosa, che sboccia, si apre in tutti i suoi petali e i suoi incredibili colori e le gamme infinite dei profumi che ciascuna di sé racchiude al suo interno. La rosa nasce già bella e cambiando diventa splendida, e anche se i suoi petali certe volte sono macchiati, o frastagliati, o rotti, resta comunque un fiore meraviglioso, che è bello anche quando è secco..........perché una rosa è la Rosa, allo stesso modo in cui una vita è la Vita.

lunedì 24 febbraio 2014

Il lunedì

E poi, come ogni lunedì, anche il lunedì arrivò.......e non c'è niente da fare, succede e basta. puoi metterti anche a capo di sotto, ma il lunedì arriva e cancella la domenica. Questo per .scopiazzare  Baricco e la sua celebre, bellissima, meravigliosa, veritiera frase:
La sera, come tutte le sere, venne la sera. Non c'è niente da fare: quella è una cosa che non guarda in faccia a nessuno. Succede e basta. Non importa che razza di giorno arriva a spegnere. Magari era stato un giorno eccezionale, ma non cambia nulla. Arriva e lo spegne. Amen. Così anche quella sera, come tutte le sere, venne sera.

Ma come le sento mie le sue parole!

 E comunque io sto parlando del lunedì, che è il giorno dopo la domenica e uno forse se ne accorgerebbe se la domenica fosse un giorno diverso dal lunedì. Per me non lo è,....anzi. Capita il più delle volte che oltre al lavoro, che mi da la mercede per la pappatoria, sia oberata di tanti altri tipi di lavoro, che vengono ad adagiarsi sulle mie spalle. Ieri è stata una domenica così. Ho cominciato a trottare alle otto di mattina, verso le dodici il trotto si è tramutato in galoppo che è diventato dalle quindici fino alle 21 galoppo sfrenato. Mi sembravo in un film western dove il bandito  è rincorso da tutta la cavalleria degli States. 
Alla fine quando sono scesa da cavallo,  oltre ad avere le gambe e il mio nobile deretano tutto indolenzito, avevo anche un leggero sonno, quel sonno che piomba addosso così improvvisamente mentre ti lecchi le dita sull'ultimo bignè alla nocciola, preparati da mia figlia e che erano proprio buoni, come capita alla sera di Baricco.. anche se la sera di Baricco non si lecca le dita.........consideriamola una licenza poetica! E allora che cosa puoi fare se non andartene a letto, salutare la domenica che avevi sperato serbasse per te qualcosa di bello, di diverso, di inusuale....qualcosa da ricordare e magari anche da tramandare e invece ti ha caricato di lavoro come si fa con un asino da soma? Lo so che ho sbagliato. In questi casi, l'unica cosa da fare è andarsi a fare una bella doccia, cambiarsi e uscire sbattendo la porta, magari per andare a fare semplicemente una passeggiata sotto le stelle (ierisera c'erano e anche tante), o entrare a un cinema (questo la vedo più difficile. Per andare al primo cinema disponibile devo fare una ventina di kilometri) o più semplicemente riconciliarmi con me stessa, trovare il bandolo della positività in una matassa di filo negativo e cominciare ad arrotolarlo dicendomi :"Però alla fine non è stata proprio una brutta domenica! In fin dei conti eri al calduccio. in fin dei conti hai mangiato anche dei buonissimi bignè, in fin dei conti sei stata con i tuoi cari, in fin dei conti hai fatto qualcosa di utile, in fin dei conti......................uuuuuuhhhhhh! ma quando finiscono 'sti conti? E smettila con questo buonismo....in fin dei conti non hai fatto per te un'emerita c....., hai perso e stai perdendo ogni momento che puoi dedicare a te stessa, ti rompi le palle in maniera industriale e arrivi al lunedì, visto che di lunedì si sta parlando, più stanca e incavolata del sabato. Se ti va bene così continua pure, ma permettimi di dirti che non capisci un fico secco!"

A questo punto il mio gomitolo si è interrotto perchè mi sto accorgendo che sto saltando coi piedi sulla matassa e la sto tirando con tutte le mie forze con le mani per distruggerla....e basta di cercare sempre il filo positivo nella matassa. Mi sono proprio rotta.


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sabato 22 febbraio 2014

Il garage della nonna

Ieri, dopo aver tentennato tanto e rimandato la decisione di settimana in settimana, ho deciso di ridare una parvenza di ordine al nostro garage e solo dopo essere stata letteralmente sommersa da scatoloni e scatole che non ricordavo neanche più di avere, ho scoperto quanto avevo fatto bene a prendere quella decisione. E' stata proprio una delle mie rare pillole di saggezza!

Perché un garage, non è mai semplicemente un garage. E il nostro lo è anche di meno, perché di auto dentro non ne ha mai vista neanche una, ma in compenso è pieno di scaffali, di anfratti, di buchi profondi, pieni fino all'inverosimile.E non poteva essere diversamente perché il nostro è il garage della nonna Marilchetti Marilcucci, come i miei figli hanno sempre chiamato affettuosamente la loro nonna.

Insomma il nostro garage è una scatola magica, una di quelle scatole dalla quale ne vengono fuori tantissime altre, che a loro volta aprendosi, fanno uscire il loro contenuto, il più delle volte assolutamente inutile a qualsiasi cosa pratica, ma  talmente denso di ricordi fino a sembrare un miele fluido e ambrato che mi scivola sopra e mi invischia anche se non vuoglio, nel passato della mia vita e di quella dei miei cari. 
Vengono fuori fotografie già sbiadite e anche un pò sbertucciate, vecchi libri sui quali si è sudato, quaderni mangiucchiati, una culla di vimini,già importante per aver raccolto i primi sonni dei miei figli e dei miei nipotini, ricordini della prima comunione, partecipazioni avanzate del mio matrimonio, insieme a telegrammi e biglietti di auguri che augurano una bella vita a due, prosperità ecc. ecc. ......che anche se è tutto naufragato è comunque ancora un bel ricordo.
Mi ritrovo in mano una gavetta ancora macchiata di fumo passato e sento arrivare dentro di me la nostalgia di un campo vissuto sotto le stelle, dove veramente l'essenziale è tutto ciò che occorre (perché ce lo dimentichiamo subito dopo?), sono attratta dal luccichio di un lamè e mi ritrovo tra le mani il mio primo abito da sera, nel quale non entrerei più neanche se mi ci infilano a forza, e non perché sono ingrassata, ma perché sono proprio cambiata, attirata inesorabilmente verso il basso,.....faccio un sospiro e lo metto da una parte tanto so che non lo butteò mai. E scarpe, borse, giocattoli vecchi, peluche che mi guardano con i loro grandi occhi sbarrati, ma mi riportano il sorriso dei miei bambini e anche le loro lacrime, biciclette immobili da anni, chitarre e violini, che mi ritrovo ad ascoltare anche nella loro apparente staticità e rivedo i miei ragazzi che imparano e fanno scempio di note e di corde. E il cappello della 'grande uniforme' di mio padre è lì a ricordarmi che anche dopo tanti anni che lui non è più fisicamente con noi, è comunque qui, e poi i guinzagli dei miei cani, che per un attimo sono tutti intorno a me, festosi ed abbaianti, Bali primo tra tutti...............insomma tanto ma tanto davvero.
E mi accorgo con stupore che questo garage non è solo una stanza sempre in disordine, ma è il deposito della mia vita, di tutta la mia vita ed è nello stesso disordine che anch'io ho dentro di me, anche se alcune volte cerco di riassettarmi, proprio come sto facendo ora con lui. Butto via o non butto via il mio passato? Anche stavolta decido di sistemarlo meglio, in modo che ingombri di  meno, e di lasciarlo dove è sempre stato.

giovedì 20 febbraio 2014

Kiev brucia!

Come rimanere indifferenti davanti al fuoco di una città che brucia? Perché non sono solo le case o le cose che stano bruciando a Kiev, ma è la libertà di un popolo.
Mi sento molto vicina a tutta la gente dell'Ucraina che in questi tragici momenti sta vivendo una pagina terribile della sua storia, vicina come persona, come essere umano, come impotente spettatrice  di questo crudele momento.
Il mio pensiero va in questi giorni agli sconosciuti lettori o lettrici dell'Ucraina che hanno seguito per tanto tempo le piccole cose che scrivo su questo blog. Ho già detto più di una volta, ma mi fa piacere ripeterlo, che queste persone sconosciute, di paesi diversi e lontani dal mio, sono alla fine diventati i miei sconosciuti amici invisibili, coloro che partecipano alle mie gioie e  ai miei dolori e che , nel silenzio, riesco a sentire vicini.
Questo è il mio momento di essere vicina a loro nell'unico modo che posso....col pensiero. "Forza ragazzi!Forza!" E che la pace torni presto in mezzo a voi.

In barba al mondo

"Se non c'è il sole, illuminati da solo"
da Piccoli Pwensieri di Kind Butterfly


Vero, proprio vero! Quando piove e fuori è tutto grigio e buio,non stiamo lì imbambolati dicendoci "Tanto piove e allora piovo anch'io!" 
Andiamoo invece a cercare quella scintilla di fuoco che è nascosta da qualche parte dentro di noi e accendiamo il  nostro sole . Noi siamo un piccolo universo sapete?  E allora cerchiamo, sotto il divano, dentro il caffè,  in un vaso di fiori, nella confusione del nostro cassetto delle mutande....persino nel secchio dell'immondizia se serve........perché cè, c'è, basta avere la costanza di trovarla e appena l'abbiamo catturata accendiamo il nostro sole! E illuminiamo il mondo in barba al mondo che non ci vuole dare luce.

mercoledì 19 febbraio 2014

Penso la vita

Questa nostra vita.....così strana, così piena  e altre volte così vuota!
Gente che va, gente che viene, in questa nostra vita....amici veri, e amici solo di facciata in questa nostra vita..........amore che si dissolve e amore che cresce nelle difficoltà.........bilancia dei sentimenti, attimi di onnipotenza e momenti di estrema debolezza in questa nostra vita, corse contro il tempo, ciascuno chiuso nel suo problema, nella sua visione, nella sua speranza, nell'attesa del domani.
Noi! Uomini ciascuno a modo suo, molecole di un'eternità che mentre ci chiama  si fa gioco di noi, dei nostri castelli fatti di carte, o di nuvole, delle nostre effimere certezze, della nostra inconsistente arroganza.
Questa nostra vita che comincia ogni volta nel nuovo giorno con una pagina bianca, tutta da scrivere, da immaginare, da subire, da inventare................questa nostra vita fatta di rumore e di pesanti silenzi, di attese e di partenze, di scenari sempre nuovi, non cercati, non voluti..........capitati!
Questa nostra vita fatta di speranze e di rimpianti.............NO! Non voglio neanche sentire la parola rimpianto e per affermarlo uso le parole di Ugo Ojetti :


Non soffro di rimpianti. Avessi cent'anni, il mio giorno migliore sarebbe sempre domani.

martedì 18 febbraio 2014

Patatine fritte

Quando penso alla mia vita, mi dico che tutto sommato è stata ed è bella, anche se è stata costellata da momenti particolari di grandi tensioni emotive legati per lo più  a fattori economici. Ma forse sono stati proprio quei momenti che mi hanno fatto capire fino in fondo la sua bellezza, la sua unicità.

Se torno  a quei periodi della mia vita, il ricordo si mescola a tanti sentimenti, ma  mai , neanche una volta mi sono ricordata di loro con astio, o con paura, ma con quella  sorta  di autoironia che viene solo dopo che si sono superati e che ci permette di ripensare a loro con una tranquilla consapevolezza spennellata in qua e in là anche da tenerezza. Tenerezza! Sì sì! proprio così.....non saprei spiegarmi meglio, ma è proprio tenerezza!

Non sono stati pochi i momenti difficili della  mia vita e alla fine sono andati a incasellarsi in uno scompartimento della mia testa, schedati ciascuno con un proprio nome, che non gli è stato dato a caso, ma proprio perché ha caretterizzato  ciascuno di loro.

Ho solo un ricordo nebuloso di quelli della mia infanzia, ma so che ci sono stati, mentre ricordo molto bene quello dei miei quindici anni, che poi diventò il momento dei 'fiori di zucca'.
Dovevamo risparmiare e anche tanto, per pagare la casa che mio padre aveva dovuto rilevare da suo fratello che non la voleva più.  Quanti ne abbiamo mangiati! Non costavano niente allora, erano buoni, e davano soddisfazione.

Poi andando avanti c'è stato il periodo del 'caffellatte', per sopperire a una mancanza di liquidi e cercare di andare avanti meglio che si poteva. Avevo già tutti e tre i miei figli......e devo dire che senz'altro la salute ci ha guadagnato. 

Quando è arrivato il periodo del 'crostone' come abbiamo poi ribattezzato le fette di pane con pomodoro e un pò di mozzarella, che ci siamo spazzolati per mesi e mesi, fino a farcele detestare, i miei ragazzi erano già grandi e piuttosto consapevoli, e comunque siamo riusciti sempre a ironizzarci sopra.

Poi c'è stata 'la rivolta del cappuccino' che dura tutt'ora, e la decisione di non rinunciarci anche se si è piano piano trasformato in caffè. Che cos'è la rivolta del cappuccino? E' più di una guerra! E' la ribellione, è il non arrendersi, ....per me è una bandiera.......

Quello che sto vivendo ora, non ha ancora una connotazione ben precisa, ma da certi aspetti e da certe cose ricorrenti penso che questo periodo della mia vita si chiamerà 'patatine fritte con ketchup '. Per quello che mi riguarda, so già che la sto affrontando  con lo stesso sistema degli altri: senso pratico che in me viene fuori in questi momenti in maniera industriale, grande fantasia, una buona dose di incoscenza, fiducia nel domani, una lunga serie di improperi al bisogno,  e tante , tante, ma tante patatine fritte.....che anche se distruggono un pò il fegato sono proprio buone....anzi buonissime!

lunedì 17 febbraio 2014

In lode del lupo


"Perché la forza del branco è il lupo, e la forza del lupo è il branco"
Rudyard Kipling 


Quante volte nella mia vita ho sentito la verità di queste parole. 
A volte ho rivestito il ruolo del lupo ed altre quello del branco, ma sempre la cosa che mi ha colpito di più è questa coesione che , che da forza e allo stesso tempo ne riceve, senza intaccare la libertà individuale, la personalità singola, il libero pensiero. 
Forza lupi! Come sempre: "Del nostro meglio!"

sabato 15 febbraio 2014

Poesia esistenziale

Anche stamani stesso rituale.
 Mi son alzata e sono andata a preparare il caffè.
Ma il caffè non voleva saperne di passare.
macchinetta Esistenziale
Gli accidenti si sono sprecati,
Sono corse parole molto fantasiose.
E' un modo colorito di iniziare la giornata
poi........
Si è accesa una lampadina nella segatura della mia testa.
Eureka. Non avevo messo l'acqua nella macchinetta.
Ho fatto il 'mea culpa' vergognandomi davanti alla macchinetta
Anche lei forse ha una sensibilità
Ma sicuramente non ha nel suo cervello la segatura che  ho io.
Ho bevuto il mio caffè.



Se fossi un poeta famoso avrei potuto spacciare quello che ho scritto per una 'poesia esistenziale' e sarebbe stata una poesia di successo. Non èssendolo........ce la spaccio ugualmente sapendo che è una poesia da cesso.
 

venerdì 14 febbraio 2014

Gli occhi di un bambino

Se c'è una cosa che non sopporto è la presunzione di chi crede di essere
migliore di me.

Roberto Freak Antoni 

"Sono unica e irripetibile - dico pensando a me stessa e poi posso anche rabbrividere mentre  mi dico sottovoce - ....e meno male!" Ma sempre unica e irripetibile sono ...e anche molto convinta di ciò.
E consapevole di questo mai e poi mai mi sono permessa di dire "Sono migliore di Obama" Quindi per quale motivo Obama dovrebbe dire che è migliore di me? Diverso sì, senz'altro, ma non migliore.
E forse qualcuno mi ha mai sentit dire "Sono migliore della regina d'Inghilterra?" Senz'altro no, perché non l'ho mai detto e perciò che motivo avrebbe la regina di Inghilterra di dire che è migliore di me?Lei sicuramente ha un aplomb che io non ho, ma anch'io ho sicuramente qualcosa che lei non ha.........per cui diversa senz'altro ma non migliore.
Mi sono mai permessa di dire "Sono migliore di Einstein"? Non ci ho davvero mai pensato, perché sicuramente lui ha un'intelligenza completamente diversa dalla mia. E allora per quale meccanismo lui dovrebbe dire che è migliore di me, visto che la sua intelligenza è solo diversa dalla mia?
Ho osato forse dire "Sono migliore di Papa Francesco"? Neanche per idea perché so che la sua fede non è la mia. E allora lui come potrebbe dire di essere migliore di me se non sa neanche quale è la mia fede?
Ho mai pensato di dire "Sono migliore di quel piccolo bimbo"? Non potrei mai perché mi basta guardare gli occhi di quel piccolo bimbo per sapere che non è vero.......ma lui è l'unico che senza timore di essere smentito potrebbe dire a pieno diritto che è migliore di me e avrebbe proprio ragione a dirlo perché i miei occhi non sono come i suoi.

Tutto vero...non fa una piega! Ma allora perché penso sempre che tutti, ma proprio tutti siano migliori di me?

giovedì 13 febbraio 2014

Pallone gonfiato

Guardarsi dai palloni troppo gonfiati è una buona regola! In genere deludono tantissimo, perhé alla fine si scopre che dietro questa apparenza visibile c'è solo lo sforzo che fanno di continuare a restare gonfi e visibili......ma per gli altri non c'è niente.
Eppure, finchè erano semplici palloncini, parte di un insieme multicolore, legati allo stesso filo, nella fiera della vita, davano gioia semplicemente a guardarli, per il loro anelito di scappare verso quel cielo che li chiamava a compiere ciò per cui erano stati gonfiati: essere un momento di allegria per qualcuno, dare la gioia anche se solo per un attimo, asciugare qualche lacrima di un bambino e magari far scrivere anche una novella, come quella che scrissi io un pò di tempo fa e che si intitolava  "Il bambino che parllava con i Tampis" e che ho già pubblicato sul mio blog.

PALLONE=UOMO è la stessa cosa, e quindi non mette conto rifarsi da capo per dire le stesse cose.
Posso solo aggiungere che il potere sciupa l'uomo e ho avuto l'occasione di costatarlo proprio pochi giorni fa e di averne riportato una delusione fortissima, anche se prevedibile. Solo i tipi come me, possono illudersi che il potere non sciupi le persone e le faccia rimanere sensibili verso gli altri,e quando invece si accorgono che così non è, si sentono anche in diritto di rimanerne stupite. Poveri scemi che non siamo altro! Ma quando hanno capito,è per sempre e allora prendono uno spillo e bucano il pallone gonfiato, fino a farlo sparire con un sibilo dalla propria vita.

mercoledì 12 febbraio 2014

Le regole del gioco

"Dovete imparare le regole del gioco. E poi giocare meglio di chiunque altro"
Albert Einstein



Senz'altro Einstein quando ha elaborato questo aforisma si riferiva alle regole del gioco che governa l'universo, ma quello che è certo è che queste parole si adattano a qualsiasi situazione, basta solo sapere di che gioco stiamo parlando.
 
La nostra vita intera è tutta un gioco, un grande gioco dalle mille sfaccettature, e così ciascuno di noi si ritrova a ricoprire tanti ruoli anche opposti tra di loro. Di volta in volta siamo osservanti e miscredenti, onesti e disonesti, veritieri e menzogneri, coraggiosi e pavidi, seguendo e confermando una volta di più una delle leggi della Dinamica che dice che ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria. Questa legge ce l'abbiamo dentro di noi, e quando per qualche motivo subliminale non la seguiamo più ci snaturiamo, sia nel bene che nel male.
E questo è il gioco che viviamo dalla mattina alla sera e le parole di Einstein, ci seguono nel nostro andare, nella nostra acquisizione delle 'regole' buone e non buone, che ci possono far vincere il nostro grande gioco, sia che questo sia fatto con altri o a discapito di altri. La cosa più importante è imparare bene queste regole, per giocare meglio di chiunque altro, nell'eterna corsa verso una vittoria, che ci faccia lasciare gli altri indietro e ci dia la sensazione  del potere. Dai meandri dei miei ricordi mi viene in mente un cartone animato bellissio, che non ho mai avuto più il piacere di vedere e del quale non so neanche il titolo. Lo vidi una domenica mattina di tanti anni fa, per puro caso alla televisione. Era una lunga marcia di animali che si erano messi in cammino dagli albori della vita fino ad arrivare ai giorni nostri sotto le sembianze della specie umana. La marcia si snodava in un crescendo di monotona violenza sulle note meraviglise sempre più incalzanti del 'Bolero di Ravel'. Ricordo che mi fermai incantata a guardare questa lunga marcia di sempre nuovi animali che nel loro cammino calpestavano e distruggevano gli altri........il tutto seguendo le regole di un gioco, del loro gioco.............o forse più di quelle 'de grande gioco' della Vita,le cui regole affascinanti e terribili, ci sfuggono e ci affascinano, fino a cercarne l'emulazione.

martedì 11 febbraio 2014

Vaingul

Sei stanco? Sei depresso? Ti sembra che niente possa andare peggio di così?

Allora questo è il momento che ti insegni a fare quell'ottimo cocktail.....quello sì....che si chiama.....vediamo un pò, il nome in questo momento mi sfugge, ma gli ingrediaenti li ricordo benissimo.

Per prima cosa ci vuole un shaker. Non ce l'hai? Beh non fare quella faccia da funerale.....lo so che sei a terra, ma così è un pò troppo via! Se non hai uno shaker va benissimo anche un vaso da fiori.......vedi come è facile trovare soluzioni?
Insomma prendi lo shaker e segui le istruzioni

Fai a fettine sottili l'assillo del momento. .ah! Dimenticavo! Prima sbuccialo poi buttalo nello shaker
Aggiungi 10 gocce  di 'mal comune mezzo gaudio'
Aggiungi 10 gocce di 'e chi se ne frega'
Spargi sopra al tutto 2 cucchiai di vetro tritato grossolanamente
Se sei un salutista basta che tu aggiunga 1 dl. di acqua, ma se vuoi che il tuo cocktail sia robusto, vigoroso, esaltante, tonificante, invadente, e che raggiunga comunque il risultato desiderato dopo aver versato l'acqua metti 1/2 dl. di qualsiasi cosa molto forte tipo nitroglicerina o roba similare

shakera lentamente e dolcemente.... poi versa in una coppa di cristallo. Non hai nemmeno quella? Ma insomma  ti manca proprio tutto........non importa! puoi sostituirla con un vaso da fiori più piccolo. Aggiungi una foglia di mentuccia, un ombrellino colorato,  e............il cocktail vaingul è pronto!
Ora senza esitare versa il tutto nel vater, che è il posto dove vivono gli stronzi e tira lo sciacquone!



lunedì 10 febbraio 2014

Chissà perché......

Chissà perché oggi 
sei qui davanti a me
con i tuoi occhi intelligenti
pieni di vita, 
di prati sconfinati.
Mai suddito
ma fedele compagno 
del mio cammino
verso la libertà
nell'orizzonte lontano
che promette
una nuova vita.
Chissà perché oggi!



Già! Chissà perché stamani mi sono svegliata con l'immagine di Bali, il mio bel cane, davanti agli occhi! Un'immagine nitida, grande, rassicurante, che mi parla di affetto incondizionato anche ora che lui non è più vicino a me. Un bel momento, un incoraggiamento, una trasmissione di forza, può venire anche dal ricordo di un cane? Evidentemente sì perché io sento tutto ciò, stamani, ora, in questo momento, in cui, mentre fuori piove ed è tutto grigio, improvvisamente davanti ai miei occhi il cielo si è squarciato e ho rivisto il sole e i campi di grano  e le corse pazze e felici che ho fatto con  il mio cane nel vento,  nella sua forza primitiva e purificatrice.

domenica 9 febbraio 2014

Indiana O'Hara o Rossella Jones

“Il coraggio di immaginare alternative è la nostra più grande risorsa, capace di aggiungere colore e suspense a tutta la nostra vita”


Daniel J. Boorstin -  storico americano


Dopo aver letto tanti, anzi, tantissimi aforismi, mi sto domandando se sono veramente il frutto di una saggezza nata dall'esperienza, o semplicemente il parto di  menti fertili, che hanno ipotizzato situazioni, le hanno proiettate davanti a sé, fino a pensare di averle veramente vissute e poi le hanno regalate alle generazioni future, che nei loro momenti peggiori vanno a leggerle per ritrovare il bandolo della matassa che è la loro vita. 
Chi è felice non va a leggere aforismi, o se lo fa, lo fa superficialmente, poi scuote le spalle e continua a essere felice, della sua felicità, che può essere buona o cattiva, non sta a me giudicare, ma sempre felicità è, oppure una buona imitazione.
...dopotutto, domani è un altro giorno
Ciò premesso, e consapevole che tale premessa non serve a un fico secco, torno all'aforisma che ho letto stamani e che bontà sua, non volendo, e sicuramente facendo storcere il naso al suo autore, che senz'altro, quando l'ha enunciato si riferiva a temi profondi, è riuscito a strapparmi un sorriso, forse il primo che faccio da tre giorni a questa parte..................perché il mio coraggio di immaginare alternative, mi ha portato  a voler essere Indiana Jones.....così subito, senza bisogno di stare a pensarci nenache un attimo. Ma perché proprio Indiana Jones?, mi sono detta subito dopo, facendo questo sorriso che è voluto venir fuori nonostante non abbia un bel niente da ridere in questi giorni..........La risposta è stata fin troppo facile.......quando si vive una vita di m.....da troppi anni, fatta solo di piccole cose e di grandi difficoltà,  se proprio si deve immaginare qualcosa di alternativo, chi meglio di Indiana Jones lo rappresenta? L'avventura, il coraggio, l'imprevedibile, i luoghi misteriosi e affascinanti,la sua capacità di affrontare a testa alta  le difficoltà che incontra sul suo cammino, sono tutti ingredienti del suo personaggio ....e se proprio devo immaginare alternative per aggiungere suspense e colore alla mia vita, io voglio essere Indiana Jones. Ma tu sei una donna, dice la parte razionale di me, e se proprio devi immaginare di voler essere un altro, scegli una donna, non rinunciare ad essere ciò che sei.........o non ti piaceva tanto Rossella O'Hara?
E' vero mi è sempre piaciuta l'immagine volitiva di questa donna, il suo carattere forte, che non si arrende davanti a niente. Faccio un rapido confronto tra i due e sorprendentemente viene fuori un'immagine strana perché Rossella e Indiana sono la stessa persona con l'anima dell'avventuriero, per cui non mi dispiace di riconciliarmi con me stessa ammettendo cedevolmente:
"E va bene! Hai ragione te.......come alternativa sceglierò Rossella, anche se devi convenire con me, che è un pò mignotta!!" Ma la parte coscenziosa di me non ha niente da eccepire su questo piccolo particolare....le va bene così! E se va bene a lei, chi sono io per giudicare?

sabato 8 febbraio 2014

Però......Brindo alla vita!

Miserere, miserere
Miserere, misero me
però brindo alla vita!

 Eh si! E' proprio vero. Niente, neanche le grandi difficoltà, neanche i momenti di buio profondo, potranno impedirmi di brindare alla vita. La vita! Questo dono bellissimo, questo transito di esperienze, questo mistero insondabile. La vita con i suoi colori, i suoi Spazi finiti e infiniti, il suo Tempo sconosciuto e mai uguale.......la Vita.........................
Ma che mistero è la mia vita,
che mistero

e la voglia di sollevarne i veli, di guardare oltre, di sperare oltre........
ma dove sono e cosa faccio
come vivo?

Questa necessità continua nata con i miei occhi, che si guardano intorno, di farmi centomila domande, per sapere chi sono io, qual'è il mio significato, la mia strada, il mio divenire, il mio finire............
vivo nell'anima del mondo
perso nel vivere profondo!

e sentire dentro di me che la mia vita non è fine a se stessa, ma che gioisco, soffro, amo, odio, in funzione di qualcosa che son so spiegare ma c'è.......qualcosa che mi spinge a pregare anche se non lo so fare
 Miserere, miserere
Miserere, misero me
però brindo alla vita!

venerdì 7 febbraio 2014

Blocchi di partenza

Questa piccola parte della mia vita si può chiamare  blocchi di partenza.
Mai, mai arrendersi! E' il ritornello che si ripete dentro di me ad ogni passo che faccio verso la 'montagna' che improvvisamente è di nuovo davanti a me e che di nuovo mi sovrasta con la sua lunga ombra. No! Non mi arrenderò neanche questa volta, e accetterò la sfida della salita, che prevedo aspra e faticosa....un'altra volta.....quante volte nella mia vita? Vuoi essere così avara di felicità con me ....... vita? Non importa!Sarò io che alla fine vincerò la partita....in un modo o l'altro la vincerò, anche se dovessi barare, pur di riuscire ad afferrare anche solo per un attimo la felicità.

giovedì 6 febbraio 2014

Lampi di felicità: il Jukebox

Eccolo là!! pieno di grinta e di colore! Parla di gioventù, di ballo del mattone, di sguardi furtivi mentre si pigiano i tasti per ascoltare la canzone del momento, e si fa la colletta per altri tre dischi. "Dai ragazzi ! Sono solo cento lire!
Ora li puoi trovare come pezzi di modernariato, ma quando avevo io sedici anni erano il pezzo forte di quasiasi punto di raccolta giovanile!
Ricordo ancora le caldi estate della mia gioventù, quando aspettavo impaziente la libera uscita che mi permetteva di andare per ben due ore il pomeriggio a Poggiofanti....il giardino pubblico del mio paese. Anche ora è sempre uguale con i suoi vialetti tra le aiuole e gli alti alberi che parlano ormai di qualche  secolo.
Al  centro una vasca d'acqua con qualche pesce rosso ormai in pensione, che lo puoi vedere fumarsi beato la pipa,  e poi il grande spazio pieno di tavolini e di seggiole e un piccolo chiosco che ai miei tempi vendeva gelati e la 'batida de coco'........ora non so.
E lui era lì, monumentale, rosso e metallizzato, diskjokey dei nostri momenti di svago, di risate, di balli improvvisati, credendo anche di essere bravi. E' lì che ho imparato a ballare l'Hulligally e il Sirtaki, lì che mi sono emozionata ascoltando per la prima volta Stand by me, e così mentre scrivo sento la felicità che arriva da lontano, passa tra le fronde di quegli alberi, scende vicino alla vasca dei pesci rossi e viene lentamente a insinuarsi dentro di me.
Oddio devo scappare! le parole sono le stesse, ma ora devo correre a prepararmi per andare al lavoro, .....allora per tornare di corsa a casa ed evitarmi una rimpacchettata dal mio babbo che non voleva che tardassi neanche un minuto. ....e mentre correvo guardavo i tramonti delle mie estati, che anche ora sono proprio come allora, ma io no, accompagnata dalla musica del Jukebox che suonava ad alto volume 'Quando calienda el sol'.