venerdì 30 settembre 2016

Coloro la vita

Ecco! In questo preciso momento vorrei che la mia vita fosse colorata così! Toni accesi, vividi, sfacciati, ma veri, veri.
Sinceramente alcuni di questi colori, sono già tornati a far parte del mio essere e ne sono proprio contenta. Altri ancora faticano, non vogliono uscire dal tubetto, sento che sono lì, freschi e impregnanti, ma non riescono a rompere il tappo che si è formato, per essere stati troppo, troppo tempo relegati nel dimenticatoio, ma ora so che farò di tutto perché tornino nella tavolozza della mia vita.
Un bell'aiuto mi è arrivato ieri, quando sono andata in un luogo che per me una volta era estremamente colorato e ieri, invece l'ho trovato grigio, silenzioso, ma non di quel silenzio dove si sente il frullio dei cervelli che ragionano, ma proprio vuoto, vuoto. Mi sono guardata intorno e ho capito che dove non c'è colore non posso stare io e cosa molto più importante ho sentito dentro di me che i colori erano fuori da quel portone e mi aspettavano tutti per farmi festa,  per dirmi "Bentornata tra di noi!"....grigi compresi! Eh sì! Perché c'è grigio e grigio, c'è il grigio che parla di sensibilità, di dolcezza, di voglia di essere di aiuto e quel grigio lì ha il colore delle perle che sono dentro uno scrigno. E così accanto ai rossi sfacciati, ai verdi intensi, agli azzurri dalle mille sfumature, ai gialli emozionali accetterò che nella tavolozza che sto ripreparando ci siano anche questi grigi, ma solo questi.
Via da me la cupezza di un luogo che ho visto morire, senza riuscire a far niente per ridargli un pò di quell'ossigeno che rianima i fiori, la piante, i volti, gli occhi, gli animi. Via da me! Con me porto solo il ricordo dei magnifici colori che per un bel periodo l'hanno reso vitale, interessante, futuristico. Voglio solo quello!

giovedì 1 settembre 2016

Ma c'è corsa e corsa...

Nel mio post 'Il mondo di corsa', ho cercato di mostrare uno spaccato della nostra società frenetica, piena di disvalori, nella quale anche i buoni sentimenti sono soffocati dalla smania di arrivare in un punto imprecisato, novello 'El dorado', verso il quale tutti corriamo trascinandoci dietro un mondo esausto.
Ma se questa corsa è sbagliata, non è detto che siano sbagliate tutte le corse.


L'acqua stagnante imputridisce...
Continua a scorrere amico mio, continua a scorrere...Anima libera


Scorrere, è il modo di correre dell'acqua, cioè  non fermarsi. E questo dovrebbe essere fatto anche dagli uomini, per motivi del tutto diversi da quelli della corsa frenetica che si trascina dietro il mondo, fino a deformarlo. Correre per migliorare questa nostra terra, correre per inseguire un sogno che dia beneficio a tutti, correre per far si che questa nostra mente, unica in tutto il mondo continui a dare sempre nuovi frutti, nuove idee, correre perché il nostro mondo ritrovi il suo giusto equilibrio e più che altro perché lo ritrovi l'uomo. Correre per arrivare a scorrere come l'acqua, che arriva in ogni dove e supera tutte le barriere. E allora mi sento anch'io di dire: "Bello l'uomo sempre pronto a rimettersi ai blocchi di partenza........ma solo per dare il meglio di sé, perché è solo dando il meglio di se stessi che si impara a conoscere il sacrificio e la vita vera".

Il mondo di corsa


Forse una volta il mondo era rotondo, ma sicuramente oggi non lo è più. Lo vedete quell'omino dall'espressione bischera,  che con lo sguardo stralunato corre per andare ad afferrare non si sa che cosa? Ebbene, quell'essere è l'immagine stereotipata di ciascuno di noi. Noi tutti corriamo dalla mattina alla sera per andare ad afferrare l'illusione dell'immortalità. Ci affanniamo da quando ci alziamo fino a quando non torniamo a letto, per accumulare, accaparrare, alzare il nostro status, fare le scarpe agli altri, dimostrare la nostra intelligenza, far vedere quanto siamo bravi. E il giorno dopo si ricomincia. Qualcuno non smette neanche la notte.... E il tutto sempre più in fretta, sempre più di corsa, per battere gli altri che fanno le stesse identiche cose che facciamo tutti,....... per andare dove? Per avere che? E questo povero mondo, nel quale tutto era stato studiato a puntino per farci vivere il signore della creazione, almeno così ci è stato detto e detto e ridetto e ripetuto milioni di volte, che alla fine ci abbiamo dovuto credere per sfinimento, questo povero mondo, bistrattato, cincischiato, stiracchiato, calpestato, sfinito e rifinito, alla fine non ce l'ha fatta più a contenere la bramosia dell'uome che corre verso il vuoto, dove fa capolino un miraggio sotto forma di denaro, che canta la canzone suadente dell'immortalità. "Vieni, vieni, sii tu il primo ad arrivare, che ti avvolgerò di oro che ti renderà immortale!" E noi come tonti, tutti dietro a questo richiamo, come Ulisse alla voce delle sirena, ma senza la sua arguzia. Lui almeno si fece legare all'albero maestro della nave. 
Io ho smesso di correre, per tanti motivi. Non è stato certo merito mio, è stata la vita che ha creato una serie di circostanze per cui dovessi smettere questa gara in cui si cerca sempre di essere più bravi degli altri. E quando ho smesso ho guardato il mio mondo, che è solo un piccolo mondo, un mondicino, un bruscolino rispetto a quello degli altri, ma era il mio mondo,  che ormai non cercavo più di trascinare dietro di me e che ce la metteva tutta per restare nel posto in cui doveva essere. Terminata la mia corsa, anche il mio povero mondo si è fermato,  e si è anche un pò afflosciato e guardandolo ho potuto vedere le sue rughe, la sua aria stanca, il bisogno di ritrovare riposo, contemplazione, stupore. E ho provato una grande tenerezza, il giorno in cui, dopo una forte pioggia, ho visto il sole che splendeva nuovamente su di lui e gli rilucidava tutti i colori. C'erano tante more, quel giorno, lì vicino a me, e allungando una mano per coglierle, ho pensato che correre non serve a niente, se si deve rinunciare al sapore doce asprigno di una mora che cresce in un rovo. Perché la vita vera è questa, e non l'arrivismo estremo che caratterizza il nostro mondo odierno, ma credo anche quello del passato. Non la speculazione, non il ladrocinio, non le vittime innocenti di un terremoto, di tanti terremoti, sulla coscienza, per non aver assolto ai doveri basilari di una sicurezza che prevede più ferro e più cemento, non fiumi sotterranei di soldi spariti, rubati , per le proprie ambizioni, per il proprio potere, per la propria immagine. Tutto quello che potrà rimanere a queste persone è una lapide lussuosa che parlerà di nessuno.
E allora, me lo può dire qualcuno, a chi serve questo mondo di corsa?