venerdì 22 febbraio 2019

Qualche volta





"Qualche volta un fiore dice più di cento belle parole, altre volte un mazzo di fiori non da inizio neanche a un discorso"
da Piccoli Pensieri di KB

mercoledì 20 febbraio 2019

All'inferno e ritorno

Quando ti capita di partire per un viaggio nell'inferno della tua vita, procurati sempre un biglietto di andata e ritorno. 
da Piccoli Pensieri di KB




Ti accorgerai che in quel luogo l'aria è irrespirabile e non è tanto il caldo che ti monta alla testa e ti fa uscire gli occhi dalle orbite, a farti desiderare di usare subito il biglietto di ritorno, quanto l'inutilità di stare in quel luogo che è così, punto e basta.E' un inferno statico  che si è pietrificato esperienza dopo esperienza nello scorrere della tua vita e ti ha reso ciò che sei oggi. Ma ogni tanto è utile scendere in quel vulcano che non si spenge mai, ma che è lì, immobile  che è dentro di te, perché ti fa capire subito che vuoi ripartire in quanto improvvisamente ti accorgi che tornando indietro puoi fare ancora qualcosa nell'Inferno che è quello di tutti i giorni, della tua quotidianità, dove ritrovi tutto quello che ci hai lasciato quando sei partito per il tuo viaggio personale. Lì l'aria ancora la  respiri anche se è inquinata quasi a un punto di non ritorno dall'ipocrisia, dalla prevaricazione, dall'idifferenza, dalla cattiveria, dall'invidia, ma ancora si muove, ancora può essere ripulita, resa più leggera.E vedi anche che qualcuno ci sta provando, ma è lasciato solo. Dipende da tutti noi, anche da me, anche da te, fare la tua parte in questa nostra vita. La ricetta è semplicissima, la sua messa in opera molto meno "Un pò meno io un pò più noi"

giovedì 14 febbraio 2019

Incontri ravvicinati

Da quando nella mia vita c'è Plinio, il cane più abbaione e più squinternato che io abbia mai conosciuto, il viale di San Biagio è meta delle nostre passeggiate mattutine e serali. Diciamo pure che abbiamo fatto il solco e creato due corsie preferenziali. A sinistra per andare verso il tempio e a destra per tornare indietro. Essendo il mio cane un grande attaccabrighe se vede altri cani, succede il finimondo, e così specialmente di sera mi sono ridotta ad avviarmi furtivamente lungo il viale, nelle ore in cui la gente come si deve è con i piedi sotto il tavolo e il cane accucciato vicino a lui in attesa di qualche bocconcino. Ciò ha fatto sì che Plinio sia un pò meno rumoroso e anche se mi tira come un forsennato, almeno non incontro nessuno che mi guarda con aria compassionevole. Di notte il viale di San Biagio è uno spettacolo. Illuminato in maniera distratta e impropria, alterna brevi tratti di luce intensa ad altrettanti, ma più grandi tratti di buio pesto. Il gioco di quelle luci produce ombre lunghissime, che nelle serate ventose si
accompagnano agli scricchiolii dei grandi cipressi che sovrastano i cippi che portano i nomi dei poveri ragazzi caduti nella prima guerra mondiale. Non proprio un ambiente rassicurante insomma. Conoscendomi, la mia immaginazione, nell'arco dei giorni e dei mesi, ha proiettato davanti ai miei occhi scenari alquanto inquietanti,che sono diventati film a puntate, che qualche volta mi hanno fatto veramente impaurire, avendo la certezza che se fossero stati veri, non avrei avuto neanche il conforto del mio cane pronto a intervenire in mia difesa. Plinio infatti, oltre alle belle qualità di cui è dotato e che ho già citato, senza infierire, è anche un fifone incredibile e ogni piccolezza gli da filo per cominciare a girarsi intorno alla coda, nello strenuo tentativo di mordersela e di farmi fare un capitombolo. Appurato questo, nessuno si stupirà, se io invece di guardare la strada, o gli alberi, o le ombre, guardo il cielo. E lì ho avuto il mio primo incontro ravvicinato con Orione, incorniciato dalle cime dei cipressi. Una meraviglia mozzafiato, che mi ha fatto dimenticare ogni paura,e mi ha fatto fantasticare in fluttuanti piacevolezze, ed è così che a forza di guardare il cielo ho avuto il mio secondo incontro ravvicinato, complice una brusca fermata di Plinio, che aveva sentito di non poter rimandare il suo bisogno neanche di un attimo. Così mentre il mio cane tra mugolii prolungati di soddisfazione, dava il meglio di se stesso, io guardavo il cielo su in alto, davanti a me. Poi mi sono girata e ho cominciato a mugolare anch'io, ma di stupore. Sopra la cupola di San Biagio, più in alto e sulla sinistra, c'era una grossa sfera arancione, una luce immobile, vividissima. Sono rimasta pietrificata, estatica a guardare quella luce ferma immobile nel cielo nero. Plinio inizialmente ha provato a tirarmi via, ma quando si è accorto che non ci riusciva, stranamente si è messo tranquillo, seduto sulle zampe posteriori. Quanto tempo siamo rimasti lì? Non lo so quantificare, perché la mia fantasia stava volando ed era andata in tutt'altri lidi. Dieci minuti? Mezz'ora? Boh! Non lo saprò più, ma non dimenticherò mai quel globo arancione che mi ha fatto sognare mondi diversi, vite diverse. Poi a un certo punto la luce si è affievolita e dopo un attimo se ne è andato a forte velocità e dopo un attimo non si è visto più.
Ma i miei incontri ravvicinati non finiscono qui. Ce n'è stato uno molto prosaico accaduto circa due mesi fa. Entrati come al solito nel viale, dopo una brusca svolta a sinistra, Plinio ha cominciato ad abbaiare furiosamente verso un cipresso, tirandomi verso questo con tutta la sua forza. E' stato a quel punto che la luna ha illuminato un sedere nudo. Sì sì, proprio un sedere, che si stava ritirando su in tutta fretta,mentre il mio cane continuava ad abbaiare molto risentito, e una giovane ragazza straniera usciva fuori da dietro l'albero , molto impaurita, finendo di tirarsi su i pantaloni, e dicendomi con un sorriso disarmante: "Sorry". Non ho potuto fare altro che sorriderle, angurandole in cuore mio, che fosse riuscita a non bagnarsi le mutande. Ahahah!
Ma l'ultimo incontro ravvicinato non me l'aspettavo proprio! E' stato appena tre giorni fa, quando un grosso cinghiale mi ha attraversato la strada, proprio a pochi passi da me e dal mio cane che sarebbe da caccia, ma che in quel momento stava annusando qualcosa e non ha fatto caso neanche quando il bestione nero mi ha lanciato il suo anatema in idioma grufolese, prima di infrascare il suo grosso deretano tra gli arbusti. A quel punto Plinio si è svegliato e ha cominciato ad abbaiare furiosamente, ma per me l'ha fatto solo per salvare la faccia. E ora? Mi sono detta, Magari ce ne sono degli altri, e come ci muoviamo ci saltano addosso, e restavo lì impalata come un salame. Poi ho visto spuntare i fari di una macchina all'inizio del viale, e, vista la mia versatilità in materia,  dopo aver fatto un rapido calcolo algebrico- geometrico, mettendoci dentro rette, bisettrici, incognite, Achille e la tartaruga, me la sono data a gambe levate in senso opposto alla direzione della macchina, tirandomi dietro un segugio impazzito e con la certezza che si consolidava sempre di più in me ad ogni metro che facevo, che a settant'anni non si corre più come a venti. Questo nei miei calcoli non l'avevo previsto.

lunedì 11 febbraio 2019

Questa piccola parte della mia vita: come si cambia

Questa piccola parte della mia vita la posso intitolare : come si cambia.
Non ci è subito chiaro e forse qualcuno non riesce neanche a capirlo, ma chi ha questa sfortuna, a un certo punto del proprio cammino si ferma di colpo e sente che qualcosa non va,  che qualcosa è diverso, .....insomma che qualcosa è cambiato. Non è un bel momento! Anche perché la prima associazione che viene fatta a questa nuova scoperta di noi stessi, è la nostra neonata inutilità. Improvvisamente non ci sentiamo più utili al prossimo, sia che questo prossimo sia la realtà che ci circonda, sia l'intima sfera degli affetti più cari.
Credo che questo sia un momento della vita che tutti noi, chi prima chi dopo, dobbiamo incontrare. E' come una dogana, una di quelle famigerate dogane che facciamo di tutto per eliminare e che inesorabilmente si riaffacciano nella vita.
tra sogno...
C'è scritto ALT a questa dogana, come in ogni dogana che si rispetti, e ci sono i doganieri che ci guardano i documenti se ci va bene, altrimenti ci perquisiscono anche, se facciamo resistenza, come successe a me quando andai in Svizzera e tornai carica di cioccolata.
Solo che questa è una dogana un pò diversa dalle altre, ma non per questo meno temibile. 
....e realtà
In questa dogana i doganieri hanno tutti il nostro viso, la nostra voce, i nostri occhi che scrutano fin dentro i nostri budelli( lo so che non è corretto, ma rende l'idea) in subbuglio, per questa violazione della  nostra privacy......insomma, siamo proprio noi che cerchiamo di ribellarci a noi stessi.
Ci dicono chiaramente quegli occhi, che quella nella quale stiamo camminando è diventata una corsia preferenziale, dove viaggiano i treni veloci, destinata solo a chi è ancora produttivo, ha ancora idee da dare, aiuto da elargire, consigli da essere ascoltati, bisogno della nostra compagnia.....altrimenti, non è che non possiamo proseguire, ma ......vedete là quel trenino? E' un trenino a scartamento ridotto, adatto alla vostra velocità ridotta, alle vostre idee ormai superate, e al vostro nuovo modo di concepire la vita.


Lo guardiamo quel trenino e per un attimo ci sentiamo anche indispettiti. Ma come? A noi, che abbiamo corso tutta la vita, che.... e blà blà...blà blà....blà blà e ancora blà,proprio  per non farci mancare niente .....ora ci venite a proporre questo trenino?
Poi però, passato il primo impeto di ribellione, lo guardiamo meglio e ci accorgiamo che non è niente male e anche se non vogliamo, non possiamo fare a meno di immaginarlo mentre arranca sulle strade ferrate della nostra vita alla scoperta di nuovi panorami, che non abbiamo mai avuto la possibilità di fermarci a guardare, e allora alla fine ci diciamo con un'alzata di spalle: "Perché no?" e entriamo in questa nuova avventura, che è solo nostra, dove non ci sono interferenze.
E in quel preciso momento ci accorgiamo di come si cambia. 
Poi mentre il trenino ci porta attraverso la nostra nuova dimensione ci capita di vedere quel cartello dove è scritto INDIETRO NON DI TORNA. L'abbiamo visto nel film di don Camillo e ora lo vediamo nel film della nostra vita. Tristezza? No. Almeno Malinconia?.... concediamocela dai! Ma neanche per sogno! Solo consapevolezza del cambiamento che si è verificato in noi stessi e la certezza che abbiamo ancora tanto da dare, agli altri se lo vorranno, ma più che altro, una volta tanto a noi stessi, che sicuramente lo vorremo.

domenica 3 febbraio 2019

Questa piccola parte della mia vita....

Questa piccola parte della mia vita, anzi questa piccolissima parte, o meglio questa microscopica parte della mia vita, della durata di un attimo, la posso chiamare Felicità.
E' arrivata così, con la velocità del fulmine, altrettanto luminosa e deflagrante, e in un attimo se ne è andata. E' un'esperienza unica perché ti scoppia dentro, ti lascia frastornato, ti fa vivere ieri, oggi, domani, tutto in un attimo...........e poi ti ritrovi seduto e in pace con te stesso, e finalmente capisci che cos'è il significato di quel senso di compiutezzaa al quale hai teso da sempre.
Non capita spesso di provare la Felicità, quella vera, ma quando questo succede si riconosce subito, e tutto quello che fino a un attimo prima ti è sembrato fosse felicità, cambia subito nome, e si inchina davanti alla signora luminosa che nessuno può trattenere, perché proprio come la Primula Rossa è inafferrabile. Ma chi ha la fortuna di incontrarla, non la dimenticherà mai più.
A me è capitato di sentirla dentro di me tre volte nella vita, l'ultima delle quali proprio ieri sera, dopo aver letto un'e-mail. E la vita mi è passata davanti agli occhi come un film che si proietta a grandissima velocità e ho rivissuto momenti che pensavo di non ricordare neanche più e che invece sono balzati davanti a me con la nitidezza di sempre.
Non ci sono immagini che possono rappresentare la Felicità, perché tutto sarebbe riduttivo, per cui neanche provo a cercarne una.
Una cosa è certa. Basta un attimo così per ripagarti di tutto ciò che di negativo ti capita durante il tuo cammino e per farti capire che la vita è proprio bella.

sabato 2 febbraio 2019

siamo polvere di stelle

"Siamo fatti della stessa materia delle stelle", scriveva l'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan in Cosmos ben 37 anni fa. 
Ed ora, cosa bellissima, secondo me, è stato dimostrato.Sembra quasi impossibile, eppure pare che per il 97% siamo fatti di stelle,
Ma che cosa meravigliosa questa ulteriore appartenenza al tutto, a questo universo che fin'ora ci ha sovrastato senza che ci rendessimo conto che anche noi siamo l'Universo.
Non la dico io questa cosa, perché non ho le competenze per poterlo dire, lo dicono gli scienziati, che finalmente sono riusciti a dimostrarlo.
Ed è sorprendentemente bello e tuttavia semplice  e così naturale questa fusione tra fisica e poesia, tra materia e spiritualità. Noi, piccole scintille di luce che contribuiamo a illuminare lo spazio infinito. Noi in cerca della nostra origine. Eppure...eppure, dentro di noi forse l'abbiamo sempre saputo.........
 


POLVERE DI STELLE
Dove vanno a morire le stelle
quando non brillano più
nello spazio infinito?
"Le stelle non muoiono mai"
mi ha detto una voce lontana
ma donano la luce
agli occhi dei bimbi innocenti,
alle speranze dei giovani
che cercano un mondo migliore,
ai cuori di chi ama
e vuole un domani,
all'uomo che muore cercando la libertà!
Nessuna stella mai morirà,
finché quaggiù ci sarà l'amore.
Diventeranno polvere invisibile
si stenderanno sull'umanità
per aiutarla a vivere e sperare
per dare luce a chi vorrà trovare
la strada vera per l'eternità".