giovedì 30 agosto 2012

La rosa nel deserto

E arrivò il giorno della partenza........
Se penso al mio viaggio, le idee si intrecciano una con l'altra, tanto è vasto il materiale che avrei da esporre. Nè tantomeno posso dire che tra tutte le esperienze che ho vissuto in quei giorni ce ne sia stata una più entusiasmante di un'altra. E' stato tutto talmente bello, talmente perfetto, talmente coinvolgente che anche oggi a distanza di dieci anni quando il pensiero torna a quei giorni, rivivo le stesse sensazioni, la stessa magica atmosfera che mi circondò allora e mi ritrovo quasi per incanto sull'aereo che mi portava a visitare la terra dei Faraoni. 
Ebbi la fortuna di avere un posto vicino al finestrino e arrivammo al Cairo che era già notte fonda. Dall'alto vedevo milioni di luci che coprivano un'aria sterminata e sembrava non dovessero mai finire. Mi incollai all'oblò e cercai di guardare dall'alto la città che si stendeva sotto di me, dove uomini meravigliosi avevano vissuto, sofferto, gioito, più di cinquemila anni fa e ci avevano lasciato un'eredità che anche oggi sembra troppo grande per le nostre conoscenze.
 A un certo punto sobbalzai e un lungo brivido mi corse per la schiena. Avevo visto delle gigantesche masse scure, inconfondibili, conturbanti anche da quella prospettiva. Inaspettatamente avevo avuto il mio primo incontro con le piramidi.Da allora in poi vidi solo cose meravigliose, alcune delle quali andarono ben oltre le mie più entusiastiche aspettative. Mi sentivo rinata, e più che altro sentivo un senso di appartenenza a quel mondo lontano che continuava a parlarmi con tutte le meraviglie che mostrava di sé. E' inutile che faccia un elenco di tutto  che ho visto, perché sarebbe un elenco interminabile, ma poi sono cose che fortunatamente anche se solo dalle immagini o dalla televisione, tutti conoscono. Posso però dire le sensazioni provate  davanti a quei reperti che parlavano un linguaggio di pace e di amore, cominciando  dalla grande statua di Ramses II a Menfi, la prima che andai a vedere da vicino. Non mi colpì la sua grandezza, ma la serenità che l'artista che l'aveva scolpito aveva saputo trasfondere in quel volto, e in quegli occhi che pareva guardassero l'eternità. Da allora ho sempre costatato questo binomio serenità-eternità, in tutto ciò che ho visto, anche nelle opere più grandiose. 
Le stesse piramidi con la Sfinge che fa da sentinella, trasmettono le medesime sensazioni, e anche se ero attorniata da una moltitudine  di persone e immersa nel cuore di una megalopoli estremamente rumorosa, la sensazione che provai fu quella  di avere un contatto ravvicinato , dove non esisteva  più nient'altro  che io e loro. Fu un momento unico e irripetibile che affido volentieri alle parole che scrissi poco dopo sulla mia agendina...seduta  a gambe incrociate ai piedi della Piramide di Cheope. 

"Che dire delle Piramidi? Che sono uno spettacolo unico?E' vero! Che sono affascinanti oltre ogni dire? E' vero!Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che sa di arcano, nonostante i turisti che si affollano intorno. Le tre Piramidi, una dietro all'altra, ma anche una accanto all'altra si ammantano di mistero, rivelano solo ciò che vogliono rivelare all'occhio profano del visitatore, e questo si nota anche di più, quando alla fine nel contesto entra a farne parte anche la Sfinge. Ecco! Allora l'emozione che aspettavo di provare è finalmente giunta irrefrenabile, davanti a quello spettacolo di nobile grandezza e di millenaria presenza, mentre il sole che comincia a scendere inonda tutto il paesaggio di luce dorata e staglia le cime delle rocce, nitide, sulle quali due uomini a dorso di cammello, vigilano la valle sottostante. No! Non dimenticherò mai questo momento che mi ha portato in una dimensione unica e diversa da ogni altra. Davanti ai miei occhi sognanti sono sfilati uomini antichi, quegli uomini che hanno voluto le Piramidi, quegli uomini che le hanno costruite. Mi sono sentita sola con loro, al di là della gente che brulicava intorno, al di là di tutto ciò che amo e che rappresenta la mia vita. Un attimo solo per me e per loro, come se tornassi a casa. Ho pianto! Ebbene sì!Ho pianto incurante dei miei compagni di viaggio che hanno visto la mia emozione, che non era un'emozione da turista. Ormai hanno cominciato a capire che sono diversa da loro, ma mi hanno compreso e hanno cercato di aiutarmi a non disturbare quel momento magico, così importante per me,  che non si ripeterà mai più. Il mio sogno diventato realtà senza farmi smettere di sognare lo devo a chi ha permesso che potesse avverarsi........"

 
Questo è lo stato d'animo che mi ha accompagnato per tutto il mio meraviglioso viaggio, uno stato d'animo che auguro a tutti di poter provare perché detto così con poche parole non riesce a rendere l'idea  della meravigliosa realtà che ho vissuto.
Sicuramente parlerò ancora dell'Egitto perché quando si trova la rosa nel deserto, siamo consapevoli di aver trovato qualcosa di raro, di talmente meraviglioso che dobbiamo per forza partecipare agli altri. Ma solo nei momenti in cui l'anima è proiettata verso il bello, verso il mistero della vita e della storia dell'uomo, sennò sarebbe solo sciupare i petali di quella rosa.
 Ho tante cose da dire, tante belle esperienze da raccontare, tanti sentimenti da rivelare, tanti luoghi da rivisitare col pensiero. Ma il tutto va dosato con sensibilità, perché non parlerò mai di quei luoghi con gli occhi della turista, ma solo con quelli dell'amore che continua anche oggi a suscitare in me questo paese meraviglioso che si chiama Egitto.

Nessun commento:

Posta un commento