venerdì 31 maggio 2013

Tuo nonno che albero è?

Ieri passando accanto a una libreria, ho gettato uno sguardo distratto alla sua vetrina e con la coda dell'occhio , mentre me ne andavo ho letto il titolo di un libro; "Mio nonno era un ciliegio".
Questo titolo mi ha fatto sorridere lì per lì, ma poi ogni tanto mi tornava in mente con una sorta di tenerezza e alla fine non ho resistito e ho cominciato a pensare a che tipo di alberi potevano essere stati i miei nonni.
E così con questa scusa ho ripercorso l'esistenza di quelli che sono stati i miei nonni, persone ormai relegate nel baule dei ricordi, e che invece grazie a quel titolo bizzarro, sono balzati nuovamente alla mia mente e al mio immaginario. "Senz'altro il nonno Beppò era un olmo, un bell'albero robusto e la nonna Luisa un salice, così elegante ed etereo" mi sono detta con convinzione "invece il nonno Enrico era un noce, forte ma snello e la nonna Isolina un melo,  rotondeggiante e piccolo".
Cominciata per gioco, questa trasposizione invece è diventata talmente interessante da farmi continuare la ricerca anche per altri parenti, amici e conoscenti e alla fine mi sono ritrovata con un giardino, che è poi quello della mia vita, pieno di alberi grandi e meno grandi,  che insieme però creano il contesto in cui si è dipanata tutta la mia esistenza e mi sono detta che in un giardino così vale proprio la pena di viverci, di muovercisi, di cercare rifugio quando in questo , quando in quell'altro albero, riparandosi all'ombra delle sue fronde o nutrendosi dei frutti dei suoi rami, fronde e frutti inestinguibili che il tempo ha tramutato in pillole di saggezza, che di tanto in tanto è giusto assaggiare.
E poi la domanda fatidica: "Ma io che albero sono?" Se aspetto che me lo dicano gli altri mi sa che aspetterò invano. Forse è il caso che cominci a pensarci da me............................e.....a proposito tuo nonno che albero è?

giovedì 30 maggio 2013

Fotografie

Stamani il primo sguardo l'ho ricevuto dalla mia nipotina più piccola, da una fotografia attaccata allo sportello del frigorifero. Quello sguardo mi ha messo allegria, anche perché tra pochi giorni finalmente la vedrò e finalmente me la spupazzerò un pò. Almeno spero! Perchè può anche succedere che questa nonna un pò a modo suo, così diversa da tutte le nonne del mondo che sono morbide e paciose, possa anche risultarle antipatica. In effetti non sono mai stata molto simpatica ai bimbi piccolissimi. Forse è questa mia incapacità di fare coccole e smancerie varie che ferma gli slanci dei bambini, che logicamente non sanno capire che anche dietro una scorza ruvida come la mia possa esserci un mondo di amore altrettanto grande di quello di chi si scioglie in moine e carezze. Qualche volta ho provato anche ad andare in deroga al mio modo di essere, ma i risultati sono stati penosi, forse perché il mio disagio era talmente evidente che anche i piccoli hanno pensato che senz'altro è meglio un orso vero, piuttosto che un orso vestito da caramella.  Si vedrà!
Al solito comunque mi sono fatta trascinare fuorio tema perché non è quello che volevo dire. Il mio pensiero era partito da una fotografia, perché non amo le fotografie. O meglio mi piacciono,e anche molto, ma dentro un album e non esposte  a ricordarmi che il tempo passa e che le persone che mi guardano dalle foto non sono più quelle, ma altre che ormai sono cresciute, stanno cambiando..........o sono ormai cambiate in maniera drastica e radicale. Sullo sportello del frigorifero, tra le altre c'è anche quella dei miei figli quando andavano a scuola. Anche in quella foto ogni tanto cade il mio sguardo, che mi riporta indietro, a una vita che per legge di natura ora non è più la mia. Un piccolo senso di rimpianto .......e la giornata continua.
Eppure ricordo che anch'io ho avuto fotografie incorniciate sparse per casa, in maniera industriale. Ma questo è accaduto in un'altra vita..........poi, chissà perché le fotografie esposte  hanno cominciato a darmi fastidio, a ricordarmi la clessidra del tempo, il passato che non c'è più, la gioventù che se ne è andata senza voltarsi neanche un attimo per dirmi ciao. Io invece, sembrerà strano, non voglio vivere di ricordi e di espressioni scomparse, voglio vivere di futuro e di attesa di nuovi sguardi e di nuove espressioni tangibili, vere, che posso toccare con una mano e magari anche  commuovermi per un attimo sui nuovi fili d'argento tra i capelli dei miei figli, sui riccioli d'oro dei miei nipoti e sui loro occhi di stelle, sulle rughe del viso della mia mamma. 
Sicuramente sono strana, lo so, lo sento anche da me, ma sono io e guardando la fotografia sorridente della mia nipotina, continuo a dirmi che preferirò centomila volte  portare dentro di me le sensazioni dell'incontro con lei, che l'immagine statica di una fotografia. Quando la vedrò so già che la guarderò con un'intensità che solo io conosco e che ogni particolare della mutevolezza delle sue sepressioni si fisserà dentro di me in maniera che nessuna pellicola può imprimere e niente potrà mai cancellare quell'immagine.

mercoledì 29 maggio 2013

Una risata

Stamani sono messa a dura prova. Non solo ho versato tutto il caffé della moka sul ripiano della stufa, le ho bruciato il manico, l'ho fatta praticamente diventare rossa e non di vergogna.......ma di calore, perché mi sono dimenticata della macchinetta accesa sul gas e visto che ho già due precedenti esperienze di esplosioni di macchinette del caffé nel mio curriculum, la terza non è mai improbabile..........ma quando sono andata per pubblicare il mio post, dove sfogavo la mia delusione di cominciare la mia nuova giornata con grandi manovre di pulizia, visto lo stato in cui avevo ridotto non solo la stufa ma anche i mobili dove gli schizzi sono arrivati con la velocità della luce pare, è capitato qualcosa per cui si è cancellato tutto e mi sono ritrovata davanti a una pagina  sulla quale si sono stampati solo i miei moccoli invisibili.



bomba casalinga di  sicuro effetto devastante anche se si tratta solo di ripulire i danni della distrazione. Ma vi immaginate milioni di piccole gocce nere sui mobili chiari,alle sei di mattina?

Poi mi sono tornate nuovamente in mente le parole che avevo letto poco prima e che poi sono le artefici della mia distrazione e del conseguente danno.


"La vita senza allegria è come una lampada senza olio" ha detto Walter Scott e se queste parole andavano bene dopo il primo incidente, dopo il secondo andavano anche meglio, perché hanno messo alla prova la mia capacità di tramutare in una risata, il grugnito che invece stava uscendo dalla mia bocca.  E così mi sono nuovamente messa a ridere, ho rifatto il caffé, ho pulito tutto furtivamente prima che si alzassero le altre donne della casa di Fuf e mi dicessero ciascuna a modo suo che sono sempre con la testa tra le nuvole (il che è vero), che non cambierò mai (il che è anche più vero), che qualche volta farò esplodere la casa (spero che questo non sia vero)..........................
Certo, il primo post era molto più idilliaco, perché lì avevo parlato esaurientemente della lampada e dell'olio che contiene, facendo una similitudine con me stessa, ma ora sinceramente preferisco farne a meno, perché per come mi vanno le cose stamani sono sicura che riuscirei a versare anche l'olio che c'è dentro di me e visto che 'non c'è due senza tre'...........però che quella frase funziona ed è vera lo prova la risata che ho fatto davanti ai miei misfatti. Chissà se Walter Scott prima di scriverla l'aveva testata su di sé!!! Magari davanti all'eplosione della macchinetta del caffè!!

martedì 28 maggio 2013

Il mare

E' da tanto tempo che non vado al mare. Da troppo tempo.
Per me andare al mare non vuol dire cospargersi di crema abbronzante e sdraiarsi al sole a prendere la tintarella, non perché non mi piaccia abbronzarmi, anche se mi ci vuole una vita, ma solo perché non rientra nella mia natura. Per me il mare è colore  nella sua continua  mutevolezza , è profumo di salsedine, è lo stridio del gabbiano, è il pezzo di legno consumato dal lungo viaggio che viene portato a riva davanti ai miei piedi e mi racconta la sua storia, è la leggera risacca delle onde che si infrangono l'una sul reflusso dell'altra e suonano una musica unica e sempre diversa, è il brillio del tramonto e il misterioso rumore della notte, è la sabbia che mi scorre tra le mani e mi ricorda il tempo che va....e io con lui.
E' poco? Ebbene c'è molto molto di più. E' l'orizzonte che si taglia lontano, è la tempesta scura e minacciosa così simile alla mia, è la bonaccia dopo che è caduto il vento, anche questa così uguale al mio placarmi,  è la fantasia che corre spinta da una vela invisibile, al di là di quel limite..... e sogna popoli lontani, vite diverse, esperienze mai vissute, è una bottiglia affidata alle onde, dove ho messo un biglietto col mio desiderio, è paura dell'abisso e dell'insondabile.
Ancora troppo poco? In effetti c'è tanto ancora, ma sono al confine di ciò che è solo mio e di nessun altro......posso scrivere solo quest'immagine che è scappata al mio controllo............è l'anima che dopo essersi bagnata esce fuori dalle acque come fece Venere quando nacque dalla spuma del mare e  torna dentro di me riportandomi il ricordo dei sogni ormai sbiaditi  della gioventù e con quelli anche poche parole che incitano ad andare sempre avanti



Smetti di correre, smetti di inseguire
ombre che si dileguano davanti a te.
Non si vive di ombre, e non serve rubare
neanche un raggio al sole,
se dentro di te hai la notte.
Fermati, siediti e ascolta la tua vita.
Ti corre tra le mani, come la sabbia del mare
che ora guardi senza vedere.
Ascolta il mormorio delle onde!
Ti parla, ti sussurra: "Vivi!".
Accetta la realtà dei tuoi giorni.
Sei sola con il tempo che ti è dato.
Vivilo con la speranza del gabbiano,
quando affida il suo peso al vento
che lo porta lontano, verso altri lidi,
altri mari.........


Per oggi può bastare. Quando sono così seria mi faccio paura....................Ma proprio il mare mi doveva venire in mente stamani? Eppure sono sicura che un motivo c'è!

lunedì 27 maggio 2013

Freddo

Non avevo mai visto il Monte Amiata pieno di neve a maggio, ma ierimattina quando ci siamo svegliati abbiamo avuto questa sorpresa, che poi non è stata proprio del tutto inaspettata, perché sabato sera quando sono tornata a casa verso le undici di sera, fuori pioveva e tra le gocce c'era anche qualche fiocco di neve. 
Freddo! Freddo intenso, invernale che ci ha fatto riaccendere i termosifoni, ritirare fuori dagli armadi cappotti e piumini...............Ma che sta succedendo?
http://scienzamarcia.altervista.org/scie_2.jpgDa tanti anni diciamo che non esiste più la mezza stagione, ma l'inverno che arriva al posto dell'estate io non l'avevo mai visto. E' vero che ci sono sempre stati tornadi ed uragani, ma tanti come ora no davvero, neanche nella grande America. Ma le trombe d'aria in Italia erano proprio cose eccezionali e invece proprio sabato ce n'è stata una qui da noi e la sua cugina ci aveva fatto visita mica tanto tempo fa!!
Questo clima così insolito, così instabile e così violento nella sua manifestazione e nella sua mutevolezza da  pensare e ci fa domandare sempre più spesso: "Ma che sta succedendo nel mondo? In questo nostro mondo nel quale i proverbi, dettati dall'osservazione popolare continua e attenta,  improvvisamente non hanno più alcun valore, mentre per secoli sono stati l'almanacco delle previsioni metereologiche?"
Si comincia anche a sentir parlare di 'manipolazione del clima', di studi che vengono fatti sulla metereologia, per fare nuovi tipi di interventi sull'economia mondiale, sui popoli, sugli stati. Sono tutte bufale? C'è qualcosa di vero? Chi lo sa? Di strano comunque sicuramente sì! Basta pensare alle ormai famose scie chimiche che tutti noi abbiamo la possibilità di vedere nei nostri cieli dove formano strane nuvole geometriche e comunque molto diverse sia dalle scie di vapore acqueo lasciate dagli aerei , sia dalle comuni nuvole! Boh! Non sono ferrata in materia, non ho competenze.....ma il freddo lo sento perbacco, il vento anomalo anche e l'inverno al posto dell'estate, oltre che a intirizzirmi ,  mi mette di nuovo nella condizione di dire: "Ma che sta succedendo?" Mi piacerebbe che ci fosse qualcuno capace di rispondere alla mia curiosità che sta crescendo...........in maniera esponenziale alla colonnina del mercurio che scende!!

domenica 26 maggio 2013

Nuvola

"Quando una nuvola passa sul tuo cielo, ti regala sempre qualcosa"

da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly



Le vediamo eteree, diafane, inconsistenti e pensiamo che passino sulla nostra vita senza lasciare traccia. Le uniche nuvole che prendiamo in considerazione sono solo quelle nere, cariche di elettricità di fulmini e di pioggia.....................perché le temiamo! 
La stessa cosa ci succede  con gli uomini. Quante persone ci passano accanto in un giorno qualsiasi della nostra vita e non le vediamo,perché abbiamo gli occhi puntati solo su chi 'conta'......... nel bene e nel male!

Eppure anche ogni uomo, proprio come ogni nuvola,  lascia sempre la sua ombra!

sabato 25 maggio 2013

Ai blocchi di partenza

Nel luogo in cui lavoro io c'è un bellissimo chiostro. Questo chiostro ieri per me è diventato se possibile, un luogo ancora più importante. Ecco perché!
Quando sono uscita per andare alla Posta, c'era un bellissimo sole, per cui non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di portarmi dietro un ombrello. Sono arrivata in macchina ai primi posteggi non a pagamento e poi mi sono fatta la mia passeggiatina. Quando sono uscita dall'ufficio postale, i primi goccioloni cominciavano a venire giù, ma  avevo voglia di andare a fare colazione, per cui non mi sono preoccupata più di tanto e con la borsa in testa, mi sono avventurata rasentando i palazzi che fortunatamente essendo antichi hanno i cornicioni larghi e sono arrivata al mio bar preferito.
Dopo cinque minuti, il tempo cioè di finire il mio bombolone e il mio caffé, pioveva in maniera continua ed efficace, ma non tanto da scoraggiare chi , come me, ama la pioggia ...........e così mi sono nuovamente avventurata  per la strada,  con la borsa in testa e lo spirito del filosofo che si adatta alle circostanze della vita.
Poi sono arrivata a quel pezzo di strada in cui il destino si compie e in un attimo prendi la nuova consapevolezza di te stesso. In quella strada, in quel momento, si sono create le condizioni che hanno determinato questa consapevolezza, dalla quale, fortunatamente per me, è nata una nuova sfida.........naturalmente con me stessa!  Non solo in quella strada non c'era possibilità di riparo, non solo in quella strada e proprio in quel momento ha cominciato a diluviare, non solo quella strada era in salita, ma la cosa peggiore è stata che il mio cervello e le mie gambe  non si sono trovati d'accordo su cosa fare.
Il mio pensiero è stato fulmineo. "Corri!" mi ha detto imperioso
Le mie gambe hanno risposto altrettanto velocemente. "Non ci pensiamo neppure!"
Il risultato è stato sconvolgente. Una di quelle tante signore di mezza età, che ho visto molte volte  annaspare sul ciglio della strada ..........uno shock ecco! Inaccettabile per me , ma non per questo meno vero, meno doloroso.
Sono arrivata alla macchina bagnata  fino all'osso e molto in crisi con me stessa.
"Non riesco più a correre!"
In macchina mi sono passate davanti agli occhi le immagini di una ragazza con i capelli al vento, che nella staffetta riesce  a recuperare su tutti gli altri e taglia il traguardo con i pantaloncini che nel frattempo si sono rotti e cominciano a scendere quasi sotto il sedere.............................e poi quella ragazza, concentrata sui blocchi di partenza e sulle sue scarpette chiodate, che il suo babbo le ha portato da Firenze, tesa nello scatto dei cento metri piani delle gare regionali. Deve vincere quella gara......lo deve al suo babbo e alle sue scarpette gialle e rosse, ................e da quella immagine a quella di una  mammina sempre in gara coi suoi figli  per chi arrivava prima.........Mi sono sentita gli occhi lucidi e poi per fortuna quasi subito la ribellione è entrata dentro di me.
"Eh no! Non ci sto" mi sono detta con rabbia e sarà stato un caso, o forse il mio stato d'animo, ma non appena sono entrata nel chiostro, mi è sembrato che fosse il luogo ideale per fare una corsa e quella sfida con me stessa che, conoscendomi, non avrei rimandato. Avrebbe potuto esserci chiunque in quel momento in quel chiostro, anche il Papa,  non me ne poteva importare di meno, e quindi senza stare a pensarci ho posato la borsa in terra, mi sono tolta il giubbotto bagnato e mi sono messa 'ai blocchi di partenza', cercando di ritrovare quella concentrazione che avevo quel giorno in cui la vittoria la dovevo a mio padre. 
"Ti dedico anche questa!" gli ho detto col pensiero e dopo un attimo sono scattata in avanti....niente male, niente male per davvero e la mia corsa è iniziata in maniera dapprima stupefacente,perché tutto sommato non credevo che le mie gambe avrebbero risposto,  e poi entusiasmante, perché le mie gambe rispondevano prima spinte dalla rabbia accumulata e poi semplicemente dalla gioia della corsa. Per un attimo mi è venuta in mente quell'immagine di Forrest Gump, quando correndo comincia a perdere tutti i pezzi dell'imbracatura che gli sostenevano le gambe e va....vaaaaaaa! Due paure diverse le nostre, ma ugualmente incisive nel risultato finale! Poi quell'immagine è stata sostituita da quella di Bali, il mio cane, che in quel chiostro ha fatto corse pazze e per il rimanente tratto ha corso con me mentre il mio stato d'animo si liberava da tutte le tensioni e gioiva alla vista del traguardo e del suo taglio.
Ieri ho imparato che nella vita bisogna sempre essere pronti a rimettersi ai blocchi di partenza, per accettare le nuove sfide che di volta in volta si presentano.....e cercare di andare oltre i nostri limiti, almeno quelli che con un pò di volontà possiamo superare e forse anche questo sarà un caso, ma forse anche no, mi è tornato in mente un aforisma che mi è stato spedito solo il giorno prima di questo fatto e che copio pari pari.


Se ti limiti a fare solo quello Che Sai fare non Farai Mai molto
Quanto è vero! 

venerdì 24 maggio 2013

Il Paradiso può attendere

Intrigante e affascinante come sempre. Con colpi di scena improvvisi e mai scontati. Con un argomento di grande attualità: la sovrappopolazione nel mondo. Con progetti e soluzioni folli che solo questo autore può proporre restando sulla linea diafana che divide l'immaginario dalla realtà, linea controllata solamente da un'etica morale che l'uomo ha ancora insita nel suo Io. Fantasia? Realtà? E chi può dirlo con sicurezza? Questo, ma non solo questo è "Inferno" di Dan Brown, che ho terminato di leggere da poche ore e già mi manca! Mi manca Firenze con le sue vie, i suoi musei, le sue piazze, la sua aria d'arte e di grandezza culturale, mi mancano Vasari, Botticelli e soprattutto mi manca Dante, anche se in questo caso posso provvedere magnificamente, poiché conosco una persona che conosce Dante e la  sua Commedia in maniera oserei dire ....quasi Divina. Peccato che non c'è mai il tempo di trovare un'ora per andare a parlare di queste cose con un esperto, mentre invece si trova sempre per fare delle bischerate! Boh! Sicuramente c'è bisogno anche di quelle! La sabbia dentro la clessidra scorre inesorabile ed è mattina ed è sera e mi accorgo di aver lasciato molte cose al caso, di averne fatte altre seguendo la corrente dove vanno tutti, perché sennò il rischio è quello di rimanere soli.... e di avere rimandate  le altre che per me sono più interessanti, a data da destinare.
"Così non si fa!" mi sono brontolata
"Sai che ti dico?" mi sono risposta "Hai proprio ragione!"
E mi sono trovata d'accordo immediatamente anch'io, perché ciascuno deve seguire le proprie inclinazioni e quindi trovare quel briciolo di tempo per poterle soddisfare, in modo da rendersi la vita più leggera.
Quindi penso proprio che una di queste sere andrò un pò a spasso con Dante e con il suo Inferno insieme  con il  mio Prof. preferito..............Per ora solo l'Inferno, che è quello che mi è più vicino. Del resto....... il Paradiso può attendere!!!

giovedì 23 maggio 2013

Un giorno in Tribunale

"Se vuoi  passare una mattina diversa dalle altre, vai in Tribunale". Io non ci credevo, ma mi sono dovuta ricredere. Ieri mattina per l'appunto l'ho trascorsa tutta in Tribunale, perché dovevo testimoniare nel caso di un furto. Il problema è stato che avevo la convocazione alle 9,30, e sono stata chiamata poco prima delle 14,00, per cui tutto questo tempo l'ho passato nel corridoio antistante, insieme agli altri testimoni a parlare del più e del meno (quando siamo entrati ci davamo del lei e all'uscita eravamio non solo passati tranquillamente al tu, ma tra un pò andavamo a pranzo insieme). Entravano e uscivano un sacco di avvocati, la maggior parte dei quali li conosco, o perchè  l'incontro per il corso un giorno sì e il giorno dopo anche, o perché sono vicini di casa, o perché li ho visti crescere, o perché siamo anche amici........ma lì tutti avevano un'aria diversa, camminavano in modo diverso, tutti di corsa, come se avessero da fare chissà che cosa, e invece ogni cinque minuti erano lì che correvano o a prendere il caffé, o a chiacchierare con gli altri, o andavano fuori non so a fare cosa. Comunque il tutto dava l'idea di un gran fermento e di una grossa attività. E pensare che il nostro Tribunale ce lo vogliono portare via!!

Quando è toccato a me entrare a testimoniare, mi sono sentita comunque un pò emozionata. Entrare in un'aula giudiziaria non ha certo niente di piacevole, ma sinceramente  non appena mi sono seduta davanti al microfono e ho fatto giuramento, sono entrata in uno dei film di Perry Mason, anche se in questo caso non c'era né un omicidio, né un detective belloccio come Poul Nonmiricordoilcognome, l'aiutante del grande avvocato. Comunque la toga ce l'avevano anche i miei. L'imputato era molto allegro e questo mi ha rincuorato....se non importava a lui! Io avevo un piccolo problema...non mi ricordavo molte cose, ma dopo un anno e tre mesi era abbastanza normale, e ho visto che anche gli altri erano nelle stesse condizioni, per cui quando il PM mi ha chiesto con che macchina fosse scappato il signore in questione non ho potuto fare altro che dire che la macchina era di colore verde.
"Sì! Ma che tipo di vettura era?" ha insistito
"Senta! Io non mi ricordo neanche di che tipo è la mia (è vero, giuro! So che è una Punto, ma che tipo di Punto sia, non lo so proprio e pensare che lo vedo scritto ogni giorno!!) figuriamoci se mi ricordo di un'altra macchina....e poi avevo da tenere a mente i numeri della targa e con la mia memoria è già tanto quello!"
 Alle 14,30 eravamo tutti fuori, imputato compreso, che era sempre contento come prima e a quel punto non so dire se contento che si era beccato solo sei mesi, più una somma da pagare, più il pagamento delle spese processuali, o contento perché quello era il suo stato d'animo abituale.
Una volta fuori, il mondo è tornato normale e allora ho capito perché dentro il tribunale gli avvocati camminano tutti alla stessa maniera, tirandosi sempre dietro una grossa borsa piena di carte, con passo veloce e sguardo perso nel nulla........un pò come il coniglio di Alice. "Non c'è tempo! Non c'è tempo!" e infatti il tribunale è un microcosmo, dove il tempo scorre in maniera diversa, e nell'arco di una mattinata si devono decidere le sorti di tante persone che colpevoli o innocenti, sono comunque sempre persone, e anche avvocati e giudici rivivono continuamente situazioni paradossali e qualche volta anche surreali dettate dai ricordi dei testimoni, dalle dichiarazioni degli imputati, dalle stesse ricostruzioni che vengono fatte da loro il cui scopo è quello di condanare o di fare assolvere. 
Per un attimo , ma solo per un attimo mi è tornato in mente quel paese di "Acchiappacitrulli!" che è nelle avventure di Pinocchio....................solo per un attimo lo confermo! Un mondo a sé, dove i modi sono diversi, il linguaggio anche................anche il modo di prendersi un caffé..........Ma se si va in un ospedale, non è forse la stessa cosa? E in un ambiente religioso? Idem con patatine fritte.................e allora il pensiero che sorge spontaneo è quello che forse, essere nella strada, all'aria aperta, camminando.... è forse la situazione migliore che ciascun essere umano possa vivere! Per cui quando sono stata fuori e mi hanno offerto un passaggio per tornare a casa ho detto: "No grazie! Sento proprio il bisogno di camminare" e mi sono avviata fuori dalla città, ritrovando la dimensione che mi è congeniale, in mezzo al verde, tra gli alberi, con la pioggia che scende, con il sole che ci prova e ci riprova e ci riprova ancora.........  

mercoledì 22 maggio 2013

bandiera bianca

Ieri sera ore 18,30
Campo di battaglia: la grande pianura delimitata da due catene montuose massicce. 
L'esercito è già schierato in posizione di combattimento da entrambe le parti avverse, i generali, che è tutto ilpomeriggio che si scrutano in cagnesco e si fanno piccole scaramucce, hanno deciso che questo sarà il combattimento decisivo per la supremazia. Gli osservatori bellici stanno a guardare senza fare pronostici...l'aria è molto tesa!
La battaglia inizia improvvisamente, così improvvisamente che gli osservatori non hanno neanche il tempo di accorgersi chi è stato il primo a cominciare. D'un tratto si vedono volare in aria carri armati e soldati, mentre la ressa diventa quasi feroce in massacranti corpo a corpo. Niente viene risparmiato. Ci vanno di mezzo anche le costruzioni civili che crollano l'una dopo l'altra con uno spettacolare effetto domino. Il campo ora sembra diventato una scacchiera, dove soldati e cavalleria si muovono  cercando l'effetto sorpresa. Dalle torri di avvistamento arrivano segnali continui per guidare la tattica della battaglia..........ma niente riesce più a dare un senso a quella guerra, neanche i paracadutisti che coraggiosamente si sono lanciati da entrambi le parti, per cercare di cambiare le sorti dei loro eserciti. 
Poi improvvisamente tutto tace: si è sentita una voce che dice:"Tutti a tavola!" e i generali in un attimo spariscono, abbandonando le loro truppe, mentre l'unico osservatore rimasto,guarda l'orologio e constupore si accorge che sono le 20,15, quindi guarda con sgomento il campo di battaglia che è stato fatto tra i suoi divani che sono uno di rimpetto all'altro. In terra, soldatini di plastica,calpestati dagli incauti generali che sono i miei nipoti, mostrano gambe rotte, braccia spezzate, allo stesso modo in cui ci sono pedine spezzate nel domino. Anche un cavallo degli schacchi sembra decapitato. meno male che la moderna chirurgia ha permesso di rimettergli la testa che era a pernio. I paracadute, che poi non sono altro che un mazzo di carte rosse e blu, sono sparsi dappertutto. Raccolgo tutto quello che posso e cerco di sistemare alla meglio i cuscini dei divani.....ma il pavimento è ancora cosparso di inutili pezzi di plastica . Sono stanca di stare accoccolata sul pavimento per cercare di raccogliere tutto, per cui mi siedo in terra tirando un sospiro di sollievo e lì arriva la tremenda decisione............................alzo bandiera bianca!
Mi arrendo! e dopo aver fatto un bel sospiro mi rialzo e vado a prendere scopa e cassetta. Là! In un attimo tutto è compiuto!. Gli eserciti rotti vanno a finire tutti nella spazzatura e per un attimo mi sembra l'epilogo che è poi quello di tutti gli eserciti di tutte le guerre...............e io vado a cena, dove i miei adorabili terribili nipotini, stanno già mangiando, per riprendersi dalla lunga guerra.

martedì 21 maggio 2013

Inferno

Sto leggendo 'INFERNO' di Dan Brown.
Il 14 maggio, quando è uscito il libro io ero già in libreria con il mio buono sconto di cinque euro, per acquistarlo.  Tornando a casa, mi sembrava di avere tra le mani un dono prezioso, che tra l'altro pesava alquanto, poiché è decisamente un bel tomo. In genere io aspetto che escano le edizioni economiche prima di acquistare un libro, ma quello che scrive Dan Brown lo compro subito, non posso aspettare, perché i racconti di questo autore mi fanno sognare ed essendo un'appassionata di simbolismi e di crittografie, non resisto alla tentazione.Ora, prima che qualcuno me lo dica, lo dico da sola. Forse è anche vero che scrive un sacco di bischerate, ma a me non me ne frega proprio niente e come risposi a un dotto signore che storceva il naso davanti al 'Codice da Vinci' lo ripeto ora: "Anche se scrive delle bischerate, delle cose che non stanno né in cielo né in terra, le scrive bene...anzi...di più!" E considero ciò che scrive solo come qualcosa di avvincente, che mi costringe a voltare pagina dopo pagina, per andare avanti, perché entro nella storia, nella trama, divento un personaggio che insieme con Robert Langdon vive avventure che nessuno prima ha mai pensato, ambientate in mondi misteriosi e dal fascino sottile e intrigante. Insomma non mi importa se ciò che dice è vero o no, io leggo per provare piacere nella lettura e sono abbastanza matura per dirmi che non sto leggendo il Vangelo, ma se apprendo da lui l'ipotesi che Maria Maddalena sia la moglie di Gesù, e non una prostituta, non è che per questo mi faccio venire una crisi isterica, o mi scompongo più di tanto, o mi cambia l'immagine che ho di Gesù. A me piace il messaggio che ci ha lasciato Gesù.......tutto il resto è contorno. Spero di aver saputo esprimere il mio pensiero.
Per quanto riguarda 'Inferno', al momento posso dire che mi ha catturato esattamente come gli altri e che mi porta a spasso per le strade di Firenze insieme a Dante, al Vasari, al Botticelli e a un'infinità di altre opere d'arte, che noi italiani ci rendiamo conto di avere solo quando sono declamate dagli stranieri, proprio come ci succede con i nostri incredibili tramonti.
'Cerca trova', è uno degli enigmi del libro, al quale si arriva solo da un anagramma, e non ci crederete, ma quando la notte scorsa, mi sono ritrovato a risolverlo prima che il racconto mi desse la soluzione, ho fatto un gridolino di piacere, col rischio di fami mandare al diavolo da un sacco di gente che dormiva il sonno dei giusti. Infatti erano le tre di notte e io che avevo la febbre e non respiravo, non potendo dormire...leggevo! Ma gli altri no. Sicuramente anche di questo libro molti avranno da ridire. In primis la Chiesa, poi gli Eruditi, poi i Benpensanti ufficiali, poi gli Invidiosi,...........ma questi ultimi sappiano che tanto c'è già un girone che li attende. Dante l'ha declamato proprio in maniera .....oserei dire divina e Botticelli l'ha illustrato con maestria. Amen

lunedì 20 maggio 2013

Febbre

Stamani mi sono svegliata con la febbre...o meglio stanotte non ho dormito mai proprio per la febbre che cominciava a salire. In questo momento mi sembra di vivere in un Limbo e tutto intorno a me è ovattato. Virus? O questo tempo stupido che pare di essere a novembre e ci fa andare in giro ancora con le giacche a vento? Boh! Cerco di non pensare che tra poco dovrò andare a lavorare e che la mia giornata sarà tutta al rallentatore.........unica cosa positiva, ho terminato il disegno dell'Infiorata. Ieri sera mentre tiravo le ultime linee mi sentivo strana, mi facevano male le gambe e faticavo a rialzarmi. Ho avuto una botta di autocommiserazione. "Eh! Cominci a perdere i colpi cara giuly, cominci a diventare vecchia..... ormai devi accettare di non essere più in grado di fare certe cose!" E invece no! Era la febbre che arrivava.......evviva la febbre! Che di colpo mi ha restituito la mia giovinezza illusoria, perché insomma l'età è quella in cui certe cose non si fanno più davvero, ma con me non funziona! Io le voglio fare ancora, voglio distruggermi di stanchezza sopra un disegno, che quest'anno neanche mi piace, voglio arrivare a mettere l'ultimo tratto di pennarello sul titolo della nostra opera che ho intiolato 'OGGI' e accorgermi che ho fatto le G una diversa dall'altra e che dovrei cancellare e riscrivere, ma la stanchezza è tanta, la rabbia anche, la febbre pure, anche se ancora non lo so, che preferisco dare un calcio alle matite, uno al foglio e sfogarmi con una parolaccia liberatoria. Voglio, sempre voglio, fortissimamente voglio! Che cosa? Non lo so.....l'unica cosa che so è che nella mia vita ci voglio sempre della sfide con me stessa che mi mettono in moto il cervello, le gambe, le mani.......e la lingua. Perché io sono una  masochista  doc!! Stamani mi rendo conto che anche andare al lavoro è una sfida....mi sento imbecille al punto giusto, tanto imbecille....che rileggendo quello che ho scritto non posso fare a meno di notare che forse è il caso che mi misuri la temperatura..........perché non ho fatto un discorso che fila, anzi per essere sincera fino in fondo tutto ciò che ho detto non ha né capo né coda. Ma mica è colpa mia! E' colpa della febbre.

domenica 19 maggio 2013

Strani tempi

 Sono strani  tempi  quelli che viviamo: strani e dolorosi; strani e amari; strani e di lenta soluzione. Eppure basta tornare col pensiero a qualche anno fa, mica tanto più indietro,  per trovarci tutti diversi, tutti ottimisti, tutti padroni del gioco,tutti a fare piani per il futuro. Oggi di progetti non se ne parla neanche più, oggi si sopravvive alla nostra giornata. Nessuno è esente dalla proccupazione che il nostro futuro è nelle mani di personaggi strani come i tempi che viviamo,  che non solo non ci sanno dare soluzioni, ma non ci convincono neanche nel modo in cui stanno affrontando un problema che portano avanti con la filosofia delle scimmiette, che tutti noi conosciamo molto bene, perché l'Italia ha sempre funzionato così.
Eppure, prendendo in prestito alcune parole che Rocco scrive nella sua poesia anch'io mi sento di dire
"Essenziale nei tempi che viviamo è resistere:"

 Scusa Rocco, se uso queste parole per esprimere un mio pensiero rabbioso...... sicuramente tu le hai usate seguendo un pensiero diverso e molto più spirituale del mio che cammina terra-terra, ma al di là di questo, sono parole che sento di condividere,anche se le dico da un'altezza molto più bassa da dove ti trovi con la tua poesia,  ma a me la vita ormai ha insegnato che molte volte bisogna contentarsi di volare basso  e quindi se dico mai arrendersi, mai darsi per vinti, mai smettere di lottare e di credere che il domani porti qualcosa di migliore, lo dico solo seguendo un ragionamento di sopravvivenza molto materiale............ma sai...chi sente il morso del lupo ha bisogno  anche di questo!




Semina la tua vita

Sono io
che nei gesti del lavoro
dò valore al tempo presente,
dò senso alle cose che faccio,
introducendo bagliori di vita
nell’apparente inutilità
del gesto quotidiano.
E questo quotidiano
non è indefinito.
E’ scandito dai ritmi della natura
dall’alternarsi del giorno e della notte
della luce e del buio.
L’oggi è il limite
delle nostre preoccupazioni,
delle nostre pene,
delle nostre azioni,
perché un’oggi è lungo abbastanza
per trovare Dio
e per perderlo.
Per questo Dio
ha creato il giorno e la notte,
affinché non vagassimo nell’illimitato,
ma vedessimo già nel mattino
la fine della sera.
Essenziale
nei tempi che viviamo
è resistere:
cioè vivere,
stare lì,
essere presente.
Resistere
non ha l’effetto di un temporale
ma di una pioggia leggera e costante,
che penetra nel terreno
e lo rende fertile.
Questo è il tempo
delle cose umili
ma preziose,
è il momento
di raccogliere i cocci sparsi,
di ripensare tutti gli eventi
e riscoprire le perle
dentro quelli più disastrosi.
E’ il momento della custodia
e della difesa delle perle acquisite.
E’ tempo
di vegliare nella notte,
di preparare i profumi,
di essere attenti a ogni movimento
a ogni persona.
E’ tempo
di essere fedeli ai compiti
che abbiamo
e rendere la terra
più abitabile
più umana
renderla più bella.
Un giardino.
Perché la differenza
tra un deserto e un giardino
non è l’acqua
ma l’uomo.
E quando la mano della vita pesa
e la notte non canta
è il momento di amare
e confidare.




sabato 18 maggio 2013

Chissenefrega

Ierisera, frugando dentro un armadio, ho trovato un libretto, che non sapevo di avere. Vi è mai capitato di rimanere sorpresi di una cosa che vi è sconosciuta eppure è inequivocabilmente in casa vostra? A me è successo ieri e conoscendomi ho considerato subito questo libretto come un talismano, qualcosa che è arrivato al momento opportuno, un dono del cielo, o del caso, o della distrazione di mia figlia, o insomma qualcosa che ora è mio e guai a chi me lo tocca.......
Già il fatto che è scritto da Arthur Bloch depone a suo favore, primo perché è l'autore della Leggi di Murphy , secondo e ultimo perché si chiama Arturo e tutti gli Arturo che ho conosciuto sono state persone che nella mia vita hanno lasciato una traccia positiva. Del primo Arturo posso dire solo che ho un ricordo sbiadito di bambina che ha sempre visto in quel  signore un pò sordo una grande disponibilità e una vera gentilezza, forse proprio perché era sordo e si sforzava di sentire solo quello che gli interessava veramente....il resto era tutto un optional.........ma il secondo Arturo è stato uno dei miei miglioi amici ai bei tempi delle superiori e ho di lui un ricordo bellissimo. Quando penso all'Arturo in questione, mi scende dentro una grande sensazione di pace e di dolcezza e la consapevolezza di andare in barba, per non dire peggio, di tutti i benpensati che dicono che tra un uomo e una donna non ci può essere semplice amicizia. Il secondo Arturo per me è stato un amico vero e niente più, e forse oggi lo ricordo con questa tenerezza proprio per questo. Ho divagato, lo so, ma gli Arturo della mia vita se lo meritavano........e se lo merita anche Zoe, perché qualche volta divento Zoe, quando firmo i miei articoli con questo nome per l'appunto.
Dunque! Ho capito che questo libretto che ha come titolo "Il libro che  vi cambierà la vita - se ci credete......", faceva al caso mio, solo dal titolo. Ancora non l'ho letto tutto ma un paragrafo merita di essere trascritto.

Chissenefrega

Che cosa accade quando si cerca di cambiare il mondo attraverso la visualizzazione e non succede niente? Che fare quando si cerca di visualizzare dei cambiamenti positivi e tutto si ostina ad andar eper il verso sbagliato?
La cosa peggiore che si può fare è sentirsi responsabili. Molto probabilmente la colpa non è vostra. E tuttavia in una situazione del genere è difficile addossare le colpe a qualcun altro. Quando si rende evidente che i vostri sforzi di visualizzazione non hanno sortito gli effetti desiderati, la cosa migliore è mettere in pratica una tecnica che chiameremo "chissenefrega".
Il chissenefrega è una sorta di rimozione light. Perché sforzarsi di rimuovere una cosa quando si può semplicemente svalutarla? Si tratta di un atteggiamento molto vicino al "glissaggio" e appartenente all'ambito della "memoria selettiva" ,due argomenti che verranno discussi altrove in questo libro. Il miglior feedback positivo che potete dare voi stessi consiste nell'ignorare il feedback negativo, e una buona capacità di infischiarsene è lo strumento più valido per riuscire a farlo............

Insomma mi piace questa storia del chissenefrega...vale la pena approfondirla, studiarla e più che altro......metterla in pratica

venerdì 17 maggio 2013

A proposito di pioggia

Piove! Piove! Piove!
E stamani il mio pensiero si fema per prima cosa su una poesia che mi è sempre piaciuta e che è in sintonia col mio essere nalinconico e amante di tutto ciò che parla di natura e del suo rivelarsi a noi anche attraverso il linguaggio di piccole gocce d'acqua che scivolano sulle foglie del bosco e diventano armonia. ............



File:D'Annunzio - La pioggia nel pineto.jpg 


.............e sulle ali di questa sottile malinconica dolcezza che mi lasciano sempre questi versi arrivo a un'altra poesia di Paul Verlaine




Canzone d'autunno
  
 I singhiozzi lunghi
dei violini d'autunno

mi feriscono il cuore
con languore
monotono.



Ma che c'entra questa Canzone d'autunno con La pioggia nel pineto? Qui non c'è neanche una goccia d'acqua..............e invece di acqua ce n'è tanta, perché questi brevi versi sono il messaggio in codice che gli Alleati inviarono per annunciare lo sbarco in Normandia , il D-day. E in quei giorni pioveva tanto......proprio come ora. Strana questa associazione di idee vero? Ma di primo mattino il cervello fa quello che gli pare, ancora è libero di correre da un pensiero all'altro...........per cui.........sempre per associazione di idee..................



IL SILENZIO

Là intorno tutto era silenzio,
anche il vento era silenzio,
silenzio fatto di mille rumori,
di mille suoni….
Silenzio era il canto di un uccellino,
che si levava timido, nascosto
dalle ombre del bosco.
Silenzio era lo scorrere
Monotono del fiume
Tra cespugli e muschi
E piccole creature che parlan tra di loro….
Silenzio dopo un immane rumore.
Rumore fatto da strumenti della guerra
Ma causato dall’odio…dall’incomprensione,
dalla lotta per una fetta di terra.
Rumore fatto per dovere, per disciplina
Per senso dell’onore.
Rumore era la lotta per la vita.
Silenzio, ultima requie per chi muore.
Il suolo è cosparso di uomini
E di armi.
Il cielo prima denso di fumo
Ora torna sereno.
Il vento fischia, l’uccello canta, il fiume scorre,
ma tutto ciò è silenzio.
Nessun rumore, piccolo o forte
Può vincere il silenzio della morte.


 Che allegria vero?
Questa l'ho scritta io e sicuramente l'ho anche già inserita in qualche altro post, ma oggi mi ci stava bene. E' in sintonia con il tempo e con me. Ma come ho osato mettermi sullo stesso piano del Vate e del Poeta Maledetto?  E' sempre e solo  una questione di cervello indisciplinato che anela ancora a un pò di libertà!Poi ritornerà al suo posto.......

In questo momento ha smesso di piovere e fuori c'è silenzio............no! Ecco nuovamente piccole gocce che cadono sulle ortensie che sono davanti alla porta di ingresso. Ecco di nuovo la musica leggera, quasi impalpabile.........La casa di Fuf è anche questo.
"Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane........"


Ragazzi! Quando piove fuori e dentro di noi, non resta altro da fare che prendere un bell'ombrello e andare a fare una passeggiata. E' così bello andare  a camminare quando piove e finalmente per un altra associazione di idee mi è balzata davanti ..........I'm singing in the rain

  
 I'm singing in the rain
Just singing in the rain

What a glorious feelin'
I'm happy again
I'm laughing at clouds
So dark up above
The sun's in my heart..........





E tutto il giorno si coloraaaaaaaaaaaa.............anche se fuori piove!

giovedì 16 maggio 2013

Amo la vita

Se c'è una cosa che di me so con certezza è questa: amo la vita.
Non passa sera che io non ringrazi non so neanche io chi, per il giorno trascorso, anche se questo giorno molte volte è costellato di momenti negativi, di amarezze, di delusioni. Ma in questo prato spiccano anche fiori rari di gioia, di speranze ritrovate, di ottimismo, di fiducia nel domani, di incontri inaspettati, di piccoli attimi irripetibili, di volti cari, di quotidianità confortante e sicura. Amo la vita, perché mi piace andare in altalena e sentire che la spinta che mi do da me stessa mi porta a guardare sempre un pò più in alto, sena perdere la sicurezza di rimettere i piedi in terra, amo quel filo teso che parte dal non ricordo e arriva dove non si sa. Ci è chiesto di camminare su quel filo e anche se soffro di vertigini, non c'è giorno che non desideri farlo, per continuare a capire.......................
La mia vita. Questo regalo bellissimo che un giorno , mi è stato fatto, al di là della mia volontà. Non ho scelto io di nascere, altri l'hanno voluto per me e hanno coltivato la mia vita come si fa con un fiore prezioso e unico, e più che altro mi  hanno insegnato a considerare questa vita come un dono prezioso  da difendere da tutte le incognite che possono giungere con la pioggia che bagna e ristora e rinvigorisce e vitalizza.......ma che a volte diventa tempesta che strapazza, piega, sciupa. Ma sono le radici della vita la parte più importante del suo fiore e in quelle radici c'è tutto quello che serve per credere nuovamente nel sole che arriva dopo ogni tempesta.
La mia vita. Non c'è mattina che io non ringrazi per il nuovo tempo che mi viene regalato per far continuare questa avventura che è cominciata tanti anni fa in una domenica piovosa di novembre



Vita, se tu fossi felicità
vorrei che tu fossi lunga.
Vita, se tu fossi dolore
vorrei che tu fossi breve.
Vita, siccome tu sei vita
voglio che tu sia.


E siccome amo la vita, il mio compito è anche quello di inventarmela e usare le mie forze e le mie capacità per renderla il più possibile bella e piacevole. Per fare questo ho scoperto poche ma essenziali cose che consiglio a tutti: se al mattino ti svegli triste, non cullarti in questo letto di morbida infelicità, non ti conviene, è solo un'inutile perdita di tempo. Alzati e corri fuori...vedrai che troverai sempre qualcuno o qualcosa  che cambierà il tuo stato d'animo e la tua giornata avrà il sole, anche se fuori piove come fa stamani. Con me funziona che è una meraviglia.................................

 

mercoledì 15 maggio 2013

Lampi di felicità: vicini vicini

Anche oggi è una bella giornata, ma non proprio come ieri. Stamani il cielo è cosparso di nuvolette bianche che si muovono piano,spinte da un vento sbarazzino e dai recessi della mia mente è tornato vivido un episodio di molti anni fa.
Probabilmente il periodo era proprio questo. Ricordo che faceva caldo e noi avevamo fatto un'uscita. Parlo degli scout naturalmente. In quegli anni uscivamo spesso per fare queste mini escursioni, per cui non ricordo neanche quale fosse il posto di questo quadro che si ripresenta improvvisamente davanti a me, ma so che c'era un prato verde magnifico e questo cielo pieno di nuvole sparse. Eravamo stanchi della lunga camminata, per cui  mi è sembrato naturale dire :"Dai ragazzi facciamo una sosta in questo prato!" E mi sono seduta sulla fresca onda verde. Anche i ragazzi non se lo sono fatto dire due volte e, dopo un attimo eravamo tutti seduti a gambe incrociate. E' stato a quel punto che alzando gli occhi al cielo ho visto che le nuvole si muovevano lentamente e così facendo cambiavano forma. Ma era scomodo stare in quella posizione, per cui senza pensarci due volte, mi sono sdraiata completamente, ho allungato le gambe e ho incrociato le braccia dietro la nuca e ho continuato a guardare. I ragazzi non osavano cambiare posizione, un pò perché non avevano ricevuto l'ok.  un pò perché si vergognavano di fare qualcosa che forse consideravano 'sciocche cose di donne'. Anche le ragazzine restavano immobili per non essere diverse dal sesso forte, per cui per incoraggiarli ho cominciato con: "Ragazzi guardate! Quella nuvola lassù a destra, sembra un veliero.....è bellissima" A poco a poco i miei eroi, schiavi dei luoghi comuni, si sono sciolti e dopo cinque minuti anche il più restio aveva capitolato ed eravamo tutti sdraiati a guardare le nuvole. Anche gli altri Capi, che lì per lì, avevano pensato che un uomo non può abbassarsi a queste sciocchezze, avevano ceduto, e ci avevano raggiunto in quel luogo di pace e di semplice divertimento. Quante forme avevano le nuvole! E quante risate quando qualcuno diceva: "guardate! quella somiglia tutta alla mia prof. di matematica!" e altre amenità simili. E in questo modo, piano piano, ci siamo sentiti parte di quel cielo e di quella terra che si confondevano  e ci avvolgevano e lentamente il cicaleccio iniziale, si è smorzato, fino a cessare del tutto, ciascuno assorto nella propria contemplazione del cielo e di se stesso. E' stato un momento di 'deserto' completo e intimo, avvolto da quell'aria di piccola felicità che ci faceva sentire vicini vicini..............................

martedì 14 maggio 2013

Birra a go go

Quando ha squillato il cellulare, ero in ginocchio in mezzo a una stanza fredda, sopra un foglio di carta di centoquaranta mq. desolato nella sua bianchezza, sul quale cercavo con poco successo di disegnare Metropolis. Ero insomma in quel  momento tipico  di sconforto, in cui nascono i maggiori teoremi filosofici sul senso della vita. Io credo che i nostri più grandi filosofi abbiano elaborato le loro teorie universali proprio in uno di quei momenti, in cui le ginocchia fanno un male cane, la schiena si spezza in due, le braccia sono al limite della sopportazione, il collo scricchiola e allora butti via matita,  dai un morso rabbioso alla gomma da cancellare ( fin da bambina mi è sempre piaciuto mordere le gomme) ti metti per un attimo in posizione yoga.........quella dell'ooooommmmm, per intendersi e ti poni la fatidica domanda:"  Ma che cavolo ci sto a fare qui?" Sai che non c'è risposta a quella domanda che ormai ti fai da ventun anni, però te la fai lo stesso. E' in quel momento che il cellulare ha squillato.........e sorpresa piacevole era uno dei miei ragazzi che mi invitava a cena, insieme ad altri amici. Sono tutti molto più giovani di me i miei amici....io potrei essere tranquillamente la loro mamma, e un pò lo sono, perché li conosco da quando erano ragazzini imberbi, ma col tempo ho avuto il privilegio di diventare 'una di loro'.  Mica è poco ragazzi! Anzi! E' proprio tanto!
  Di colpo mi sono rialzata, ho buttato via anche la gomma da cancellare,ho preso la borsa, spento la luce, chiuso la porta e sono scappata. Fuori c'era il sole ed era caldo quel sole e mi ci sono tuffata con una gioia ritrovata che ha stupito me stessa. Tutto per un invito a mangiare una pizza! Da qui ho capito quanto mi ci voleva un diversivo con la piacevole compagnia dei miei amici di sempre. Mi sentivo già meglio al pensiero di passare qualche ora con loro.
La cena è cominciata nella maniera più consona al nostro stile. Calato il sole la sera si è presentata freddina e ventosa, ma noi dove abbiamo cenato? Fuori naturalmente, imbacuccati nei nostri giubbottini, che si sono rivelati essere insufficienti, ma che importavano le mani ghiacce e i piedi pure? Il cuore era al caldo, mentre si mangiava e si chiacchierava e si rideva, tirando fuori aneddoti e ricordi, e la stanchezza se ne andava via magicamente sostituita da quella sensazione che provo sempre quando sono con loro. Di essere a casa, di poter essere me stessa, senza timore ad esprimere il mio pensiero, perché so che loro mi capiscono, mi conoscono, mi accettano e mi vogliono bene per quello che sono e per nient'altro. Come io voglio bene a loro.
Insomma anch'io posso elaborare il mio teorema sul senso della vita.
"Il senso della vita è anche una sera fatta di questi ingredienti:  amicizia condita da pizza e  annaffiata da birra a go go".
Quando sono tornata a casa ero completamente rilassata e stamani mi sono svegliata serena..................e anche pronta a tornare in ginocchio sul mio grande foglio bianco............

lunedì 13 maggio 2013

Smile



"Sorridi! Un sorriso sincero che illumina gli occhi, accoglie più di centomila parole!"
(Da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)



E via! Sorridiamo davvero un pò più spesso, un pò più volentieri, un pò più gratuitamente! E' così bello sentirsi accolti da un sorriso, da un sorriso vero naturalmente, non di quelli di circostanza!
"Benvenuto!" ti dovrebbe dire quel sorriso "Benvenuto nella mia giornata, nel mio tempo, nella mia vita!" E dopo,  le parole vengono da sole e non ce n'è bisogno neanche di tante. Non devi costruire un'impalcatura prima di cominciare a parlare, perché quel sorriso è la strada che ti porta fino all'altro.
E' proprio vero che un sorriso non costa niente e fa del bene sia a chi lo regala che a chi lo riceve, ma molte volte non ce ne rendiamo conto. E' anche vero che non tutti i momenti sono uguali, ma chi ci sta difronte, non sa quali sono i momenti giusti e non capisce di essere magari di fronte a un momento sbagliato. Non è un buon motivo per non sorridergli, non fosse altro che per semplice egoismo, poiché la persona che ho davanti in quel momento potrebbe essere quella che rasserena il mio cielo, anche inconsapevolmente.
E' così brutto invece vedersi accolti e accogliere con un'espressione seria , che parla quasi di ostilità. Magari non è vero, ma chi sta di fronte non lo percepisce.
A me è capitato qualche volta, anche con persone care e vicine a me, di trovare questo atteggiamento poco accogliente e allora un senso di disagio si insinua nella conversazione, la rende stentata, non fluida come avrei voluto e desiderato, fino a farla languire del tutto. Perché? Eppure avrei avuto tante cose da dire, tante da domandare e invece quella mancanza di sorriso, alla fine mi ha gelato e fatto ritirare dentro di me, arrivando addirittura qualche volta a domandarmi se ho fatto qualcosa di male, e portando in me la brutta e triste sensazione di essere così antipatica che chi mi sta di fronte mi vuole liquidare in due minuti, e magari lo farebbe anche prima, se non fosse per quelle buone maniere e per le circostanze da rispettare.....come dicevo prima.
E magari le mie sono state tutte supposizioni sbagliate, magari io non c'entravo niente e quella distanza quel viso privo di sorriso e di accoglienza erano solo il frutto di un problema interiore della persona che avevo accanto. Ma il disagio e l'amarezza rimane sempre, non c'è niente da fare...........................Forse anch'io l'ho fatto con altri e allora merito uno scappellotto seduta stante, anzi me lo do da me, perché senz'altro in questo caso sono antipatica davvero.
E allora un sorriso in più...via! Che costa alla fine? In fin dei conti non siamo proprio noi, tutti noi, che pubblicizziamo così tanto quello 'smile' che troviamo attaccato sugli zaini, sulle macchine, sui frigoriferi, sui lampioni, sulle tazzine del caffé, sulle cassette dei wc pubblici........sulla cippa lippa della mi nonna?...............quando ce vò....ce vò ecco!

domenica 12 maggio 2013

L’Amico invisibile

Ma come corre questo tempo! Mi sembrava domenica solo ieri e invece ci risiamo già! Ed è anche una domenica importante....o almeno una volta lo era. Oggi è l'Ascensione. Oggi nella mia parrocchia si celebrano le prime comunioni. Bambini vestiti di bianco, che vivono per la prima volta un mistero grandissimo, che ci viene tramandato da duemila anni. Mi chiedo se è giusto impegnare l'ingenuità, la fiducia, l'inconsapevolezza dei bimbi in una scelta che non è la loro, ma il frutto il più delle volte di una tradizione neanche più vissuta da parte degli adulti. E' così ipocrita il nostro mondo di adulti! Che ci fa fare cose delle quali magari non ci importa un fico secco, solo per il fatto che lo fanno tutti e usa così.
Per i bambini però, fortunatamente è un'altra cosa. Quel momento di incontro col divino, viene vissuta in tutta la sua integrità, purezza e fiducia. Il domani non importa, Domani è un altro giorno. Oggi ci sono solo occhi spalancati oltre il cielo e gioia nel cuore. Questo bisogna che me lo ricordi sempre, ogni volta che mi viene la voglia di sputare sentenze, perché il mondo cambierà anche  e sicuramente peggiorerà pure, ma i bambini, sono sempre bambini...........e per fortuna!!!!




Quando ho cominciato a scrivere la riflessione sull’argomento che volevo trattare, e cioè sulla prima Comunioni, sono partita a testa bassa facendo alcune considerazioni sulla superficialità e l’ignoranza con le quali oggi viene affrontato dalle famiglie dei ragazzi questo Sacramento così importanti nella vita di ogni uomo, e anzi, siccome il verbo usato mi sembrava troppo riduttivo, avevo rincarato la dose, sostituendolo con ‘ bistrattato ‘.
Sì! Ci siamo, mi sono detta quasi compiaciuta di me stessa, oggi il sacramento della Comunione è proprio bistrattate, ha perso il suo effettivo significato per assurgere a una festa mondana e molto laica…..c’è rimasto ben poco della spiritualità che dovrebbe caratterizzare questo evento così basilare per il cammino di ogni uomo. …oggi si pensa solamente alla festa, al pranzo, ai regali….
E’ a questo punto della mia riflessione che è accaduto qualcosa che ha interrotto il mio infervorato discorsetto. Un’immagine è passata con un flash velocissimo davanti ai miei occhi e un anellino d'oro impreziosito da una pietra di acquamarina si è ripresentato prepotentemente alla mia memoria, come un potente talismano che ha aperto una porta chiusa ormai da tanti, troppi anni….E non c’è stato niente da fare!

Quel giorno, la prima cosa che risvegliò i miei sensi fu il profumo. Nell’aria si spandeva un delizioso aroma di caffè e di cornetti appena sfornati, che invogliava a uscire subito dal letto…cosa che feci immediatamente. In cucina c’era un gran fermento. La trovai affollata , di persone e di risate e improvvisamente mi ricordai. Quello era il giorno della mia prima comunione e i miei parenti erano venuti da lontano per festeggiarmi. Alcuni avevano dormito a casa mia e altri erano arrivati mentre io ero ancora nelle braccia di Morfeo. Li guardai e loro mi guardarono, mi abbracciarono, mi coccolarono. Sentivo che erano contenti per me, sentivo che quel giorno io ero una piccola principessa alla quale tutti si inchinavano. Quella fu la mia sensazione di bambina.
Quando la mamma mi aiutò ad indossare il mio semplice abito lungo di picchè, che un gesto di civetteria materna aveva arricchito di un ampio cerchio in fondo alla sua gonna, e le sue sapienti mani ebbero sistemato sulla mia testolina una cuffietta guarnita con un velo di tulle, guardandomi allo specchio sentii veramente di essere una principessa e seppi dentro di me che quello sarebbe stato uno dei giorni più importanti della mia vita. Non sapevo perché, ma capivo che era così. O meglio sapevo che quel giorno avrei fatto la conoscenza del mio migliore amico e che questo amico sarebbe rimasto con me tutta la vita, e se io fossi stata buona e brava lui sarebbe stato contento di me e ogni volta che io avessi avuto bisogno di lui , lui ci sarebbe stato. Il suo nome era Gesù e già ne avevo sentito parlare nelle mie preghierine di bimba piccola, ma oggi, oggi sarebbe stata una cosa molto diversa perché l’avrei incontrato dentro il mio cuore, così mi aveva detto il parroco quando mi aveva preparato insieme a tanti altri bambini a questo incontro. Non riuscivo a immaginare che cosa potesse dire essere amica di Gesù, di un amico invisibile, ma dentro di me sentivo una grande aspettativa e tanta gioia, e questa gioia la vedevo riflessa negli occhi dei miei genitori e anche in quelli dei parenti che mi erano venuti a trovare e questo bastava a fare di me una persona felice.
L’incontro col mio amico, fu pieno di emozione, perché non sapevo se sarei riuscita a fare le cose per bene, come mi avevano insegnato. Sarei riuscita ad aprire per bene la bocca, a non far cadere la particola, e deglutire senza masticare? Invece andò tutto benissimo e quando il sacerdote passò al bambino successivo, respirai di sollievo perché ero stata brava e ora il mio più grande amico nessuno avrebbe potuto togliermelo più. Mi girai a guardare il babbo e la mamma e mi accorsi che avevano una luce splendente dentro gli occhi e il loro sguardo posato su di me fu la cosa più bella che ricordo di quel giorno, perché sentivo quasi tangibilmente, epidermicamente, il loro bene che mi avvolgeva in un caldo abbraccio. Che momento bello fu quello e come mi fece sentire l’importanza di tutto quello che avevo appena vissuto! Tutto il resto, pranzo, dolci, regali, compreso l’anellino che tanti anni dopo sarebbe balzato alla mia mente dai recessi del ricordo, furono solo un contorno degno di quel giorno memorabile, che non doveva essere dimenticato per tutto il resto della vita.
Io non sapevo che cosa fosse Gesù per i miei genitori, ma sapevo che era amico anche di loro, perché anche loro, tanti anni prima avevano avuto un giorno come il mio, e tanto mi bastava. Non chiedevo altro che l’affetto dei miei e la sicurezza che loro mi davano, e in quel giorno così speciale sapere che da allora in poi avrei potuto contare per sempre anche su un amico del tutto particolare, che era anche amico del babbo e della mamma, per me fu una cosa bellissima.


A questo punto tutte le parole di accusa che avevo intenzione di rivolgere a quei poveri genitori che non hanno altra colpa che quella di vivere in un contesto sociale che ci vuole tutti proiettati verso un’idea dell’avere piuttosto che a quella dell’essere…cadevano miseramente, perché sapevo che anche loro avrebbero avuto la stessa splendida luce nei loro occhi quando avrebbero guardato il loro bambino vivere il giorno più importante della sua vita, proprio come li ho avuti io da madre, quando ho guardato i miei bambini vivere un giorno speciale e andare incontro all’amico invisibile che resterà sempre al fianco di ciascuno di noi, e anche nei momenti in cui noi non ci ricorderemo di lui, lui sarà lì, a sostenerci, a indicarci la strada, a ridarci la speranza .
Sono trascorsi tanti anni da quando ero piccola e tante cose sono cambiate nell’evolversi del tempo che ci fa conquistare nuovi traguardi e ci toglie vecchie usanze, ma un padre e una madre sono sempre un padre e una madre e anche nel materialismo in cui oggi ci dibattiamo non c’è genitore che non speri che suo figlio possa dare e ricevere bontà, possa elargire e avere in dono amore, possa sperare e dare speranza. Gesù oggi come ieri ci dice che questo è possibile se lo seguiremo nella sua strada, e che per ogni pecorella che si aggiunge al suo gregge è giusto fare festa.
Pranzi, regali, che prima erano semplici e ora sono diventati più dispendiosi, fanno parte di questo cambiamento di vita che attanaglia la nostra società, cambiamento del quale siamo tutti colpevoli e allo stesso tempo tutti innocenti, ma l’amico invisibile che entra nel cuore di ogni bambino che in un giorno speciale della sua vita si affida a lui, sorride di queste cose, perché il suo mondo non è il nostro mondo, e il suo tempo non è il nostro tempo. Lui resta in attesa che la Verità si faccia strada nel cuore di ciascuno di noi e intanto ci aiuta a crescere.