domenica 26 dicembre 2021

Il Natale solo mio

Natale è arrivato ed è passato. Ha portato con sé le cose di sempre, le liturgie e le emozioni dei credenti, gli  incontri, i regali, i pranzi, le indigestioni, i pensieri buoni. Mille luci si sono accese nel mondo sugli alberi sempre più alti, sui monti, sui laghi. Musiche e canti hanno inondato la terra di note dolci, struggenti,malinconiche. Poi le luci della ribalta si sono spente, la musica è finita sulle note di un ultimo brindisi e tutto è tornato uguale a prima.

Ma non per me. E magari chissà  non  per quanti altri. Ma io conosco solo il mio Natale, e solo di questo posso parlare.


Il Natale del 2021 per me è cominciato esattamente alle ore 19,00 quando sono rientrata dalla mia lunga passeggiata so

tto la pioggia, per cercare di smaltire, devo dire con scarso successo,  il pranzo che avevo fatto a casa di uno dei miei figli.
Non sono più abituata ai ricchi pranzi, per cui appena rientrata, mi sono buttata su una poltrona e lì sono rimasta, fissando per diverso tempo il nulla. Poi il mio sguardo è andato al tavolino sul quale era rimasta appoggiata la candela che accendo per brevi attimi a Natale da ormai ben quarantasette anni, ma non è quella che mi ha colpito. A catturare la mia attenzione è stato il flacone di bagnoschiuma, un bagnoschiuma speciale che io avevo comprato diverso tempo fa, lasciandomi condizionare dal suo nome "Bagnoschiuma del Mugello", che richiamava le mie origini, le mie ricerche su quella terra e sulla mia famiglia.

L'avevo usato piena delle aspettative del suo titolo e del suo sottotitolo che diceva "extra puro". Le mie aspettative erano tante, ma dopo un attimo ero rimasta interdetta. Quel sapone non solo non faceva quasi punta schiuma, ma non emanava altro, se non un flebile, indefinibile profumo . Lì per lì ho provato una grande delusione, salvo poi accorgermi che  la mia epidermide ne era uscita morbida e rigenerata e ho capito tutta la bontà di quel prodotto.



Ed è per questo che ho deciso di regalarlo ai miei figli, perché ho capito che era un sapone che andava "controcorrente" e che poteva usarlo solo chi sapeva andare controcorrente. Non ho aggiunto altro nel biglietto che l'accompagnava,perché ho sempre saputo che loro sanno andare controcorrente.

Io invece mi sono messa a guardare quel flacone, e ad andare con lo sguardo della mente oltre la sua trasparenza.

Da lì a farne un aforisma mi ci è voluto poco.

"L'esistenza si colora e diventa vita solo se al suo interno cerchiamo l'essenza e non l'apparenza".

A quel punto non mi poteva fermare più nessuno, anche perché accanto a quel flacone c'era anche un minuscolo pacchettino con un biglietto che diceva così "Da usare solo per piccole follie, con tanti auguri. Il Cappellaio Matto". Questo era solo uno dei bigliettini, perché 
gli altri due erano stati consegnati con le firme del Coniglietto Bisestile e 
della Lepre Marzolina. Ma perché avevo scritto anche questi biglietti?

Nel momento in cui preparavo i miei pacchetti, non avevo saputo darmi una risposta, anche se sentivo che c'era, poi non ci avevo pensato più.

Solo in quei momenti con me stessa, che cominciavano a diventare lunghi momenti, cominciavo a intuire che quelle parole avevano un senso, che io ancora non riuscivo a trovare. Ma i personaggi che avevo preso in prestito da Lewis Carroll, mi chiamavano a farmi piccola piccola e a entrare per quella porticina, dalla quale prima di me era passata Alice. Chi mi impediva di farlo? La serata era ancora lunga e abbastanza uggiosa e tanto io sapevo di essere seduta comodamente nella mia poltrona, al calduccino.

Non ci ho pensato neanche un attimo, e sono entrata nella fantasia, lasciando sciolte le briglie dell'immaginazione. 

E così mi sono ritrovata duemila e più anni fa, davanti a una grotta dove c'era un bambino che piangeva come tutti i bambini del mondo che reclamano il sostentamento per la loro vita, in una notte piena di stelle. Ho alzato lo sguardo e sono entrata in quel cielo, che mi si è aperto davanti in tutta la sua bellezza. E lì ho visto pianeti e comete che tanti scienziati ci hanno regalato , come frutto delle loro fatiche mentali, lì, mi sono fatta cullare dall'assenza della gravità e sono rimbalzata sui reticoli dell'universo a stringhe, fino ad arrivare a un passo dalla Teoria del Tutto, che ancora ci sfugge, ma che riusciamo a intuire. Tutto è legato e tutto è tenuto insieme dalla musica delle sfere, musica che i nostri più potenti telescopi cominciano a captare e a farci sentire. Ed ecco l'uomo, che ha bisogno di capire questa musica, di cercare, sempre di cercare, di farsi piccolo davanti alla culla di un bambino, di fare sue le parole che il bambino fatto uomo è venuto a portare, salvo poi andare a cercare l'infinito, dove tutto si ricongiunge in qualcosa di grandioso , che non si può capire  se non con la fede di chi sa che c'è, esiste da sempre, anche se l'uomo non riesce a definire il sempre.

E così, camminando in questi sentieri in cui Dio si fa piccolo e l'uomo cerca di raggiungerlo sfidando l'impossibile e domandandosi come sta facendo in questi giorni la N.A.S.A, come potrebbero reagire i popoli se si scoprisse che ci sono altre forme viventi, magari pensanti,.....ho alzato le spalle e mi sono detta che non cambierebbe niente nella tensione che ha l'uomo di andare oltre se stesso per provare a trovare la sua scaturigine. 

Ero soddisfatta del mio viaggio, che mi ha permesso di vivere un Natale tutto mio. Ero tornata davanti al mio presepio di gesso a guardare quel bambino che di strada ne ha fatta tanta per arrivare fino a noi e l'ho guardato con gratitudine

Finalmente riuscivo a dare una spiegazione a quel pizzico di follia e a collegarlo al bagnoschiuma. Non era roba da poco! 

Perché se è vero che l'esistenza si colora e diventa vita solo se al suo interno cerchiamo l'essenza e non l'apparenza, è anche vero che l'essenza dovrebbe essere ricerca della felicità, forse quella felicità che si prova per un solo attimo nelle  piccole cose trovate con un pizzico di sana follia.

 

“Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.”

                                                                                      Erasmo da Rotterdam

 

Beh!....Magari meglio non esagerare!

sabato 4 dicembre 2021

Aria di Natale

 Può sembrare strano ma da una piccola esperienza che ho vissuto ieri sera è venuto fuori un raccontino di Natale. Almeno lo è per me.

TITOLO - Aria di Natale

PERSONAGGI  - Sconosciuto con borsone, Io, Bibidone (uno dei miei nove gatti)


Ieri sera verso le sette, mio malgrado, visto il freddo che faceva, sono dovuta uscire e andare al supermercato che è a due passi da casa mia per comprare alcune cose. Quando sono arrivata all'entrata ho visto che c'era la Croce Rossa che faceva la raccolta alimentare per i bisognosi e così oltre a ciò che ho dovuto comprare per me ho preso anche qualcosa per lasciare a loro. Fatto sta che quando ho pagato mi sono accorta che nel borsellino avevo rimasto pochi spiccioli e basta.

Appena sono uscita ho sentito  che il mio naso si gelava rapidamente, per cui mi sono resa conto che la temperatura era scesa ancora di più.

Sono entrata in casa, grata del tepore che mi è venuto incontro, mi sono levata il piumino e non ho fatto in tempo ad  andare a posare i miei acquisti che .....driiiiin driiiin è suonato il campanello. 

Quando ho aperto mi sono trovata davanti lo sconosciuto con una grande borsa posata davanti a lui.

"Ciao signora" - mi ha detto educatamente "ti prego comprami qualcosa"

"Guarda - gli ho risposto subito - lo farei, ma mi sono rimasti solo  pochi spiccioli"

"Almeno comprami questi fazzoletti di carta...costano poco e forse mi aiutano a raggranellare qualcosa in più in questa giornata. Non so neanche come farò a tornare a casa. Cinque euro per questi fazzoletti non sono molti" e ha tirato fuori dal borsone un pacchetto e me l'ha mostrato.

Cinque euro sono troppi, lo so per certo, perché al supermercato  so che con cinque euro avrei potuto comprarne tre di pacchetti, ma forse sarà stato per il freddo, forse per l'espressione di quell'uomo, forse per il profumo del minestrone che stava cuocendo in cucina, forse per gli antichi insegnamenti... e potrei aggiungere un'altra decina di forse....mi sono ritrovata a dirgli: "Aspetta un attimo, che controllo se ce la faccio!"

Ho tirato fuori fino all'ultimo centesimo dal borsellino, ho frugato anche nella borsa e alla fine sono venuti fuori quattro euro.

"Ho solo questi, se ti accontenti......" gli ho detto stringendomi nelle spalle e mostrando la mia mano con i miei spiccioli.

"No - mi ha risposto - per quattro euro non posso darteli" ha richiuso la borsa e se ne è andato non prima di avermi detto "Auguri lo stesso".

Sono rimasta per un attimo sconcertata, ho richiuso lentamente la porta, ho guardato i soldini che avevo ancora in mano e mi sono detta: "Perché non ti è venuto in mente di darglieli senza prendere niente in cambio?"

Ma forse quell'uomo non voleva l'elemosina e così mi sono guardata intorno e mi sono messa a cercare nelle varie ciotole che sono tipiche di tutte le case, dove ciascuno mette le minutaglie,  in attesa che i rispettivi proprietari se ne riapproprino. Ho avuto subito fortuna e  ho trovato l'euro che mi mancava. Ora avevo cinque euro e quell'uomo doveva aver fatto solo pochi metri nel frattempo. Senza neanche pensare a coprirmi, sono corsa fuori di casa e arrivata sulla strada, mi sono guardata intorno, ma di lui nessuna traccia. Sono andata fino alla piazza, per vedere se era andato a suonare a qualche altra casa, ma niente. Così sono tornata sui miei passi ed è lì che ho incontrato Bibidone, il mio gatto spelacchiato ultraventenne.

"Ma che fai qui fuori Bibidone, con questo freddo?!" e mi sono chinata per prenderlo in braccio, ma lui non si è fatto prendere ed è corso via. Gli sono andata dietro e alla fine mi è riuscito di afferrarlo e di stringermelo addosso, perché nel frattempo mi era venuto un gran freddo, e un Maine Coon, anche se vecchio e spelacchiato un pò di calore lo fa sempre. Insomma è stato un mutuo soccorso. Poi mi sono voltata per tornare verso casa. Ed è allora che l'ho visto. Era al volante di una bella Subaru nuova fiammeggiante e quando mi è passato davanti, l'ho seguito con lo sguardo incredulo, e in quei pochi istanti sensazioni diverse si sono avvicendate dentro di me....e via via che  le ultime più morbide scacciavano le prime, mi sono resa conto che


l'aria gelida si riempiva di un'altra aria. Forse dell'aria di Natale?

Una volta rientrata in casa, ho posato il mio gatto in terra e gli ho detto: "Sai Bibi, sono sempre la solita fessa, ma sai un'altra cosa? Mi sento in pace con me stessa!"

e lui ha detto un  "Miaooooo" che forse voleva dire che aveva fame, ma io l'ho preso come un'approvazione.