venerdì 29 marzo 2019

Il Libraio


  "Il Libraio non è solo colui che vende libri, è anche colui che sfoglia il libro del Pensiero"
 KB


Apro la porta di vetro, entro, richiudo e lascio fuori il vento. Scendo gli scalini e improvvisamente mi sento a casa. Sia come sia la mia giornata, ogni volta che mi ritrovo in quella stanza, per un po' i miei problemi restano fuori. Qualche volta hanno provato anche a bussare, per entrare e riappropriarsi di me, ma alla fine hanno capito che sarebbe stato inutile, perché nel frattempo il mio sguardo, la mia mente, tutto di me, si è perso in ciò che mi circonda e che da sempre sortisce la magia di proiettarmi in un'altra dimensione: quella dei libri. Fin da quando ho ricordo, la mia vita è stata legata ai libri e con loro, al profumo dell'inchiostro, della carta, del tempo che passa lasciando sulle copertine il segno del suo scorrere e delle mani che li hanno toccati, tirati giù dagli scaffali, riposti nuovamente in ordine, o appoggiati sul bancone per essere acquistati e ricominciare con la loro lettura una nuova avventura, per imparare, per allargare gli orizzonti, per poterne riparlare la volta successiva con il Libraio che ha consigliato, suggerito, o a volte guardato con curiosità il titolo di un testo difficile, che non si trova facilmente, e va ordinato. La posso chiamare Vita. Mi sento a casa in quella libreria che ha anche un nome accattivante, avvolgente: Centofiori. Un nome che ha un suo perché, almeno per me e il mio immaginario, in quanto ogni libro è un fiore nel giardino della conoscenza, che spazia tra gli argomenti più disparati, da quelli esilaranti a quelli più seri ed ostici. Centofiori di ogni genere.
E per me è sempre rigenerante scoprire che ogni volta trovo qualcosa che mi incuriosisce ancora, mi spinge ad indagare, a conoscere, a condividere in totale libertà impressioni, che non si possono comunicare a tutti. Ma in quel luogo è diverso, perché ogni giorno lì ci sono  persone che capiscono il linguaggio dei libri, quello che vogliono comunicare, e più che altro lo stato d'animo delle persone che si aggirano in quelle piccole stanze. Lui è il Libraio, lei, la sua infaticabile collaboratrice, quella che da il tocco femminile al lavoro e alla figura del Libraio. Oggi, mentre scrivo, lo vedo davanti ai miei occhi il Libraio, che si aggira tra il nuovo e il vecchio. Il nuovo che sono i libri che parlano di futuro, anche quando trattano argomenti passati. Parlano di futuro nel linguaggio, nelle parole scritte in modo diverso da come erano una volta, e che si snodano in paragrafi meno ampollosi, più scarni di aggettivi, più graffianti, seguendo l'evolvere di una società in continuo mutamento, che ha sempre meno tempo per se stessa, e ancor meno per gli altri. Ma è il luogo e l'arredamento che contiene quei libri, quel futuro, di per sé solitario, che va
a mitigare il cambiamento, è quel banco di scuola di legno, quel mobile vecchio, quegli scaffali dalle mensole piegate, quei libri, tanti libri, che in quel piccolo spazio sono accatastati in terra, in piramidi che invitano a entrare per conoscerne il segreto, sono quelli, che danno il senso alla libreria che si proietta in avanti senza dimenticare le radici, la storia passata di un mondo semplice, al quale siamo appartenuti anche noi. Ed è quello che, anche dopo essere entrata nelle più belle librerie, blasonate dai loro nomi e dai luoghi in cui sono sorte, meravigliose, ma terribilmente impersonali, mi fa dire una volta di più, come ho detto tante volte al Libraio "Non togliere mai il calore che  questa piccola libreria regala a chi entra, per sostituirlo con qualcosa alla moda!" Lo vedo anche ora, mentre gli dico queste cose, e lui  mi guarda con quei suoi occhi intelligenti e il sorriso buono, che mi rassicurano sull'amore che ha per tutto ciò che lo circonda e che fa parte di lui. Come lui fa parte del nostro modo di essere e di vivere. Un tassello importante nella vita del nostro paese, anche ora e nei ricordi futuri. 
Due giorni fa il Libraio ha aperto la porta della sua libreria e, dopo averla richiusa, una volta fuori, se ne è andato nel vento, col vento.

mercoledì 27 marzo 2019

TROPPO

"Troppo spesso si passa davanti alla disperazione degli altri senza vederla"
KB


Perché? 


 Troppa fretta di vivere la nostra vita? Troppi pensieri? Troppa indifferenza? Troppo menefreghismo? Troppa incapacità di comunicare?

Ci siamo lasciati avvolgere dal  TROPPO e prigionieri del nostro ego, sappiamo fare ben poco per noi stessi e meno ancora per la ristretta cerchia dei nostri affetti. Per gli altri, quelli intorno a noi,  TROPPO spesso non sappiamo fare più niente. 

lunedì 11 marzo 2019

Anche se il cielo è grigio

           
Stamani, quando sono uscita, il mio umore era grigio come il cielo, di quel grigio che non fa penetrare niente e niente uscire.
Poi, chissà perché, il mio sguardo è stato catturato da un minuscolo gruppo di fiori azzurri e a seguire da una primula che spuntava timida dal terreno arido intorno a lei.

 E' stato un attimo, e parole ormai non più sentite da tanto tempo, da tanti anni, mi sono tornate in mente e sono scese dentro di me richiamandone altre, che ancora non ne volevano sapere di uscire dal buio, come se il tornare volesse dire farmi rimettere in gioco.


 "Respira, e da un soffio di vento raccogli il profumo dei fiori che non hanno chiesto che un po' di umiltà..............."



Non è stato un momento molto bello, come potrebbero far pensare i fiori, la loro fragilità, i loro colori. No! E' stata più che altro una sferzata che mi ha richiamato all'ordine, alla consapevolezza che come quei fiori sono nati , magari con sforzo in un terreno non propizio, anch'io dovevo riappropriarmi di una nuova energia per dare ancora colore alla mia vita, proprio come quei fiori, che nonostante tutto, regalavano le loro delicate o smaglianti fioriture e il loro profumo portato da un soffio di vento, e lo regalavano così, umilmente, senza nessuna pretesa , ma solo perché era da sempre  loro compito quello di dare il meglio di se stessi. Quei fiori! Chi l'avrebbe mai detto che dei semplici fiori avrebbero avuto il potere di mettermi davanti a me stessa?A metà salita di una strada faticosa, sferzata dal vento di una giornata col cielo grigio? Poi magari saranno calpestati, o se gli va bene sfioriranno e nessuno si ricorderà di loro....ma intanto!
E' mai possibile che pochi piccoli fiori, possano penetrare una corazza, faticosamente costruita? Possibile, possibile, mi sono detta mentre riprendevo la strada. Come tutti i racconti, sarebbe bello che anche questo avesse un lieto fine, ma la serie e vissero tutti felici è contenti fa parte del mondo delle favole, mentre la nostra è realtà, vita faticosa, sempre piena di imprevisti e di tranelli e me lo dicevo mentre a passo veloce riprendevo il mio cammino, quasi volessi allontanarmi in fretta da quel luogo che per un attimo mi aveva reso così vulnerabile.
Se però credevo che aver messo distanza tra me e loro, avrebbe fatto scomparire la strana sensazione che avevo provato, mi sbagliavo di grosso. Quelle parole restavano, e anzi ora erano anche accompagnate da quella musica che le aveva sempre cullate e io le ripetevo, le ripetevo,dentro di me, a dispetto di me, forse nell'inconscio desiderio che alla fine anche le altre si sarebbero aggiunte e ottenuto ciò....basta, stop, alt..non c'è più posto, è stato bello finché è durato, ma io ora non ho più voglia di ascoltare né queste parole né altre.   Ascoltare! E lì ho capito di essere stata sconfitta da quei fiori, perché all'improvviso mi sono ricordata dell'inizio di quello che è un canto che mi è sempre piaciuto tanto, perché l'ho sentito mio, e che poi ho voluto dimenticare. In un attimo tutto si è snodato senza interruzione, un fiume di emozioni in piena, che trascinava ricordi, volti di ragazzi, l'infanzia e la prima giovinezza dei miei figlioli, il mio entusiasmo nello scoprirmi capace di fare cose belle e la voglia di dare, di fare qualcosa anche per gli altri oltre che per me stessa

Ascolta il rumore delle onde del mare

ed il canto notturno dei mille pensieri dell'umanità,

che riposa dopo il traffico di questo giorno

e di sera si incanta davanti al tramonto

che il sole le dà.

Respira, e da un soffio di vento raccogli

il profumo dei fiori che non hanno chiesto

che un po' di umiltà.

E se vuoi puoi cantare,

e cantare che hai voglia di dare, e cantare

che ancora nascosta può esistere felicità.


Perché la vuoi, perché tu puoi

riconquistare un sorriso;

e puoi giocare e puoi sperare

che ti hanno detto bugie,

se han raccontato che l'hanno uccisa,

che han calpestato la gioia,

perché la gioia, perché la gioia,

perché la gioia è con te!

E magari fosse un attimo vivila, ti prego,

e magari a denti stretti non farla morire,

anche immersa nel frastuono tu falla sentire,

hai bisogno di gioia come me. La la la la


Ancora, è già tardi ma rimani ancora

per gustare ancora per poco

quest'aria scoperta stasera;

e domani ritorna, fra la gente che corre e dispera,

tu saprai che nascosta nel cuore

può esistere felicità. 


Mentre scrivo, questa musica, queste parole sono ancora dentro di me e mi fanno sentire strana, non felice....felice no, ma ho come la consapevolezza di aver ritrovato una parte di me che avevo voluto a tutti i costi rinchiudere in una stanza blindata, non sapendo che sarebbe bastato un fiore per riaprirne la porta. Potere dei fiori!

E mi rendo conto con meraviglia che anche se il cielo è grigio.........................





venerdì 8 marzo 2019

364 giorni di mimose

Forse l'8 Marzo di quest'anno è uguale spiccicato a quello degli anni che l'hanno preceduto. Mimose (meno), messaggini con cuoricini e sorrisi, in qualche caso mazzo di fiori o scatola di cioccolatini. W le donne! Che finalmente hanno raggiunto la parità di diritti, e si vede, eccoooooome se si vede....ma oggi sì, oggi siamo proprio uguali ai signori maschietti, e anzi ci viene riconosciuto anche qualcosa in più, una forza, un qualcosa, sì, un qualcosa di grande che rimane fluttuante nell'aria per tuttoil giorno e lentamente si dissolve fino a non trovarne più traccia per i prossimi trecentosessantaquattro giorni dell'anno. Ci sarebbe tanto da ridire, a cominciare dal solito discorso del femminicidio, ma NON PROFERISCO PAROLA, perché oggi è o non è la festa delle donne? E allora perché sciuparla con le solite lamentele inascoltate, quando un mazzolino di mimosa, pardon, un ciuffetto di mimosa (mica lo fanno pagare poco un mazzo decente di mimosa!) ci viene offerto con tanta sollecitudine una volta all'anno?
Forse l'8 Marzo di quest'anno è uguale spiccicato a quello degli anni che l'hanno preceduto, come questa mia frase è uguale spiccicata a quella che inizia il mio post, anzi sono sicura che è proprio così, sono solo io che sono cambiata. Di qui in avanti voglio essere festeggiata per trecentosessantaquattro giorni, e il trecentosessantacinquesimo mi riposo! Sono una povera illusa? Neanche per sogno! Basta solo cambiare uditorio, e relazionarsi con altri tipi di occhi e di linguaggi. E mi chiedo, un pò infastidita da me stessa, come mai non me ne sono resa conto fino ad ora, di avere questa fortuna.
Guardo il mio cane e i miei gatti e mi dico che non posso dire di non essere festeggiata da loro. Stamani sono stata accolta al mio risveglio da miagolii festosi, capatine e capriole dai mici di casa e poco dopo il mio cagnone è arrivato con un cuscinetto verde in bocca e me l'ha sbattuto contro le gambe, poi si è messo accanto a me sollecitandomi col muso a fargli una carezza, mentre mi guardava con occhi così buoni, che in un attimo gli ho perdonato tutti i suoi continui abbaiamenti. Sissignori! Loro mi festeggiano per tutto l'anno, mi fanno sentire la loro vicinanza e il loro affetto, mi dormono vicino, in collo, tra le gambe. Mi dicono con i loro sguardi e il loro linguaggio che hanno bisogno di me e mi vogliono bene, mi sopportano nei miei momenti neri e non mi tolgono mai la loro fiducia. Bene, questo è il mio 8 Marzo, vissuto in maniera diversa, ma senz'altro più genuino, più veritiero, senz'altro meno istituzionale, ma con molto trasporto in più. Auguri a tutte le donne, alle quali auguro di continuare a credere nella nostra libertà di pensiero e in ciò che siamo e che possiamo diventare, chiedendo solo sincerità e un briciolo di quell'amore vero, che molte volte troviamo negli animali e non nel genere umano.


E se l'anno è bisestile? si fa una grande festa con tanti croccantini e un bombolone per me.