Il gabbiano, da sempre immagine di libertà sconfinata, forse per il suo volo tra due azzurri che non si toccano mai ma che ci sembrano un'unica meravigliosa realtà senza confini!
Qualche volta anche i gabbiani pregano con il loro grido, che non è un semplice garrito, ma qualcosa di diverso che ci attraversa l'anima, perché lo riconosciamo come qualcosa di nostro, che nasce e muore dentro di noi.....................ce lo dice Rocco con questa sua poesia, che mi piace regalare a tutti i gabbiani del mondo.
Signore,
grazie prima di tutto dei mari che hai
regalato da sempre
a noi gabbiani.
d’avere questo mondo liquido,
vivo, ricco di pesce e di fiori strani
che nemmeno sulla terra asciutta
crescono e sbocciano
con tanta rarità di bellezza,
o nel silenzio delle bonacce o nel
rombo dei marosi
e nelle tempeste che lavano le rocce,
le sabbie e le spiagge.
C’entriamo dentro, nell’acqua, nel
vento,
con i nostri stridii non del tutto
gradevoli,
ma pur sempre orgogliosi di dirti
grazie
per tanto spazio di liberà concessoci.
Credo che Tu qualche volta ti diverta,
come noi e con noi, non visto ma
presente,
a queste nostre feste di famiglia,
quando tutte le nostre famiglie
si riuniscono per rivedersi, per
salutarsi,
branco con branco,
e creare in tal modo quasi un’orchestra
di cui il padre Mare è il sottofondo,
per così dire, baritonale.
Non smettere mai, Signore,
per favore,
di giocare insieme con noi.
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