lunedì 25 gennaio 2021

Che domenica ragazzi!

Siamo pronti per il secondo diluvio universale. Ma quanto piove! Sicuramente ormai da più di un mese. Giornate grigie si susseguono a giornate grigie e se qualche volta capita che ce ne sia una col sole ci sembra un miraggio.

Così oggi, domenica, non sapendo cosa fare, perché domenica è sempre domenica, e non si può passare solo a sfaccendare o a fare torte, mi sono messa a leggere.

Solo che io, notoria lettrice compulsiva, che qualche volta si è fatta fuori anche un libro di quattrocento pagine in una notte, in questo lungo periodo di Covid, non sono più capace di leggere. La mia testa è da un'altra parte. Dove non so, ma sicuramente da un'altra parte. Così dopo essermi rigirata tra le mani l'ultimo libro di Ken Follett " fu sera e fu mattina", (talmente alto che non si tiene neanche in mano, e che avevo comprato con l'intento di riempire le mie giornate durante il lockdown,  e del quale invece, oltre che a rigirarmelo tra le mani, non ho letto neanche una pagina), l'ho posato anche stavolta, e ho preso un libretto senza nessuna pretesa,dall'improbabile titolo "Domani chissà!?", sperando che mi facesse passare mezz'ora diversa, anche se  sapevo benissimo che in testa non mi sarebbe rimasto niente.

Mi sono accomodata nel divano,  con un plaid addosso, non per creare un'atmosfera , ma per ripararmi dal freddo, visto che in casa mia di questi tempi la temperatura massima a cui abbiamo deciso di arrivare, per ovvi motivi, è quella di diciassette gradi, neanche lontanamente paragonabili a quelli ben più bassi in cui si arrivava in una casa blasonata di altri tempi, ma insomma anche questi frizzantini!!!.......e ho cominciato a leggere.....

"......improvvisamente mentre guardava con scarso interesse la televisione e di tanto in tanto scambiava qualche battuta un po' annoiata con Lara, qualcuno attirò la sua attenzione, senza che sapesse spiegarsi il perché.

Era l'immagine di un ragazzo alto e snello che ballava in uno  sketch pubblicitario, neanche lei avrebbe saputo dire di che cosa. Furono i movimenti di quel corpo flessuoso che la inchiodarono allo schermo, e non per il ragazzo in sé, ma per la sua gioventù e perché improvvisamente la richiamarono in un mondo ormai lontano, dove una ragazzina, si muoveva altrettanto flessuosamente davanti a uno specchio, immaginando di essere su un palcoscenico.

"Ehi! Che hai? " La richiamò Lara "sembra che tu abbia visto un fantasma!"

Lois si scosse, sorrise all'amica e le disse "Forse è proprio così!" e lo disse con tristezza, senza accorgersene

"Ma che ti prende? D'un tratto sembra che ti sia caduto il mondo in testa!" scherzò la sua amica di sempre

"Il mondo no, ma i miei sogni sì!" e si sentì gli occhi lucidi

"Ma perché?" insistette l'altra. Aveva capito che non doveva più ridere, perché l'atteggiamento di Lois le diceva chiaramente che qualcosa di doloroso si era risvegliato dentro di lei, inaspettatamente, inopportunamente.

"Mi è tornato in mente quanto mi piacesse ballare, fin da piccola....ma anche quando sono stata grande, mai una volta che abbia potuto farlo, e come quello, tutto il resto ...o perlomeno tanto del resto. Ma non ci far caso, sono solo piccoli dolori per i sogni che sono rimasti chiusi nel cassetto e che ormai sono mummificati".

Lara la guardava con un misto di stupore e di dispiacere.

" Ma tu Lara, - proseguì Lois rivolgendosi più a se stessa che all'amica -  lo sai cosa vuol dire non aver potuto vivere la tua giovinezza? Lo sai per caso cosa significa avere tanti sogni nel cassetto e non averne potuto realizzare neanche uno? No, devo essere giusta. Uno l'ho realizzato, ma tanti tanti anni dopo, quando la gioventù era passata già da un pezzo, e non l'ho realizzato per merito mio, ma perché altri che capirono, mi permisero di viverlo. Il mio problema vedi è stato quello di essere sempre stata compressa nello spazio di qualcun altro, che però non è mai stato il mio. Io il mio spazio, il mio metro quadrato nel quale potermi muovere liberamente, non l'ho mai avuto e il mio errore è stato quello di non aver fatto a gomitate per poterlo avere.....eppure lo spazio è così


grande....puoi immaginare........"

Ho chiuso il libro con un colpo secco. Eh no! Ho detto che volevo leggere, ma mica che volevo intristirmi. Accidenti a questi romanzetti esistenziali, dove le eroine frignano sempre. Meglio leggere Topolino.

Accendo la televisione e cerco qualcosa che mi piaccia. Comincia un film, che sarà? Perbacco è "Quo Vadis" e l'avrò visto venti volte. Eppure non riesco a staccare gli occhi da quelle immagini e così me lo sono rivisto per la ventunesima volta e intanto è quasi notte. Questo capita quando in una domenica qualsiasi, non c'è niente di meglio da fare. Non ci sto!

Notte o no, pioggia o no, ho deciso! Vado a fare una passeggiata.

Ho cominciato a camminare velocemente, un po' perché  quello è il mio passo, un po' perché, fuori fa più freddo di quello che pensavo e la pioggerellina che cade dal cielo è gelida quanto basta per fare accelerare i miei piedi.

Quando svolto per entrare nel turrito viale di cipressi, non va meglio. Ora c'è anche il vento e i miei maestosi amici di sempre pare che con i loro scricchiolii mi vogliano dire: "Ma con questo tempo, perché non torni a casa?". Ma ormai ho deciso di fare una passeggiata e la farò. Aspetto speranzosa l'erta salita che mi aspetta a breve....so che allora mi scalderò.

Come immaginavo! Ora sto proprio bene, così bene che decido di andare nel grande posteggio sterrato e una volta lì, mi guardo intorno, una sbirciatina dietro, un occhiata circolare all'insieme e......la pioggia c'è, l'ombrello pure, le pozzanghere piene d'acqua non mancano. E' un palcoscenico perfetto per la musichina che mi sta da un pezzo dilagando dentro. Sono su un palcoscenico, un palcoscenico meraviglioso nella natura. Qui, per motivi miei,  Dean Martin avrebbe potuto cantare Taths Amore, qui Amtrak Joe, qualche giorno fa avrebbe potuto degnamente fare il suo primo discorso alla Nazione stellata, perché questo è un palcoscenico del mondo.

Accenno solo piccoli passi più che altro per evitare le pozzanghere, mentre il mio ombrello ondeggia in un accompagnamento discreto. E' danza anche questa. 

Poi la magia finisce e mi ritrovo sulla strada asfaltata. Ancora un po' di passi e sarò in pieno centro. Fino a quel momento non ho incontrato anima viva, ma non mi sono accorta di quanto sono stata bene. Me ne rendo conto poco dopo, quando un brusio di voci mi raggiunge improvvisamente. Le sento ma non vedo ancora nessuno. Mi danno quasi noia, immagino un sacco di gente a camminare per il Corso e invece, fatta l'ultima svolta, mi accorgo che ci sono solo quattro persone che parlottano tra di loro. Per il resto è deserto, negozi chiusi, senso di abbandono.

Improvvisamente capisco quanto abbia preferito la mia passeggiata silente, a quelle poche voci che ho sentito ora e che sono giunte amplificate nel mio silenzio. Prima ero in una natura perfetta e non avevo bisogno di niente, ora mi ritrovo in un contesto sociale strano e innaturale, nel quale anche il suono di qualche parola, mi sembra poco normale. Sento che questo non è giusto e mi sembra di aver vissuto un momento surreale. Questo non è il mondo nel quale sono stata fino a un anno fa e questo nuovo mondo mi fa sentire a disagio.  Non può e non deve continuare così. 

Il cellulare suona, è una videochiamata su Wa. Mi ritrovo abbastanza interdetta. Non me l'aspettavo. Rispondo per sentirmi dire: " non volevo chiamare te. La chiamata è partita da sola". "Allora riattacco" ho risposto ridendo e mi apprestavo a farlo quando un no no, mi ha fermato e  così ho scambiato un pò di parole col mio interlocutore, così, giusto per parlare, e mentre lo facevo ho  sentito che in questo momento ci possono essere solitudini ben peggiori della mia.

Sono tornata a casa un po' più rilassata, pronta a far nuovamente il pieno di crisi, di mancanza di lavoro, di governo che annaspa, di tamponi fatti agli amici, di mascherine, di vaccini che non ci sono. Ma se si vuole andare avanti bisogna vivere anche tutto questo e continuare sempre a dirci......io, speriamo che me la cavo. E aggiungo....noi, speriamo che ce la caviamo.

"Che domenica ragazzi!" e il tono in cui l'ho detto lo lascio a libera interpretazione.

 


sabato 16 gennaio 2021

Elogio della Follia

 "Pensare che basti voler bene agli altri, perché gli altri ti vogliano bene, è pura follia!"  da "Piccoli Pensieri di KB"

 


Può sembrare assurdo elogiare la Follia vero? Eppure per me è così, e mentre lo dico, mi scuso sinceramente con Erasmo da Rotterdam per aver preso  in prestito il titolo della sua sferzante satira, ma un altro titolo sarebbe stato inappropriato, anche se la follia di cui parlo io è quella del voler bene anche a chi non te ne vuole.Non è un privilegio, oh no davvero! E' uno stato di necessità, è solo il carburante che permette di cercare di andare avanti nella vita e magari anche di viverla decentemente.

Non è che se si continua a voler bene, questo vuol dire che desideriamo stare con le persone che non te ne vogliono. Siamo folli, ma non siamo mica scemi! Significa solamente augurare sempre il bene comunque e in ogni caso a chi invece vorrebbe infilarti un dito in un occhio. E rendersi conto che così facendo, si riesce anche a spiazzare per brevi attimi chi ci sta di fronte o ci sta ascoltando. Non c'è niente che possa spiazzare di più una persona, che invece di costruire ponti, scava solo solchi sempre più profondi, dell'accorgersi che l'altro è riuscito a conservare dentro di sé, un bene che forse fa parte del suo modo di essere e degli insegnamenti che ha ricevuto . 

Preferisco la follia all'indifferenza,che invece è sempre più dilagante e autogiustificata, e sarebbe bello che questo tempo così strano che stiamo vivendo e che vivremo chissà per quanto, ci facesse pensare che è più facile di quanto possa sembrare, prendere il telefono o scrivere un messaggio e con un pizzico di follia  mettersi in contatto con  persone che non avremmo mai più cercato se non ci fosse stato proprio quel pizzico di maliziosa polvere pirimpimpina che scoppiettando in piccoli fuochi d'artificio ci ha detto ...dai, dai.....e daiiiii! E dopo averlo fatto, per un attimo sentirci contenti di noi stessi, anche se per i più saremo solo degli imbecilli.

E così mi sono ritrovata anch'io a elogiare la Follia, per Erasmo figlia di Pluto e della Giovinezza, per me figlia del mondo in cui mi trovo a vivere insieme a milioni di persone, molte delle quali come me pensavano che basta volere bene per farsi volere bene, e nonostante abbiano ammesso che non ci hanno capito niente di come va la vita, hanno deciso che per star bene con se stessi è preferibile andare sempre oltre. Ma oltre a che o a chi? Ma a se stessi, naturalmente, con quel tanto di follia che ci dice continuamente che si fatica molto di meno a continuare a voler bene, non tanto per il bene degli altri, quanto per il nostro, piuttosto che riempirci di risentimenti che finiscono per fare ingrossare il fegato e avere una cattiva digestione. E' una filosofia spicciola, ma funziona! Perché ci rende liberi.

Ad oggi, continuo a pensare, anche se certe volte non riesco a mettere in pratica il pensiero, che con un pizzico di sana, benevola, equilibrata  follia sia cosa buona. E'bello  svegliarsi e augurare buon giorno a tutti, anche a coloro che sappiamo benissimo  che non ci vogliono bene.

Si vive meglio! 

La vita è un brivido che vola via. E' tutto un equilibrio sulla FOLLIA

Vasco Rossi


sabato 9 gennaio 2021

Sì, viaggiare......

Ecco, se qualcuno mi chiedesse dove vorrei essere in questo momento, risponderei senza ombra di esitazione che vorrei essere in questa fotografia. E magari qualcuno mi prenderebbe anche per una tipa che vuole farsi le vacanze invernali in un posto alla moda. FOTO DEL GIORNO – Casaglia, il rifugio di Babbo Natale?Niente di tutto questo, perché il paesino che è raffigurato in questa immagine è Casaglia, a un tiro di schioppo da Marradi. Appena questa immagine mi è caduta sotto gli  occhi dentro di me ho detto che era bellissima, e subito dopo non ho potuto fare a meno di dirmi che quasi sempre abbiamo cose meravigliose sotto gli occhi e non le vediamo, salvo poi ritrovarle pubblicate in un giornale o in una rivista, e renderci conto che siamo stati proprio scemi a non accorgerci della Bellezza. Cerchiamo mondi di favola e la favola l'abbiamo sempre avuta vicino a noi, senza accorgercene, o peggio ancora senza averla ascoltata o letta nella maniera giusta.

E in quei campi coperti di neve, dove d'estate le mucche pascolano, io ho passato un pomeriggio a fare a pallate e a slittare con più entusiasmo che bravura, e quelle sono state le mie vacanze invernali.

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Sì, vorrei essere lì e poi scendere a valle per assistere ai fuochi d'artificio che quest'anno Marradi ha fatto per cominciare l'anno della "Via di Dante", che si snoda per tutto l'alto Mugello, del quale Marradi è l'ultimo tratto, se si viene dalla Toscana, o il primo avamposto se si arriva dalla Romagna. Vorrei, anzi voglio essere lì con la fantasia ai piedi del 'Castellone', non tanto per guardare i fuochi d'artificio, che anche se belli, non sono la cosa che mi interessa di più, quanto per far vivere dentro di me la storia che è passata attraverso le sue mura di torre di avvistamento, storia che poi si snoda in sentieri che hanno visto passare tanti uomini che hanno lasciato traccia di sé e delle loro imprese, dei loro misfatti, della loro vita spesa magari per assicurarsi un futuro migliore, proprio come oggi anche noi cerchiamo di fare.  Li vedo sopra di me, davanti a me quei fuochi che  si riflettono sulle acque del fiume che scende portando con sé le parole dei versi di Dante, che si confondono, si sommano, si dividono, si ritrovano, con quelle più moderne ed ermetiche di Dino Campana, fino a far abbracciare secoli lontani tra di loro,in un unico canto forgiato dai medesimi sentimenti di uomini erranti. Quanto è bello andare a spasso con la fantasia specialmente in una giornata uggiosa come questa, fatta di freddo e di quella pioggerella che non vuole saperne di tramutarsi in neve! Sono momenti unici che non si ripeteranno, perché saranno spazzati via da altre cose più impellenti e se anche volessimo richiamarli alla nostra attenzione onirica, non avrebbero più la stessa nitidezza del momento in cui li abbiamo immaginati. Che potere grandioso che è l'immaginazione, specialmente quando sceglie per i suoi viaggi luoghi conosciuti e li trasforma in immagini talmente vivide, che sembra basti poter allungare una mano per poter toccare Dante, Dino Campana, le pietre del Castellone, mentre il dolce rumore dell'acqua del fiume accarezza le orecchie, sovrastato di tanto in tanto dal rumore scoppiettante di un fuoco d'artificio, e intanto toccarsi le guance che trattengono  ancora il freddo della neve! Un viaggio che è durato cinque minuti, o delle ore? E chi lo sa?