venerdì 31 agosto 2012

Il volo radente

"E' buona norma, dopo aver volato molto in alto alto, di tanto in tanto tornare a praticare il volo radente, per evitare di fare prima o poi qualche atterraggio rovinoso"

(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)



Questo aforisma si adatta molto bene a me, se mi conosco bene!
A me infatti piace molto volare alto, andare nel cielo degli ideali, delle favole, della libertà, dell'impossibile. Mi ci sento bene in quel cielo, perché più su si vola e meno incontri si fanno  e quindi anche meno scontri. Le correnti ascensonali ci portano sempre più in alto e ci conducono senza fatica in posti nuovi senza aver bisogno di usare le ali.......là dove l'aria è più rarefatta e la sensazione è quella di essere fuori dal tempo e dallo spazio e i sensi acuiscono i loro poteri Ma in quel cielo c'è un'insisidia, della quale ci rendiamo conto solo quando la vita ci richiama prepotentemente al vivere quotidiano e ci riporta in basso, là dove volare è molto più faticoso. 
Solo allora si capisce che le nostre ali vanno esercitate quotidianamente, per dare loro quella forza di cui hanno bisogno per impedire quegli atterraggi rovinosi che ci ammaccano tutti ogni volta che la vita ci richiama a fare la nostra parte.
 Teorema:
Il volo radente è tale perché si effettua solo dove tutto tira inesorabilmente verso il basso e dunque  non può contare su alcun tipo di  corrente ascensionale, ma solo sulla forza delle proprie ali e sull'acume del proprio cervello nella misura di 2x4, là dove 2 si intende come forza e 4 come lotta pensante. Dal numero ottenuto, messo su un piano cartesiano, si evince che in tal modo si può volare all'infinito...........Boh!!!! 

giovedì 30 agosto 2012

La rosa nel deserto

E arrivò il giorno della partenza........
Se penso al mio viaggio, le idee si intrecciano una con l'altra, tanto è vasto il materiale che avrei da esporre. Nè tantomeno posso dire che tra tutte le esperienze che ho vissuto in quei giorni ce ne sia stata una più entusiasmante di un'altra. E' stato tutto talmente bello, talmente perfetto, talmente coinvolgente che anche oggi a distanza di dieci anni quando il pensiero torna a quei giorni, rivivo le stesse sensazioni, la stessa magica atmosfera che mi circondò allora e mi ritrovo quasi per incanto sull'aereo che mi portava a visitare la terra dei Faraoni. 
Ebbi la fortuna di avere un posto vicino al finestrino e arrivammo al Cairo che era già notte fonda. Dall'alto vedevo milioni di luci che coprivano un'aria sterminata e sembrava non dovessero mai finire. Mi incollai all'oblò e cercai di guardare dall'alto la città che si stendeva sotto di me, dove uomini meravigliosi avevano vissuto, sofferto, gioito, più di cinquemila anni fa e ci avevano lasciato un'eredità che anche oggi sembra troppo grande per le nostre conoscenze.
 A un certo punto sobbalzai e un lungo brivido mi corse per la schiena. Avevo visto delle gigantesche masse scure, inconfondibili, conturbanti anche da quella prospettiva. Inaspettatamente avevo avuto il mio primo incontro con le piramidi.Da allora in poi vidi solo cose meravigliose, alcune delle quali andarono ben oltre le mie più entusiastiche aspettative. Mi sentivo rinata, e più che altro sentivo un senso di appartenenza a quel mondo lontano che continuava a parlarmi con tutte le meraviglie che mostrava di sé. E' inutile che faccia un elenco di tutto  che ho visto, perché sarebbe un elenco interminabile, ma poi sono cose che fortunatamente anche se solo dalle immagini o dalla televisione, tutti conoscono. Posso però dire le sensazioni provate  davanti a quei reperti che parlavano un linguaggio di pace e di amore, cominciando  dalla grande statua di Ramses II a Menfi, la prima che andai a vedere da vicino. Non mi colpì la sua grandezza, ma la serenità che l'artista che l'aveva scolpito aveva saputo trasfondere in quel volto, e in quegli occhi che pareva guardassero l'eternità. Da allora ho sempre costatato questo binomio serenità-eternità, in tutto ciò che ho visto, anche nelle opere più grandiose. 
Le stesse piramidi con la Sfinge che fa da sentinella, trasmettono le medesime sensazioni, e anche se ero attorniata da una moltitudine  di persone e immersa nel cuore di una megalopoli estremamente rumorosa, la sensazione che provai fu quella  di avere un contatto ravvicinato , dove non esisteva  più nient'altro  che io e loro. Fu un momento unico e irripetibile che affido volentieri alle parole che scrissi poco dopo sulla mia agendina...seduta  a gambe incrociate ai piedi della Piramide di Cheope. 

"Che dire delle Piramidi? Che sono uno spettacolo unico?E' vero! Che sono affascinanti oltre ogni dire? E' vero!Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che sa di arcano, nonostante i turisti che si affollano intorno. Le tre Piramidi, una dietro all'altra, ma anche una accanto all'altra si ammantano di mistero, rivelano solo ciò che vogliono rivelare all'occhio profano del visitatore, e questo si nota anche di più, quando alla fine nel contesto entra a farne parte anche la Sfinge. Ecco! Allora l'emozione che aspettavo di provare è finalmente giunta irrefrenabile, davanti a quello spettacolo di nobile grandezza e di millenaria presenza, mentre il sole che comincia a scendere inonda tutto il paesaggio di luce dorata e staglia le cime delle rocce, nitide, sulle quali due uomini a dorso di cammello, vigilano la valle sottostante. No! Non dimenticherò mai questo momento che mi ha portato in una dimensione unica e diversa da ogni altra. Davanti ai miei occhi sognanti sono sfilati uomini antichi, quegli uomini che hanno voluto le Piramidi, quegli uomini che le hanno costruite. Mi sono sentita sola con loro, al di là della gente che brulicava intorno, al di là di tutto ciò che amo e che rappresenta la mia vita. Un attimo solo per me e per loro, come se tornassi a casa. Ho pianto! Ebbene sì!Ho pianto incurante dei miei compagni di viaggio che hanno visto la mia emozione, che non era un'emozione da turista. Ormai hanno cominciato a capire che sono diversa da loro, ma mi hanno compreso e hanno cercato di aiutarmi a non disturbare quel momento magico, così importante per me,  che non si ripeterà mai più. Il mio sogno diventato realtà senza farmi smettere di sognare lo devo a chi ha permesso che potesse avverarsi........"

 
Questo è lo stato d'animo che mi ha accompagnato per tutto il mio meraviglioso viaggio, uno stato d'animo che auguro a tutti di poter provare perché detto così con poche parole non riesce a rendere l'idea  della meravigliosa realtà che ho vissuto.
Sicuramente parlerò ancora dell'Egitto perché quando si trova la rosa nel deserto, siamo consapevoli di aver trovato qualcosa di raro, di talmente meraviglioso che dobbiamo per forza partecipare agli altri. Ma solo nei momenti in cui l'anima è proiettata verso il bello, verso il mistero della vita e della storia dell'uomo, sennò sarebbe solo sciupare i petali di quella rosa.
 Ho tante cose da dire, tante belle esperienze da raccontare, tanti sentimenti da rivelare, tanti luoghi da rivisitare col pensiero. Ma il tutto va dosato con sensibilità, perché non parlerò mai di quei luoghi con gli occhi della turista, ma solo con quelli dell'amore che continua anche oggi a suscitare in me questo paese meraviglioso che si chiama Egitto.

mercoledì 29 agosto 2012

.....e la vita rispose...


Non è che pensassi all'Egitto tutti i giorni, no davvero! Il mio era un amore , non una malattia, e tra l'altro un amore fiducioso che si contentava anche di sognare sui libri, accettando anche che le persone che mi stavano vicino, facessero l'esperienza che avrei voluto fare io, non una volta, ma più volte. Da quste esperienze degli altri ne ricavavo sempre cartoline entusiastiche, libri nuovi da leggere, scarabei  e oggettistica varia. 
Il mio amore restava lì, intatto, e idelizzato dalla rinuncia, mentre nel frattempo vivevo la mia vita e mi realizzavo come madre di tre splendidi figli.
Poi un giorno, dopo tanti anni, quando  già il mio amore si era ricoperto della patina che prendono tutte le cose desidereate, che non si sono mai realizzate, diventando ricordi dolcissimi dentro il cuore, che non sa più se le immagini che si proiettano davanti agli occhi sono ricordi di cose vere o di cose comunque sognate con un'intensitàtale da farle apparire reali........la vita rispose!
E rispose attraverso i miei figli, in uno dei periodi più bui che ho mai attraversato.
Avevo scritto un racconto in quei giorni, dove parlavo di me stessa e tra le altre cose era venuto fuori questo amore irrealizzato, che mi aveva seguito per tutta la vita. L'avevo dato da leggere anche ai miei ragazzi, non pensando mai che........
Una sera a cena, lo ricordo come se fosse ora, mentre parlavamo del più e del meno, improvvisamente si materializzò una busta e mentre la guardavo stupita dicendo dentro di me che non c'era niente da festeggiare che mi fosse sfuggito, il mio compleanno infatti era di novembre e invece eravamo appena alla metà di ottobre, e non mi decidevo ad aprirla mentre guardavo i loro occhi sorridenti, mi dissero:
"Ti mancava un sogno! E' dentro questa busta.....che aspetti ad aprirla? Buon compleanno in anticipo."
Era il programma per un viaggio di dodici giorni in Egitto....tra l'altro con la partecipazione di uno degli archeologi più famosi dei nostri tempi.........un sogno nel sogno!
Cosa provai in quel momento? Una tempesta di emozioni si agitava dentro di me....gioia, gratitudine, smarrimento, incredulità, amore...........non riuscivo a parlare.
"Non posso accettare!" fu la prima cosa che dissi " Non è il momento giusto....con questi soldi voi potete farci tante altre cose più importanti per voi........"
"Non ti azzardare a dire un'altra parola....e goditi il tuo viaggio!" fu la secca risposta alla quale non era possibile replicare. 
Il sogno tanto atteso stava per diventare realtà, in uno dei momenti più difficili della mia vita, quando mai me lo sarei aspettato, quando le nostre condizioni materiali erano pressoché azzerate.........insomma proprio quando niente avrebbe potuto farmi credere che una rosa può nascere nel deserto.
Nei giorni che precedettero la partenza cominciai a sognare tutte le cose che avrei visto. Chissà se nella realtà sarebbero state come nei miei pensieri? Feci un acquisto importante...almeno importante per me. Comprai una Moleskine. Avrei appuntato tutte le mie sensazioni per rileggerle in futuro e rinverdire sempre l'esperienza che mi accingevo a fare.
E arrivò il giorno della partenza...............................

martedì 28 agosto 2012

....poi........

.......poi un giorno, ormai donna, andai dalla parrucchiera, e come sempre accade in questi casi  mi misi a parlare con le altre che erano lì in attesa proprio come me. Ricordo come se fosse ora che a un certo punto entrò Angela, una ragazza che conoscevo molto bene e tutti a dirle: "E' un bel pezzo che non ci vediamo! Che hai fatto di bello in questo periodo?" "Sono andata in Egitto ragazze e ho visto cose meravigliose!"
 "Anch'io quando ci sono andata - le rispose un'altra - ci ho trovato cose che neanche pensavo potessero esistere!"
" Sei andata al museo del Cairo? Hai visto la maschera di Tutankhamon e tutti gli oggetti che hanno ritrovato nella sua tomba? I troni sono meravigliosi, così ricchi di decorazioni e di intarsi, e di oro, ma sono niente in confronto alle collane .........e la statua di Anubi?.....E Akhenathon con tutto il suo fascino l'hai visto? " mi misi a domandarle senza darle tregua. Mi interessava tutto, mi interessava sapere lei impressioni che aveva provato, e se le cose che aveva visto erano proprio come si vedevano sui libri. Ma non ebbi tanta soddisfazione, perché mi disse molto candidamente: "Sai queste cose le ho guardate, ma abbastanza superficialmente. Sono talmente tante che alla fine non le vedi neanche più....A me quello che interessava maggiormente era andare nei negozi che vendono oro, perché ne hanno di tutti i tipi  e per tutte le tasche ...e costa molto meno che da noi!"
"Ma almeno a vedere le piramidi ci sarai andata, o no? - le domandai con una punta di acido - oppure eri più attratta dai mercatini?!" Com'ero stata cattiva, Dio mio! Me ne resi subito conto e cercai di rimediare - Anche il folklore è molto interessante comunque!"
"Certo che  sono andata a vedere le piramidi e sono molto belle.........Ma tu quante volte ci sei stata in Egitto?" mi domandò incuriosita
"Io?? ....Neanche una"
"Neanche una? Ma dai!  Ne parli come se tu lo conoscessi come le tue tasche. Addirittura sapevi anche in quale sala del museo erano le mummie!"
"E solo frutto di tanta lettura... e di tanto interesse!" risposi un pò imbarazzata. Mi sembrava di aver fatto la figura di una fessa............." Ma un giorno ci andrò......ci andrò....non so quando, ma ci andrò!" e mentre lo dicevo alle altre era una promessa che facevo a me stessa. Mai rinunciare ai propri sogni!
" Accadono cose che sono come domande,passa un minuto oppure anni, e poi la vita risponde", ci dice Baricco. 
La mia domanda era stata posta, sotto forma di affermazione e non mi restava altro da fare che la vita mi rispondesse...................

lunedì 27 agosto 2012

Il mio Egitto

Ehhhh!Sì.
 Il grande amore della ma vita è proprio l'Egitto. E non da ora. E' stato un amore precoce, un fulmine a ciel sereno, qualcosa che non sono mai riuscita a spiegare bene neanche a me stessa.
La prima volta che sentii parlare di Egitto, avevo poco più di sei anni e questo nome venne fuori casualmente mentre il mio babbo mi raccontava le sue vicissitudini in terra di Libia e mi faceva vedere le fotografie di un'oasi dove svettavano delle palme altissime, vicino alle quali c'erano  cammelli in sosta. Di tutto il discorso ricordo solo che gli domandai che cos'era l'Egitto e lui mi parlò delle grandi piramidi, una delle quali era considerata una delle sette meraviglie del mondo e mi disse che erano antichissime, che la loro costruzione si perdeva nella notte dei tempi.
Io lo ascoltavo incantata e da allora questo stato d'animo perdura nel tempo senza aver perso niente del suo antico smalto.
Non ricordo più molto bene quando cominciai a leggere i primi libri di archeologia, ma ricordo benissimo il meraviglioso senso di coinvolgimento che ho sempre provato nella lettura di ognuno di essi. Ne assaporavo ogni parola e ogni immagine mi si fissava nella mente in maniera indelebile. Andavo a leggere nei posti più isolati, dove nessuno potesse disturbarmi e distogliermi dalle storie che vivevo....perché le vivevo veramente, ero lì con ciascuno di quegli archeologi, sentivo le loro emozioni, i loro stati d'animo, partecipavo alle loro delusioni e alle loro esultanze. Meraviglioso!
E il mondo della storia di quel bellissimo paese mi si apriva in tutto il suo splendore.
E di quello splendore immaginario ho vissuto per tanti anni, senza mai riuscire a togliermelo dalla testa  e più che altro dal cuore...........poi.........
Purtroppo ora devo correre al lavoro, continuerò domani.............

domenica 26 agosto 2012

Il grande amore della mia vita




Stamani il grande amore della mia vita si è affacciato prepotentemente nel mio cuore. Mentalmente lo coccolo e accarezzo ogni ricordo che mi ha lasciato e ogni emozione che mi ha fatto e mi fa provare ogni volta che penso a lui. E come tutto ciò che è bello e che vogliamo duri più a lungo, sento il bisogno di svelarlo lentamente.......cominciando con una premessa un pò misteriosa.........


Il mio piccolo mago di Oz, comincia a ragliare. Ci voleva anche il telefono! Ma perché non mi lasciano un po’ in pace? Stavo tanto bene!
Pronto??” dico svogliatamente
Allan, Allan, mi senti? L’ho trovato! L’ho trovato!”
L’inconfondibile voce del Professore OnilLino è almeno di tre toni sopra il normale. Non l’avevo mai sentito così,….. cosìììì…… Sì, così eccitato, incalzante, giovane, ….oserei dire.
Professore, ….sì…la sento! Ha trovato cosa?” chiedo incuriosita, allarmata.
Oh! Ma che fai dormi? Ho trovato cosa vuol dire il biglietto misterioso”.
Davvero? Gli grido in un orecchio. Improvvisamente sono presente a me stessa con tutti i miei sei sensi! (Per chi non lo sapesse il mio sesto senso è l’intuito, ma questo l’ho appreso leggendo “Le leggi di Murphy” nelle pause della stesura di questo coso.) Tesa come la corda di un violino, o la corda di un arco, o la corda di un impiccato! Ecco! Forse è più quest’ultima, perché mi sento come se qualcuno mi avesse strangolato. Quasi non riesco più a respirare.
Sì, sì. Ti dico che so che cosa c’è scritto nel biglietto”.
Benissimo! Oh che bella notizia! E che c’è scritto?”
Non te lo dico. Almeno non per telefono. Ti dico tutto stasera quando ci vediamo”.
Perché stasera ci vediamo?”
Ma che domande sciocche che fai! Certo che ci vediamo. Dobbiamo parlare al più presto di questa cosa e organizzarci per andare avanti”. Risponde il professore con pazienza. Forse pensa che l’emozione mi abbia giocato un brutto tiro! Quanta ragione ha! Infatti ho urgente bisogno di andare in bagno, come mi capita in tutti i momenti eccezionali della mia vita! Ogni momento importante della mia esistenza è associato al colore delle piastrelle dei bagni che hanno condiviso con me questi attimi irripetibili. Azzurre, rosa, a losanghe, di mosaico, grigie, sporche, scritte….e anche di marmo. Di che colore sono quelle del mio bagno? Non importa! Ora c’è altro da pensare.
Va bene professore. Troviamoci stasera alle dieci al Cioccobarocco! – improvvisamente sono rientrata in me – e mi dica almeno questo. Ciò che ha scoperto ci aiuta nelle nostre ricerche?”
Non lo so. Non ci ho capito niente!” e lasciandomi con tanto di naso, riattacca
Benissimo! – sono curiosa, agitata, eccitata – e ora che succederà?”

Non ce la faccio ad aspettare le dieci. Almeno ci fosse stata Jessi! Ma è ripartita per andare all’Università! Ma perché gli ho detto alle dieci? Alle nove e mezzo parcheggio di fianco al Cioccobarocco. Ma anche stavolta non sono stata io ad arrivare prima.
Onil Lino è già lì e sta camminando avanti e indietro, senza un attimo di riposo!
Camminiamo” mi dice brevemente il professore senza neanche salutarmi
Senta professore, non so lei, ma io sono reduce da una pesante giornata di lavoro. Gradirei molto di più sedermi un attimo. Se non le dispiace…all’interno!” aggiungo precipitosamente, prevenendo il gesto di OnilLino che si prepara a sedersi a un tavolino lì fuori. “Sa preferisco dentro, perché fuori ci sono le zanzare. Odio i pizzichi di zanzare”
E’ una scusa banale, lo so, ma lì per lì non ho trovato niente di meglio da dire per giustificare il mio desiderio di sedere all’interno del locale. Non posso confessare al Prof. che ogni volta che entro in quel luogo mi sento come nell’anticamera del Paradiso. Cascate di cioccolata che scendono in ogni dove, piramidi di cioccolatini che si innalzano vertiginose verso il soffitto, aromi deliziosi che accarezzano le narici più di qualsiasi narghilè, e cartine d’oro e d’argento a impreziosire l’alimento degli dei, e tulle e pizzo di tutti i colori ad esaltarlo. Il tutto servito a eleganti tavolini in tazze e piattini riccamente decorati, mentre le immagini si riflettono in luccicanti specchi ammantate da fantastiche cornici intarsiate e immerse nell’oro. Una delizia per me, alla quale se posso non voglio rinunciare. Capisco dall’espressione del professore che non ha bevuto per niente la storia delle zanzare, ma guarda con indulgenza alla mia piccola mania.
Sa professore, sono molto ghiotta!”
Possiamo risolvere questo piccolo problema ordinando due gelati al cioccolato con panna montata. Che ne dici? Sai sono ghiotto anch’io!”
Messa a mio agio come non mai, rinasce immediatamente in me la curiosità di avere notizie di ciò che ha scoperto il professore, che in effetti muore dalla voglia di parlare.
Allora Allan, se ora sei pronta pere ascoltarmi, vorrei dirti in due parole che cosa ho trovato”
Bene professore, sono tutta orecchi” e mi infilo in bocca un cucchiaio di gelato con panna che mi fa deliziosamente rabbrividire.
Ricordi che ti avevo detto che avevo scartabellato libri su libri per cercare qualcosa che mi potesse guidare verso quei segni così strani che Sirìn ci ha lasciato? Sì?! Allora ti ricordi anche che nonostante tutte le mie ricerche e miei sforzi non ero arrivato a niente? Bene! La cosa che ancora non ti avevo detto è che dovevo controllare un documento che avevo nel computer e ieri mi sono deciso a percorrere anche quella strada, anche se ti confesso, non avevo molte speranze di riuscire. Ho acceso il computer e…..là, tutto bloccato. Ho provato non so quante volte, ma il risultato era sempre lo stesso. Arrivavo fino a un certo punto e poi non potevo più procedere. Allora ho telefonato, che mi mandassero qualcuno a vedere che era successo al mio segretario e nell’attesa mi sono sdraiato in poltrona con un buon libro in mano…….tanto non sapevo che fare! Poi qualcuno ha suonato alla porta e….”
Il professore parla così bene e con tale proprietà di linguaggio che è un piacere stare ad ascoltarlo. Sembra di essere lì mentre si svolge la scena!.......


Driin! Driii!
Arrivo arrivo, Vengo subito!”
Sulla soglia si staglia un bel giovane di circa venticinque anni. Capelli a spazzola, abbigliamento informale, una grossa borsa metallica ai suoi piedi. Sorriso accattivante.
Il Professor Onil Lino?”
Sono io!”
Buona sera professore, sono Robi! Ho ricevuto il suo sos per il computer”
Ah! Benissimo. Il galantuomo fa le bizze e mi impedisce di andare avanti col mio lavoro! Venga! Le faccio strada”.
Ma questo è veramente un bel pezzo! Complimenti professore! Mi immagino che per lei debba essere un autentico piacere lavorare con un simile attrezzo!”
Sì! Finché non fa come oggi, che mi ha lasciato completamente a piedi”
Ora vediamo che è successo a questo ragazzo” E Robi senza aspettare ulteriormente, ha cominciato a sbudellare il suo paziente, tirando fuori fili, chips, e altri marchingegni noti solo agli operatori del settore.
Lo dicevo io, è una stupidaggine! In cinque minuti glielo rimetto in funzione, non si preoccupi Professore!”
Poco più che cinque minuti dopo, tutto è tornato al suo posto. Il giovanotto è stato di parola.
Ora, se permette però dovrei sedermi per provarlo e verificare che abbia ripreso tutte le sue funzioni”
Faccia pure con comodo, tanto per oggi mi sa che il mio lavoro è andato alle ortiche!” ribatte il professore, guardando incuriosito le operazioni di ripristino che le mani agili di Robi rimettono in funzione. Onil Lino ha conosciuto tanta gente sino a diventare un esperto di uomini, ma non ha mai visto nessuno intendersi con un computer come questo ragazzo. Tra lui e il computer, non si tratta solo di uso di un mezzo che la tecnologia ci mette a disposizione sempre maggiormente perfezionato, ma di autentico filing!
Ecco Professore! Il suo ragazzo è tornato a fare il bravo!” E’ in quel momento che la mano di Robi ha inavvertitamente sfiorato un foglietto che era sistemato lì vicino, facendolo cadere. Prontamente si è chinato a raccoglierlo e dopo avergli dato un rapido sguardo l’ha rimesso al suo posto.
E’ una vecchia password?” ha domandato al Professore.
Perché mi fa questa domanda?” Ha chiesto Onil Lino alquanto a disagio
Perché molti si ostinano a mettere delle password strane nei loro computer, per non farne indovinare l’accesso, e poi sono i primi a dimenticarsene. Lei non sa quanti mi hanno chiamato per risolvere problemi di questo genere”
E…………li ha sempre risolti?” Onil Lino sembra sulle spine
Fino a questo momento sì…..anche perché, sono cose piuttosto elementari, quando si gioca con una tastiera per tutto il giorno!”
E potrebbe interpretare anche questi segni?” Il professore cerca di non farlo notare, ma una strana eccitazione si sta impadronendo di lui.
Beh! Credo proprio di sì! Se vuole lasciarmi dieci minuti, penso di potercela fare!”
Come no! Si accomodi! La cosa, sa , mi incuriosisce davvero!”
Ok. Allora se permette…….”E Robi si è seduto nuovamente, stavolta, senza toccare niente, lo sguardo fisso alla tastiera, che ogni tanto sfiora delicatamente, quando un tasto, quando un altro.
Onil Lino non può fare altro che aspettare. Possibile che la soluzione non debba andare cercata nelle antiche lingue, ma in un computer? Sembra proprio di sì a giudicare dall’espressione del giovane, i cui occhi intelligenti si sono riempiti improvvisamente di allegro sfottò.
Professore le comunico che il suo geroglifico non è più un mistero per me. Tra l’altro è uno dei più semplici che mi è capitato di risolvere. Si vede che è fatto da un dilettante!”
Fatto…che cosa?” ha domandato allibito Onil Lino.
Beh! Chi ha voluto lasciare incognito il significato della parola che significa questo accrocco di segni, ha usato un modo semplicissimo. Venga che le faccio vedere! Guardi il primo segno di questo nostro…chiamiamolo geroglifico con un po’ di presunzione,…..ecco è la lettera l, ma se io vado dalla parte opposta della tastiera e conto quattro tasti dall’inizio, proprio come è dall’altra parte, ottengo la lettera f,…..e così di seguito con gli altri simboli, anche se ho dovuto giocare per un attimo con le maiuscole, per cercare qualcosa che avesse un senso compiuto. Così sono arrivato a formare una parola………”


E troppo bello professore per essere vero. Sembra di essere in un libro poliziesco!” ho ribattuto entusiasticamente interrompendo il discorso eccitato di Onil Lino. Il mio gelato è finito da tempo, ma una volta tanto non ho sentito nemmeno il sapore, tanto ero presa dal racconto del professore. “E mi dica……… che parola era?”
Ora te lo dico Allan, ma prima fammi finire di raccontarti”



“……….Ed è una parola di senso compiuto?” chiese incuriosito il Professore.
Sicuramente – rispose Robi- tra l’altro mi sembra di averla già sentita nominare, ma al momento non riesco a ricordare in quale occasione”.
E qual è questa parola?” il Professore non riusciva più a contenere la sua impazienza di sapere, anche se avrebbe voluto in tutti modi non far capire a quel ragazzo dagli occhi così arguti il suo interesse.
Fayum” ha risposto Robi
Prego?”
Fayum,….F-A-Y-U-M” ha ripreso sillabando le lettere.
Anche a me questa parola non sembra nuova. L’ho già sentita anch’io, ma in questo momento non riesco ad associarla a niente” Onil Lino più che rispondere a Robi è come se lo facesse con se stesso
Allora non era una password, vero professore?” ha aggiunto Robi ridendo e ammiccando a una catasta di libri.
Si è accorto immediatamente, l’importanza che aveva per questo uomo di così poche parole, dare un significato ai segni che non era riuscito ancora a decifrare. Aveva notato vicino al computer libri di lingue antiche, dove facevano bella mostra di sé caratteri cuneiformi, oltre ai classici geroglifici e alla scrittura lineare A e B, e aveva fatto alcune semplici deduzioni.
Il Professore ha seguito lo sguardo del giovane e improvvisamente ha sorriso. Inutile mentire!
No, non era una password!……..Tra l’altro ho bisogno veramente di sapere cosa vuol dire questa parola. E’ senz’altro un nome. Ma di chi o di che cosa?”
Se permette Professore le darò una mano a risolvere il suo enigma. Mi sono sempre piaciute le sfide, fin da quando ero piccolo”
Mi crede se le dico che l’ho capito non appena l’ho visto? …Accetto il suo aiuto, e la ringrazio. Mi lasci il numero del suo cellulare e teniamoci in contatto”
Ok Professore, ma a un patto!”
E sarebbe?” ha risposto Onil Lino corrugando la fronte. Possibile che si fosse sbagliato e il ragazzo non fosse come pensava lui?
Che mi chiami Robi e mi dia del tu”
Affare fatto!” e un ampio sorriso ha spianato i lineamenti corrucciati del professore e restituito la luce allegra ai suoi occhi. Dopotutto non si era sbagliato! Aveva visto migliaia di giovani in vita sua e aveva imparato a valutarli. Questo era decisamente un bravo ragazzo.

Fayum, Allan, Fayum….. Abbiamo la parola, ma ancora brancoliamo nel buio” conclude Onil Lino




Improvvisamente non so più trattenermi. Non appena il professore ha pronunciato quella parola, tutto in me si è elettrizzato. Mi sono sentita pervadere da un’ondata di calore talmente intensa da darmi le vertigini.
Credo di essere diventata rossa come una ciliegia e di aver cambiato espressione, perché il professore a un tratto mi ha guardato allarmato e mi ha detto:
Ma …Allan ti senti bene?”.
Mai stata meglio Professore. Mi sento benissimo, e tra un pò si sentirà benissimo anche lei, perché io so dove è Cristina”
Tu sai dove è Cristina?…… E come fai a saperlo santo cielo?”
“Fayum… professore, Fayum io so che cosa è cosa vuol dire e dove si trova!”
Davvero? E dov’è perbacco? Non tenermi più sulle spine” ha detto il professore
E’ in Egitto……”

(Tratto da Time of Dream's)

sabato 25 agosto 2012

I miei domani

Se mischi in parti uguali volontà e ottimismo, riesci a fare cose che in altri momenti sembrano impossibili. Importante è continuare a credere che domani sarà meglio di oggi, dove l'oggi sei te e il domani i tuoi figli. Anch'io nel mio poco ho fatto cose pensando ai miei domani, che non avrei mai immaginato di essere capace di fare. E io sono solo una piccola donna!
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)

venerdì 24 agosto 2012

Quella che il bruco........

Quando ci si guarda troppo allo specchio, alla fine si scoprono cose che molte volte rifiutiamo proprio ostinatamente di vedere.
Io da un pò di tempo mi ci guardavo spesso e inesorabilmente  ci ho visto i miei occhi. Occhi malinconici, no, di più!.... occhi tristi, no, ancora di più! ......occhi proprio vacui!
Senza starla a fare troppo lunga, mi sono detta che ciò che vedevo non andava bene.E sono corsa subito ai ripari. Ho preso il grande libro della mia vita in mano e come ho fatto ormai tante altre volte ci ho scritto "Basta, non mi piaccio per niente" e senza stare a pensarci due volte ho voltato pagina.Per ora ha sempre funzionato. Basta solo trovare una motivazione che permetta di ricaricarsi di un pò di entusiasmo e che faccia desiderare il domani con un briciolo di aspettativa. Non sono alla ricerca della felicità, no davvero, ma della serenità
Pagina bianca dunque! E che ci scrivo?
Mamma mia  non riesco ad andare avanti! Aiuto. Da che parte posso cominciare?



Eccomi qua! Ho scritto un altro racconto, ho ricominciato timidamente a dipingere, ma ho fatto molto, molto di più! Ho aperto un blog e l'ho chiamato “La casa di Fuf” e lì scrivo, scrivo a ruota libera, passando da poesia a prosa, ad aneddoti, a semplici articoli che avevo scritto per la 'Voce' ma che lì mi  fanno tutto un altro effetto, ho dato il mio blog in prestito anche agli amici........

'La casa di Fuf' è proprio casa mia e grazie tante a mia figlia che mi ha aiutato a trovare questo nome e che è riuscita ad aprimi questo blog, al quale i primi giorni mi sono avvicinata timidamente e con la paura di mettere a nudo la mia anima! Ora vado come una scheggia e aspetto impaziente la mattina, quando, subito dopo il caffè, mi metto a scrivere pensando che tutto ciò che dirò avrà molte più probabilità di non essere mai letto, ma potrà anche avere qualche possibilità che invece venga letto magari in una qualsiasi parte del mondo........... e qui entra in ballo il calcolo delle probabilità..Questo pensiero mi rende euforica!  Mi sento libera di viaggiare, di andare, e gioisco quando vedo il numero delle visite che ho ricevuto.Non è poco per me, che fino a poco tempo fa pensava di non avere più niente da dire, da dare, da aspettare!
E' bello comunque pensare che anche solo per un breve attimo il mio pensiero si è incrociato con quello di altre persone che per situazioni, luoghi geografici, impostazione mentale, formazione culturale......e chi più ne ha più ne metta, sono diverse da me  Per me la cosa importante è quella di essere venuta finalmente fuori dal bozzolo, io, proprio io, una farfalla  che ha voglia di continuare a sognare! Una farfalla con le ali un pò ammaccate, dai colori un pò sbiaditi dal tempo, che finalmente si mostra per quello che è veramente, che si guarda intorno stupita e poi commenta: "Ma allora è proprio vero che quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla!?" E non importa se al momento nella nuova pagina del mio libro  'il resto del mondo' sono solo io.

giovedì 23 agosto 2012

Lo specchio



Ohioihoi.......stamani la mia giornata è cominciata davanti allo specchio e quando mi metto davanti allo specchio divento un pò come Grimilde, la regina di Biancaneve, solo che io non chiedo chi è la più bella del reame, ma solo......... chi sono io?
Mi guardo allo specchio col lieve sorriso che mi caratterizza sempre, qualsiasi possa essere il mio stato d'animo. Il mio babbo diceva che ho il sorriso della Gioconda e qualche volta ho dovuto costatare anch'io questa contrazione dei muscoli facciali che fanno del mio viso una maschera impenetrabile, in cui tutto si nasconde dietro gli occhi e in quel sorriso indefinito che non fa capire a chi mi sta di fronte, che cosa mi sta transitando per il cervello. Se è per quello il più delle volte non lo capisco nemmeno io, ma sono contenta che gli altri non riescano a decifrare il crittogramma Giuly.
In effetti mi sto guardando, ma sono lontano anni luce. Lo specchio è sempre stato importante per me per andare oltre me stessa, entrare in un mondo immaginario in cui tutto si muove a rallentatore, anche i miei sentimenti. Mi guardo nello specchio ma dopo un po' non mi vedo più e in questo stato quasi onirico, fantastico su situazioni che mi stanno a cuore, fuori dal mondo tangibile, dalla sensorialità quotidiana......insomma un gran casino. E non è da ora che faccio questo. Da che mi ricordo ho sempre avuto questo strano rapporto con lo specchio e tanti dei miei momenti particolarmente suggestivi li ho vissuti magari mentre mi lavavo o semplicemente mi strizzavo un brufolo.....
Certo io capisco benissimo che se un giorno i miei figlioli leggeranno queste cose si faranno di me un'opinione se non altro ….strana,.....ma forse anche no!! Forse loro hanno sempre visto come sono, nonostante io cerchi qualche volta di mettermi addosso un abito un po' più conforme al vivere civile.

mercoledì 22 agosto 2012

Un pò di geometria

Mia figlia sta dormendo in camera sua, la nonna dorme in tinello davanti alla telvisione, Bali dorme nella sua fotografia attaccata al frigorifero,Ronni-Pu dorme sotto le stelle, io sono qui davanti al mio computer, al quale ho cambiato l'immagine di sfondo del desktop. Ogni tanto faccio questo lavoretto per rinnovare un po' la visuale. Avevo messo le donnine di Lautrec, ma poi alla fine mi intristivano per cui ho ripiegato nuovamente su Kandinsky e le sue geometrie pazze e colorate. Anch'io recentemente ho fatto disegni pseudo geometrici. Ma come è possibile? Io e la geometria non siamo mai andate d'accordo....ma si cambia, si cambia e pur non riuscendo ad essere precisa, sono affascinata dalle linee rette che improvvisamente si avvolgono in parabole e in spirali. Andare, andare, andare sempre dritti e quando credi che non ci sia niente di nuovo nella vita improvvisamente ti ritrovi a ripiegarti su te stesso in strane evoluzioni che non capisci ma che non puoi evitare e da quella nuova posizione guardi prospettive diverse e affascinanti, mai ipotizzate, mai cercate, ma qui davanti a te, che ti avvolgono, ti invitano e capisci che la vita è tutta una sorpresa incredibile che non ti fa mai essere sicuro di niente e al tempo stesso ti si offre con tutta se stessa, con l'impudicizia di chi è sicuro di sé e di ciò che ha da dare.

Ecco! Se ora rileggo quello che ho scritto sono sicura che non capirò neanche una parola di quello che ho detto, ma la persona che ha scritto queste cose sono io prima,quella di due minuti fa, come sono io ora in questo preciso momento. Forse è meglio se vado a dormire anch'io.

"Tertium non datur"? E noi ce lo inventiamo!

Io "Tertium non datur" non lo conoscevo. Non l'avevo mai sentito dire e sì, che di aforismi ne conosco a centinaia e mi piacciono molto!  Naturalmente non la conoscevo prima che la usasse Beppe Grillo....non mi era mai neanche capitata sotto gli occhi. Ma perché mi ha colpito tanto tanto questa breve citazione? Che anche a distanza ormai di mesi continua a girarmi per la testa? Poi alla fine, quando meno me l'aspettavo, al solito, ho capito.  Mi piacerebbe potermi dilungare in discorsi cervellotici o cerebrali come preferite, ma non posso. Non posso semplicemente perché in queste tre parole io ho visto solo una codificazione di ciò che sento dentro di me da tanto tempo senza essere mai riuscita a spiegarlo in due o meglio in tre parole. Non me ne importa niente di Grillo....... Mi è interessata soltanto questa citazione perché all'improvviso tutto mi è stato semplice e chiaro e ogni tassello è andato al suo posto.
Bene! Non sono sicuramente buona ma non sono sicuramente cattiva..........là dove al buono e cattivo potete dare il significato che credete....... guardo un po' di qui e un po' di là e cerco di scegliere il meglio che ciascuna parte mi offre di se stessa senza affiliarmi a nessuna di loro. Insomma non mi identifico completamente con niente. Io sono alla ricerca del tertium datur, perché ne ho diritto e perché ho la libertà di pretenderlo e nessuno mai potrà affibbiarmi un cliché.
Voi capirete che alla luce di queste incisive e sbrigative parole, la stima per me stessa è cresciuta in maniera esponenziale ai miei rifiuti per le cose dell'una e dell'altra parte. Credo in Dio, ma amo la scienza, sono per l'ordine ma sono pronta a salire sulle barricate, cerco di fare il bene ma il male ha in me un sottile fascino e avanti.......
In definitiva io sono io, penso come io, agisco come io, mi schifo come io, amo come io e non come destra o sinistra , questo o quello. Io sono il terzium datur, tu sei il terzium datur, voi siete il terzium datur, se non vi identificate in nessuno e volete mantenere la vostra libertà intellettuale e spirituale.
Poi c'è sempre il compromesso, quello che deve far apparentemente allineare a chi ti da la possibilità di lavorare e quindi di mangiare ma anche quindi di pensare. Ma questa è un altra storia, fa parte del pane quotidiano.





basta una lampadina nuova e un pò di voglia
L'importante invece è capire cosa ci piace o non ci piace,sapere dentro di noi e solo dentro di noi cosa per noi è vero e cosa no, in barba a tutti quelli che ci vogliono appiccicare un'etichetta o che ci definiscono per ciò che non siamo, mentre dentro di noi ce la ridiamo della loro brevità mentale. Si imparano strada facendo queste cose, l'importante è non venire mai meno ad esse, perché sarebbe come rinnegare se stesso, quella persona che racchiude in sé il fanciullino e la saggezza dei piccoli, quella persona che solo noi conosciamo, amiamo e in definitiva stimiamo. Tutto il resto del mondo si attacchi pure al tram.......


martedì 21 agosto 2012

Mi resetto





Ho fatto un sogno . Un sogno bizzarro e se vogliamo molto stupido. Ero davanti al computer e scrivevo quando improvvisamente si apre la solita finestra che mi dice con parole più tecniche, ma il succo è questo.... 'il programma verrà terminato ora' e poi ' se decidete di chiudere il programma non tutti i dati saranno salvati' seguito da 'segnalazioni errori inviare o non inviare' e mentre sto quasi spostando il cursore sul 'invia' arriva un perentorio 'non inviare'. E se io volessi inviare? 'Non inviare' Ma perché? 'perché se pigi invio ti si apre una finestra che tu non conosci, che non sai gestire, e rischi di perdere tutto'.
'Resetta, resetta, resetta....hai capito? Resetta, ti dico resetta......'
Mi sono svegliata impaurita. Ma impaurita da che? Poi ho capito. Il computer ero io e io dovevo resettarmi. Era inutile continuare in un file nel quale evidentemente qualcosa non aveva funzionato,anche se io no sapevo che, non valeva neanche la pena cercare di ricostruire qualcosa di quel file. Dovevo essere riprogrammata. Ma vale la pena riprogrammare un computer vecchio? Mi sono detta. Ebbene sì, evidentemente valeva la pena, accorgendomi con stupore che è ormai da tanti mesi che ho messo in atto questo procedimento senza rendermene conto. Ho guardato lo schermo del mio computer, cioè mi sono guardata dentro, e ho visto che le icone sono diminuite e riviste. Qualcuna addirittura ha mantenuto il nome ma è tutta da riscrivere. Ecco mi sono risposta ed ora eccomi qua. Un piccolo computer implume che ha riaperto un file dove vuole continuare a scrivere la sua vita. Bella, brutta, inutile, assurda? Quella che sarà, ma con prospettive diverse e attese diverse. E più che altro con consapevolezze tutte nuove che emettono i loro timidi vagiti e chiedono di essere nutrite adeguatamente. Ci riuscirò? Avrò ancora il tempo di scrivere qualcosa della mia vita che valga la pena di essere scritta, o la mia età nonpiù così verde mi appiattirà nella sua monotona quotidianità? Alzo le spalle! Nessuno sa mai queste cose quindi non ci voglio pensare, voglio vivere e basta cercando di fare di ogni giornata qualcosa per cui valga la pena di ringraziare di essere al mondo. E comunque le mie nuove consapevolezze, una nidiata plurigemellare, hanno bisogno di essere adeguatamente nutrite. Ops! Scusatemi ma è giunta l'ora della poppata.Mi avvio per la mia strada.

lunedì 20 agosto 2012

La bischerata del lunedì

La 'Relatività' esiste solo in funzione di una contrapposizione. Se non ci fosse più questa avremmo il tanto sospirato 'Assoluto'....e ti immagini che palle? 

(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly )

Giovane o vecchia? Che importa? Tanto tutto è relativo
Quando ci vuole ci vuole...via!!! Cerco l'Assoluto, o almeno faccio finta di cercarlo, ma sguazzo molto più che volentieri nella Relatività che mi porta nel relativismo.Ma vi immaginate se tutto fosse sempre immoto, scontato, perfetto? Se tutti vedessimo le stesse cose alla stessa maniera, perché è così e non può essere altro che così? Se ci si alzasse la mattina sapendo che niente di nuovo può accadere al di là delle cose assolute? Se non ci fosse più l'ansia del domani, dell'imprevedibile, dell'imponderabile? Se nessuno per conosolarsi  di qualche tramvata non potesse più dire tanto è tutto relativo e sperare che la prossima tramvata se la becchi qualcun altro al posto suo?
 Dai!! E' bello pensare che due osservatori, che devono poter comunicare tra di loro, determinano due diverse posizioni per il medesimo oggetto mobile che si trova in una data posizione. Immaginate come può sentirsi onnipotente il bombolone (mi viene in mente questo perché è mattina e non vedo l'ora di andarmelo a comprare, però  immaginatelo mobile, che fluttua  in un punto imprecisato dello spazio) , unico rimasto nel vassoio quando due persone se lo contendono, oppure in virtù dell'educazione umana di facciata inculcata da millenni da subdole filosofie, se lo offrono mandando intanto l'altro a quel paese! Il bombolone non sa di aver appena dimostrato una teoria galileiana, ma Galileo sì, e se ai suoi tempi i bombloni esistevano già, penso che se lo sia fatto fuori con una soddisfazione ancora maggiore.
"Un bombolone relativo ha tutto un altro sapore di un bombolone assoluto." Ed è proprio dicendomi una volta di più che tutto è relativo che ho potuto enunciare questa bischerata del lunedì! 

PS - Scusatemi! Mi sono appena accorta di avere scritto tutto a capodisotto e questo se ce n'è bisogno sta a dimostrare meglio la relatività del mio cervello. Ora spero che sia tutto più leggibile.


domenica 19 agosto 2012

Buon viaggio Ronni-Pu




Stamani abbiamo aperto  la gabbietta di Ronni-Pu e l'abbiamo liberato. Ormai da qualche giorno Ronni, il nostro balestruccio, era pronto per fare il grande salto nella vita e noi l'abbiamo aiutato come meglio abbiamo saputo fare....e con tanta tristezza.
Del resto non si può tenere una rondine in gabbia! Lo dice la legge, lo dice il buonsenso, e più che altro lo dice l'affetto che proviamo per il nostro piccolo rondinotto.

L'abbiamo portato nel 'campetto' e dalla mano di mia figlia ha spiccato il volo, un volo bello, cablato, senza timori.........L'abbiamo seguito con lo sguardo fin dove abbiamo potuto, con la malinconia di tutti gli addii e allo stesso tempo con la gioia di aver potuto dare un'opportunità al nostro piccolo amico pennuto.
"Buon viaggio Ronni!" gli ho detto dentro di me, mentre quasi per incanto tornavo bambina, china sul quadereno di quarta elementare, sul quale mi accingevo a fare il riassunto che la maestra ci aveva dato. La storia parlava di un bambino e di un uccellino in gabbia, un uccellino che guardava sempre il cielo sognando di essere insieme agli altri suoi simili che vedeva volare liberi. E che alla fine, sognando la libertà, era morto dentro la gabbietta. Ricordo quanto era difficile per me scrivere quel finale che non volevo, e infatti la penna non voleva andare avanti. Non accettavo l'epilogo di quel racconto! E allora, pur sapendo, che il giorno dopo sarei andata incontro ai rimproveri della maestra, avevo sorriso tra me e me e avevo cambiato la fine "E il bambino, vedendo che l'uccellino era triste aprì la porta della gabbia e l'uccellino volò nel cielo libero e felice!" E allora finalmente mi ero sentita felice anch'io, della stessa felicità che ho provato oggi quando ho visto il nostro uccellino volare libero.
Dopo tanti anni l'epilogo immaginario si è attuato nella realtà e la donna di oggi per brevi attimi è tornata la bambina che voleva la felicità e mi accorgo con stupore che la vita nonostante tutta la sua storia ricca di vicissitudini, di esperienze, di insegnamenti, sostanzialmente non mi ha cambiato e in tutta tranquillità ho steso la mano alla bambina che senza esitazione me l'ha stretta e con lei mi sono incamminata sulla via de ritorno.


Ho messo la casina di Ronni allo stesso posto e ho aperto la porticina.
 Ronni- Pu sa che in qualsiasi momento della sua vita può tornare da noi, come sanno tutti gli amici animali che sono vissuti nella Casa di Fuf,  e chi non può tornare fisicamente torna comunque sempre nel ricordo, perché sono compagni del nostro andare.
"Ciao Ronni........e che il vento ti sia sempre propizio!"

Nuovi orizzonti



Me ne sono accorta quasi per caso! 
Ma poi  ho capito che tutto ciò che dipingo, riflette inconsapevolmente i miei stati d'animo.....e i miei cambiamenti. Mi ero accorta da tempo che le tonalità dei colori che uso in questo momento sono molto diverse da quelle che adoperavo una decina di anni fa, e quelle a loro volta erano già molto diverse da quelle che usavo prima, ma questo nuovo cambiamento non mi piace e mi riesce difficile accettarlo.
Quando dipingo sono un'istintiva, non seguo nessuno schema e tutto ciò che è il risultato finale nasce dentro di me, dalle visioni interiori che sono il frutto di uno stato d'animo momentaneo. Forse è per questo motivo che più che altro dipingo a spatola. La spatola mi permette infatti di fissare in breve tempo un'immagine che dentro di me ha la velocità del lampo. 
Ma non mi era mai capitato fino ad ora di alienare un elemento importante di quasi tutti i miei dipinti: l'albero.
L'albero la dice lunga in psicologia e la dice lunga nella mia vita, specialmente il cipresso, con la sua forma affusolata  che pare vada alla ricerca del cielo e della libertà che c'è oltre i suoi veli! Ma anche gli alberi privi di foglie, in attesa del risveglio, mi hanno sempre affascinato e intristito allo stesso tempo, specialmente quelli solitari in mezzo ai campi o sui poggi,  perché anche in loro ho trovato una metafora della mia vita.  Insomma l'albero è un punto fermo della mia esistenza, l'amico onirico al quale mi sono sempre potuta aggrappare nelle tempeste della mia vita.
Ecco! Ora ho dvuto costatare con stupore che nei miei nuovi quadri non c'è più traccia di alberi e mi sento smarrita. Non mi piacciono questi nuovi quadri, è come se non fossero miei ............................Rivoglio i miei alberi!!!!






Non ci sono più alberi
Nei nuovi quadri della mia vita
Non ci sono più alberi soli
Né alberi secchi o storti
Presenze comunque solide
Dei miei difficili giorni
Non c’è più niente tra me e il vento
Che spazza via le immagini
Del film di cui sono stata la protagonista
Davanti a me nuovi orizzonti
Si spalancano con le braccia aperte
Orizzonti sconosciuti e affascinanti
Mi chiamano a nuove cose
Che non so spiegare non so capire
Le accetto con la dolce malinconia
Di chi sa che sono nuovi orizzonti
Dei sogni che son dentro di me
Che non vogliono capire
Che il tempo di sognare è finito
La mia vita ora scorre solo nel ruolo
Di una semplice comparsa
In una trama che non è più la sua storia.


sabato 18 agosto 2012

C'era una volta il serpente piumato

Pensare significa oltrepassare. (E. Bloch)




L'ho detto vero che quando mi incontro con l'altra metà di me sono scintille?! Specialmente quando allentato ogni freno inibitore ce ne diciamo di tutti i colori e una delle due, ma non mi chiedete quale, gode a riportare certe cose sentite, anzi sussurrate da qualcuno nel massimo segreto, abilmente carpito e poi al momento giusto ....zac......rivelato. "Sai, sei proprio un serpe insopportabile!"
E allora è bene fermarsi, mettersi a pensare e fare nostra la frase di Bloch, e poco dopo torna un sorriso carico di autoironia e con quello la voglia di scrivere e di dire:
"Evvia, rivalutiamo un po' anche i serpenti, le vipere, le serpi insopportabili.
In fin dei conti ci sono anche loro sulla faccia della terra".




Vi voglio raccontare la storia di un serpente piumato, un piccolo serpente piumato, non quello degli Atzechi e dei Maya, ben più importante, ma un parente un po' alla lontana, uno che però amava questi fantastici popoli e i loro miti, senza sapere il perché.

Kuki, era il nome del piccolo serpente, che non sapeva di essere tale. Vivendo nel mondo degli uomini, aveva sempre pensato di essere uno di loro, ( proprio come il mio cane che, cresciuto con i gatti ha sempre pensato di essere un gatto anche lui).....anche se ci si sentiva un po' stretto e infatti ogni volta che poteva se ne andava nel suo mondo onirico, anzi, ci volava proprio.

Poi un giorno il postino gli consegnò una strana lettera. Era indirizzata al Serpente Piumato Kuki, via del...............
"Buon giorno – disse il postino, un tipo abbastanza strano, che non era proprio un vero postino, si vedeva, perché aveva solo quella lettera – finalmente ti ho trovato. Non sai quanto ho dovuto girare per arrivare fino a te!"
"Davvero? – rispose Kuki stupito – mi sembra strano. Qui tutti mi conoscono......."
"Che ti devo dire! - riprese l'altro per niente turbato – non sai quante volte questa lettera è tornata indietro......e mi rispedivano a consegnarla!!"
"E come mai?" Kuki era veramente stupito
"Bah! Io mi sono fatto quest'idea.....Ci arrivava la comunicazione di portarla, perché per consegnare delle lettere importanti come queste ci vogliono motivi importanti, bisogna che almeno qualcuno ne parli e ne faccia una questione....... poi però o per una cosa o per un'altra questa missiva non ti è mai giunta ed è sempre tornata al mittente"
"Ma a me è la prima volta che arriva e se mi fosse arrivata prima me lo ricorderei perché anche la busta è abbastanza strana, quindi io non posso averla rifiutata....non mi sembra che ci sia niente da pagare vero?"
"Assolutamente niente da pagare amico. Questa è tutta roba gratis....mica siamo come voi, che fate pagare anche l'aria che si respira.......Sai che penso? Semplicemente non ti arrivava perché la cosa non era stata ufficializzata. Ripeto noi siamo seri e finché una cosa non è ufficializzata le lettere tornano indietro.......allora che fai firmi?"
"Certo che firmo! " e Kuki vece uno svolazzo sulla ricevuta che il postino gli porgeva , impaziente di ripartire. E ripartì così in fretta che Kuki quando alzò gli occhi dalla ricevuta non si accorse nemmeno che non c'era più.

Si rigirò quella strana missiva tra le mani, desideroso di leggerla e al tempo stesso titubante. Qualcosa gli diceva che leggere quella lettera voleva dire aprire tanti punti interrogativi. Per un attimo gli passò in testa l'idea di cestinarla, ma non fece neanche in tempo ad attraversarla tutta perché un cecchino appostato sul tetto proprio per uccidere le idee balzane la fece fuori...
"Col cavolo- si disse – figuriamoci se non guardo cosa c'è scritto, specialmente se è tutto gratis....".
Alla fine di questo ragionamento Kuki si sedette, aprì la busta e tirò fuori due fogli. Cominciò a leggere:

Carissimo Kuki,
finalmente riusciamo a trovati per comunicarti che stiamo facendo il censimento di tutti i serpenti, divisi anche nelle categorie di appartenenza.
Troverai la tua scheda personale e il tuo numero di matricola in allegato, per cui se di qui in avanti tu dovessi avere bisogno di qualche documento basta solo che venga comunicato detto numero e nel breve spazio di poche ore avrai tutto quello che ti serve.
Felici di averti trovato ti porgiamo i nostri più cari saluti
INPS (Istituto Nazionale Per Serpenti)
Kuki rimase a bocca aperta per circa tre minuti, no forse per tre minuti e venti....ventuno secondi per l'esattezza, poi lentamente cominciò a scorrere l'allegato, scritto su fine carta verde.

Kuki, nato a ........ il ..........., residente a ................... appartenente alla categoria dei 'Serpi insopportabili', discende dalla Casta dei Serpenti Piumati,della progenie del nobile Queatzcoatl, conosciuto più familiarmente come KuKulKan.
Da ciò la derivazione del nome Kuki, contrazione popolare di tanto famoso antenato.
Matricola di Kuki: 45 28 17 74 83 61.

La prima reazione di Kuki dopo la lettura di quel documento fu un gesto di incredulità, seguito da un altro di aperta ribellione,(però nel frattempo si faceva anche strada in un angolo della sua mente l'idea di giocare i numeri della sua matricola al superenalotto)e poi mentre si preparava ad una serie di improperi da rivolgere a chi l'aveva catalogato nei 'serpi insopportabili', chissà perché gli venne in mente Maga Magò quando dice a Merlino "Avevo forse detto draghi viola?" e questo pensiero lo mise di buon umore anche se non sapeva spiegarsi il motivo.
Decise che mentre pensava al perché dei draghi viola, avrebbe dato una sbirciatina al suo aspetto, perché non riusciva a vedere se stesso in veste di serpente e si immaginò inguainato in una tuta verde un po' cangiante, quando aveva trent'anni di meno. Se al tutto poi ci aggiungeva una musichina alla Roger Rabbit il risultato migliorava ancora. Non si dispiacque per niente e anzi col pensiero riandò a un paio di sandali della sua mamma che erano di camoscio nero col tacco altissimo e come vezzo avevano solo la punta di serpente. Erano stati comprati in un negozio di classe ed erano sempre stati tenuti in grande considerazione da tutta la famiglia, perché provenivano dal negozio più lussuoso di tutta la città. Gli passò fuggevolmente per la testa anche l'immagine di un coccodrillo tramutato in borsa rossa che il suo babbo gli aveva regalato per festeggiare un momento importante, comprato nel negozio più chic di allora. Il suo babbo pensando di fare cosa gradita l'aveva fatta incartare ,e l'aveva riportata a casa .(Ops! Scusate!  Mi ero scordata di dire che Kuki era una femmina di serpente)
Si guardò attentamente allo specchio per capire qualcosa di più di sé .Ma allora chi era in definitiva? Apparteneva alla specie umana o a quella dei rettili?
Gli tornò alla mente un documentario in cui si ipotizzava l'evoluzione dei rettili e dei sauri in generale, se le glaciazioni, o qualche evento cosmico non li avessero estinti. Il risultato finale li facevano vedere molto simili a ciò che siamo oggi.
Lo specchio infatti gli restituì l'immagine di sempre e cominciò a sentirsi un po' rinfrancato. A questo punto permise che Maga Magò tornasse nei suoi pensieri, e neanche a farlo apposta immediatamente a questa si associò l'immagine di Bis, il serpente dormiglione di Robin Hood. Quante risate si era fatto insieme ai suoi cuccioli a guardare quelle immagini. Per simpatia pensò anche all'Anaconda che è un serpente che si avvolge lentamente, e anche al serpente che vien giù dai monti che fa la danza per ritrovare la sua coda. Da lì ad arrivare a Kaa, non ci volle neanche una frazione di secondo, e anche lui quanti ricordi meravigliosi gli fece rivivere!

La cosa stava diventando interessante e Kuki capì, che il serpente era qualcosa di più di quello che lui aveva immaginato quando si era sentito atterrito solo all'idea di esserlo.
A quel punto la curiosità e la voglia di sapere, così tipica di Kuki lo spinse a fare ricerche più approfondite che si spinsero dal dollaro come simbolo e come banconota al caduceo di Esculapio, dal segno del potere dei Faraoni a quello dei Veda, dai miti delle religioni antiche alle spirali delle galassie studiate dai telescopi e dalle sonde spaziali, finché arrivò alla sua religione e alla scoperta sensazionale che in alcuni casi Cristo è crocifisso sotto forma di serpente e qui ci sarebbe tanto da parlare e da capire.

Cominciò a sentire nascere in sé un senso di onnipotenza che rischiò di farlo sentire un supereroe, finché non andò a sbattere in una frase che lo riportò immediatamente con i piedi per terra. 'Siate candidi come le colombe e prudenti come i serpenti'.

E Kuki seppe di voler essere così. Tenere insieme la sua duplice natura, proseguendo il cammino che aveva cominciato a percorrere da diversi anni per vivere la sua vita nel miglior modo possibile senza far del male agli altri e con la prudenza di farsi una filosofia tutta sua che lo salvaguardasse proprio dagli stessi altri ai quali non voleva fare del male.

A quel punto e solo a questo punto la sua giornata riprese i ritmi di sempre, con un bel po' di esperienza in più e si disse che era giusto andarsi a mangiar un bel bombolone per cominciare quella nuova giornata.

".....e su questo argomento non ho altro da aggiungere!" Come disse Forrest Gump.





venerdì 17 agosto 2012

Ribellione

Se di mattino appena sveglia, il pensiero, invece di correre libero fuori dalla finestra, rimane ancorato a me stessa,  scuoto sempre  la testa con rassegnazione perché so che ci sarà battaglia tra me e l'altra me...........non so mai chi uscirà vittoriosa da questi scontri, né chi scapperà inforcando la prima bicicletta che capita a tiro nella fantasia,  ma so che entrambe ne usciremo malconce e con una gran voglia di ribellione.

Ma tu chi sei? - mi domando con una punta di divertimento – tu che sentenzi tanto, dimmi, tu che fai per migliorare un po' questo mondo? Perché non fai sentire di più la tua voce? Ti vanti tanto perché scrivi in un giornalino.......ma chi vuoi che legga un giornalino paesano oltre a un po' di vecchiette? Il fatto che te l'abbiano chiesto un po' di persone in vacanza, non vuol certo dire che i tuoi articoli siano divulgativi via!”
Mi hai chiesto chi sono?” dico indispettita all'altra me stessa “Proprio tu che mi conosci così bene, perché mi fai questa domanda? Come se tu non sapessi che se qualcuno mi chiede chi sono, a me viene subito in mente la Bohème, e sai anche benissimo che ti risponderò Chi son? Sono un poeta e cosa faccio...scrivo e come vivo...vivo! Come se tu non le sapessi queste cose e il fatto che io mi identifico sempre in Rodolfo e mai in Mimì.....Ebbene, lo vuoi sapere un'altra volta chi sono? E' vero, sono un poeta e magari scrivo poesie che a te possono anche non piacere, ma a me sì, tanto, se no non le scriverei. Sono una sognatrice, un'idealista, sono una che si è illusa fino a poco tempo fa che bastasse volere bene per farsi volere bene, sono quella che vorrebbe che tutti avessero diritti e tutti avessero doveri, ecco chi sono!”.
Ma proprio con questa domanda doveva venire fuori quella? E non ha ancora finito vedo!
Sogni, ideali, ideali, sogni e intanto la vita è passata e tu che hai fatto? Gli altri camminavano e tu volavi vero? Però gli altri sono arrivati e tu sei sempre appesa al soffitto dei tuoi sogni!”
E' vero – rispondo sospirando – è vero lo so, ma è proprio necessario essere così cattivi?”

Ha girato le spalle e se ne è andata. Meno male! Non sopporto che stia con me per più di cinque minuti, una volta al mese al massimo. E se potessi la vedrei anche con meno frequenza, ma pare che lei non possa stare senza di me, ha bisogno di vedermi, dice lei, di aiutarmi, dice sempre lei, di farmi capire le cose giuste, perché io da sola riesco solo a combinare guai!
Forse ha ragione, forse io non sono cresciuta, anche se a me sembra invece di sì, anzi........." sai che ti dico mia cara coscienza? Forse non sei cresciuta te, e hai speso la tua vita per fare la morale a me e impedirmi di vivere, ma ti garantisco che non riuscirai a cambiarmi, perché dentro di me io so che voglio rimanere così, hai capito? Falla finita con i tuoi discorsi stantii. Non ho combinato niente? E chi se ne frega! E miei tre figli dove li metti? Mica li hai fatti te, anche se ti vanti tanto di avergli dato te un'educazione,....... o solo una grande pippa di illusione? Sappi mia cara ipocrita perbenista, che da ora in poi le mie scelte le farò come pare a me e non a te e se non ti va bene te ne puoi stare anche a casa tua e saremo più contente tutte e due!Ormai ho l'età in cui voglio e devo essere me stessa senza dover dimostrare niente a nessuno, a nessuno hai capito?"
Non mi ero accorta di parlare così forte, ma volevo che sentisse tutto quello che avevo da dirle mentre si allontanava. Lei ha continuato a camminare come se non sentisse e solo poco prima di sparire dietro una curva si è voltata , mi ha guardato freddamente e mi ha detto:
Mi richiamerai!”
Col cavolo!” le ho risposto imbestialita e anche per non lasciarle l'ultima parola “Col cavolo!”
Quanto detesto la gente ipocrita, la gente che fa così perché si deve fare, la gente che si veste in un determinato modo, perché tutti si vestono così, la gente che ti pugnala alle spalle, che fa finta di sorriderti e intanto ti fulmina con lo sguardo. Quella che se ne è appena andata è proprio una di loro!
Dai non esagerare – mi dico – in fin dei conti lei vuole solo il tuo bene!” Ma il dubbio mi rimane e anche la voglia di essere finalmente me stessa, costi quello che costi.