giovedì 31 gennaio 2013

All'amico risanato

Quando pensi negativo  e comunque non  vuoi darla vinta al pessimismo augurati un ieri peggiore di oggi e un oggi peggiore di domani.La negatività resta ma è usata al contrario e tu ti sei comunque fatto l'augurio di un domani migliore.
(da Piccoli Pensieri di  Kind Butterfly)


 Alla Redazione di 'Guarisci da solo se ci riesci'

Herr dok. Prost,
ho seguito il consiglio che mi ha dato per risolvere il mio pessimismo e utilizzando lo schema che mi ha suggerito, le mando la mia sintesi di "ieri, oggi, domani". E come diceva giustamente Lei, quando uno ha scritto un  ieri assolutamente negativo,un oggi decisamente migliore, è facile pensare che domani sarà bello e addirittura immaginarlo come una cosa già vissuta e quindi metterci un'opzione.

Ieri: Che dolore! Ho la sciatica. E devo camminare per un bel pò. Non basta. Lo sapevo.......ci si mettono anche gli ascensori guasti! Mi devo fare non so quanti scalini a piedi. E' ginnastica? ....lo dice lei perché non sta male come sto male io. Ho fatto quattrocento scalini oggi, e la mia sciatica è aumentata. Non ne posso più!!

Oggi: Che dolore! !Questa sciatica non se ne vuole andare. Zoppico un pò a camminare, tutti mi guardano , i conoscenti simpatizzano con me, qualcuno mi aiuta e mi da consigli.......cataplasma di semi di sesamo, tisana antinfiammatoria,  un buon libro per distrarmi. Mi sento coccolato dalle attenzioni di tutti. La mia sciatica non è poi così male come la descrivono.

Domani: Che dolore! Questa sciatica persiste. Ma è lei che mi vuole rimanere appiccicata o sono io che non la voglio più lasciare?Questa prova mi ha fatto diventare stoico, superiore al dolore. Gli altri mi aiutano e continuano a farsi in quattro per darmi sollievo. Oggi gli ascensori funzionano. Li hanno aggiustati per me. La mia sciatica mi è molto vicina, come potrei ormai fare a meno di lei? Le devo molto. Ha fatto  per me quello che nessuno era riuscito mai a fare. Mi ha fatto diventare importante agli occhi degli altri....e cosa incredibile agli occhi di me stesso. Mi sento quasi un  Superpippo. Credo che farò di tutto per farla restare sempre con me. Come dice? Gli antidolorifici? Ma non ne ho più bisogno....il mio è diventato solo un lieve soffrire. Sto bene così.........almeno credo!!
 
Ringraziandola per i suoi preziosi consigli, le porgo i miei più rispettosi saluti. 
Suo Supermario........ops. Mi scusi! Volevo dire Mario. 








Caro Mario,
sentirsi Super è una cosa molto incoraggiante e utile contro la negatività, almeno fino a che il mondo circostante continuerà a ritenerla Super. Continui  però a sentrsi tale anche quando troverà altri scogli lungo il suo cammino e  questi altri che ora le sono così vicini, volteranno il pollice in basso. Sa! La vita funziona così....dalle stalle alle stelle e poi ....zac....di nuovo nelle stalle......... Comunque se andare avanti nella strada che ha intrapreso e che forse non si aspettava così densa di trabocchetti negativi, dovesse procurarle ulteriore irrigidimento, sono a dirle che oltre al pacchetto 'Ieri, oggi, domani', che ha testato pochi giorni fa, con i risultati che lei stesso ha visto, ne abbiamo altri mensili, annuali  e addirittura quadriennali. Li offriamo a tutti i nostri clienti con sconti interessanti e risultati garantiti. 
Sempre a sua disposizione
Dok. Prost. 


O che ci posso fare se stamani mi è venuta così? 

 

mercoledì 30 gennaio 2013

L'attico

Mi dispiace ma non ho trovato un attico con la terrazza tonda!
Ieri, parlando con Cristina, improvvisamente è venuto fuori il senso della vita. Ma che è questo senso della vita? Boh! E poi siamo passate  a parlare di tante altre cose, come ci capita sempre. Però questa domanda mi è rimasta dentro e  in tutta la serata mi ha pungolato, affacciandosi di tanto in tanto al balcone del mio cervello. Ora è bene sapere che il mio cervello abita nell'attico del mio corpo, come tutti i cervelli del resto e quindi a un certo punto è uscito nella terrazza tonda che lo circonda, e, con un bicchiere di coca cola in una mano e un quaderno di appunti  nell'altra, si è seduto nella sua poltrona preferita , anche se era un freddo birbante e ha cominciato a lavorare. E' un cervello un pò strano, lo riconosco!Molte volte, quando vado a letto e spengo tutte le luci, mi accorgo che nell'attico è ancora accesa e se ascolto bene sento anche i suoi passi sulla grande terrazza, che vanno avanti e indietro, segno che lui ha cominciato o ha continuato a lavorare. Qualche volta mi disturba anche un pò, perché nella notte tutto è amplificato,....ma che ci posso fare? Lui è il proprietario dell'attico, non è un inquilino, per cui non posso neanche disdire il contratto. E poi a lungo andare mi sono affezionata a lui che mi ha insegnato tante cose da quel suo attico, nel quale non sono mai entrata neanche una volta..........non come nell'appartamento del mio cuore, nel quale vado abitualmente, molte volte per ridere e scherzare con il suo proprietario, altre invece per piangere, soffrire, discutere. . Bah! Abitare in un condominio ha i suoi pregi e i suoi difetti, ce ne accorgiamo tutti i giorni non è vero?
Insomma io  ierisera ho preso un foglio ci ho scritto su: Caro signor cervello, per piacere quando ha un pò di tempo mi può spiegare che cos'è il senso della vita? Tante grazie dalla coinquilina del piano terra.. E poi l'ho messo nella casetta della sua posta. Stanotte mi sono accorta che lavorava e lavorava molto anche. Non deve essere una domanda molto semplice quella che gli ho fatto.

Stamani appena mi sono svegliata ho trovato sul letto un blocco di appunti con tanti foglietti strappati e appallottolati e gettatti alla rinfusa. Molti erano caduti in terra. Ho apeto il blocco e ci ho trovato queste parole:

E' inutile che l'uomo cerchi il senso della sua vita. Perché non lo potrà mai trovare. Il senso della vita dell'uomo è chiaro solo a chi ha progettato e  fatto l'uomo e le sue finalità le conosce solo lui. E' come se un treno volesse conoscere il senso della sua vita. Non lo può sapere. Solo l'uomo che l'ha progettato e poi costruito sa qual'è il senso della vita di quel treno, che poi è solo quello di accorciare le distanze tra due punti lontani  tra loro.

Forse anche l'uomo è progettato per essere come un treno e unire punti lontani? E chi può dirlo?

Ma allora il senso della nostra vita qual'è? Sento che il cervello su nell'attico si è rimesso in movimento. Non appena mi darà qualche altra risposta ve la dico. Qualcuno potrebbe fare altrettanto?

martedì 29 gennaio 2013

Lampi di felicità: le barricate

E chi si ricorda più a che lampo sono arrivata?  Sono tanti quelli che scrivo, ma molto di più quelli che fanno una fugace apparizione e poi scompaiono. Speriamo che a forza di vedere questi lampi di felicità venga un temporale. Oddio, ma che dico?! Un temporale di felicità! Mi sa che non riuscirei a reggerlo tutto insieme......non ci sono più abituata!
Questo lampo non è arrivato da solo, come in genere accade per gli altri......questo è stato evocato da alcuni discorsetti che ho sentito ieri al bar mentre facevo colazione.
Sedute dietro di me c'erano tre ragazzine. Avranno avuto sedici anni ed erano molto prese dai loro discorsi politici, che poi senza sapere come, si sono trasferiti sulla scuola e io non ho ascoltato più, fino al momento in cui una ha detto: "Bene! Se vogliono così, sai che facciamo? Organizziamo un bello sciopero e in più facciamo anche le barricate...........".
A quel punto il ricordo è esploso mentre davo un morso al mio bombolone e............

Giornata splendida di febbraio. Noi siamo tutti fuori dalla scuola. Nessuno deve entrare, pena.....non si sa che.....comunque sarà terribile. Io ho quindici anni e guardo Luca, il diciannovenne dell'ultimo anno, come se fosse il nostro messia.
"Nessuno deve entrare ragazzi! Capito? Non hanno il diritto di tenerci al gelo questi fetenti! Anzi sapete che vi dico? Ora prepariamo anche le barricate, nel caso chiamassero i carabinieri. Da qui ci dovranno portare via con la forza. Dobbiamo lottare per i nostri diritti.....siete tutti d'accordo??"
"Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!" l'urlo di risposta è unanime.
"Bene allora sapete già che se dovessero arrivare le 'forze' per farci sgombrare, ci dobbiamo mettere tutti sdraiati in terra e fare resistenza.
E così fu. Il preside chiamò i carabinieri e i carabinieri vennero. Noi ci sdraiammo tutti in terra, quasi l'uno sull'altro per fare numero................
Io mi sentivo un'eroina, e mi sentivo felice, felice!
Ma non avevo calcolato una cosa. Il maresciallo dei carabinieri era mio padre!
Che prima di farmi tirare via dai suoi carbinieri mi guardò e mi disse: A casa poi facciamo i conti!"
La nostra barricata fu smontata in poco tempo, anche s equalcuno di noi fece resistenza a oltranza e poi andammo tutti mogi mogi a scuola, io un pò più mogia degli altri, perché sapevo che una volta tornata a casa................
Invece non fu così. Mio padre si limitò a parlare dell'episodio a tavola, mentre mangiavamo, più per informarne la mamma e farsi due risate, e la temuta reprimenda si trasformò solo nel divieto di uscire per tutto il giorno, poi terminò con una frase che non ho mai dimenticato: "Mi ha fatto tornare in mente quando da ragazzo, mi dissero che sarebbe venuto lo zio arciprete, che voleva convincere anche me a diventare prete........non trovai niente di meglio da fare che scappare su per i monti dove stetti nascosto per tutto il giorno........e quando tornai a casa, i miei erano così preoccupati per la mia assenza che quando mi videro, il sollievo fu tale che non riuscirono neanche a brontolarmi. Io oggi sono contento che non siano successi tafferugli più gravi".

Finisco la mia colazione, pago e me ne vado, ma prima di uscire guardo le tre ragazzine e mentalmente le ringrazio per questo lampo di felicità.......e mentre mi allontano  dentro di me recito: "Quant'è bella giovinezza........................."

lunedì 28 gennaio 2013

Il cipresso solitario

Ieri ho fatto una bellissima passeggiata, ma questo l'ho già detto in un post precedente, come ho già detto che a un certo punto l'ho visto ed era bellissimo. Detta così potrebbe sembrare che improvvisamente è apparso sulla mia strada l'uomo più bello del mondo, ma se così fosse stato avrei detto "Ma guarda che bell'uomo!" e sarei andata avanti pensando ai fatti miei. Invece ho visto un cipresso, un cipresso bellissimo, che , incorniciato dal cielo,  poteva essere uno di quelli dipinto da Van Gogh, e così ho detto "Ma guarda che bel cipresso!" e mi sono fermata a guardarlo. Lì per lì non ho capito il perché, ma poi, guardando attentamente il contesto in cui aveva preso dimora, mi è stato chiaro. Quel cipresso mi somigliava, o meglio io, nel breve attimo in cui l'ho guardato per la prima volta, ho capito che somigliavo a lui. Non che io abbia le fattezze di quel cipresso, ci mancherebbe altro.......il cipresso è molto più bello di me, non fosse altro perché lui ha i capelli verdi e io bianchi, e si è mai visto un cipresso bianco? No! Non era per quello, ma perché lui rappresentava benissimo quello che sono io dentro di me.
Il cielo di ieri era qualcosa di diverso dal solito cielo. L'azzurro era compatto, liscio e brillante e tutta la natura sottostante godeva di lui e si abbelliva della sua luce. Io camminavo e lo sguardo si posava come sempre, su tutto ciò che mi circondava e in esso trovava riposo. Gli alberi senza foglie, non impedivano allo sguardo di andare oltre le cose che si vedono abitualmente, ed è così che ho scoperto il mio cipresso, che in estate non avrei potuto sicuramente vedere. Era lì, in un poggetto, dritto, proteso al cielo, solitario ma non solo, perché non troppo lontano da lui c'era un piccolo gruppo di cipressi che si tenevano compagnia. Lui no! Vicino agli altri, ma lontano dagli altri, in un lembo di terra oltre il quale, a pochi passi dal suo pedone si apriva l'incognita di un salto nel vuoto. Ho sentito che potevo essere quel cipresso, perché anch'io, come lui, per caso o per scelta sono una solitaria, anche se non sono sola, una che pur volendo la vicinanza di altre persone, desidera un piccolo spazio tutto suo e noto solo a me stessa, nel quale trovo la forza di rigenerarmi e  guardare sempre in alto, proprio come quel cipresso, in atteggiamento che in certi momenti partecipa al tutto che lo circonda, in altri diventa una sfida contro il vento che passa tra le sue fronde e le piega.
Bah! Certo non ero uscita per fare questa riflessione. E' venuta da sé e forse non poteva essere in altra maniera, perché un cielo come quello di ieri, oltre ad ammirarlo, contemplarlo, non potevo fare a meno di scrutarlo per cercare cosa c'è dietro i suoi veli e con sorpresa scoprire, che dietro il cielo c'ero io e un cipresso e......................

domenica 27 gennaio 2013

La giornata della memoria



Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.
Primo Levi, Se questo è un uomo

L'aria brillava

Ma che giornata oggi! Fredda senz'altro, ma con un cielo, un cielo come non vedevo da tanto tempo. L'aria brillava non so se di ghiaccio o di sole o di entrambi, ma era come se vi fossero sospesi tanti brillanti....una cosa stupenda. Dunque! Stamani  ero già pronta per andare al lavoro, ma all'ultimo momento mi sono ricordata che non avevo buttato via la spazzatura per cui sono andata di corsa ai cassonetti, ma quell'aria così buona e quel cielo così bello erano una sinfonia irresistibile per cui ho fatto quasi senza rendermene conto come fece Pinocchio che invece di andare a scuola se ne andò al teatro dei burattini. "Sai che faccio ora?" mi sono detta tutta contenta "Vado a piedi a far colazione......e anche nel bar più bello del paese" e senza starci a ripensare mi sono avviata di buon passo per fare i buoni due chilometri che mi attendevano. Andavo spedita e allegra e la mia allegria si doveva vedere bene, perché tutti i cani che incontravo mi salutavano mentre alzavano la zampa posteriore per fare il bisognino mattutino e mi dicevano "Bella giornata vero?" e io rispondevo "Bellissima!" e respiravo l'aria gelida del mattino e tiravo oltre. I miei piedi andavano veloci come non mi capitava più da tempo, perché queste giornate inducono a fare un passo dietro l'altro e tu vai senza neanche sapere dove vai...l'importante è andare, perché il mondo ti aspetta e sono sicura che se con me ci fosse stata la mia amica Cristina mi avrebbe detto: "Che ne dici? Si fa un salto fino in Perù?" e io le avrei risposto: "E' da tanto che te lo chiedo!" e un passo dopo l'altro e chiacchierando come solo due amiche sanno fare, sono sicura che ci saremmo arrivate. Invece sono arrivata al bar e ho preso il mio bombolone e un bel caffé e mentre me lo gustavo dicendomi che in fin dei conti la vita è bella, o non è entrato un amico che non vedevo da anni e anni? Ci siamo fatti una gran festa ed è andata a finire che la mia colazione l'ha pagata lui e io ho avuto un motivo in più per essere felice. Poi sono scappata perché dovevo tornare a casa a prendere la mia strepitosa punto bianca e stavolta andare veramente al lavoro. Ma l'aria era sempre la stessa e gli uccellini, quelli più temerari che osavano sfidare il freddo mi passavano svolazzando davanti e mi dicevano: "Non ti sembra che sia davvero una giornata perfetta?" e io rispondevo "E' meravigliosa ragazzi!" e continuavo a camminare. E' stato allora che l'ho visto ed era perfetto anche lui. Un cipresso meraviglioso, unico, distante il giusto dagli altri cipressi, distante quel tanto che bastava per fare di lui un quadro speciale. ma di questo non parlerò ora, perché il vederlo mi ha spinto a fare una lunga riflessione, che non si addice alla leggerezza frizzante di questo giorno. Un giorno speciale. E che lo era me ne sono accorta quando ritornata a casa dopo il lavoro, ha squillato il telefono e dall'altra parte la voce di mia figlia mi ha detto: "Ci potresti venire a prendere ai Cappuccini? Ci si è rotto il furgone!" "Senz'altro!" ho detto contenta di poter tornare subito fuori e poi a i Cappuccini, che è un posto bellissimo, uno di quei posti in cui deve essere andato Dio quando ha deciso di buttare giù il suo progetto per costruire il mondo. E una volta arrivata...... aria di sole, aria di gelo, aria di salsicce cotte alla brace, aria di buono, aria di pulito........ insomma aria che piace a me ieri, oggi, domani, sempre..............................

Stalking

Qualche volta anch'io faccio qualcosa di serio, anche se non amando dare un'impronta seria e cattedratica alle cose serie che vado a trattare, cerco di mettere sempre la gente con le gambe sotto un tavolo e davanti a tante cose buone da mangiare, prima di parlare. Ma vuoi mettere la differenza che fa parlare di qualcosa di brutto, di un problema della società, della cattiveria umana....stando seduta sopra un'anonima seggiola, magari anche scomoda (alla fine ci si sente proprio soli stando seduti su un'anonima sedia), piuttosto che davanti a un tavolo imbandito di tutte le cose buone che ierisera ciascuno di noi aveva preparato? In questo ho avuto un buon maestro, che improvvisandosi  pizzaiolo, sfama ogni volta le sue pecorelle affamate di parole di vita che però assimilano più volentieri accompagnate da una buona pizza, magari quattro stagioni!!
E così ierisera mangiando cose buone e molto in contrasto tra di loro (ciascuno aveva portato ciò che gli era frullato per la testa e quindi abbiamo messo in tavola i cibie più disparati.....ma va bene così) e bevendo un pò di quel vino che è tra i più buoni d'Italia, abbiamo affrontato il problema dello Stolking, che pare che anche nella nostra cittadina non sia così lontano come si credeva...... anzi! Ce l'hanno confermato due rappresentanti di un'associazione che si occupa proprio della violenza sulle donne, che ieri avevamo invitato perché ci illustrassero sia il problema, sia il loro operato e magari ci dicesserose anche se il nostro gruppo,poteva fare qualcosa di concreto , per aiutare.
Il nostro è un Gruppo che è nato come gruppo culturale, ma che si è stancato di parlare solo di cose che saranno anche interessanti, amplieranno anche la mente, saranno un arricchimento, ma che insomma alla fine rimangono sempre cose finalizzate a se stessi. E così ierisera abbiamo appreso che, come no! anche noi possiamo fare qualcosa nel nostro piccolo ed è la parte divulgativa, perché anche se questa associazione esiste ormai da diversi anni, praticamente non la conosce nessuno e quindi anche le donne in difficoltà al momento hanno scarse probabilità di sapere che c'è qualcuno che può diventare per loro un punto di riferimento per dare almeno una speranza. Ma perché le cose utili, buone, che servono, ...non le conosce mai nessuno? E se all'inizio vengono anche conosciute, poi vanno nel dimenticatoio con una rapidità che ha dell'incredibile? E' possibile vivere in una cittadina dove tutti si conoscono e no sapere queste cose? Tutto questo non parla forse di indifferenza? Di nostra indifferenza? A me se mbra proprio di sì.
E devo dire che alla fine del loro racconto, nessuno di noi aveva più molta voglia di mangiare, e che il cicaleccio che c'era stato per tutta la cena, alla fine era diventato solo unanime silenzio, mentre ascoltavamo inorriditi  cose che pensavamo non esistessero nel nostro tranquillo, sonnolento habitat, e prendevamo consapevolezza che la gran parte delle violenze si perpetrano nell'ambito familiare e che non c'entra niente il livello economico, culturale, sociale di una famiglia. Il problema è esteso a tutti.
E meno male che quando ci hanno dato le statistiche e le percentuali eravamo al dolce e quindi un pò dell'amaro che sentivamo tutti quanti dentro di noi, è stato edulcorato, altrimenti saremmo venuti via dal nostro incontro con il morale veramente sotto i piedi!
Non so agli altri, ma a me già il fatto di sapere che comunque anch'io potrò fare anche solo una minima cosa per combattere questo lato oscuro della vita dell'uomo, mi ha caricato in maniera incredibile, anche perché potrò farlo nella maniera che mi è più congeniale, cioè scrivendo, per cui sono sicura che lo farò!

sabato 26 gennaio 2013

Se io fossi un angelo

 La prima volta che ascoltai 'Se io fossi un angelo' di Lucio Dalla, stavo stirando una mole gigantesca di panni. Ricordo che mi fermai dopo le prime parole e incantata ascoltai  tutto il resto della canzone. Avevo sentito scorrermi un brivido lungo la schiena perché quella canzone stava dicendo con poche parole essenziali e di impatto immediato, il pensiero che da tanto tempo ormai io avevo dentro di me e che non riuscivo ad esprimere.


Se io fossi un angelo, chissa' cosa farei..... alto, biondo, invisibile, che bello che sarei......... e che coraggio avrei.....

 Sfruttandomi al massimo e' chiaro che volerei...... zingaro, libero, tutto il mondo girerei.... andrei in Afghanistan e piu' giu' in Sud Africa, a parlare con l'America e se non mi abbattono anche coi russi parlerei.
 

Angelo se io fossi un angelo con lo sguardo biblico li fisserei...... vi do' due ore due ore al massimo poi sulla testa vi piscerei..... sui vostri traffici sui vostri dollari sulle vostre belle fabbriche di missili
 

se io fossi un angelo non starei mai nelle processioni, nelle scatole dei presepi, starei seduto fumando una Marlboro al dolce fresco delle siepi..... sarei un buon angelo, parlerei con Dio, gli ubbiderei amandolo a modo mio, a modo mio....... gli parlerei a modo mio e gli direi...
 

i potenti che mascalzoni e tu cosa fai li perdoni...... ma allora sbagli anche tu ma poi non parlerei piu'..... un angelo non sarei piu' un angelo se con un calcio ti buttano giu'.... al massimo sarei un diavolo e francamente questo non mi va'......  ma poi l'inferno cos'e'? a parte il caldo che fa' non e' poi diverso da qui

 perche' io sento che son sicuro che............ io so' che gli angeli sono milioni di milioni e non li vedi nei cieli, ma tra gli uomini sono i piu' poveri e i piu' soli, quelli presi tra le reti, e se tra gli uomini nascesse ancora Dio gli ubbiderei amandolo a modo mio, a modo mio.............


Stamani, pensando che tra un mese andremo a votare, a un tratto mi è tornata in mente questa bellissima canzone e ancora una volta queste parole, adattandole alla nostra situazione attuale,  sono  il mio pensiero. E che altro potrei dire di più e di meglio?

Per piacere, se  in giro ci sono angeli di questo tipo, fatemelo sapere che gli do il voto subito. 
Ma pensa te! Se anch'io fossi un angelo sarei alta, bella, bionda, ma credo che mi contenterei anche dei miei capelli bianchi, purché potessi riportare un pò di dignità, di credibilità, in questa nostra bella Italia, defraudata del suo decoro, del suo futuro, dei suoi  sogni.  Chiedo solo a questi angeli di....mirare giusto!!

venerdì 25 gennaio 2013

Il due a briscola

Non so se conoscete l'espressione: "Conta quanto il due a briscola". Io la dicevo parlando di me stessa con mia figlia, proprio stamani appena mi sono alzata.. E' un modo come un altro di cominciare la giornata! Pensare di contare come il due a briscola, vuol dire non avere nessuna considerazione di se stessi, in quanto in questo gioco di carte il due è la carta che è mangiata da tutte le altre carte e quindi non ha nessunissima importanza.

Ma mica è vero che il due conta così poco e se conta poco a briscola chi se ne frega? Io tanto a briscola non ci gioco!

 Il 2 è anche il primo numero primo, e l'unico ad essere anche un un numero pari.Il noto informatico Donald Knuth ha detto: "All primes are odd except 2, which is the oddest of all". È una battuta di spirito basata sul fatto che in inglese odd signica sia "dispari" sia "strano". In italiano potrebbe essere tradotta così: Tutti i primi sono dispari tranne 2, che è il più strano di tutti.
e io rispondo...picche
E' il terzo numero della successione di Fibonacci dopo l'1 e prima del 3.
E' la base del sistema di numerazione binario usato internamente da quasi tutti i calcolatori.
E' un numero intoccabile, non essendo la somma dei divisori propri di nessun altro numero.
E' un numero strettamente non palindromo.

E questo solo per dire alcune delle sue qualità, che già dette così, lo fanno apparire potente e molto inquietante. Altro che di poca importanza..................................per cui ribaltando completamente  il significato "Conto quanto il due a briscola", stamani mi sono fatta un'autocritica molto positiva e da quello che ho appena scritto risulto essere sì, una persona modesta, che non vuole contare molto, ma che sa dentro di sé essere strana, nei primi posti di una successione, indispensabile anche se non visibile, intoccabile, e cosa sublime......palindroma. Mi sento potente! E mi sono fermata per modestia, sennò chissà dove arrivavo!
Così ricca di questa mia nuova personalità, così adattata alle mie necessità di fare di me qualcosa che non sia semplicemente uno zerbino...........vado a lavorare!

Ah! Dimenticavo! Questo post va letto mentre dentro ci frulla la musichina della colonna sonora 'La vita è bella'.












giovedì 24 gennaio 2013

La rotatoria

"La vita è come una rotatoria. Quando hai capito come funziona non hai incidenti. "
(Da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)




Già.....è proprio così! Peccato che ci sia sempre quella parola di mezzo: capire!
Per quanto mi riguarda , io nelle piccole rotatorie, comincio a cavarmela abbastanza bene, ma in quelle grandi o doppie o triple, perbacco, ancora mi ci perdo e sono sempre con un piede sul freno, a rischio di fare grossi danni. Sarà perché sono mancina e per ricordarmi di quale è la destra, mi devo sempre dare un colpettino sulla coscia, ma non so mai quando devo veramente passare e invidio tanto quelle persone che sfrecciano sicure e magari non sanno neanche loro cosa stanno facendo, però lo fanno.
Anche nella vita io sono sempre  stata convinta di avere più doveri che diritti e  qualche volta vorrei  essere come tanta gente, sicura di sé, che comunque passa e se ne frega se passa prima degli altri, davanti agli altri, fregandosene degli altri. Gli dimostrino gli altri che loro hanno torto! 
Però neanche questi, anche se fanno gli smargiassi, hanno capito come funziona una rotatoria e quindi hanno le mie stesse possibilità di avere incidenti. Questa costatazione d'un tratto mi ha reso allegra. E' solo una piccola soddisfazione....ma c'è perbacco...c'è!!!

mercoledì 23 gennaio 2013

Dietro gli occhi

Vorrei avere la fede sicura di Rocco. Magari fosse così! Credo che vivrei molto meglio i miei giorni e allora lo scorrere del tempo non rivestirebbe più alcuna importanza per me,..........invece purtroppo sono sempre alla ricerca di qualcosa, di certezze, di improbabili conferme dell'eternità dell'uomo.
Su una cosa però sono completamente d'accordo con Rocco ed è che non bisogna vivere solo per se stessi, e andando oltre, neanche solo per i nostri figli, che sono ciò che di più caro abbiamo al mondo, ma che proprio per quello, essendo una  proiezione dei nostri desideri  nel domani, diventano un altro modo di vivere per se stessi, un modo più sofisticato, più sottile, ma sempre rivolto alla nostra persona. Invece l'uomo, oltre a volersi bene e voler bene a chi fa parte di lui, della sua vita, deve avere anche il coraggio di uscire dal rifugio sicuro, confortevole, della propria tana e avventurarsi nella savana dell'esistenza, là dove c'è il rischio di incontrare il leone, ma anche la speranza di incrociare lo sguardo della gazzella, là dove sembra che l'orizzonte si sposti sempre più lontano, e la distanza dal monte che si vede in quel lontano orizzonte non è calcolabile se non con la forza delle nostre gambe. Ma lì c'è la vita, la culla della vita, la nascita dell'uomo ed è in quel posto che si incontrano gli uomini che non vogliono vivere solo per se stessi, ma costruire insieme per il futuro di chi verrà dopo di loro. Non occorre andare in Africa per trovare la savana, almeno non quella che dico io.  Dietro gli occhi di ciascuno di noi c'è la savana e non so perché ho scelto proprio quella....forse perché è aperta e parla di cielo e di terra, di caldo e di sudore, di essenzialità e di rispetto, di silenzio e di sacralità......non so! Ma so che se ci mettiamo davanti allo specchio e guardiamo attentamente dentro i nostri occhi, riusciremo a scorgerla, ne sono sicura e sentiremo dentro di noi una forza nuova che ci dice ciò che dobbiamo lasciare e ciò che dobbiamo tenere per affrontare il  cammino che vogliamo fare.............e allora, quando finalmente ci saremo liberati di tutto ciò che è inutile sapremo chi siamo, riusciremo a vivere per noi e per il mondo.
 Quando ero bambina facevo un gioco. Mi mettevo davanti allo specchio a guardarmi fissamente, finché la mia immagine si confondeva con nuove immagini che sorgevano come per incanto e pur continuando a vedermi, mi oltrepassavo e mi addentravo in una dimensione sconosciuta ma estremamente affascinante. Questo gioco l'ho sempre continuato e lo faccio anche ora, nonostante i miei capelli d'argento! Per questo so che la savana è dentro i miei occhi, insieme al leone e alla gazzella e al monte lontano che voglio raggiungere................

E so che la mia fantasia galoppa e va a briglia sciolta sulle ali di poche parole di una poesia, che mentre scrivo, mi portano verso mondi sconosciuti e sempre desiderati. Sono momenti! Forse se questa poesia l'avessi riletta e trascritta ieri non sarebbe successo niente, oggi, in questo nuovo giorno che è appena cominciato, mi sta dicendo queste cose che con la poesia di Rocco apparentemente non c'entrano niente, ma ormai ho imparato a non fare troppe domande sulle mie sensazioni e ad accettare ciò che mi dicono, e anche se molte volte tutto rimane nebuloso ed embrionale sento che il messaggio che arriva è forte e vitale e devo avere la pazienza di saperlo capire e accettare. Il tempo provvederà.


Svegliati tu che dormi

Se credi di salvare la tua vita,
custodendola solo per te,
racchiudendola in un vaso prezioso,
essa ti sfuggirà certamente.
Se ti ripieghi su te stesso,
sulle tue idee, sulla tua casa,
chiudendo tutte le uscite,
da dove passerà la luce?
Se ti credi il centro del mondo,
se tutto e tutti girano attorno a te,
se non hai spazio dentro di te,
non sarai che un morto vivente
Svegliati, o tu che dormi, risvegliati dai morti
e Cristo ti illuminerà:
tu vivrai finalmente per davvero.
Scegli la vita anche se la spendi per gli altri,
scegli la salita difficile.
Apri la porta a chi bussa.
Forse è il Signore.

martedì 22 gennaio 2013

Se anche parlassi.........


Stamani mi sento quasi mistica......mah! E' una gran bella cosa, il problema è che mi dura sempre così poco...............



Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli.........


Quanto sto per raccontare, avrà sicuramente un pò il sapore di una favola, ma non è una favola. Questo è un fatto vero, semplice, e come tutte le cose semplici, di grande umanità e di forte impatto emotivo. Potrebbe sembrare a chi legge, di vivere un pò la storia di San Martino che dona il suo mantello a un povero, ma per me che scrivo il paragone non è possibile, perché mentre anch'io quando ascolto la storia di San Martino, la vedo scorrere davanti al mio immaginario, come una bella favola e do sembianze nobili al cavalier che ha fatto del suo gesto altruistico un simbolo d'amore, mentre scrivo questa storia non posso fare a meno di ritrovare quella realtà che ho avuto il privilegio di vivere anch'io in un momento particolare della mia vita e che ogni tanto mi torna in mente.

Nella mia storia il cavaliere non è affatto un cavaliere, né tantomeno nobile nell'aspetto, ma è semplicemente il nostro Baloo. Chi è Baloo? Semplicemente un capo scout che fa attività con i Lupetti e vive il mondo fantastico della Jungla. Quando i Lupetti crescono e diventano esploratori, anche Baloo, smette di essere tale per loro e diventa l'Assistente del Reparto, poi quello del Clan, poi quello della Comunità Capi e mentre fa queste cose crea anche forti legami con bimbi, ragazzi, giovani, uomini. Insomma proprio una gran bella cosa. E senza alcun dubbio, molto più importante, una gran bella cosa che non finisce mai, perché nel frattempo che Baloo cresce in responsabilità e passa dal gioco alla pioneristica e da quella, alla scelta della strada, e poi diventa serio tra i seri, perché deve essere anche la guida dei Capi, nel frattempo dicevo, entrano nuovi bambini, nuovi lupetti dalle zampe tenere e tutto ricomincia sempre da capo, e si gioca ancora, mentre la ruota della vita gira, gira, gira.........

Ma capita anche che qualche volta questa ruota che gira, gira, gira, trovi un ostacolo inaspettato e debba fermarsi e il Baloo in questione, debba scendere e incamminarsi per una strada diversa, che non è più quella familiare, dove è stato fino a quel momento. Che non è un momento facile quello per nessuno, ma poi ...magari tirando un pò su col naso, che è un modo come l'altro per contrastare l'emozione, qualcuno butta là una battuta, alla quale ne segue un'altra e un altra ancora e l'addio così diventa meno triste, perché tutti sappiamo che non è un addio ma semplicemente l'attuazione di quelle due parole che auguriamo a ognuno di noi quando parte per un'impresa "Buona strada!".

E così abbiamo detto "Buona strada" al nostro Baloo e abbiamo continuato a vivere come prima, sapendo che se anche non era più con noi, i legami che erano stati stretti con nodi che solo noi scout sappiamo fare, ci avrebbero sempre tenuti vicini e ci avrebbero permesso di vivere ancora tanti bei momenti insieme. E così è stato.

E' proprio in uno di questi momenti che è avvenuto il fatto che sto per raccontarvi. Mi direte: "E questo che ci hai detto fin'ora è stato solo un cappello?" Ebbene sì! Perché ciò che è accaduto, come tutte le grandi cose, non ha bisogno di grande trama per compiersi. Quanto tempo credete che ci abbia messo San Martino per dare il suo mantello?Un minuto? Toh! Facciamo due proprio per essere magnanimi.



Era una fredda notte di Gennaio e il nostro Baloo era tornato tra di noi per due giorni. Due giorni intensi da vivere cercando di raccontarsi e di raccontarci. Quante cose avevamo sempre da dirci! Per l'occasione gli avevamo fatto anche un regalo. Una giacca a vento nuova di zecca, ma non una semplice giacca a vento ma proprio un piumino con quelle impalpabili piume d'oca che tengono un caldo! Avevamo visto la volta precedente che era venuto ,che la sua giacca era alquanto lisa, usurata dal tempo e così.........

"Gliela diamo stasera , quando ci troviamo, almeno la mette subito e poi ce ne andiamo tutti insieme a mangiare la pizza" aveva proposto il capogruppo. E tutti avevamo annuito.

In cinque minuti il regalo era stato scartato e indossato, la vecchia giacca lasciata nell'attaccapanni della nostra sede e tutti contenti eravamo usciti nel freddo che parlava di sottozero, e ci eravamo incamminati verso il ristorante. Avevamo fatto si e no duecento metri quando all'improvviso si era materializzato davanti a noi. Era un povero, uno di quelli che conoscevamo da tempo e che conosceva molto bene anche il nostro Baloo, ma era un povero diverso dagli altri che venivano abitualmente a suonare il campanello della nostra sede. Questo aveva una specie di dignità tutta sua. Non arrivava mai a mani vuote. Ci chiedeva un pò di soldi, e in cambio ci regalava sempre qualcosa: un pò di frutta ammaccata, le castagne selvatiche, un cavolo mezzo mangiato dalle lumache.Non avevamo mai verificato la provenienza dei suoi regali ma....qualche dubbio l'avevamo! Quella sera però non aveva niente, proprio niente, neanche una sciarpa per ripararsi un pò da quel freddo micidiale....era in maniche di camicia e noi avevamo freddo stretti nei nostri piumini e avvolti nelle lunghe sciarpe che ci riparavano fino agli occhi.

"E dove dormi stanotte? - gli dicemmo dopo avergli dato qualche spicciolo perché andasse a comprarsi qualcosa da mangiare e da bere.Si strinse nelle spalle, poi additò il supermercato, che aveva una tettoia sotto la quale il vento si insinuava con sibili prolungati

Mi piacerebbe essere così.........
"Dormo lì!"

A quel punto il nostro Baloo lo prese per un braccio e lo tirò un pò in disparte. Parlarono per un minuto e poi assistemmo alla scena che non dimenticherò mai.Intravedemmo passare qualche banconota che andò rapida nelle tasche dei pantaloni del poveretto, ma questo non ci stupì più di tanto, eravamo abituati a quei passaggi furtivi, poi Baloo si sganciò la giacca a vento, la sfilò e la mise sulle spalle del povero, che cercava di tirarsi indietro, perché non voleva che il nostro Baloo si esponesse in quel modo al freddo...per lui. Non è giusto! Non è giusto! Diceva.......e la sua voce non era la voce di sempre e neanche quella di prima. Non c'era abituato evidentemente a quel genere di riguardi e non riusciva a credere ai suoi occhi. Ma non ci fu niente da fare, perché il nostro Baloo, potrà non essere un uomo grande , ma sicuramente è un grande Baloo, e quando Baloo decide con la sua mitezza che è più forte di ogni cosa, la Jungla gli da retta, perché sa di trovarsi davanti a chi conosce il vero significato della Carità.

Noi eravamo ammutoliti, commossi, e orgogliosi di avere la sua amicizia.



Che vi dicevo? Ci vuole un minuto, due al massimo per fare un bel gesto,ma la sua risonanza non si esaurisce nel breve arco temporale di un giorno, né di un mese, né di un anno, né di dieci anni. Rimane semplicemente, e ogni tanto riaffiora nel ricordo e specialmente quando ci sentiamo giù di corda o pensiamo che la vita con noi sia tiranna, tornare a quelle mani tese, una per ricevere l'altra per donare, porta tanta dolcezza dentro il cuore.





ma sono molto di più così............
ma non avessi la carità, sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante. ......................................

lunedì 21 gennaio 2013

Domani è un altro giorno

Non so se è sempre stata nel mio DNAo se l'ho acquisita la prima volta che lessi 'Via col vento', ma la celebre frase "Domani è un altro giorno", fa parte di me da sempre.
Qualsiasi giorno, bello o brutto che sia, per me si conclude con queste parole, che nel mio caso non sono di fatalismo, ma di semplice e bella speranza, perché prima di addormentarmi cerco sempre qualcosa, un motivo, per cui  poter dire..... lo farò o accadrà, o comincerò domani....proprio perché domani è un altro giorno, intatto, ancora da scartare, ancora pieno di tutte le illusioni che in genere mi porto dietro.
Domani è un altro giorno è il modo di non cedere all'appiattimeto della vita, è un modo per restare sempre ai blocchi di partenza come l'atleta che deve raggiungere il traguardo, è una tensione a qualcosa che immaginiamo sperando che ci sia effettivamente, è una scommessa con noi stessi.

Oggi piove.......ma domani sicuramente ci sarà il sole perché....in fin dei conti...... domani è un altro giorno!

domenica 20 gennaio 2013

Dov'eri?

Io sono convinta di 'credere'.
 Tutto in me mi spinge verso qualcuno al di là della nostra limitata umanità . Ho bisogno di sapere che c'è un creatore e ho bisogno di sentire che ciò che mi porta quella corrente invisibile dalla quale mi sono sempre sentita  attraversare e plasmare, indipendentemente dalla mia volontà, è la guida vera che mi conduce verso qualcosa più che di bello....di giusto, perchè è proprio grazie a lei che rinuncio ai miei istinti che mi dicono invece di non pensare al dopo, ma di afferrare l'attimo che fugge.
Il problema in me è che  credere non vuol dire smettere di pensare e quando penso non solo metto in discussione me stessa, ma anche le convinzioni che sono nate con me, piantate da altri, ma che comunque ho sempre continuato ad annaffiare.
E allora nascono domande, alle quali non sempre riesco a dare una risposta
La Particella di Dio




DOV’ERI?

In un mare verde di smeraldo
Mi sono adagiata
E alzati gli occhi al cielo
Ti ho cercato senza trovarti.
Dov’eri?
Speravo di trovarti libero
Nel cielo denso di nubi
Spinte dal vento,
a farti cullare dalla corrente.
E invece non c’eri.
Dov’eri?
Perché preferisci le siepi dei giardini
Ai nostri prati liberi?
Eppure sei tu che mi hai insegnato
A volare….e non voli!
Eppure sei tu che mi hai aperto
I cancelli del pensiero
E sei prigioniero.
Eppure sei tu che hai spinto
il mio cuore all’amore
e non ami.
Perché?

sabato 19 gennaio 2013

C'è coca e co.ca

Si arriva alla spicciolata, quasi furtivamente. Il portone è accostato e chiunque entra lo deve lasciare come l'ha trovato. Non è molto tardi, sono solo le nove e mezzo, ma il buio, la nebbia, la completa assenza di gente sullo spazio antistante, fa del luogo del nostro appuntamento, un posto solitario. Faceva  freddo ierisera e per un attimo sono stata tentata di rinunciare e restarmene a casa.....ma come si fa a dire di no a un appuntamento con la coca? Nel mio caso è un richiamo irresistibile, desiderato.....anche se da un pò di tempo a questa parte mi induce al pentimento......insomma un'assuefazione....................

Nella piccola stanza ci sono già tutti. Una volta tanto sono stata io ad arrivare per ultima. Tutti erano allegri e chiacchieravano animatamente. Sul tavolo ancora i residui del festino appena compiuto: due striminziti pezzettini di pizza e una bottiglia quasi vuota di coca cola.  Eh si! perché le nostre riunioni si chiamano proprio riunioni di Co.Ca, ma al di là di un bicchiere di coca cola non si va mai, perché chi si riunisce è la Comunità Capi degli scout e io con loro ci sto proprio bene, anche se capisco da me che ormai per me non è più  il tempo. Di che non lo so, ma sento che non è più tempo! Quando entro in quella stanza, vecchia, piccola, scalcinata e stracolma di ricordi, magicamente gli anni e la stanchezza mi cadono da dosso e mi ritrovo a essere libera e spensierata, a parlare con i miei ragazzi lo stesso linguaggio di sempre, però so che non è più il tempo....... Per quello che dico che dopo sono un pò pentita....perché c'è un abisso tra me e loro, me ne rendo conto......e allora cerco di uscirne un pò alla volta, senza farmi troppo male..........
Si parla di tutto in quella stanza, si passa da una grigliata di salsicce  a Dio, con una tale disivoltura che farebbe proprio gola al miglior teologo! Si delibera, si fanno grandi progetti, il più delle volte destinati a rimanere tali, anche se sono proprio bravi i miei ragazzi.....bravi e anche coscenziosi, senz'altro più bravi e coscenziosi di quanto lo sono stata io alla loro età.E' molto bello stare con loro, ascoltare la loro gioventù e nutrirsi un pò di essa. Quanto mi piacciono i miei ragazzi, anche se qualche volta li prenderei a capocciate! Ma poi capisco che devono fare la loro strada, i loro passi, pestare i ciottoli che io ho già calpestato facendomi anche male, e superato....e anche questo mi piace.
A metà riunione ho alzato i tacchi e me ne sono andata per lasciarli più liberi di parlare senza che il gufo sapiente intervenisse con la sua saggezza di altri tempi..........la mia assuefazione sta calando,..... ormai mi basta fare una sniffata ogni tanto!

venerdì 18 gennaio 2013

L'ancora

In questi giorni, non so perché, mi accorgo di guardare spesso mia madre. O meglio...il mio sguardo si posa spesso su di lei e si distoglie subito, come se non volesse vedere la vita che passa.
Infatti più su di lei che su di me, vedo il trascorrere dei giorni, lo sguardo che cambia!
La ritrovo piccola, indifesa, bisognosa di aiuto e mi accorgo che i nostri ruoli ormai sono invertiti. Io sono diventata la mamma della mia mamma. Con tutto ciò che comporta, e che molte volte non riesco ad accettare, perché i miei genitori per me sono sempre stati un gradino più in alto di me, o comunque in un gradino diverso dal mio e molte volte non riesco ad attraversare la soglia di quel pudore che fin da bambina ha sancito un limite oltre il quale non sono mai andata, un pò perché usava così, un pò proprio per la mia natura schiva. Eppure se mio padre è stato il faro della mia vita, mia madre è stata (e lo è anche oggi nella sua debolezza) l'ancora della mia navicella: un'ancora pronta ad alzarsi e ad abbassarsi in tutte le circostanze della mia vita, per tenermi in acque sicure..................
 






Quando ancora i miei occhi non vedevano
tu guardasti il mondo per me
E sognasti per me.
Quando i miei piedi mossero i primi passi
Tu mi tenesti per mano
E sognasti per me.
Quando mi mandasti incontro alla vita
Con i miei primi libri in mano
Tu sognasti per me.
Quando, passati gli anni, ti salutai
E me ne andai per la mia strada,
tu sognasti per me.
Quando la vita divenne dura e faticosa,
tu mi tendesti la mano
e sognasti per me.
Quanti sogni facesti per me!
Sogni che per te, non avevi mai fatto
Ma che per me non furono mai troppo belli,
troppo grandi,troppo irraggiungibili.
Sogni che spesso non si avverarono mai.
Sogni che passarono dai tuoi occhi ai miei
E che io riversai sopra altre vite
Più importanti di me.
Grazie per i tuoi sogni!
Grazie di avermi insegnato a sognare!
Grazie dal profondo del cuore!
Grazie mamma.

giovedì 17 gennaio 2013

Elogio della Nutella

Ormai è testato da tanto tempo. Almeno per ciò che mi riguarda, quando voglio tornare di buonumore non devo fare altro che mettermi seduta  con le gambe sotto il tavolo, il barattolo della Nutella e un bella fetta di pane davanti a me, e dare inizio alla mia orgia personale.Non da spalmare su dolceti vari, o sul pandoro, o sulle fette biscottate, o mischiata ad altre cose....sennò non funziona. Ci vuole il pane e più il pane è comune più buona è! Ha sempre funzionato fin da quando ero bambina e i miei malumori erano dettati sol da un ginocchio sbucciato o dalla poesia da studiare. Anche se.....e  mi dispiace dirlo, neanche la Nutella è più quella di una volta! Però con me funziona ancora a meraviglia e saprei riconoscerla ad occhi chiusi tra altre cento creme al cioccolato. Che ho provato naturalmente, anche perché alcune di quelle costano la metà, il che non guasterebbe, ma non c'è stato niente da fare né con quelle, né con altre di marche decisamente più raffinate....la Nutella è la Nutella!
Mia madre me la preparava per merenda e ricordo ancora il giorno che la mangiai per la prima volta in sostituzione del pane, burro e marmellata, che tra l'altro mi piace molto......una sensazione divina, che non mi ha mai più abbandonato e che ha condizionato la mia vita futura, quella dei miei figli e di tutti coloro che sono entrati nella mia vita. Le nostre uscite scout terminavano inevitabilmente con una ricca merenda di pane e nutella, ma anche oggi che la gestione delle branche non è più affare mio, la nera crema è rimasta nel menù dei lupetti e degli esploratori, che a casa saranno anche anoressici, ma quando sono fuori mangiano come lupi e se ne strafregano delle calorie. Ancora oggi, a Natale qualcuno mi regala il barattolone di Nutella, e un anno i ragazzi per farmi uno scherzo, mi fecero trovare insieme al barattolo vero, quello della pubblicità, che si vedeva in tutti i negozi di generi alimentari! Ho ancora le fotografie fatte per l'occasione.Sono seguiti libri, cappellini e gadget vari, per dire quanto è nota la mia passione per la Nutella.
Non so quando cominciai a rendermi conto, che su di me agiva psicologicamente con una forte spinta vero il buonumore, ma alla fine, dagli oggi, dagli domani, finii per accorgermene, e da allora nessua cosa che mi sia stata detta che potesse farmi desistere dal mangiarla, per me è stato un deterrente: "Ti fa male! Ti fa venire i brufoli! Ti fa ingrassare!" Nessuna di queste lugubri profezie si è mai avverata e io ho continuato a spalmare la mia Nutella su una bella fetta di pane, restando bambina anche in questo, perché in fondo alla fetta ci faccio la cosidetta 'montagnola', l'ultimo boccone, quello che ti impasta tutta la bocca e che dopo, ma almeno mezz'ora dopo (prima non vale, sennò il buon sapore va tutto via e allora l'atto di sublime disprezzo che hai fatto verso i delatori di questo cibo degli dei, fregandotene del colesterolo, dei trigliceridi, del fegato, della linea,non solo verrebbe completamente vanificato, ma addirittura ti farebbe alzare da tavola più scorbutica di prima e ciò non va bene per chi ti sta intorno, per cui il sacrificio deve essere fatto fino in fondo)  ti spinge per forza ad andare al lavarti i denti, sentendo dentro di te, che almeno quello te lo devi! Qualche volta sono arrivata anche a dirmi: "Sei una nutellomane!" Ma non è vero! Per mia scelta sono stata due anni consecutivi senza mai assaggiarla e spalmandola sopra la merenda di tutti. La mia non è assuefazione.....è un sottile piacere che mi rimette in pace con la vita. Fino ad oggi ha funzionato, se non dovesse funzionare più....comincerò a preoccuparmi allora. 
Anche ierisera ero davanti al barattolo e stavo compiendo il solito rituale quando mi è venuto in mente che pochi giorni fa hanno dato la notizia che Ferrero è l'uomo più ricco d'Italia.
"E ci credo! - ho detto mentre addentavo la mia fetta di pane - con quanti soldi gli ho dato!"

mercoledì 16 gennaio 2013

Equilibrio

" Felicità è Equilibrio. Se vuoi quella, trova quello"
(da - Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)



Questo piccolo aforisma è il risultato della mia giornata appena trascorsa alla ricerca di me stessa, e di ciò che mi sembra  manchi nella mia vita per essere felice. In certe giornate infatti mi accorgo che mi viene a mancare quell'equilibrio che invece di solito accompagna il mio andare e quando succede questo, avverto un forte senso di instabilità e di infelicità. Fortunatamente sono episodi di breve durata, ma molto intensi, dai quali ormai lo so per esperienza, esco solo quando ho ritrovato un motivo per cui valga la pena mettersi in gioco.
"Cerco un centro di gravità permanente" dice Battiato e le sue parole mi hanno sempre colpito per la loro verità. Noi siamo canne al vento, questo già si sa, ma come dice Pascal siamo canne pensanti e questo se da una parte è un dono bellissimo dall'altra non ci aiuta a rimanere in questo famoso centro di gravità permanente. 
Invece trovare il nostro equilibrio, è la cosa indispensabile per avere la nostra felicità. La felicità non è una cosa eclatante come molti credono, non un tripudio di colori e di profumi, ma è quella piccola cosa che ci aiuta a stare bene con se stessi e che tutti abbiamo  in tasca, senza riuscire il più delle volte a trovarla. La felicità non chiede grandi piedistalli per posarsi, non vuole tappeti preziosi per riposare, non pretende strade lastricate d'oro per tenderci la sua mano e portarci lungo la via della vita

C’è un’ape che si posa
su un bocciolo di rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.

Trilussa

martedì 15 gennaio 2013

Allegria

Allegria!!!!!.......Stamani mi è bastato girare la chiave nella toppa del portone che apro ogni mattina per andare al lavoro, per sapere che avrei guardato il bellissimo  chiostro che fa parte della mia vita, con occhi diversi dagli altri giorni. E ho saputo da subito che per me  non sarebbe stato un bel momento e che non sarebbe servito a niente rimandarlo.
Stamani, l'ho detto, ero ben riposata, avevo gli occhi ben aperti sulla realtà .....e la realtà mi ha parlato.  


Ieri


Guardo S......... e mi sento a casa, ascolto il suono delle sue campane e mi sento a casa, appoggio il mio viso alle colonne del chiostro e mi sento a casa, come se lo fosse da sempre, come se fosse il compendio di tutti i frammenti che ho trovato nelle altre case senza mai sentirle veramente mie. Ascolto respirare i suoi muri, accarezzo con lo sguardo le lapidi che corrono lungo le pareti del chiostro. Parlano di gente, parlano di vita, parlano di persone che comunque in qualche modo misterioso si sono sentite legate a questo luogo e vi sono rimaste, come sono rimasti i corvi che da secoli ormai abitano questo posto Parlano anche di voci recenti le pareti del mio chiostro, parlano dei miei ragazzi, del loro diventare grandi tra queste mura, dei loro sospiri e delle loro risate, delle loro lacrime asciugate, dei loro desideri che si perdono per i rami del cedro che sovrasta le colonne e svetta verso il cielo dove corrono nubi di gioia o di dolore, ma comunque nubi di giorni sempre nuovi.


Oggi


Anche oggi, quando entro nel chiostro e lascio fuori il mondo con i suoi rumori, mi sento a casa, ma se appoggio il mio viso alle colonne, queste non mi rimandano più le voci dei ragazzi, né i loro occhi, o le loro aspettative dal futuro, perché oggi quei ragazzi qui dentro non ci sono più, e quelli che ci sono non riescono a diventare parte di questo contesto; lo usano forse, ma una volta fatto ciò che devono fare, non sentono la necessità di ritornare, di riallacciare un dialogo, o semplicemente di fare quattro risate e sognare giorni felici. Mi sono fermata nel chiostro stamani, invece di tirare dritto come faccio abitualmente, mi sono fermata perché sapevo che stamani era l'ora della verità, chissà perché, proprio stamani.
Ho lasciato scorrere il mio sguardo sulle colonne,  sulle arcate, sul grande cedro che sovrasta con la sua mole tutta la struttura. Ho ascoltato i timidi cinguettii di qualche passerotto temerario che sfida la nebbia di questi giorni. Ho ascoltato e sentito la voce del silenzio, una voce che fino ad ora lì dentro non avevo mai sentito o forse mi ero rifiutata di sentire. Non è una voce triste, ma come un sussurro che ti invita a pensare, a riflettere a capire. Perché c'è un tempo per ogni cosa, è proprio vero, e ostinarsi a voler ritrovare cose che non ci sono più, non è costruttivo. Bisogna avere il coraggio di lasciare andar via il passato e bisogna anche trovare la forza per ricostruire un futuro che parli nuovamente alle colonne del mio chiostro. E' fatica? Tanta! Così tanta che verrebbe voglia di continuare a tirare dritti e non soffermarsi più a guardare quelle colonne che mi parlano di cose avvenute, trascorse e ancora non mi parlano di cose nuove. Ma non lo farò! So che non lo farò. Per tigna...per me. Forse non sentirò più voci di ragazzi, forse non riderò più di quella spensierata allegria che loro sanno regalare inconsapevolmente, forse le nuove voci che si aggireranno tra le colonne e si perderanno sotto le arcate, saranno voci più adulte, più consapevoli.....magari più tristi,.......ma vive, non eterei fantasmi di un mondo che non esiste più. 


Domani 


Inventerò qualcosa! La fantasia non mi manca. Magari sarà un flop dietro l'altro, ma non importa. Quello che importa è non arrendersi mai, non farsi avviluppare dal passato, ma guardare sempre avanti, anche se con occhi diversi da prima, per fortuna con occhi diversi, mi sento di dire. Quello che so è che finché lavorerò lì dentro, cercherò sempre di far e qualcosa di nuovo e se stavolta sarà più per me che per gli altri.......pace! 
Il mondo andrà avanti lo stesso.