venerdì 29 aprile 2016

5 pali e 1 secchio

Una mattina di qualche giorno fa ero andata al bar a fare colazione con un bel caffé e una briosche alla nutella. Mi stavo gustando questa prelibatezza mattutina, quando il cellulare della proprietaria ha squillato. Sul momento non ci ho fatto caso, ma poco dopo ho sentito la sua voce sorpresa che diceva: "Ma sono cinque pali e un secchio.....proprio così, cinque pali e un secchio". poi ha riattaccato e per un attimo è rimasta pensierosa. Ho una certa confidenza con questa persona, per cui mi sono potuta permettere di dirle: "Sai? Potrebbe essere il titolo di un racconto. Prova a pensarci..."Cinque pali e un secchio"...Niente male come titolo vero?"

Ed è così, che tornata a casa con questo titolo nella testa ho cominciato a tessere la trama di un racconto frutto solo della mia fantasia, senza che ci sia riferimento ad alcuna persona di ieri, oggi, domani.....




5 PaLi & 1 SeccHio


 Chi l'ha detto che oggi due giovani possono amarsi liberamente? Anche a dispetto delle rispettive famiglie, che non si possono vedere...da sempre?Neanche loro sanno più il perché, ma la guerra che si sono dichiarata almeno cinquant'anni fa, è continuata a prosperare anche al giorno d'oggi, che sono giorni di internet e cellulari, giorni in cui non è semplice controllare che un giovanotto e una bella ragazza non si sentano, non si vedano, non si parlino, non dichiarino di amarsi. Eppure Romeo e Giulietta sono i protagonisti di questa nuova saga familiare, che non ha niente di scespiriano, anche perché non si svolge a Verona, bensì in un paese della Toscana dove tutto è verace e anche gli accidenti si mandano a dritto e senza passare dal via, dove è stato mandato al diavolo chiunque impedisse la libertà, dove, per dirla con Malaparte, tutti camminano a mele strette se son toscani, perché se non riescono a camminare in quel modo, proprio toscani toscani non sono...diciamolo via!Ed è per quello che quando arriva qualcuno di nuovo in questo ridente paese, la prima cosa che viene guardata è il posteriore. Anche al Sindaco, anche al Vescovo, con rispetto naturalmente, perché i toscani son gentili per natura, anche se la loro gentilezza non è liscia come la seta, ma ruvida come la carta vetrata...ma questo è un altro discorso. Non occorre che stia a dire in che consiste questa faida perpetua, anche perché col passare degli anni, si sono perse le motivazioni e forse l'unica che le conosce a fondo è solo la santa del nostro paese, con la quale hanno parlato in confidenza entrambe le fazioni....mi basta rimandare a Don Camillo e all'episodio che il Guareschi ci fa dei due innamorati, anche loro nemici per casata, ma innamorati per quella strana alchimia che molte volte viaggia sul vento e non permette scampo. Qui però non c'è Don Camillo e neanche Peppone, gente schietta, buona,ma capace di usare il bastone per sistemare le cose. No no, i tempi sono cambiati anche da noi, dove una volta la gente se le suonava di santa ragione e poi, amici come prima, andava all'osteria a farsi un quartino e anche qualcosa di più. Oggi ciascuno si fa le sue e se c'è da menare le mani per qualcuno, se ne guarda bene. Per quello se ne guarda bene anche se c'è da spendere una parola per qualcuno, proprio per quel detto che è entrato in uso comune e poi si è sparso a macchia d'olio fino ad arrivare anche in parlamento. "Se ti serve, dai, se non ti serve, prendi".Tradotto in parole povere significa che se devi spendere una parola per qualcuno, assicurati prima di avere il tuo tornaconto, altrimenti lascialo al suo destino e cerca di prendere dall'altra parte". E' una filosofia bastarda, che però ha dipinto il nuovo volto della nostra società e quindi anche del nostro paese.Ma...c'è un 'ma'! e per fortuna è un 'ma' grande, un maone, un maoncione, un maonciù.... eehh sì! Si chiama gioventù! E la gioventù, nel tempo che è proprio il suo, non è mai cambiata, da che mondo è mondo se dio vuole, perché la gioventù se ne strabatte del tornaconto, dell'odio, delle faide che non hanno più nome...già perché la gioventù ha con sé un dono che poi purtroppo perderà strada facendo, quando  perderà la sua freschezza, la sua lucentezza, il suo sguardo ardito, temerario, battagliero, un pò incosciente è vero, ma sennò che gioventù sarebbe? Vorrei averlo io ancora quello sguardo, perché finché c'è, c'è anche l'amicizia e per amicizia si rivolta il mondo intero, se non ci mettiamo più di quei due o tre anni che è il tempo in cui dura la gioventù vera...poi tutto il resto è plastica, ritocco. Plastica del viso e delle tette delle donne, delle maniglie dell'amore e della pancetta degli uomini... plastica dell'anima...di tutti. Eh sì! L'amicizia, che è il bene più prezioso che dovrebbe avere l'umanità e che invece troppo spesso si getta nei fossi insieme al putridume della vita. Ed è per amicizia che cinque giovani decisero di far vivere la storia d'amore nostrana ai novelli Giulietta e Romeo. E fu così che organizzarono quell'incontro atteso per anni e anni e mai consumato. Lo fecero e basta, senza pensarci troppo, solo per amicizia. Orologi alla mano, calcolarono il tempo che sarebbe occorso ai due giovani innamorati per esprimere il loro amore e poi si divisero i compiti. Due di loro avrebbero fatto i pali nei punti strategici in cui la strada sale e gli altri due nei punti dove la strada scende e avrebbero avvertito il quinto, che avrebbe atteso dietro le persiane che davano sul balconcino che si affacciava sulla strada. Calcolarono che i rispettivi padri dei nostri innamorati avrebbero impiegato circa un'ora per accorgeresi della mancanza del rispettivo figlio e poi, presone atto, si sarebbe precipitato o giù per la strada, o su per la strada, per evitare che avvenisse il misfatto...fino ad arrivare al punto d'incontro. Che sarebbe successo allora? Immaginarono scene apocalittiche, condite di parolacce, di quelle veraci, che riempiono la bocca, fino ad arrivare allo stomaco, proprio toscane...e invocazioni tali da tirare giù tutti i santi del paradiso (ma in quel caso anhe i santi sarebbero scesi ben volentieri) e poi...beh! per male che fosse finita, almeno Giulietta e Romeo avrebbero avuto il loro interludio di amore!E accadde proprio così e con un tempismo così perfetto, che i quattro giovani, pali improvvisati, neanche si fosse trattato di una rapina, guardarono stupiti i loro orologi  e si affrettarono a chiamare col cellulare il quinto, che aveva il compito più difficile. Questi, senz'altro un palo più coriaceo, uno di quelli che ama le sfide e sa,con una sorta di esaltante tremore che scende lungo la spina dorsale, che se , una volta fatto il suo lavoro, non se la darà a gambe levate correndo con tutto il fiato che ha nei polmoni, rischierà di prendere una caterva di legnate....questi dicevo, attese con lucida freddezza che i due omaccioni surriscaldati dalla rabbia che non aveva più nome, si avvinghiassero in una scazzottata all'ultimo dente e quando ritenne che la lotta fosse giunta all'apice, aprì la persiana, si affacciò sul balconcino e rovesciò l'enorme secchio pieno di acqua gelata e di bitume sui due malcapitati....i quali, non solo si calmarono immediatamente, ma si guardarono smarriti, inermi, irrimediabilmente infreddoliti e sudici e con i primi starnuti già in canna. In fin dei conti era dicembre! E meno male che sotto il balconcino c'era un bar, dove i due guerrieri, che non avevano più l'ascia in mano, pensarono di riparare per farsi preparare un bel ponce al mandarino, mentre tra uno starnuto e l'altro, sottoscrivevano una pace ringhiosa, che salvasse la dignità di tutti. In quel bar, oggi, chi entra, può leggere una targa, che ricorda lo storico scontro avvenuto....quando?....chissà? 
Pochi giorni fa, con la fantasia, ho visto passare una macchina inghirlandata. Dentro c'erano Giulietta e Romeo  e lei aveva il velo da sposa. La bellissima 'cabrio' trainava, legato a una catena, un grande secchio...chissà perché! Ma il perché lo sapevano senz'altro i cinque giovani, ora vestiti a festa, ieri, pali per amicizia. Li ho guardati finché mi è stato possibile, dopodiché con un sorriso leggero sulla bocca ho continuato la mia passeggiata.




Ed eccomi qui. Tornata con i piedi in terra in questo bar dove, quando posso, passo cinque minuti sereni della mia giornata, il più delle volte chiacchierando e ridendo con persone con le quali sto volentieri, altre volte affrontando con serietà momenti difficili, senza rinunciare mai a pensare che la vita possa offrire sempre nuovi spunti, qualche volta anche solo sentendo parlare di cinque pali e un secchio.
Ah! Dimenticavo! I cinque pali e un secchio servivano solo per costruire un'altalena. 






domenica 24 aprile 2016

Bibidone

Quando è arrivato a casa nostra non aveva nome. Inizialmente, quando lo vidi dentro la portantina mi era sembrato un cagnolino molto malandato. Solo quando uscì mi resi conto che era un gatto dalla grossa mole, anche se era difficile definire di che razza fosse, da come era mal ridotto. Si portava dietro una triste storia. Chiuso o dimenticato, chissà! per circa venti giorni dentro una cantina, era riuscito a sopravvivere consumando se stesso fino a diventare pelle, ossa e un groviglio sudicio di pelo. Ma aveva due grandi occhi verdi dallo sguardo serio e dolce nello stesso tempo. Fu quando lo vide mio figlio, che un nome venne fuori all'improvviso. "Brivido Cosmico!" disse riferendosi al gatto nero di Pomi d'ottone e manici di scopa. Ci mettemmo a ridere, perché Brivido Cosmico, in confronto a lui era un bijou. Infatti nel frattempo  lui era stato rasato, perché mai più quei peli  rasta si sarebbero snodati e a guardarlo faceva effetto con la lunghissima coda completamente glabra, tanto da apparire come quella di un topo. Brivido Cosmico rimase il suo nome, ma dagli oggi , dagli domani, con la facilità che ci contraddistingue a storpiare i nomi, è diventato Bibidone, e Bibidone è rimasto, anche se mia figlia molte volte, per affetto, lo chiama Bibi.
Bibidone è rimasto con noi, potevano esserci dubbi? Ora è un bellissimo gatto dal pelo setoso e dai lunghi baffi bianchi. Si sta irrobustendo giorno dopo giorno. In un mese e mezzo ha recuperato tre chili e ora ne pesa oltre sei, ma deve crescere ancora, si vede. Anche se fin dall'inizio si capiva da certe caratteristiche la sua appartenenza ai Mainecoon, ora che sta bene la cosa è molto più evidente. E' un gattone insomma, buono come il pane e affettuosissimo. Ha pazienza anche con Plinio, che comincia a zampettargli tra le lunghe zampe. E a proposito di zampe, è bello vederlo bere immergendo la sua zampona nell'acqua per portarsela alla bocca e fare la stessa cosa con il cibo. Mi hanno detto che è proprio una caratteristica dei gatti del Maine. Una delle sue caratteristiche, o forse un suo vezzo è quello di tirare fuori la lingua e questo suo modo di fare, piano piano ci ha indotto a dire per scherzo che somiglia a Einstein, nella sua celebre fotografia di quando fa la linguaccia. Speriamo che abbia la sua stessa genialità, in campo gattesco naturalmente. E comunque se è un onore per Bibidone somigliare al  celebre scenziato, anche Einstein, con l'ironia che lo contraddistingueva, credo che non avrebbe disdegnato di essere somigliante a un Mainecoon.
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Dietro l'angolo

Magari è solo perché piove e tutto ha il grigiore dell'inverno, mentre fuori le rose sono già pronte per fiorire nel sole di un'inoltrata primavera; magari è solo perché oggi mi sento solo una spettatrice degli eventi che la vita mi fa scorrere davanti agli occhi, mentre vorrei esserne parte attiva; magari è solo perché noi donne abbiamo questi momenti di grande malinconia che posa il suo lieve velo su tutto ciò che le circonda; magari invece, cosa molto più probabile, sono soltanto dentro l'occhio del ciclone, dove tutto è quiete, indifferenza, scorrere sul tempo che sembra non mi riguardi più.......anzi sono certa che è proprio così, perché vado a cercare scuse?.... e poi mi ritroverò nuovamente nella tempesta della vita, dove tutto è suono, movimento, colore..... certe volte troppo intenso, troppo primitivo, ma riconoscibile e riconducibile a qualcosa di vero. Tutto è preferibile a questa quiete così priva di impulsi, di passioni....Passerà, e tornerà il marasma dell'esistenza e dei suoi molteplici problemi, che qualche volta lasciano senza respiro. Basta decidere di accendere un interrutore nel mio cervello, per accorgermi che sono io che mi sono nascosta dentro questo stato di quiete apparente e che mi basterà guardare dietro l'angolo della mia vita per ritrovare tutto il mio presente. Bene! La quiete non fa per me. Giro dietro l'angolo.

lunedì 18 aprile 2016

Tornare a vivere

Il Titolo: Tornare a vivere 
atto unico e irripetibile
La scena: una strada imbrecciata, tutta in salita
La protagonista: io
Il complice: un giubbotto col cappuccio estraibile
L'arma del delitto: un paio di scarpe nuove con le stringhe
Il presunto colpevole: un sasso
La trama: praticamente inesistente

Sto andando in farmacia a comprare il latte in polvere per Plinio. Dopo aver indossato il mio paio di scarponcini nuovi (si fa per dire,  erano di mia figlia, ma per me sono nuovi) decido di non prendere la macchina, ma di andare a piedi e di passare per il Cimitero Vecchio. Ho indossato il mio giubbotto col cappuccio ben ripiegato dentro il bavero. Mi avvio per la strada a sterro e dopo la prima curva, sento che quel cappuccio arrotolato mi da noia al collo, per cui senza fermarmi alzo le braccia e dopo aver aperto la cerniera provo a tirarlo fuori....oppone resistenza il maledetto e mi costringe a tirare ancora più indietro le braccia, facendo fare alle mie povere mani una bella acrobazia, tanto da costringermi a camminare quasi in punta di piedi....sul breccino. E' allora che accade. Il mio  piede scivola su un sassolino messo apposta lì tra i tanti ad aspettare me e non so come, non so perché mi ritrovo a girare in una strana contorsione che mi solleva da terra e immediatamente dopo mi fa ricadere di schianto  "Porca puttana!" è stato l'unico mio sfogo, perché immediatamente dopo il tonfo sono stata impegnata a rialzarmi,e dalla paura che mi vedesse qualcuno, l'ho fatto in un nanosecondo e mi sono sentita così soddisfatta di me che ho cominciato a ridere a crepapelle, mentre mi domandavo che cosa c'avessi da ridere tanto, visto che il polso destro cominciava a farmi un male,ma un male. Eppure la risata è rimasta ed anzi è aumentata, via via che vedevo il porcaio che avevo combinato. Ero tutta sporca di polvere e il giubbotto quasi nero,ne era letteralmente pieno, per non parlare dei jeans e del maglione. Eppure ho continuato a ridere di gusto, mentre riprendevo la strada cercando di ripulirmi meglio che potevo. Ridevo perché, chissà come mai, quel capitombolo mi aveva fatto ritrovare improvvisamente il gusto della vita. Mio figlio poi mi ha detto che è un modo ben strando di ritrovore la vita.......... Ridevo...ma perché? Forse per l'agilità con cui mi sono rialzata, forse perché il pensiero è corso ai precedenti capitomboli, forse perché avevo proprio voglia di ridere, forse....ma insomma ci deve essere per forza un perché?

domenica 17 aprile 2016

Trivelle sì, trivelle no.

Sinceramente questo referendum, popolarmente detto delle trivelle, a me personalmente mi è cascato tra capo e collo negli ultimi venti giorni. 
Ho cercato anche di capirci qualcosa, ma le mie competenze in materia non sono tali, da poter propendere totalmente né da una parte, né dall'altra. Ho cercato di informarmi meglio che ho potuto e credo che al solito ci sia un pò di verità sia nell'una che nell'altra posizione....è che comunque in queste questioni non dovrebbe entrarci la politica, perchè alla fine tutto si impastoia e il quesito, che dovrebbe essere solamente rivolto al benessere del proprio paese, finisce invece per diventare un emblema di partito, e per quello che mi riguarda io non ci sto più a questi giochi, che non sono grandi giochi, ma solo giochetti.
E questo è un punto. Ma quello che proprio non accetto e che mi manda in bestia è sentire qualcuno che mi dice di non andare a votare, e questo non solo ora, ma da sempre. Su questo non transigo, gli altri facciano quel che ritengono più opportuno, ma io non posso fare a meno di pensare che il diritto al voto sia una delle più belle  affermazioni di libertà. Un diritto tra l'altro conquistato grazie a sacrifici di tanti altri uomini prima di noi, molti dei quali hanno pagato anche con la vita p
er dare a chi sarebbe venuto dopo di loro questa opportunità.
Quindi a votare io ci sono andata stamani e poi ho fatto quello che ho ritenuto giusto fare assecondando il mio pensiero, e forse potrà sembrare una cosa di nessun conto, ma non lo è, perché il pensiero è la cosa più bella di tutta la nostra struttura umana e il pensiero è libero, se siamo in un paese dove la democrazia ha le sue radici, e mentre ero lì, pensavo, come mi è già capitato altre volte, a quei popoli che non possono esprimere il loro pensiero. Che perdita enorme per l'individuo e per il popolo stesso. Almeno quello noi possiamo ancora farlo, e possiamo ancora dire di no a chi ci esorta a non farlo, fosse questo anche l'uomo più importante del nostro paese o Domineiddio in persona.
Il bello di tutta questa storia è che oggi ci sembra di avere delle certezze sia in un senso che nell'altro e da domani ce ne saremo già dimenticati e continueremo a vivere come sempre, a sporcare come sempre, a inquinare come sempre, o almeno a me sembra così. Mi basta guardare il nostro viale di San Biagio, che il Comune, ha fatto ripulire circa due mesi fa. E' di nuovo pieno di ogni schifezza e la colpa non è mai di nessuno.

sabato 16 aprile 2016

Parentesi

"Il concetto di libertà si afferma in tutta la sua forza anche quando si tolgono le sbarre a un nome intrappolato da due parentesi"
da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly

 





O forse è solo paranoia? Boh! Non lo so davvero! So solamente che quando leggo un aforisma, e ne leggo tanti, e vedo il nome del suo autore chiuso tra parentesi, devo assolutamente toglierle. Magari ho appena terminato di leggere parole che con la loro immediatezza mi trasmettono proprio il concetto di libertà, o di un altro valore ugualmente importante e ritrovare chi l'ha scritte, limitato da due parentesi tonde, mi fa incavolare. Che la cosa sia legata alle persone e non ai discorsi, è presto dimostrabile, infatti non provo nessuna noia quando devo leggere o esprimere qualcosa che deve stare dentro parentesi per non interrompere il discorso principale. Ma valla te a capire  la mente!

lunedì 11 aprile 2016

Plinio

Ciao a  tutti. Mi presento. Il mio nome è Plinio e sono un cucciolo di Segugio Maremmano. Ancora non ho un mese, ma quando sono arrivato nella Casa di Fuf, avevo appena cinque giorni e pesavo centocinquanta grammi. Ora sono quasi otto etti. La mia mamma mi aveva abbandonato, perché non ce la faceva a nutrire anche me. Ma il destino ha voluto che mani amiche si prendessero cura di quella povera cosina frignante che ero un pò di giorni fa  e stanno provando a fare di me un cane vero. Mi hanno dato anche una famiglia di cinque fratelli, un pò strana devo dire, perché sono cinque gatti, che comunque cominciano ad abituarsi alla mia presenza. Anche loro hanno ricevuto le cure dalle stese mani, che li hanno nutriti, accarezzati, coccolati...e quando ci vuole anche puniti, quindi capiscono bene la situazione. Proprio come si fa in ogni famiglia.
 Oggi mi sono spuntati i miei primi dentini. Chissà quanti guai combinerò......

mercoledì 6 aprile 2016

E senza fame e senza sete?!?!?

Bella la fantasia vero? Ti fa volare alto, ti fa vedere prospettive dove tutto è bello,tutto è buono, tutto è gentile....ed è vero che puoi stare in quel beato limbo senza fame, senza sete, senza ali, senza rete,........ma come dicevo, solo per un attimo, lo stesso attimo in cui ci sei quando guardi una tela di Chagall..............poi................i pietosi glu glu del tuo stomaco, vincono anche sulla bella e poetica musica di de Gregori e ti ritrovi improvisamente a precipitare, mentre tutto ciò che è la tua vita vera, ti risucchia voracemente e mentre cadi hai anche il tempo di pensare e se sei dotato di una buona dose di ironia, anche a farti due risate. Senza fame e senza sete? E quando mai? Hai fame anche in questo momento. Senza ali? Ebbenne ti accorgi che se in questo preciso momento tu le avessi, ti farebbero veramente comodo. provi anche a guardare se ti fossero per caso spuntate, almeno un pochino durante questo viaggio immaginario, ma poi ridi di te stesso perché ti ricordi che avevi detto "senza ali"! Ti ricordi vero che l'avevi detto? E quindi sai benissimo che continuerai a cadere e il bel posto svanirà, e ti torneranno incontro tutte le bollette, tutte le tasse, tutte le beghe alle quali hai diritto. Quelle sì..hanno le ali e ali poderose che volano e ti raggiungono in qualsiasi stato mentale tu abbia osato entrare per provare a sbarazzarti di loro, per un diritto ancestrale che senti dentro di te, perché in fin dei conti la vita è un'altra cosa, non è vero? O almeno così dovrebbe essere. Appurato che comunque almeno in una cosa sei ancora in sintonia con questa canzone che ti piace tanto, perché le ali non ci sono, sei senza ali, capito? Senza ali!...bene appurato questo è logico che il pensiero successivo non possa essere altro che la rete. Ma non avevi detto senza rete? Che tanto non ce n'era bisogno. E invece ti ritrovi a desidereare che ci sia, magari anche vecchia, magari anche con qualche buco, ma che sia lì ad attutire il tonfo che farai quando ritornerai a terra. O almeno un ombrellino che sfrutti quelle correnti ascensionali che ti piacciono tanto! Perché improvvisamente ti viene in mente che il tuo atterraggio non necessariamente ti permetterà di cadere in piedi e che forse la tua pista di atterraggio non sarà un morbido tappeto, ma una sterpaglia piena di spunzoni...qualcuno anche abbastanza grosso e ritto...hai l'immaginazione no? Prova a vedere cose potrebbe accadere...
E allora mia cara sai che ti dico? prima di scrivere tante bischerate idilliache, un'altra volta, invece di prendere il volo, come tua abitudine, prova a rimanere con i piedi ben piantati per terra, almeno non avrai spiacevoli sorprese...........


 Io ce l'ho messa proprio tutta per cercare di  farti scendere dalle nuvole, ma mica lo so se ci sono riuscita...e siccome alla fine dobbiamo convivere, sai che ti dico? Forse sarà meglio trovarci a mezza strada, tu Fantasy, io Reason, almeno con qualcosa che ci ancori alla realtà mentre andiamo in cerca di mondi migliori.

martedì 5 aprile 2016

E senza fame e senza sete.....


Forse sarà strano per tutti, ma non per me, perché per me ha sempre funzionato così, fin da allora, e per allora parlo di tanti tanti anni fa. In  quel periodo si sentiva spesso suonare "E ti vengo a cercare" di Battiato, e io la sentivo distrattamente e mi dicevo che era bella, ma sostanzialmente non l'ascoltavo. Poi capitò un giorno, quasi per caso che invece mi fermassi ad ascoltare e qualcosa mi scoppiò dentro. "Ma questo testo è scritto per me" dissi ad alta voce, incurante di chi avevo vicino. Erano le parole che avrei detto io, in quei giorni, nella mia solitaria ricerca di Dio.
Stessa cosa mi accadde tempo dopo con Bohemian Rhapsody dei Queen. Anche quella canzone amata da tutti, io l'avevo sentita ma non l'avevo ascoltata. Quando lo feci, qualcosa nella mia vita cambiò per sempre.
Fino a sabato, avevo ascoltato centinaia di belle canzoni, dai testi poetici bellissimi, canzoni che mi hanno anche emozionato, ma mai mi sarei aspettata  l'esplosione che ho sentito dentro di me, in un punto imprecisato del mio essere, quando ho ascoltato "La donna cannone" di De Gregori, mentre distrattamente guardavo con un occhio Platinette che si esibiva a Ballando con le stelle e con l'altro, seguivo le mie parole crociate, che mi sembravano più interessanti. E invece quelle parole sentite tante volte e mai veramente ascoltate, sono state una vera e propria stilettata e mi hanno costretto a seguire con più attenzione la performance di Platinette, che mi si rivelava in una maniera che non avevo mai visto, fino a farmi sentire una nota di emozione. 
Ma quello che mi sono rimaste dentro sono queste parole 
 .......e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete
voleremo via...........

e non se ne sono più andate. Sono dentro di me, parte di me, del mio modo di essere e di sentire odierno, sono l'esplicazione semplice, senza fronzoli di quella sensazione stupenda che nel mio immaginario io chiamo libertà.....e purtroppo solo nel mio immaginario, perché non sono mai riuscita ad afferrarla, se non forse per qualche breve attimo che fugge subito via, nelle tele di Chagall.
Ci si inchina davanti alla poesia e al suo poeta e le parole di questa canzone, finalmente ascoltata, e non solo sentita, sono un inno assoluto alla poesia vera, quella che va oltre i confini del nostro umano vivere per approdare ad altre sponde, sulle quali altri sentimenti, emozioni diverse, orizzonti mai visti, ci avvolgono, ci spingono, ci inducono a cercare il superamento di noi stessi,  per poterci finalmente vedere per ciò che siamo: un capolavoro che metodicamente cerchiamo di distruggere...e che invece dovremmo cercare di amare, di salvaguardare, di proteggere perché l'uomo è nato dall'amore e per l'amore......quello grande, quello vero, quello che fa di lui un capolavoro....
 e con le mani amore
per le mani ti prenderò
e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura............

venerdì 1 aprile 2016

E' più forte di me

            NOLEGGIO TRIVELLE






La Premiata Ditta "Mamma Lupa & C", noleggia trivelle per tutti gli usi.


Questa ditta, nata trent'anni fa, si pregia di un'altissima tecnologia frutto di tanti anni di ricerca e di prestazioni di tecnici altamente specializzati e garantisce un servizio rapido, efficiente, soddisfacente, fino a esaurimento della concessione.
In occasione del "trentesimo" della sua attività la Ditta offrirà una prestazione gratis per ogni due prenotazioni.
Abbiamo trivelle per ogni tipo di buco e di perforazione.






1° Aprile
in occasione del nostro trentesimo
"SEMPER jUVENES"
Non ci posso proprio fare niente. Ogni anno dico che smetterò, ma quando arrivo al 1° di Aprile è come se un diavoletto mi facesse il solletico e mi dicesse: "Dai" Dai! Un'altra volta e basta!"
E così ho dato.