martedì 14 agosto 2012

Dio non gioca a dadi con l’Universo


Ecco! Ci risono! Sono nuovamente entrata nell'onda che mi solleva e mi porta verso altri lidi, nei quali cerco come ogni uomo le mie origini, chi sono, dove vado ...e tutto il resto.
Credente a modo mio in un incipit che trascende la nostra capacità di pensiero, amante della scintilla dell'intelligenza dell'uomo che ha dato origine alla scienza, sono un miscuglio di sacro e profano che si crogiola nelle parole di Einstein......."Dio non gioca a dadi con l'Universo", dove la prima e l'ultima parola sono entrambe scritte con la lettera maiuscola.


 



La celebre frase di Albert Einstein è stata interpretata in tantissimi modi, ma da qualsiasi angolazione si guardi, porta a confermare che le leggi dell’Universo non seguono una casualità, ma regole matematiche ben precise, come già avevano detto gli antichi quando parlavano della ‘Musica delle sfere’, o della ‘Musica di Dio’.

Dio e Scienza sono un binomio inscindibile che si esaltano dalla loro interazione, per dare vita all’intero universo, come, per citare un esempio banale, fa il lievito con la farina, dando origine e forma a quella cosa meravigliosa che è il pane.

In tutta la creazione si trova questo connubio che nutrendosi di regole matematiche sulle quali si è posato il soffio di ciò che noi possiamo chiamare in termini umani “altissima poesia”, ma che in definitiva è un’Essenza che non sappiamo definire, ha dato origine a tutto ciò che ci circonda, la cui perfezione ci viene costantemente ricordata da quello che sin dall’antichità è chiamato il numero aureo, o come molti hanno preferito rinominarlo, il numero divino.
Questo numero, fa parte dell’uomo, come della conchiglia che è in riva al mare, o della foglia dell’albero, o del più piccolo insetto.

Purtroppo noi uomini siamo troppo limitati per poter cogliere in tutta la sua meraviglia ciò che ci circonda e tantomeno noi stessi.

Un noto Santo ha detto che noi siamo come un piccolo bimbo che stando seduto su uno sgabello, guarda la mamma che ricama una tela. Lui vede solo il rovescio della tela e non riesce neanche a immaginare la trama dell’ordito che si sta delineando dall’altra parte. Sarà la sua curiosità a spingerlo a cercar di sapere cosa rappresenta il ricamo che si sta formando.

Così ha sempre fatto l’uomo, che pur non riuscendo a comprendere appieno il significato della sua presenza in questo mondo, ha in sé la scintilla dell’intelligenza, che lo spinge a cercare le sue origini e il suo Creatore.
“La meraviglia dell’ignoranza è figlia e madre del sapere” recita una celebre frase, ma tutto il sapere del mondo, ancora non è riuscito a colmare l’ansia della domanda che generazione dopo generazione l’uomo si pone: chi sono, da dove vengo, dove vado. Da qui la ricerca di Dio, perché la divinità è un bisogno intrinseco di tutti gli uomini di tutte le civiltà, è l’unica cosa che placa la paura dell’ignoto, del vuoto, del nulla. La scienza ha avuto origine dalla nostra Necessità di sapere chi siamo

Questa Necessità si sta riempiendo passo dopo passo col frutto dell’intelligenza dell’uomo che vuole arrivare a Dio.

Ma se l’Uomo ha bisogno di Dio, anche Dio ha altrettanto bisogno dell’uomo, perché la perfezione se non può essere vista né cercata da nessuno, a chi serve?

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