giovedì 31 ottobre 2013

Lampi di felicità: Sardegna

Quando feci il mio primo viaggio in Sardegna, dovettero portarmici con la forza. Non volevo proprio saperne di andare in un posto che mi avrebbe inevitabilmente ricollegato a una triste vicenda che avevo vissuto un pò di anni prima.
Spargi e Budelli: un paradiso selvaggio a nord della Sardegna
Diciamo che fui quasi costretta e quando partii insieme agli altri ero abbastanza impensierita sul come mi sarei comportata. 
Ma è proprio vero che a me basta poco per divertirmi e già il viaggio in pulmino, mi rilassò a tal punto che ero continuamente a ridere e scherzare. Facemmo la traversata di notte, e già il fatto di dormire per mia scelta e per la prima volta in vita mia sul ponte di una nave, fu un'avventura molto bella, anche perché dormii pochissimo, ma era estate, c'erano le stelle, l'aria era tiepida e profumata e allora!..........
Mi innamorai della Sardegna  non appena la vidi e pensai che se il Paradiso terrestre aveva un mare,era quello che vedevo da quella spiaggia sulla quale ci fermammo quasi per caso, per fare una sosta vicino a Bosa...... e che mi fece capitolare totalmente. Se la costa Smeralda mi era piaciuta, Stintino mi aveva fatto battere più velocemente il cuore, ma niente mi aveva fatto così completamente sua come quella spiaggia deserta che si affacciava su un mare dalle acque di un colore unico e irripetibile. Se mi avesero detto "Pianta qui la tua tenda e toniamo a prenderti quando abbiamo finito tutto il nostro giro!"avrei detto di sì, perché non riuscivo a staccarmi da quel luogo e più che altro dalla musica che facevano le onde infrangendosi a riva, dove trasportavano nel loro defluire, centinai di piccoli sassi, dai colori smaglianti verso il largo, per ributtarli subito dopo verso riva in un movimento che nasceva dalla notte dei tempi.........una musica meravigliosa!!!E in quella spiaggia, così diversa da quelle più altisonanti che avevo visitato, per un attimo mi sentii incredibilmente felice, di una felicità che non mostrai agli altri, ma condivisi con il vento e il profumo della salsedine, lì in quell' habitat selvaggio e delicato nello stesso momento, dove il mare che si unisce al cielo ha catturato i pensieri degli abitanti dell'isola, e l' ha plasmato alla stessa maniera dei magnifici sassi che erosi dal vento e dalla salsedine prendono forme strane, animalesche, stupende e impenetrabili.......lì,..... per la prima volta tutto il dolore, tutta la paura, tutto il rancore che erano legati a un ricordo angoscioso, si dissolsero e mi permisero di guardare nuovamente la gente di Sardegna con occhi nuovi . Innamorarmi della Sardegna e della sua gente, venne da sé, naturalmente, come naturalmente nasce il sole dopo la notte e imparai  anche a conoscere persone meravigliose, ospitali, gentili, piene di attenzioni, innamorate come e più di me dei loro posti, dei loro scenari stupendi, del loro mare unico al mondo. .......e più che altro imparai a non fare di ogni erba un fascio e da allora non me ne sono mai pentita!

mercoledì 30 ottobre 2013

Film d'essai



Sicuramente è una questione di età, ma molte volte i ricordi si presentano  improvvisi, non cercati, non chiamati neanche con un fischio......magari anche non voluti,  ma non c'è niente da fare. Entrano prepotentemente nella mia stanza, con la forza di un fiume in piena ed è inutile lottare, ormai me ne sono accorta da un bel pò. Allora non mi rimane altro che mettermi seduta in poltrona e guardare quel 'film d'essai' che è la mia vita........cercando come sempre  di trovare il lato positivo che è poi quello che  per guardare quel film non devo pagare neanche il biglietto...............
 

 
Sognavo! Sognavo ad occhi chiusi e ad occhi aperti! Chiusa nella mia camera fantasticavo di tante cose impossibili, che però per me in quei momenti erano così vere che se allungavo una mano potevo quasi toccarle.
“Vieni a mangiare si o no!?” Tutte le sere mamma doveva richiamarmi alla realtà della vita normale e alle esigenze fisiologiche che il mio giovane corpo reclamava a dispetto di me stessa.
“Vengo, vengo!” rispondevo mentre continuavo ad ascoltare musica.
“Allora spicciati” brontolava lei “ che dopo devi portare fuori Ares a fare la pipì” Ares era il mio Kocherone nero. Era stata un’infatuazione a prima vista. “Lo porterò fuori io, gli darò da mangiare io, lo pulirò io, farò tutto io” Logicamente non era andata a finire così e dopo i primi entusiasmi Ares era passato dalla mia tutela a quella molto più rassicurante di mia madre che gli voleva un bene da matti! Comunque qualche volta non potevo rifiutarmi di pensare a lui e poi anch’io gli volevo bene, e una volta fuori niente mi impediva di pensare ai fatti miei, proprio come se fossi in camera mia
Fu proprio durante una delle mie passeggiate col mio cane ai giardini pubblici che nella mia vita entrò quello che sarebbe diventato mio marito.
Ci incrociammo in uno dei vialetti del giardino. Io ero da sola con Ares, lui in compagnia di un comune amico. Ci salutammo e basta ma a me è sempre rimasto impresso quell’attimo e posso ancora descrivere nei minimi particolari la sua giacca di velluto a coste marrone, il suo maglione nero col collo alla dolce vita, il suo ciuffo di capelli che scendeva caparbiamente sugli occhi, e le mani macchiate di nicotina, indizio di fumo pesante. Da allora per caso, che caso non era, ci vedemmo tutti i giorni. Io portavo a spasso il cane e immancabilmente lo incontravo. Dopo i primi “Ciao”, mormorati a mezza voce, i nostri colloqui si fecero sempre più fitti finché mi chiese di mettersi insieme. Era il quindici maggio, era primavera, io avevo tredici anni e mezzo e lui quindici, e la vita mai mi apparve bella come quel giorno. Non avevo la più pallida idea di quello che sarebbe stato il mio futuro.
Da - Fiore di Cappero. 

 

....................Sento dentro di me una grande dolcezza, dopo aver guardato questo spezzone del film della mia vita. Non c'è niente da fare! Voglio e vorrò sempre un gran bene a quei due ragazzi pieni di sogni, di desideri, di speranze. Sono rimasti in questa stanza e se allungo una mano mi sembra di poterli toccare mentre se ne vanno ridendo per un lungo viale, lui col ciuffo ribelle, lei con i lunghissimi capelli al vento..................


martedì 29 ottobre 2013

Amicizia

Ieri è stata una giornata un pò particolare, perché cosa rarissima da un pò di anni a questa parte, mi è accaduto di trovarmi con entrambi i miei migliori amici e ciascuno di questi incontri mi ha lasciato qualcosa che di tanto in tanto fa piacere ritrovare e vivere: la gratuità dell'amicizia.
Non è facile trovare la vera amicizia, ma quando la trovi hai ricevuto davvero il regalo più bello che la vita ti potesse dare e nel mio caso che di amici veri ne ho trovati due, questo regalo esce fuori dalla sua scatola, dove non può essere più contenuto e sente il bisogno di esprimere la propria gratitudine per la loro presenza. Ed è così che i veri amici non devono neanche più essere chiamati per nome perché diventano l'amica e l'amico. Quello è il nome vero, quello con cui li presento agli altri, quello che anche altri vorrebbero avere e che non hanno, senza nessuna colpa, ma solo perché per riuscire ad avere quel nome ci devono essere delle alchimie particolari, che nascono spontanee e che poi la vita perfeziona a tal punto che quando parlo dei miei amici, parlo di me.
La mia amica è venuta a trovarmi ierimattina e i suoi occhi mi hanno detto subito che era triste.
"Che ne diresti? - le ho detto - di andare a fare un salto in Perù?" Il Perù con noi funziona sempre e ormai con l'immaginazione ci siamo andate tante di quelle volte che conosciamo anche i fili d'erba che calpestiamo ogni volta che arriviamo là. Andare in Perù è la cosa più semplice del mondo, basta volerlo fare e poi tutto viene da sé. Il problema è che anche con tutta la fantasia di questo mondo, certe volte non è facile dire 'andiamo in Perù'.....e in un attimo essere lì.......tutto dipende da cosa c'è dietro gli occhi in quel momento e quelli della mia amica ieri erano talmente pieni di ombre e di temporali che nessun aereo ci ha voluto caricare, per cui ci siamo dovute andare a piedi e quando siamo arrivate io avevo la lingua di fuori, ma fortunatamente la tempesta si era scaricata e quando la mia amica ha ripreso la via di casa, nei suoi occhi c'era nuovamente il preludio di quelle scintille che abitualmente illuminano  il suo sguardo.
E' logico che dopo una camminata del genere, ierisera mi sentissi abbastanza stanca e non avessi proprio voglia di fare niente, per cui me ne stavo in poltrona con un libro che non leggevo, ripensando di tanto in tanto al viaggio che avevo fatto la mattina e a ciò che mi aveva lasciato: una tranquilla dolcezza nata dalla consapevolezza di aver potuto fare qualcosa per la mia amica.
Quando il telefono ha squillato ero in quello stato di grazia che si apprezza così tanto forse perché dura così poco e quando ho sentito dall'altra parte la voce del mio amico ho sentito dentro di me che questo modo di essere sarebbe continuato ancora per un pò, a meno che anche lui non avesse un temporale dentro che avesse bisogno di essere scaricato. Se così fosse stato sarei anche stata pronta a ritornare un'altra volta in Perù, ma la vedevo cosa assai difficile perché al momento di partire avrebbe voluto senz'altro guidare lui, visto che è una passione che si porta dietro da tutta la vita, e non avrebbe funzionato. Di andarci a piedi neanche parlarne.... e così dentro di me cercavo un posto più vicino magari uno di quei posti in cui si può bere un grappino emangiar un bombolone..................ma non c'era nessun temporale in vista, solo un tanquillo fiume di parole e poi una sorpresa: una serie di colori ad olio che mi permetteranno di ricominciare a dipingere. Una carezza che si aggiungeva al mio stato di grazia. Dare e ricevere e poi ancora dare e ricevere non importa come, non importa che, non importa quando.............importa solo esserci, custodi di un tesoro che ha il bellissimo nome di Amicizia.

lunedì 28 ottobre 2013

Aforismando


 Mi piacciono gli aforismi e ho già detto più di una volta che per me sono come un riassunto dell'esperienza della vita. Io stessa qualche volta mi ritrovo a scriverne qualcuno, abbastanza stupido magari, forse limitato a me stessa, ma sicuramente mio, e dove quindi mi ci rispecchio e rileggendolo anche a distanza di tempo trovo conferma del mio modo di essere e del mio modo di pnsare, di affrontare e di valutare la vita.....e dei miei cambiamenti lungo l'arco della vita stessa.
Cercare aforismi, nato come hobby, oggi per me è diventato una necessità, un confronto giornaliero con altri essere umani che hanno tramutato in pillole di saggezza, di libertà, di ironia e di tant'altro, il succo della vita. Il bello è che queste pillole non hanno scadenza, sono fresche oggi come duemila anni fa, e hanno oggi lo steso vigore e la stessa attualità che avevano fin da allora, a dimostrazione che anche in contesti storici diversi, addirittura certe volte opposti, ciò che prova l'uomo verso se stesso e verso ciò che lo circonda è sempre uguale e mette in evidenza la sua centralità nell'universo. E non bisogna andare molto lontano per capire che questa centralità scaturisce da un'unica parola presente fin da sempre nell'uomo: Pensiero.
E' dal pensiero che poi scaturiscono tutte le aspirazioni alle quali tende ogni uomo, prima su tutte la Libertà.
Ed è così che quando ho trovato l'aforisma che trascrivo sotto, l'ho sentito proprio mio, e dentro di me ho ringraziato il suo autore, che con due parole ha saputo fare il sunto di un libro di esperienza che raccoglie tutta la storia dell'uomo che non prescinde mai dalla ricerca di un dio e che anzi è plasmata  proprio da quella che poi diventa religione, diversa da popolo a popolo ma sempre dettata dalla stessa necessità: il bisogno di un essere trascendente.
La religione è la speranza dell'uomo e la catena dell'uomo! Il pensiero può accettare la speranza ma non la catena che lo priva della cosa più importante che ha e che è proprio la Libertà.
 
Non vorrei un paradiso dove non si avesse il diritto di preferire l'inferno.
Jean Rostand
 

domenica 27 ottobre 2013

Ora solare

Oggi è domenica e festeggiamo il ritorno all'ora solare. Abbiamo spostato le lancette degli orologi di un'ora indietro e chi non l'ha fatto lo farà oggi, rimpiangendo in cuor suo di aver rinunciato a dormire quell'ora in più che ci spettava di diritto. 
.Magari non si dorme affatto, e proprio come ho fatto io che mi sono svegliata alle quattro e un quarto, ci si mette a leggere in attesa di essere riacciuffati dal sonno, che se ritorna è comunque un sonnerello, ....................ma perbacco quell'ora è la mia, l'ho pagata,  ne ho diritto, e non ci rinuncio a costo di stare impalata nel letto per un'ora intera a guardare il soffitto!!
Oggi, sono sicura, sarà una giornata un pò strana, una di quelle un pò fuori dal tempo, come mi capita sempre quando c'è il cambiamento d'orario.....una di quelle insomma in cui non si compiccia niente e quando si comincia riprendere il ritmo,  patatrac, ti piomba addosso la notte e chi si è visto si è visto. Domani sarà un'altra cosa. 
Ora......io capisco che questo orario, almeno biologicamente dovrebbe essermi più congeniale, perché il ritmo del giorno e della notte è stato impostato ormai milioni di anni fa e noi siamo stati programmati su quel ritmo.......ma a me quell'ora di luce in più la sera, mi è sempre piaciuta tanto anche psicologicamente, perché qualche volta è bello poter fregare anche la Natura e anche la Geometria dello Spazio e del Tempo e le sue leggi ferree....e sentirci intelligenti! il problema è che ci sentiamo intelligenti anche quando facciamo la deforestazione, quando rubiamo ai letti dei fiumi, quando cambiamo il microclima di una zona, quando sciogliamo i ghiacci dell'Antartide, quando costruiamo le armi chimiche e le bombe atomiche.............quando, beh! Lasciamo qualcosa al futuro, per gli altri quando!
E allora dopo tutti questi quando così incalzanti, anche se spostare in avanti e indietro una lancetta dell'orologio, alla fine cambia solo il nostro ritmo del sonno, senza produrre altri guai, almeno credo,  bentornata ora solare con i tuoi crepuscoli serali alle cinque della sera se è sereno, alle quattro se piove, bentornata nelle nostre case, nei nostri ritmi di vita, che si preparano al lungo 'inverno.



E ora un pò di cattiveria........ l' ho letto proprio mentre cercavo un'immagine adeguata...........ma perché io non sono mai arguta e arrivo a pensare queste cose solo in seconda battuta?


Gli italiani godranno cosi’ di un’ora in piu’ di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole.
Termina cosi’ dopo 7 mesi l’ora legale, la variazione convenzionale dell’orario astronomico, solitamente in anticipazione rispetto a esso.
Le ragioni di questa convenzione sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poiche’ concentrando una parte rilevante delle attivita’ durante le ore di luce solare, si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare.
In termini di economia, l’Italia ha risparmiato complessivamente 91 milioni di euro . . . chissà come vengono reinvestiti !!!
Già!!! Chissà come?

sabato 26 ottobre 2013

Il campo

Stamani vado di corsa. A minuti passerà a prendermi mio figlio e zac via di corsa a Marradi, stavolta non per lavorare, ma per andare a parlare di un pezzo di terra, che noi chiamiamo ' il campo', anche se non ci abbiamo mai coltivato niente. E' strano come anche un comune pezzo di terra, al quale non sei legato, nel momento in cui può nascere una possibilità di venderlo, diventi parte di te e del tuo vissuto.........e si riempia di ricordi, più che altro di ricordi che sono arrivati per interposta persona, e cioè quelli di mio padre e di mio zio quando erano ragazzi. Figuriamoci un pò.....ma si può campà così? Che improvvisamente  mi ritrovo affezionata anche a un pezzo di terra che guardo solo di sfuggita quando le passo davanti con la macchina? Beh! io sono fatta così che ci posso fare? Che ci posso fare se ora me lo vedo davanti bianco di neve, con due ragazzini che  scendono per il suo declivio con gli sci e con l'entusiasmo che solo i ragazzi possono avere nel riaffrontare di nuovo la salita e poi un'altra volta e un 'altra volta ancora, fino allo sfinimento pur di provare l'ebbrezza della libertà che da una discesa con gli sci! Entusiasti fino al punto che uno dei due, mio padre, non si accorse fino a sera di aver messo la sera precedente il suo orologio proprio dentro lo scarpone e lo ritròvò................miracolosamente intatto.......
La cosa bella di quello che noi chiamiamo 'il campo' è che da quando lo conosco io, e ormai è un bel pezzo, è sempre stato minacciato di essere venduto, ma nessuno ci è mai riuscito....all'ultimo momento c'è sempre stato qualcosa che l'ha impedito, per cui vado con lo spirito di fare una gita sapendo dentro di me che potrò continuare a vedere per tanto tempo ancora i due ragazzini che scendono, le gote rosse dall'aria della neve, per il suo declivio fino a finire in mezzo alla strada.....ma allora non pasavano macchine, l'unico rischio era quello di finire nel fiume!

venerdì 25 ottobre 2013

Buon giorno Principessa!

"Buon giorno Principessa!" Era questo il modo in cui mi salutava una persona tanti anni fa, proprio agli esordi del 'La vita è bella'. Era un modo carino per cominciare la giornata con una risata, specialmente per l'accento con cui mi venivano dette queste parole, visto che il mio interlocutore era straniero.
Nella mia vita ci sono 




fortunatamente sempre state cose di questo genere e per anni e anni sono stata anche molto somigliante a una principessa vera e siccome me l'hanno detto in tanti alla fine ho finito per crederci anch'io.....ma andiamo per ordine.
Avevo sedici o diciassette anni quando tutti cominciarono a trovare una strana somiglianza tra il mio viso e quello di Gigliola Cinquetti. Stessi occhi, stessi capelli lunghissimi, stessa faccia da brava bambina e tutti a dirmi, a cominciare dai miei genitori "Ma quanto le somigli!" o meglio i miei gentitori dicevano "Ma quanto ti somiglia!", perché per loro era lei che aveva la fortuna di somigliare a me. Una mattina andando alla messa, mi capitò persino di sentir bisbigliare da un gruppetto di persone, evidentemente turisti per caso......."è lei è lei.....ti dico che è lei, perché non vai a chiederle un autografo?", cosa che mi fece entrare velocemente in chiesa e ringraziare il cielo che la messa fosse già cominciata. A quei tempi ero molto timida!
Crescendo questa somiglianza diminuì, e oggi lei è una bella donna dai capelli tinti, io una donna con i capelli bianchi.
Ma il mio vero tormento cominciò veramente quando Diana Spencer, sposò Carlo d'Inghilterra. Credo che ad oggi la cerimonia di quel matrimonio sia stato uno degli eventi mediatici più seguiti e Diana fu ripresa in tutte le maniere ed entrò nelle case e nei cuori degli italiani che l'amarono senza riserve .....e da quel giorno io diventai Lady D. Io ero più grande di lei e non di pochi anni, ma il mio aspetto era veramente giovanile, la mia pettinatura, per un semplice caso, identica alla sua......ed evidentemente quello che rese la cosa più veritiera furono gli occhi, o meglio la loro espressione. Per anni e anni  mi sono sentita dire ovunque andassi di questa mia incredibile somiglianza con Diana d'Inghilterra e alla fine la cosa mi fece piacere, perché mi piaceva come persona, mi piaceva il suo tentativo di essere se stessa, il suo anticonformismo, la sua voglia di vivere...........ricordo che quando uscì un suo libro, lei apparve in copertina con un taglio di capelli corto, un maglioncino nero e un paio di fuseau. Mi piacque incredibilmente e decisi che anch'io sarei stata così. E così feci, accrescendo in quel momento ancora di più la mia somiglianza con lei. Mi divertivo e in qualche momento anch'io mi sentivo un pò principessa.
Poi tutto terminò nella maniera che tutti sanno. Chissà se oggi le somiglierei ancora? Nello spirito credo di sì!
Non somiglio a Nicoletta Braschi, ma chi mi salutava in maniera così carina, mi diceva che anche con lei era l'espressione degli occhi a stabilire una somiglianza. Bah! Non so che dire! Ciascuno vede le cose come le vuol vedere. io credo di avere sempre avuto occhi molto comuni, eppure mi è anche capitato di essere paragonata, sempre per via dei miei occhi alla Madonna di Duccio Buoninsegna.........per una donna moderna non so se è un complimento ahahah! ma quei due che discutevano animatamente  nel bar dove io già da allora facevo in pace la mia colazione con bombolone e cappuccino, vennero a chiedermi se potevano guardare più da vicino i miei occhi........ non erano interessati a me, ma all'arte e dopo alcuni entusiastici "E' vero ber bacco è vero" mi lasciarono in pace e io continuai la difficile operazione di mangiare un bombolone senza sporcarmi con la crema. Tornata a casa non seppi resistere alla tentazione e con una punta di vanità andai a cercare il ritratto della Madonna di Duccio........e quando me lo vidi davanti l'unica cosa che seppi dire fu "Ma io non ho mica questa espressione a pesce lesso!" a riprova che la vanità feminile non esita neanche per un attimo a distruggere un'opera disublime bellezza, se questa non corrisponde ai canoni che vuole per se stessa!
Oggi forse somiglio solo a me stessa e la cosa non mi dispiace, anche se qualcuno continua a dirmi che ho il sorriso della Gioconda. L'importante, specialmente da qui in avanti è che un bambino qualsiasi (e i bimbi piccoli dicono sempre la verità) un giorno incontrandomi per strada non dica alla sua mamma "Mamma guarda quella lì è Maga Magò!"

giovedì 24 ottobre 2013

Il buio



Stamani, quando mi sono alzata mi ha accolto il buio. Solo dopo un pò ho scoperto di aver guardato male l'orologio e di essermi alzata un'ora prima sul ruolino di marcia, ma ormai avevo preso già il caffè e quindi il danno era fatto. Tra l'altro fuori piove come un matto e siccome anche la pioggia mi è sempre piaciuta tanto mi è sembrato giusto aprire la porta , uscire sotto la tettoia e godermi questo momento di pace asssoluta, nel quale l'acqua che cadeva dal cielo non solo non era rumore, ma una dolce sinfonia suonata da cento arpe appese alle nuvole. Una meraviglia!
Il buio è qualcosa di sconvolgente, di ridimensionante, è qualcosa che ti costringe a entrare in te stesso e a farti mille domande, che si accavallano una sull'altra e si fanno spazio per entrare.Il buio con quella musica particolare che è la pioggia, fa sì che quelle domande abbiano anche più fretta, perché non si vogliono bagnare e dissolversi nel nulla. Strano come quelle domande siano intorno a te anche di giorno, ti seguano ovunque tu vada, ti chiedano di essere ascoltate, prese in considerazione, avere una risposta.....e tu niente! Tu vai per la tua strada a fare tutto ciò che ritieni utile, indispensabile, prioritario per la tua vita, e non le senti nemmeno. Non sono tutte uguali le domande sai! Anche loro hanno un certo tipo di carattere....ci sono quelle sfrontate, vhe viaggiano in minigonna con la calzamaglia a rete e ti aggrediscono per essere ascoltate, ma se poi guardi negli occhi quelle domande, ti accorgerai di trovarci dentro tanta tristezza........forse sono diventate così proprio perché tu non hai mai avuto il tempo e la voglia di ascoltarle, poi ci sono le domande pazienti, quelle che hanno preso il numerino per attendere il loro turno, che non arriva mai e loro lì che aspettano facendo la calza, e intanto il loro capelli diventano bianchi e le loro spalle si incurvano. Forse un giorno anche loro avranno la loro risposta ma a quel punto di che se ne faranno? Continueranno a fare la calza e chi si è visto si è visto. Ci sono poi le domande timide, quelle che non riescono a venire fuori, quelle che si fanno mettere sotto da tutte le altre, quelle che arrossiscono solo al pensiero di domandare. Figurati che qualcuna di loro si succhia ancora il dito e altre si mordicchiano le unghie oppure balbettano e così facendo, nascondendosi anche a se stesse, non correranno certo il rischio di essere notate........e rimarranno sempre lì a rigirarsi le mani, il capo reclinato, gli occhi bassi a guardare il pavimento della vita. Però ci sono anche le domande che hanno capito come funziona il tutto. Hanno fatto corsi  intensivi alla Bocconi, ad Harvard, o a qualunque altra università prestigiosa sparsa per il mondo..... per arrivare ad avere risposte certe e dopo tanti studi sanno che quando fuori è buio e piove in una certa maniera quello è il momento di presentarsi con i loro quesiti stampati in carta da bollo ed esigere risposte, non fosse altro per non aver buttato via i soldi per l'acquisto della marca che oggi è diventata anche più cara. E tu sai che non puoi esimerti dal dare risposte a certe domande, allo stesso modo in cui non puoi dire di no a un'ingiunzione di Equitalia. Ob torto collo, è vero, però lo fai, non fosse altro che per torgliertele d'intorno e continuare l'incontro con te stesso che ti aveva portato  verso mari che non esistono se non nella fantasia. Ma è inutile! Ormai si sta facendo giorno, passano le prime macchine e la pioggia non fa più arpeggi! Rientro in casa seguita dai miei gatti, mentre Fuf miagolando mi dice tutta la sua disapprovazione per il mio strano modo di essere qualche volta.......mentre lui ha fame e reclama la sua prima dose di croccantini. Eccomi! Agli ordini....il ruolino di marcia continua.

mercoledì 23 ottobre 2013

Il pretino di montagna

Sabato prossimo ci sarà l'incontro mensile del nostro 'circoletto culturale' pomposamente  chiamato 'Gli amici del grillo parlante'...........nome che da adito, via via che ci si conosce meglio e quindi entriamo in confidenza, a equivoci ridanciani dai sottintesi che tutti possoino immaginare. Per essere sinceri devo dire che sono stata proprio io, ma del tutto inconsapevolmente, a dare il via a questa serie di sottintesi, una volta che per convocare tutti quanti, avendo poco tempo,  mandai di rincorsa una mail, scrivendo  'cari amici del grillo........'. Da allora è stato più che semplice continuare su questa strada.
Al di là di ciò, che poi non è quello che volevo dire, l'incontro di questo mese avrà il seguente titolo Come pregavano i nostri nonni. La religiosità dimenticata'
Io purtroppo non sarò presente, perché cose molto più materiali mi chiamano a Marradi, però in questi giorni il mio pensiero è tornato su quanto mi ha detto mia madre nell'arco dei tanti anni della sua esistenza e sono riaffiorati vari episodi, che poi scriverò in modo da poter dare il mio contributo alla riunione.
Sono tutte cose molto semplici, ma è proprio questa semplicità che le rende interessanti, come quell'episodio del prete di Campigno, un agglomerato di quattro case, nascosto tra i monti, a quattro cinque chilometr da Marradi. Era costui un vecchio sacerdote, chiamato bonariamente Don Cicala, dal giorno in cui lui russando beatamente alla merigge, non si rese neanche conto che una grossa cicala gli si era posata sul viso cantando a perdifiato. Don Cicala, abituato a parlare il grezzo dialetto romagnolo di montagna, non sapeva parlare più l'italiano, figurarsi il latino, e quando diceva messa, la infarciva di sfondoni estrafalcioni vari, che pur nonrendendola meno valida, la facevano sicuramente più divertente. La cosa si riseppe nelle valli circostanti e un gruppo di 'acculturati', ungiorno decise di fare una sortita e andare alla messa di Don Cicala, per prenderlo in giro. Però anche allora il vento che scendeva a valle, poi tornava tra i monti e tornò riferendo al pretino in questione,  quello che gli si stava preparando. La domenica successiva la chiestta era piena di gente 'di città' la messa cominciò e tutti si prepararono ad 
 ascoltare l'omelia che avrebbe seguito la lettura del vangelo. Quando la lettura fu bene o male ultimata, e già tutti pregustavano ciò che sarebbe venuto fuori dopo, il prete di Campigno cominciò a parlare spostando lo sguardo su coloro che già ridacchiavano sotto i baffi e disse: "Oggi il vangelo non dice niente di buono, ...è inutile parlare" e continò la messa in latino, che bene o male, lui lo sapeva, forse non bene.......ma forse meglio di tanti altri,  dimostrando a tutta la pletora riunita appositamente per prenderlo in giro durante l'omelia, che un prete di montagna potrà anche non accorgersi di una cicala che gli canta per un'ora su una guancia,  potrà anche non sapere l'italiano, ma l'aria che tira in montagna, dove sei a una schioppettata da dio, gli ha mantenuto il cervello limpido, pulito quel tanto che basta per non farsi fare fesso da nessuno
Questo è solo uno dei tanti episodi, che mi stanno tornando alla mente............gli altri li scriverò un'altra volta.

martedì 22 ottobre 2013

Autunno

Ecco l'Autunno! E' arrivato con i suoi colori, con le sue luci smorzate, con le sue forme dolci plasmate dal tempo che è passato. Dio...quanto amo questa stagione! Mi riempie gli occhi con la sua magica aria che brilla di piccole scintille.....e con i suoi tramonti che da noi sono di indicibile bellezza, specialmente in questo priodo. Amo i tappeti di foglie rossi e gialli, che si stendono sui prati, sulle aiuole,  mentre gli alberi si preparano al riposo invernale e alzano le loro possenti braccia al cielo, quasi in una muta preghiera.
L'Autunno, da sempre mi fa ritrovare la voglia di casa, di antichi profumi e di antichi sapori, mentre in una grande pentola si cuoce la marmellata di castagne e sul tavolo funghi colorati, adagiati su foglie di felce, danno vita a un quadro domestico, insieme alle ruvide noci e alle nocciole........e a grappoli d'uva  rossa e dorata. Tutto mi piace dell'Autunno, anche il primo profumo di fumo che si spande nell'aria della sera, portando sensazioni ormai accantonate di caminetti e fuoco scoppiettante. Anche il cielo grigio mi piace dell'Autunno, e il volo degli storni che si danno appuntamento per migrare e ci regalano magiche rappresentazioni di formazioni aeree di incredibile perfezione e bellezza. Lo sguardo li segue e parte con loro nei magnifici caroselli, preludio di  un viaggio lungo e  pieno di incognite. Ma per chi va non è sempre così? Eppure c'è una forza strana, che viene da lontano  che dice di andare, di seguire la propria strada, il proprio destino...........
E che dire delle nebbie dell'Autunno, nemiche dei guidatori, ma compagne insostituibili di chi pensa in solirtudine? La nebbia ti avvolge, ti introduce in un mondo nuovo, di ovatta, dove tutto è diverso, anche i suoni, anche la luce. Ti penetra dentro, ti infreddolisce inizialmente per poi farti provare un calore diverso da quello al quale sei abituato, e puoi sentirti in tanti modi quando sei avvolto da quella coltre impalpabile.....puoi essere impaurito e al tempo stesso sentirti signore dell'universo, solo o parte di una creazione che non ha confini..........dipende da come sei te in quel momento!
E poi anche la forza dell'Autunno, nei suoi colori sanguigni e rugginosi, nei suoi venti improvvisi e impetuosi, nelle sue piogge che come ieri devastano il mondo. Anche se la pioggia di ora, come quella di ieri, non la conoscevo fino a qualche anno fa....anche l'autunno cambia e si evolve, in peggio. Il mio Autunno mi ha sempre abituato a piogge calme, lente, insistenti e noiose, quelle che fanno venire voglia di andare a letto e dormire fino al giorno dopo, anche se sono le due del pomeriggio........non a queste 'bombe' di acqua che si riversano sul mondo e lo distruggono. Questo non è l'Autunno, o forse è solo l'Autunno che si ribella alla mano dell'uomo e al suo modo di rovinare il mondo! 
Bello, bellisssimo l'Autunno e se dovessi dargli una forma, delle sembianze umane,  per me avrebbe il volto di Sean Connery quando interpretò  Highlander!! 

lunedì 21 ottobre 2013

Cose di paese

Ieri  ho cercato il numero di telefono nella Rubrica telefonica del mio paese, un tutor molto utile e poco ingombrante che da svariati anni l'Avis distribuisce un pò a tutti. ............poi, chissà perché ho continuato a rigirarmelo tra le mani e un pò alla volta i nomi messi in fila mi sono ritornati davanti agli occhi e ho cominciato a leggerli. Questo lo conosco, questo ....mai sentito nominare......toh! di questo non mi ricordavo neanche l'esistenza.........quest'altro lo conosco, questo chi sarà mai?........questo,  mamma mia quanto è antipatico.......e così via e andando avanti mi rendevo sempre di più conto che anche un semplice elenco del telefono può cominciare a vivere e trasformarsi da qualcosa di schematico e freddo in  storia spicciola del tuo paese, richiamando aneddoti e curiosità, che altrimenti non sarebbero tornate in mente, o forse  non in modo tale da coinvolgere tutto il paese e da renderlo qualcosa di caldo, di vivo, attraverso un elenco al quale anche io appartengo in maniera strana in quanto il mio nome non figura e c'è ancora quello di mio padre, che ormai è morto da tantissimi anni........anche questo un modo che si aggiunge a tanti altri per tenerlo vivo nei miei pensieri e forse in quelli della gente che l'ha conosciuto, l'ha apprezzato e stimato e che magari farà dire a qualcuno: "Toh! Guarda il Maresciallo.......e chi se lo ricordava più?"
Sono piccole cose è vero, cose senza nessuna importanza per i più, cose che per me invece sono un modo simpatico di sentirsi parte di una comunità, anche se qualche volta con una risata e una maldicenza.......sono cose di paese!

domenica 20 ottobre 2013

La statua



La speranza equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi
Albert Camus




Ma sai che non ci avevo mai pensato? E quando ho letto queste parole sono rimasta interdetta per un lungo minuto (qualche volta un minuto è un tempo incommensurabile), mentre una specie di morso mi attanagliava lo stomaco e mi diceva che ero stata fregata.  La vita mi aveva fregata con la sua parola 'speranza', che mi è stata strombazzata fin da quando ero piccola, io mi ero fregata con le mie stesse mani, a forza di dare connotazioni troppo alte a questa parola e immagini di forza interiore a chi di questa parola se ne era servito........cioè io. Vi è mai capitato di vedere che molte  cose che facciamo da una vita e che non riusciamo a smettere di fare, poi in un momento non hanno più nessuna importanza e ce ne liberiamo proprio in quell'attimo? A me è successo così, ma mica solo con la Speranza!!
Scusate l'immodestia....ma è l'unica statua che ho sentito potesse rappresentarmi,..c'è il mio nome!


"Ma và a farti un giro!" mi sono detta subito dopo, non so se riferito a me o alla speranza, mentre vedevo l'immagine di me stessa avvolta in un drappo verde (tale è il colore della speranza), che speravo in un domani migliore, in un mondo migliore, in un tempo migliore, lì ferma nella mia posa di statua............. poi mi sono cambiata il drappo e mi sono avvolta nel colore della rassegnazione (è grigio il colore della rassegnazione e neanche di un grigio tanto chiaro) e sempre nella mia posizione statuaria, mi sono guardata, così grigia, così immobile, così assente di sentimenti.....ma fortunatamente quella immagine non corrispondeva al mio essere, mentre sentivo una sorta di rabbia che cominciava a nascermi dentro  e cresceva a dismisura fino a farmi alzare di corsa  e andare stavolta a fare veramente 'un giro'. Quando sono tornata sapevo esattamente tre o quattro cose:
1) Non ero ancora la statua grigia......vade retro!!
2) Non volevo più assolutamente essere la statua verde.....pussa via!!!
3) Non volevo essere proprio nessun tipo di statua.....le statue sono belle nei parchi e nei musei!!
4) Avevo una gran fame.......segno inequivocabile che ero viva, perché le statue non mangiano.

E la Speranza? Questa cosina così diafana ed eterea vestita di verde che ci svolazza intorno dicendoci paroline dolci e facendoci credere che tutto può essere.......che me ne faccio di questa compagna che ho avuto così appiccicata a me per tanto tempo? Non le voglio del male, no davvero, non dico neanche che non la voglio più vedere, perché non sarebbe giusto, e a modo suo ha cercato di aiutarmi,  ma non la voglio neanche più così parte della mia vita............allora ho pensato di darle un'amica che si chiama Rassegnazione e di mandarle insieme a passeggiare per le strade del mondo.......tanto non se ne accorgeranno neanche di quanti chilometri fanno, ......hanno così tante cose da dirsi! Sicuramente di tanto in tanto capiteranno anche da me, mi verranno a trovare e cercheranno di attirarmi nuovamente al loro modo di essere, proprio come fanno alcune persone che ciclicamente vengono a due a due a fare il lavaggio del cervello. E io farò come faccio con loro. Le terrò un attimo sulla soglia della porta, le saluterò con gentilezza e dirò che non ho bisogno né di loro né delle loro parole..........e chiuderò la porta.  

sabato 19 ottobre 2013

Il Ramesseum

Stamani mi è tornato in mente un sogno che ho fatto molti anni fa e che poi ho ritrovato nella realtà con mio grandissimo stupore, un pò come mi accadde quando, piccola bimba,  sognai il Tempio di san Galgano mentre correvo al suo interno dietro a una farfalla e poi lo ritrovai davanti a me tantissimi anni dopo.
Stavolta il sogno non è così gentile e neanche lungo come il precedente.

La scena avviene di notte, in un luogo buio dunque, rischiarato dal fuoco che arde dentro grandi bacili o roba similare.  Vedo un colonnato e un piazzale molto grande, gradini illuminati e statue altissime. Improvvisamente la scena si anima e compaiono uomini a torso nudi, con i fianchi fasciati da una candida veste. Sono uomini alti, abbronzati, hanno il capo rasato. Si dispongono in alto, sui gradini, in fila e attendono. Poco dopo altri uomini arrivano portando una specie di grande piatto di bronzo, sul quale è adagiata una fanciulla, anche lei vestita di bianco, che si guarda intorno con occhi terrorizzati. Improvvisamente si accendono altri fuochi e la scena diventa molto più vivida, materializzando altri volti che prima non avevo visto. Dalle loro bocche comincia a uscire una specie di mugolio sincronizzato, come se seguissero un copione  e a poco a poco diventa un canto che fa girare la testa, accompagnato da uno strumento strano, che non so definire, che aumenta di intensità e di vigore, mentre la fanciulla ora quasi in trance viene accompagnata verso un luogo dove si alza un parallelepipedo di pietra e vi viene adagiata.........la scena è orgiastica, paurosa e affascinante allo stesso tempo...........mi sveglio.

Mi sono svegliata sudata, con un vago malessere che mi percorre tutta. ....e non sono riuscita più a riaddormentarmi, perché ogni volta il luogo del mio sogno mi si ripresentava davanti e avevo voglia di scappare..............non so che posto sia, non l'ho mai visto..................

Dieci anni fa in Egitto. Sono ormai a metà del mio viaggio. Ho visto cose incredibili, mi sono riempita gli occhi di meraviglie che stupiscono anche chi come me, si giudica moderno e avanti nella storia. Oggi andiamo a vedere tra le altre cose il Ramesseum, il tempio dedicato a Ramesse II.
E' una giornata bellissima e non vedo l'ora di trovarmi nel posto che esalta le gesta del grande faraone.
Quando arriviamo all'ingresso, mi prende una strana agitazione, specialmente davanti alle grandi statue di Osiride, ma non ci faccio molto caso, perché l'emozione in questi giorni è la mia padrona, per cui entro tranquillamente e lì.......divento di pietra.............perché quello è il luogo del mio sogno, inequivocabilmente, lo riconosco in ogni dettaglio e più che altro nell'angoscia che mi trasmette. .........non so perché! E mentre gli altri parlano e ridono e ascoltano la guida, io rivivo il mio sogno e rivedo la fanciulla, e gli uomini bellissimi sopra gli scalini e il canto orgiastico che fa girare la testa................e improvvisamente una scena inaspettata si presenta ai nostri occhi, meno male non solo ai miei, perché credo che altrimenti sarei svenuta. Una ragazza stupenda, alta ed esile, vestita di un' impalpabile tunica dal tenue colore lillà, è seduta in posa languida e affascinante su una grande pietra....lontana da tutti, lo sguardo perso nel nulla..........E' un servizio fotografico, me ne rendo conto poco dopo, fatto chissà per quale rivista ....................e tiro un sospiro di sollievo...........ma l'angoscia rimane, non se ne vuole andare, quelle pietre me la trasmettono e mi fanno capire che in quel luogo che ora è visitato da turisti avidi come me, di riempirsi gli occhi di meraviglie e di storia, si sono consumati fatti che forse noi non riusciamo a comprendere e che agli antichi popoli parlavano di divinità!

Sono affezionatissima ai miei sogni 'strani'. Ne ho una piccola collezione e sono contenta di avere avuto il modo di poter trasferire nella realtà tangibile due di essi.............Chissà forse anche gli altri prima o poi troveranno la loro dimensione reale e allora.....ci sarà da ridere!

venerdì 18 ottobre 2013

Un pò di geometria


Antoni Gaudi

Io con Gaudi ho fatto la stessa cosa che a suo tempo feci con p. Pio............. e cioè sono passata a cambiare completamente opinione. Avevo una profonda avversione per p. Pio, che mi era decisamente antipatico, poi un giorno improvvisamente quest'uomo entrò nella mia vita e da allora non ne è più uscito e nei miei momenti di ansia, di solitudine, di abbattimento,mi rivolgo a lui sentendolo vicino a me come un amico, ma un amico vero, l'amico che mi striglia a dovere, non mi compatisce, ma mi esorta sempre ad aver fiducia. 
Per Gaudi era un altro tipo di avversione.......un'avversione artistica ecco, potrei chiamarla così! Poi un giorno mi capitò tra le mani una rivista fatta molto bene, con un servizio fotografico sulla 'Sagrada Familia' accurato fin nei minimi particolari e fu come se mi si fosse spalancato un abisso davanti agli occhi. Entrai in quell'abisso e non ne sono più uscita e da allora Gaudi continua a rivelarmi il suo pensiero in ciascuna delle sue opere e fa volare il mio spirito.
Ed è così che quando ho trovato questo suo aforisma  che ho appena trascritto, l'ho fato subito mio, perché in tre parole ha detto quello che è il succo della mia vita.

In effetti nella mia vita non ho tantissime certezze, solo tre, ma sono fortissime, inossidabili presenze in ogni giorno della mia esistenza: i miei Figli, la mia Patria, il mio Dio. I Figli e la Patria sono due linee rette, la linea curva è Dio.........e siccome non posso fare a meno di visualizare il mio pensiero, lo porto in un quadro sul quale dipingo un binario che scompare all'orizzonte sovrastato da un arcob.aleno.

BALI
I miei figlioli sono sempre stati e saranno sempre, finché ho un attimo di respiro, la mia meta da raggiungere, il punto fermo che ho sempre visto nel mio orizzonte e verso il quale sono sempre voluta andare, costi quello che costi, non deviando, non arrendendomi davanti alla fatica, agli ostacoli, alle separazioni. Sono i miei figli, la mia proiezione sul futuro, il mio domani (vero Bali? Tu ne sai qualcosa!!) e guai a chi me li tocca!

La mia Patria, per me è stata sempre importante, indispensabile, insostituibile, anche nel lungo periodo in cui l'amore per il proprio Paese, non andava più di moda ed era deriso. Anche questa è una linea retta, che mi ha portato ad amare anche con dolore molte volte questa mia Patria così bistrattata, derisa, umiliata. Ma è la mia Patria e guai a chi me la tocca!

Il mio Dio.....presenza indispensabile nella mia vita, linea curva che mi abbraccia e nella quale vado a rifugiarmi nei miei momenti importanti, non solo quelli brutti, ma anche i pochi belli, veramente belli che ho avuto. Non potrei stare senza quell'arcobaleno che mi da speranza, mi mette voglia di andarlo a toccare e anche se molte volte, ci discuto, mi arrabbio, e come i bambini gli dico che non parlerò mai più con lui, non è vero niente e anzi....io sono molto credente, poco osservante, per nulla bigotta. Ma così io e il mio Dio ci intendiamo a meraviglia e guai a chi me lo tocca!

La cosa strana è che io stamani avrei voluto scrivere tutt'altra cosa........e invece così va la vita....mi sono ritrovata a parlare  di geometria.........io, proprio io, che non ho mai avuto la pazienza di usare righe, squadre e compassi!!

 

giovedì 17 ottobre 2013

E.T

"Non smettere mai di farti domande..................E oggi che sarà?"
da Piccoli Pensieri di Kind Buttterfly



Già!.....Ieri che è successo?  

Sono andata al lavoro, sono tornta a casa, ho pulito la cucina, stirato un mucchio di panni che sembrava l'Everest, preparata la peperonata e la pizza per la cena (leggera vero?), letto qualche pagina di un libro, mentre attendevamo che tornasse mia figlia, e poi mi sono instupidita davanti alla televisione per dieci minuti dove tanto per cambiare parlavano del santo del giorno. che per l'appunto era Santa Trise.....................e oggi che sarà? Ecco io la domanda me la sono fatta e mi do anche la risposta. So che sarà una giornata stampata su quella di ieri, a meno che....a meno che il cielo non apra una finestrella segreta, una di quelle che non si vedono, nascoste da una nuvola, e butti giù un pò di polvere di pirimpimpina, sì, quella polverina che ti può fare sognare tutto, ma proprio tutto, da un UFO che atterra proprio sul pozzo che ho davanti casa, al campanello del portone che suona insistentemente e quando vai ad aprire c'è Sean Connery (quello di vent'anni fa) con una lattina di Guinnes in mano (ormai per me le lattine di birra sono diventate un incubo. Le vedo da tutte le parti)........oppure una scintilla che scocca magicamente nella mia testolina di rapa e mi fa improvvisamente assurgere agli altari del Nobel, o un'eredità di quel lontano parente che avevo in, America, quel cugino di mio padre che pare proprio non avesse figli...........
Stiamo più terra terra via! Magari una bella scatola di colori a olio, in modo da poter ricominciare a dipingere, e passare qualche bel pomeriggio,  invece di sciupare tutti i miei soldini per pagare bollette, o anche un vassoio di bignets alla nocciola del Nannini di Siena, ma un vassoio grande perdiana, uno di quelli che mi ci posso strafogare senza togliere niente agli altri e levarmi la voglia di dolce.........................insomma l'importante è continuare a sognare e farsi domande. Anche domande più serie perbacco, lo so lo so! comprese quelle fatte a Dio, che alla fine, come dice il vangelo, verranno esaudite se non per altro , almeno per l'insitenza con cui sono state fatte (ossia per togliersi un rompiscatole di torno). Ma quelle me le faccio continuamente, sono un pò il pane dei miei denti, un pane duro, ma saporito! E' che qualche volta bisogna invece domandare anche per se stessi, per avere quelle piccole o grandi sorprese che un giorno comune ti può riservare, quando si apre la finestrella che è nel cielo, proprio perpendicolare alla cima di quell'albero che ciascuno di noi sceglie e che fa da antenna dei nostri desideri. Allora un giorno comune si trasforma in un giorno di speranza e di attesa, in cui la fantasia gioca un ruolo bizzaro  ed essenziale, quel ruolo che ti fa fare anche i lavori ripetitivi di tutti i giorni con un altro spirito e anche mentre scoli la pasta e la condisci col pomodoro, sai che oggi avrà un sapore diverso perché nientepopò di meno avrai a tavola con te E.T o chiunque altro avrai desiderato. 

mercoledì 16 ottobre 2013

Ma che bel nome!

Grande Crisi, Recessione, Default! E non si sente parlare d'altro. Tutto il resto passa in seconda linea e in compenso arrivano nuove tasse dai nomi esotici......come si chiama l'ultima? La Trise? Che a sua volta è formata da due altre che portano nomi gentili come Tari e Tasi.................ma non ci illudiamo, dietro quella diafana leggerezza ci sono due belve pronte a sbranarci.

E se un giorno improvvisamente ci si svegliasse che il mondo è cambiato? Forse proprio a causa di questa corsa al possesso del denaro? e del potere? Magari proprio per mezzo di qualuna di quelle noccioline atomiche, fiori all'occhiello delle superpotenze? O magari a causa di Nemesis, che finalmente dopo essere stata tanto strombazzata dai catastrofisti, arriva veramente alla chetichella e spazza via nove decimi dell'umanità?

Ecco io mi domando! Il dieci per cento dei sopravvissuti che farebbe? Come vivrebbe? Ripartirebbe immediatamente alla ricerca del proprio benessere materiale, vorrebbe ritrovare ciò che ha irrimedibilmente perso, ......................io che farei se fossi tra quel dieci per cento.....andrei alla ricerca affannosa dell'esistenza di un improbabile bar dove posso trovare ancora un caffè e un bombolone o tirando fuori dai recessi della mia mente l'istinto animale che lotta per la sopravvivenza, mi guarderi intorno per cercare qualcosa che mi aiuti a sfangare il giorno, a trovare riparo sicuro per la notte e programmare il giorno dopo come qualcosa di infinitamente diverso dal modo che ho avuto di vivere fino ad oggi...........e magari ritrovarmi anche senza più niente ma stranamente più felice? E chi lo sa! Di sicuro una cosa non perderei ed è Dio, perché avrei bisogno di lui, sentirei una necessità ancestrale della sua esistenza, finalmente sgombra da tutte le etichette che gli sono state appiccicate addosso, da tutti gli orpelli, le leggi, i comma, i richiami, che hanno reso anche lui quasi un esattore delle tasse che richiama subito alla mente la parola Trise.......tri.....tre......una si chiama Tasi, una Tari.....e la terza come si chiama?

Noccioline anche la Trise! Ecco!A me le noccioline sono sempre piaciute, ma queste cominciano a essermi indigeste......anche perché ce le propinano ricoperte di quello zucchero che ce le edulcora e le rende simili alle 'addormentasocere'. Anche a noi ci vogliono addormentare, o ci hanno già addormentato ma chissà perché io comincio a sognare un campo e un albero di sorbe, o di ciliege, o l'albero della vita, che cambia frutto ad ogni stagione e mi sostiene, un luogo insomma in cui non senta neanche più dire parolacce sul tipo di Imu, Tares, Tars. Iva, Crsi, Recessione, Default, Bancarotta......ma va a quel paese......e scusate lo sfogo, ma io ho bisogno di aria buona, voi no ?

martedì 15 ottobre 2013

Il Tempo di Mezzo

"E fu sera e fu mattina......ma tra loro c'era il Tempo "
da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly


Io l'ho scritto e ci credo anche a quello che ho scritto, ma mica mi riesce di spiegare bene il perché. 
Comunque come tutto quello che scrivo, anche questo brevissimo aforisma nasce da una mia esperienza sensoriale. Un'esperienza che si ripete  ad ogni mio risveglio, un'esperienza programmata, senza un preciso motivo, ma alla quale oggi rinuncerei malvolentieri.
Tutto cominciò quando decisi che la mattina avrei messo la sveglia alle sei, per alzarmi e andare a fare una passeggiata. Le prime mattine funzionò davvero così, ma dopo un pò le sei divennero le sei e un quarto e poi le sei e mezzo e poi.........la sveglia comunque rimase sempre programmata per le sei e dopo anni questo rituale mi è piaciuto e piano  piano mi ha condotto alla scoperta di una dimensione nuova del tempo, un momento sospeso della durata di un ora....o di una vita?, nel quale in uno stato di dormiveglia, vedo passare davanti a me i miei ricordi, le mie esperienze, il mio vissuto, mentre io mi cullo nel mare di un nulla che però non mi fa paura. So che non è un sogno, so che non è realtà, so che è lasciare la mente libera di andare verso dove vuole lei, senza porle freni né condizioni, mentre da lontano cominciano ad arrivare i primi input della giornata che sta per cominciare. .........lentamente, senza ansia, senza farmi balzare sul letto e dire "Oddio! Oggi devo fare questo...ho da pagare quest'altro...!" La sera e la mattina si incontrano in questo mare...o è una morbida nuvola di ovatta?  Nera però....perché nel Tempo di mezzo non ci sono colori e tuttto è silenzio, anche quando dentro di me sento parole che vengono da lontano e altre che cominciano a chiamarmi verso il futuro prossimo venturo. E' solo pace nel Tempo di mezzo, e anche gli episodi più dolorosi che inevitabilmente riaffiorano come monoliti di ingombrante presenza, .....sono pace che lentamente si dissolve nel rumore che alla fine giunge inevitabilmente a ricordarmi che un altro giorno è cominciato, tutto da vivere e proprio in virtù di questa esperienza che non so se mi sono costruita con le mie mani, o mi è stata regalata dal destino mi alzo con la voglia di andare incontro ad ogni mio nuovo giorno con serenità e ottimismo. Poi le cose andranno chissà come e forse a sera sarò arrabbiata, delusa, stanca, ma quel primo momento in cui esco dal Tempo di mezzo e appoggio i piedi in terra, è solo autentica, piccolissima, sincera gioia per il nuovo giorno che mi è stato regalato.

lunedì 14 ottobre 2013

Mission Impossible



E fu così che cominciò la"Mission Impossible"! .....Cioè la pazza idea di scolarsi centoventi lattine di birra nel minor tempo possibile per compiere la mia missione impossibile e cioè quella di preparare centoventi gadget per il prossimo Natale, da dare come ogni anno a un amico che poi li regala ai suoi clienti, non dico proprio a costo zero, perché intanto la lattina costa, la candelina costa, la confezione costa, ma insomma........il tutto rientra in un prezzo che è proprio da "Mission impossible".
Mi spiego meglio. L'idea mi è venuta in una calda sera d'estate, mentre con mio figlio, dopo un estenuante pomeriggio in cui gli avevo fatto da manovale, mi stavo facendo fuori mezzo metro di pizza, annaffiandola con un'ottima birra fresca, ma così fresca.che andava giù che era una meraviglia. La scintilla era scoccata proprio mentre mi facevo fuori l'ultimo sorso della 'bionda' (ormai dopo tante settimane che  mi improvvisavo muratore, pensavo di aver diritto anch'io di esprimermi in gergo) e immediatamente mi ero detta "Ma sì! Dov'è il problema? Mi bevo un pò di birra, spendo poco e faccio tutti i regalini che devo fare!" La cosa era proprio carina! Un bel portacandelina fatta col fondo della lattina. Un bijou!!
Ma da pensare a mettere in pratica, la strada è lunga e impervia, me ne sono accorta subito! Intanto rimandavo di giorno in giorno dicendomi "Tanto c'è tempo!" e poi quando alla fine mi sono accorta che di tempo non ce n'era più tanto, l'estate era finita, il caldo anche e la voglia di bere una birra ....pure! Un giorno mi sono decisa e sono andata a contare le lattine che avevo messo da parte....cinque o sei in tutto. "Bisogna che mi faccia fuori almeno una lattina al giorno!" Mi sono detta filosoficamente........e così ho cominciato a berla mertà a pranzo e metà a cena, sforzandomi sempre di più e alla fine si è anche visto perché mia madre che da brava mamma sa che è inutile cercare di farmi desistere dalle mie idee strampalate mi ha detto "Se credi ti do una mano anch'io!" e così insieme riusciamo a bere una lattina al giorno lei, sentendo dentro di sé di stare facendo un'opera buona.....io contenta ....così non mi viene il singhiozzo. Sono sicura che il suo intento è stato quello di salvarmi da una brutta fine, perché ogni tanto è venuta anche a me l'immagine di me stessa che furtivamente va a suonar il campanello dell'  'anonima alcolisti'! Naturalmente scherzo, però mi sono accorta che un conto è bere un bicchiere di birra una volta alla settimana, un conto è farlo tutti i giorni! Non è per me.  Anche mia figlia se ne è accorta e con la generosità che la caratterizza, mi ha detto: "Ti do una mano anch'io solo se compri lattine di cocacola!" E così a lei ho comprato  la 'rossa', che io non posso vedere neanche da lontano........è più forte di me......quel sapore dolciastro oltre a farmi aumentare la sete, mi da proprio noia ....ma de gustibus!!! Appena rientrerà mio figlio che è fuori per lavoro, porterò una scorta di lattine di birra anche a lui e sono già andata ai bar che frequento con un grandissimo "Help!" e loro commossi quasi fino alle lacrime e sentendolo come un caso di coscienza, mi hanno promesso che mi lasceranno tutte le lattine che riusciranno a racimolare di qui al quindici di Dicembre. La mia "Mission impossible" dunque continua, anche se ci sono state delle varianti.....sto anche pensando di farmi aiutare dal mio nipotino (peccato che le altre nipotine sono oltreoceano........)..........nel caso e solo nel caso riuscissi a trovare lattine col succo di frutta! Sono in casi disperati come questo che si vede l'unione della famiglia!!!