domenica 25 dicembre 2022

Il Natale tranquillo

 Cosa c'è di più bello, dopo una cena movimentata della Vigilia, che passare il pomeriggio del giorno di Natale, comodamente seduta sul divano, tra le mie cose, e cominciare la lettura del nuovo libro che mi è appena stato regalato?

Specialmente se questo libro si intitola "Viaggiare nello SPAZIOTEMPO" ed è stato scritto da Kip Thorne, premio Nobel per la Fisica 2017.

L'ho iniziato stasera e ne ho già letto sessanta pagine, poi mi sono fermata per riflessione, perché ciò che scrive deve essere centellinato, assimilato, elaborato, anche se solo nel modo che può fare una profana come me.

Ma è bello stare seduta sul divano, che diventa improvvisamente la navicella spaziale di Interstellar, vedere più da vicino Gargantua e cominciare a conoscere il wormhole, che può essere visualizzato come un tunnel con due estremità in punti separati nello spaziotempo. Spettacolare, semplicemente spettacolare, per chi riesce a crearsi l'immagine davanti ai suoi occhi. Per chi non riesce, basta che guardi il film Interstellar. 

Mi vengono incontro la brana di tre dimensioni che entra nell'iperspazio che invece di dimensioni ne ha quattro .....eppoi che succede? Leggerò di  Scienza e Teologia che si incontrano, si fondono, si dividono nuovamente per andare in dierzioni diverse, ma non più nemiche, che cercano entrambe l'Oltre?......

E quale giorno può essere migliore di oggi per andare verso l'Oltre? 

Ho chiuso il libro e mi sono ritrovata a pensare. La scienza si dice tale solo attraverso ciò che è dimostrabile. La religione è tale attraverso il dogma. 

Da un pò di tempo però la parola congettura non fa più paura, perché nell'uno e nell'altro caso prima di arrivare a punti fermi c'è bisogno di congetture. E che cos'è la congettura se non libero pensiero?

E nel caso di persone profane come me, sia nell'una che nell'altra cosa, solo un senso istintivo che spinge in una direzione, senza rinnegare l'altra, con l'assoluta convinzione che le due colonne  stanno reggendo l'architrave della stessa cosa?

Tempo fa feci questo disegno, semplicemente seguendo un pensiero nebuloso, al quale per molto tempo non ho saputo dare una spiegazione. Oggi, e non per merito mio, comincio in minima parte a decifrarlo.Le prime conclusioni che ne traggo sono che l'uomo ha bisogno di pensiero e di fede.

Tutto sommato insomma oggi un Natale tranquillo, ma che mi ha appagato.

giovedì 22 dicembre 2022

Asor Rosa

 Alcuni anni fa ho avuto il piacere di conoscere il Prof. Asor Rosa, una conoscenza che si è protratta per diversi anni, visto che il prof. veniva a fare le cure nel centro termale dove io lavoravo. Una conoscenza, che si approfondì nella durata del tempo, fino a rendermi audace tanto da portargli un manoscritto da leggere per chiedere il suo giudizio.

Mi batteva forte il cuore, mentre glielo consegnavo e lui l'accettava di buon grado, o almeno così mi sembrò, e quando mi disse "le farò sapere", feci un grosso sospiro di sollievo.

Ma i mesi passarono, e di una risposta neanche l'ombra. Pensai che se ne fosse dimenticato, che l'avesse gettato da una parte e invece un giorno si presentò con una cartellina sotto il braccio e mi disse "parliamone".

Non solo l'aveva letto, ma l'aveva letto proprio bene, perché quando ne discutemmo insieme con dovizia di particolari, mi resi conto che non aveva per niente sorvolato sulla lettura.

Il suo giudizio andò oltre le mie aspettative. Sapevo di essere una modesta scrittrice, ma essermi sentita apprezzata mi fece un immenso piacere. "Non è facile esere normali", mi disse quando ci salutammo. Allora non capii che cosa volesse dire, oggi sì. Solo molto dopo ho scoperto che questa frase è diventata uno dei suoi aforismi.

Quel suo benevolo giudizio e il suo incoraggiamento a continuare a scrivere, fece si  che tanti anni dopo,il  Prof. diventasse uno dei personaggi di un mio racconto giallo, che purtroppo non ho ancora


terminato.



"Da un occhiata rapida al mio tabulato vedo che tra mezz’ora verrà il Prof . Non so perché, ma all’improvviso mi sento agitata. Voglio la stima di questa persona, che è di poche parole, ma di sguardi molto eloquenti, nel senso che non ha bisogno di parlare molto per farsi capire.

E’ una persona molto educata e riservata e sinceramente non riesco a dargli un’età, proprio per quegli incredibili occhi vivi, che forse lo fanno sembrare più giovane di quello che è, o meglio ancora, lo elevano al di sopra di ogni possibile datazione. Non è più giovane ma non è ancora del giurassico. Mi pare che somigli un po’ ad Albert Einstein, con quei capelli bianchi di media lunghezza, che gli incorniciano il viso in maniera bizzarra, mettendo in rilievo il naso importante ma bello, che i grossi baffi esaltano in maniera quasi raffinata. Ha ancora un fisico di tutto rispetto, che forse molti giovani gli invidierebbero, ma come ho già detto, non è quello che colpisce in lui, ma lo sguardo intelligente e ironico, che, me ne sono resa conto fin dalla prima volta che l’ho visto, trapassa da una parte all’altra....".

 

 

Anche oggi, che il Prof Asor Rosa, ha raggiunto altri lidi, la sua immagine resta indelebilmente impressa nella mia mente, nella maniera in cui l'ho descritta


domenica 18 dicembre 2022

Aspettando Natale

Anche quest'anno, come ogni anno, il 13 Dicembre ho preparato l'albero e il presepio. E mentre attaccavo ai rami del mio abete datato, altrettante palline vetuste, e sistemavo  nel presepio le statuine che, al contrario di me, sono rimaste tali e quali a tanti tanti anni fa, mi chiedevo che Natale sarebbe stato questo che deve arivare tra pochi giorni. Non c'era tanta allegria nell'aria intorno a me, neanche in quella proprio vicino a me, che in genere mi ha sempre catturato in una dimensione di beata aspettativa, quando anno dopo anno mi accingevo a fare queste cose

Io ci provo a tornare bambina toccando i piccoli oggetti che mi hanno accompagnato per una vita, facendomi provare piccole gioie ogni volta che uno nuovo si aggiungeva agli altri.....ci provo, ma con sempre maggior fatica. Ogni anno che li ritiro fuori dalle scatole dormienti.....mi ci provo, perché le sensazioni di allora erano belle, ma che dico belle, meravigliose e vorrei  ritrovarle dentro di me nel momento stesso in cui apro quelle scatole magiche....ma la magia funziona sempre di meno, il senso di aspettativa anche, proprio come  il mantra che mi sono costruita da sola,e che dice che la parte più bella della mia vita deve ancora arrivare.

Mi concedo un pensiero veloce al passato, ai tanti alberi di Natale allestiti in casa e fuori, fino a giungere ai presepi viventi e alle mostre di presepi fatti con i materiali più strani da mani abili o semplicemente volenterose, che tenevano insieme tanta gente...aspettando Natale. 

Torno subito coi piedi per terra! Questi sono tempi diversi. Peggiori? Migliori? Non lo so. E così una volta terminato di appendere l'ultima pallina luccicante, ho alzato le spalle e ho deciso di adeguarmi ai tempi.

Questa decisione è durata per due giorni, perché il 15, verso l'ora di pranzo suona il campanello e quando vado ad aprire , il postino mi mette in mano una busta bianca con l'indirizzo scritto a mano, due piccoli cuori a suggellarne la chiusura e più in basso un'immagine della Natività. Mi è piaciuta subito quella busta, perché così agghindata non poteva contenere altro che cose belle.

Mi aspettavo un biglietto di auguri, ma quando l'ho aperta per tirarne fuori il contenuto e ho visto uscire  il margine del foglio che c'era dentro,vergato da una calligrafia , che ho immediatamente riconosciuto, mi sono dovuta mettere seduta, e aspettare che passassero due minuti, il tempo che mi ci è voluto per riprendermi da una sorpresa inaspettata. Perche quella calligrafia inconfondibile, almeno per me, era quella di mio padre e mio padre è morto da quarantasei anni.

Passato quell'attimo, ho tirato fuori il foglio e ho cominciato a leggere, e l'emozione è stata tanta.

Il mio babbo, appena tornato, dal campo di concentramento in Germania,  al suo paese distrutto, dove l'unica casa rimasta miracolosamente illesa era la sua , il 12 luglio 1945, scriveva a suo fratello, per dare e ricevere notizie, di ciò che era rimasto della loro storia passata e per dire di voler 


dimenticare il prima possibile ciò che aveva vissuto, per trovare dentro di sé la forza di rifarsi una nuova vita. Non dirò altro di ciò che c'era scritto, perché sono cose personali.

Dirò invece quello che ho provato io, perché mentre leggevo, vedevo mio padre con occhi diversi. Davanti a me si proiettava l'immagine di un giovane, provato dalla vita, ma che aveva tutta l'intenzione di non arrendersi. Del resto nel momento in cui scriveva quella lettera non aveva ancora ventinove anni, la mia mamma ed io eravamo ancora nel mondo dei suoi sogni....e lui voleva nuovamente nascere.

Io credo che niente accade per caso, e in questo specifico caso, mio e solo mio, leggere le parole di mio padre, ritrovarlo così vicino, di quella vicinanza che solo una lettera manoscritta sa dare, mi ha regalato qualcosa alla quale non riesco a dare un nome, ma che è bellissima e che di punto in bianco mi ha fatto guardare il mio presepio e l'albero che avevo fatto con così scarso entusiasmo, con occhi diversi.

Ho ritrovato il mio Natale, quello che pensavo di non trovare più dentro di me.

Non finirò mai di ringraziare mia cugina, al cui padre era indirizzata la lettera, per avermi procurato questa grande gioia......e da quel momento, aspettando Natale, ho ritrovato la voglia dell'attesa, delle piccole cose, dei preparativi per festeggiare il momento di una nascita, che si ripete ogni anno, per chi crede nella vita.

martedì 6 dicembre 2022

E ora dipingi!

 La vita è come una tela che mi hanno regalato. Una tela grande e bianca. Mi è stata consegnata con queste parole: "E ora dipingi".

E io mi sono ritrovata a guardarla con occhi alquanto smarriti, perché non sono abituata a dipingere nel grande, e a farmi la domanda che ci facciamo spesso per ciò che riguarda la nostra vita: "E ora che cosa faccio?"

Per più di due mesi l'ho spostata da un posto all'altro, nella speranza che non mi capitasse troppo spesso davanti agli occhi, ma non è servito a niente Stessa cosa per la vita. Troppe volte ci nascondiamo per non prendere decisioni che ci fano paura, ma anche la tela della vita è sempre lì che ci aspetta e ci interroga in silenzio.

Poi a un certo punto, a forza di guardarci facendo finta di non vederci, un bel giorno ho preso la mia tela incellofanata e ci ho scritto sopra con una rabbia, rivolta a me: "E datte 'na mossa!". E giorno dopo giorno ho sempre aggiunto qualcosa che rivelava uno stato d'animo, fino a che è stata tutta piena. Un percorso di vita!

A quel punto ho appeso la tela, che ora sento finalmente MIA. Perché l'ho appesa? e proprio in salotto? Perché non scappo più e  aspetto che l'idea che mi è frullata per un attimo in testa e che ho subito accantonato, diventi colore, via via che il mio sguardo si poserà su di lei. Senza avere fretta, ma con approccio dinamico, che mi porterà a prendere le spatole in mano  per fare qualcosa di nuovo, proprio come nella vita.

E se il risultato non sarà quello che avevo sperato, la considererò comunque un'esperienza, un arricchimento, un'evoluzione del pensiero. Così va per la tela del pittore, così va per la tela della vita di ciascun uomo.

venerdì 25 novembre 2022

Ce l'hai una canoa?

 "Uomo dal multiforme ingegno"

Chi  ha detto per la prima volta questa frase sapeva proprio il fatto suo e ne ha fatto coscientemente un capolavoro di filosofia.

Ma quanto mi piacciono queste parole, che senza bisogno di tanti svolazzi mi inducono a capire che se è bella la parola ingegno, forse  ancora più bello mi suona quel multiforme, che non mette limiti all'intelligenza, alla fantasia, alla volontà dell'uomo, di ogni uomo, o meglio ancora, di tutti gli uomini che non contentandosi di esistere, vivono.

Perché se esistere vuol dire venire al mondo, nascere, guardare tutto ciò che ci circonda, compiacersi di essere parte di una meraviglia, scorrere nel tempo fino a diventare polvere di stelle, dico che la trama di questa tela mi piace molto, ma non mi appaga.

La tela per diventare opera ha bisogno dei colori decisi e sfumati che si mischiano ogni giorno tra di  loro, sempre nuovi nella lotta della vita, di guizzi di scintille della mente che pensa senza riposo e si inoltra per le vie sconosciute di esperienze sempre nuove, di note alte e profonde che si incontrano fino a formare la musica dei desideri, dei sogni, delle aspirazioni. E allora, solo allora si  forma il quadro che rappresenta veramente l'uomo e che quando viene guardata con occhi sinceri,  fa provare gioia e dolore, ma  fa anche capire inequivocabilmente che rappresenta in maniera unica e irripetibile l'uomo vero. Tutto qui.

E allora come si fa a dipingere un simile quadro? 

Semplice! Bisogna vivere ricordadoci sempre che siamo uomini, che siamo intelligenti, che abbiamo dentro di noi tante risorse. Perché contentarsi di essere dei semplici zirconi, quando possiamo essere diamanti?

Anche lo zircone brilla, ma non avrà mai le mille sfaccettature del diamante.

Ecco! L'uomo è un diamante che può avere molteplici volti. Basta solo che abbia  la curiosità e la forza di tirarli fuori, .Lo so che è più semplice contentarsi di esistere, ma sicuramente non è altrettanto stimolante.

Si nasce e si cresce, si cresce per tutta la vita, sempre in maniera diversa, mentre il mondo intorno a noi cambia, si trasforma, cresce anche lui, ci chiama a nuovi percorsi mai immaginati, ci lancia sfide, prova a sovrastarci.

Vivere vuol dire non arrendersi mai, accettare sempre la sfida, far vedere che l'uomo è Uomo (e intendo donna e uomo), tenere sempre accese quelle scintille che sono nostre fin dall'inizio dei tempi e che risiedono nella mente e nel cuore, essere convinti che non si vive solo facendo il proprio lavoro, ma anche cercando dentro di noi tutti i talenti che abbiamo per farli sbocciare come fiori nell'albero della vita, usando quell'energia che è profusa in noi e intorno a noi.

Non è utopia, perché io ho la fortuna di conoscere persone che hanno sempre trovato motivi per rinnovarsi, per provocare la vita, per entusiasmarsi e per riuscire, quando si mettono in gioco per un nuovo obiettivo.

Mi da estremamente fastidio quel detto che recita "Si nasce incendiari e si muore pompieri". Questo può andar bene solo per chi si accontenta di esistere, ma non per chi rispetta se stesso e la vita, che deve essere vissuta intensamente in ogni età, perché qualsiasi uomo è un pioniere del suo futuro e di quello del mondo.

E non si creda che per vivere veramente si debbano fare chissà quali cose!L'importente è sognare sempre, giocare spesso, fare assiduamente, guidando ciascuno la propria canoa.

 

domenica 6 novembre 2022

Nata il 6 novembre

 La sera del 5 novembre il cielo era grigio. Una giovane donna guardava dalla finestra, che si affacciava sui tetti e i comignoli di Firenze, il cielo gonfio di nuvole.

 E all'improvviso un forte fitta arrivò e con lei la paura.

 Si appoggiò le mani sull'enorme pancia e seppe che il suo momnto era arrivato.Ansia, smarrimento e un senso di ineluttabilità ancestrale, si impossessarono di lei fino a farle capire quale fosse la solitudine di quel momento che stava vivendo.

Poi,  sentire la porta che si apriva e vedere suo marito entrare, la rilassò immediatamente. Erano in due ora, non era più sola. Lui si rese subito conto che non c'era più tempo da perdere, ma il progetto che avevano fatto di andare a piedi, quando fosse arrivato il momento, all'ospedale poco lontano da casa loro, sfumò nello stesso istante in cui grossi rivoli di pioggia cominciarono a correre sui vetri della finestra.E fu così che senza attendere un attimo,andò di corsa da un vicino che di mestiere faceva il fiaccheraio e aveva una carrozzella, una di quelle che si vedono ancora oggi a Firenze, una di quelle che aveva la capote, in caso di pioggia. E fu così che la giovane donna fu accompagnata in carrozza a partorire.

Piovve tutta la notte e finalmente la mattina di domenica 6 novembre, un'infermiera scrisse col dito su un vetro appannato della stanza dove alla fine la giovame donna dormiva,.... è nata Giuliana.

Perché oggi scrivo questo? 

Perché a dispetto di tutti coloro che dicono che il compleanno, specialmente quando si è giunti a una certa età come la mia, che compio settantatre anni,, è meglio non festeggiarlo, io rispondo che invece il giorno in cui si viene al mondo va sempre non solo ricordato, ma festeggiato con un senso di gratitudine verso chi ci ha dato la vita e ci ha permesso di camminare sulla strada dei nostri giorni, facendo incontri e scontri, avendo gioie e dolori, plasmando ed essendo plasmati.

Provo un senso di profonda tenerezza verso quei due giovani che che nei loro sogni e nei loro desideri immaginarono un mondo migliore per me e si inventarono di andare in carrozzella incontro alla nuova vita che arrivava. La loro vita, la mia vita. 

 10 PIATTI STARDUST BUON COMPLEANNO -60132-

 

sabato 29 ottobre 2022

A testa in giù

 Una delle più famose opere di Mondrian, “New York City 1” del 1941, per 75 anni è stata appesa ed esposta al contrario. E nessuno se n’era mai accorto. 

Se è per quello non me ne sono mai accorta neanch'io e non so se è perché l'ho sempre conosciuta così, o perché non ci ho capito niente, o perché........beh!ciascuno trovi il suo perché!

Tutti abbiamo continuato a guardarla e ad ammirarla rendendoci conto che stavamo guardando una realtà astratta ma senza capire che era capovolta. E magari anche questo ha un senso, forse è stato un anticipo sui tempi che siamo arrivati a vivere in una realtà concreta capovolta. 

Non è stata un'idea dell'autore, perché l'opera è stata capovolta dopo la sua morte e sinceramente mi viene da sorridere pensando ai tanti esperti che in questi lunghi anni  l'hanno studiata, analizzata, maneggiata con rispetto, con cura, con amore, con venerazione, e poi hanno finito per appenderla a testa in giù.


Tutto ciò per me è affascinante e preferisco ammantare questo capolavoro con una patina di mistero piuttosto che cercare di trovare una spiegazione logica, che in ogni caso sarebbe alquanto deludente. 

Del resto anche nella poesia attribuita a Neruda che recita "lentamente muore chi non capovolge il tavolo....." c'è un invito ad andare sempre oltre tutto ciò che diamo per scontato e che banalizza la vita. Magari chi l'ha appeso la prima volta capovolto, aveva letto quella poesia?

Mi è tornato in mente il mio professore Ed. Fisica, uomo illuminato,che a ogni fatto della vita dava sempre la stessa spiegazione "Lo deve fare". Una volta, in seguito a una mia rimostranza, mi fece mettere in verticale appoggiata al muro con la testa in basso e i piedi in alto. "Guarda il mondo da un'altra prospettiva" mi disse e io con entusiasmo gli risposi "Come è bello!" "Lo deve fare!" fu la sua conclusione.


Ho fotografato un mio dipinto capovolto, che come quello di Mondrian non è firmato. Io continuo a vederci sempre quello che ci voglio vedere, a volte tante cose, a volte un bel niente, a seconda di come mi va la giornata,ma dirò che il risultato non mi dispiace affatto. Gli altri ci vedranno quello che credono.

Gli intenditori d'arte tanto non lo vedranno mai, per cui.......

venerdì 28 ottobre 2022

Poi capita

 Poi capita che un giorno ti svegli e il mondo ti sembra diverso.

Ma come si può cominciare a dire  quello che ci passa per la mente in questa maniera? Si può, si può, anzi è proprio la maniera giusta per far capire che c'era un prima e poi  improvvisamente c'è un dopo

Una cosa è certa, ed è che la vita non finirà mai di stupirmi. Si passano giorni, mesi, anni, a pensare a cose , situazioni, traguardi, e poi ci si accorge in un solo attimo che alla fine, anche se li abbiamo avuti, li abbiamo raggiunti, non è che ce ne importa più di tanto, o almeno non tanto quanto credevamo fino all'attimo prima.

Stanotte ho sognato un fiore, non so che fiore fosse, ma so che aveva dei petali bellissimi e non finiva mai di aprirne di nuovi e  mentre dormivo  ho capito che quel fiore era la vita e che ogni petalo significava un periodo vissuto e colorato con i colori che io avevo voluto usare e anche con quelli non voluti da me, ma che altri vi avevano dipinto. Alcuni petali erano più sgargianti, altri molto sobri, ma tutti insieme rappresentavano  momenti vissuti, cose realizzate, cose non realizzate, situazioni belle e situazioni difficili, traguardi raggiunti e traguardi mai raggiunti.

Ma il fiore cresceva e i nuovi petali ormai sovrastavano quelli più vecchi, mentre altri si aprivano appena ai nuovi giorni, quelli ancora in fieri ma già abbozzati, quelli che ancora devono essere pensati e poi scritti con colori che ancora sono sconosciuti. E quelli sono i petali che attirano di più in quel fiore. Quei petali ieri non c'erano e oggi sono qui e sono nati per me. Sono petali nuovi che si appoggiano su quelli nati prima. E' il futuro che cresce sempre con nuove speranze e nuovi desideri  sulle esperienze del passato.

Non è che mi capita ogni notte di fare un sogno così e questo è stato proprio di mio gradimento, ma mi hafatto prendere una decisione. Non coglierò mai più un fiore. Mica voglio impedirgli di far sbocciare tutti i petali che ha a disposizione......

domenica 16 ottobre 2022

Un giorno, cercando funghi

 Può capitare che una storia cominci con una passeggiata e termini con un'emozione? Io dico di sì, prove alla mano, perché anche se non sono io quella che ha fatto la passeggiata,  sono io che ho provato un'emozione fortissima.

 



E questa,anche se è tutto vero, sembra una favola, perché fatemi capire come si fa ad andare per funghi e tornare con un motorino. e per di più col motorino che era stato del suo nonno, più di cinquant'anni prima?


 

 

Eppure è andata così e il tutto fa parte di un incontro del tutto casuale tra due persone che si trovano nel bosco in cerca di funghi, cominciano a parlare e a un certo punto della conversazione il motorino si disegna nei ricordi dell'uno e dell'altro e poi si materializza in un capannone poco distante, appoggiato a una parete, quasi in attesa che qualcuno si ricordi di lui.


 Demm - Wikipedia

 

Quando l'ho saputo, la sera sul tardi, ho provato un'emozione così forte e così bella, che non riesco neanche a descrivere. E' stato come se un pezzo della mia vita passata tornasse nel presente, arrivando da oltre cinquant'anni di lontananza con un bagaglio di immagini di mio padre che quando partiva si girava per salutare mia madre che gli restituiva il saluto, di me, giovane donna in sella di quel motorino...... di ricordi, di immagini, di sensazioni una più bella dell'altra. Mi  sembrava,.... ecco sì, mi sembrava proprio, che dentro di me scorresse acqua fresca e piena di sole e di luce e così non mi sono stupita per niente quando l'ho sentita scorrere sul mio viso. Perché una cosa la so con sicurezza. Io non piangevo, stavo solo vivendo nuovamente la gioia di una pagina bella della mia vita.

So che il motorino non resterà ancora per molto in quel capannone.

 



martedì 11 ottobre 2022

Tempo di Nobel

Premio Nobel per la letteratura: definizione, descrizione ...

In questi giorni sono stati assegnati diversi Nobel a vario titolo, ed è una cosa bella sapere che l'uomo continua a prodigarsi per la Pace, per l'ampliamento della Conoscenza e attraverso la Ricerca, per il bene e il futuro dei propri simili.

E' bello sapere che, nonostante la brutalità dei tanti momenti che ha vissuto l'umanità intera, ci sono sempre donne e uomini che non cessano di credere nel futuro e si impegnano al meglio di se stessi per farlo diventare una realtà migliore, specialmente migliore di quella che stiamo vivendo oggi.

E siccome, parlando di queste menti eccelse, si parla di intelligenza, senza togliere niente alla loro genialità, credo che l'uomo comune, quello che pensa alla casa e alla famiglia attraverso un lavoro silenzioso, che però costituisce lo zoccolo duro e la spina dorsale di qualsiasi società, abbia un ruolo importante in questa storia. E' nella casa e nella famiglia che nascono, imparano a camminare e si sviluppano tutte le conoscenze che successivamente verranno ampliate da chi diventerà  il vincitore di un Nobel.

I padri e le madri, sono coloro che si destreggiano anche inconsapevolmente tra le varie discipline che poi porteranno i figli, per i loro meriti e con l'aiuto di insegnanti illuminati, a importanti traguardi.

E ci sbagliamo di molto se si pensa che questo possano farlo solo genitori istruiti. Niente di tutto questo. 

La Matematica e l' Economia si cominciano a insegnare quando si fa due più due per mettere insieme il pranzo con la cena, quando si divide il gruzzoletto per arrivare in fondo al mese,  quando si insegna l'arte del risparmio e l'oculatezza della spesa.A questo punto entrano in gioco le Banche e l'argomento diventa poco simpatico.Invece l'insegnamento di quei giochi fatti di somme e di sottrazioni, che smettono di essere aridi se fatti insieme a genitori che si divertono tornando bambini,è molto più simpatico e insegna anche di più. E si impara  anche con più divertimento spostando semplicemente dei mobili per dare alla propria casa un aspetto che appaghi lo sguardo e rassereni lo spirito. Magari nessuno sa che in quel momento è entrata in gioco la Sezione Aurea o Numero Aureo che tutta la Natura ha in se stessa. Così anche l'uomo che non è matematico ma segue un istinto matematico che lo porta a un numero che neanche conosce, ma uguale per tutti. A questi supergeni non verrà conferito il Nobel ma la Medaglia Fields.

La letteratura si insegna scrivendo nel libro di ogni giorno pagine di vita quotidiana semplice e piena di quei piccoli insegnamenti di altruismo, di affetto, di condivisione,di felicità, di fatica,di realtà anche ingiusta che si stampa sui volti, fino a diventare  pagine di altruismo,di incoraggiamento, di realismo. Non verranno mai stampate quelle pagine, ma insegneranno ad altri a scriverle.

I primi strumenti di Medicina verranno appresi insieme agli sciroppi per la tosse, alle aspirine per il mal di testa, e le tisane per i mal di pancia. Ma questi servirebbero a ben poca cosa se non fossero accompagnati anche dalle notti insonni vicino al letto di chi è malato e che ha bisogno di non essere lasciato solo e di avere il conforto dato dall'empatia di una carezza e di una parola di incoraggiamento, e se non spronassero chi assiste a cercare e trovare il rimedio per dare sollievo.E i genitori cosa non fanno per far guarire un figlio anche da una semplie influenza? Cercano anche i rimedi più improbabili, ma mettono in moto la mente e così facendo, la stimolano anche nei loro ragazzi.

E quante  cose  avvicinano anche solo nel gioco, alla Fisica e alla Chimica.  Piccole cose come le carte che avvolgevano una volta i mandarini, che se arrotolate e incendiate dal basso, prendevano il volo, o la costruzione di un rudimentale caledoiscopio. o l'improvvisazione di una fionda fatta con un bastoncino biforcuto e una camera d'aria della bicicletta.E il sale  messo nella pentola quando l'acqua bolle perché provoca un piccolo maremoto?Come fa un piccolo a saperlo se non c'è il babbo o la mamma a spiegarglielo? E l'efetto delle Mentos con la Coca Cola? Un vulcano i piena regola r peericoloso, che ha bisogno della spiegazione di un genitore attento.

I Quanti? Ma cosa sono questi Quanti?E chi li capisce? Magari in famiglia ci si convive ogni giorno e si insegnano anche, senza sapere di farlo, ma con la voglia di sapere e di instillare nei figli la curiositò, che è l'anima della ricerca.....poi il tempo provvederà e altri genitori sapranno dire cose che oggi ancora non sanno......

e avanti avanti, sempre con l'aiuto di babbo e mamma, fino al giorno magico in cui come Forrest Gump, ci si libera dei lacci alle gambe e si corre da soli, ma non soli.

E sarà un caso, o forse solo una mia idea, ma mi sembra che i ringraziamenti dei premi Nobel, molte volte vadano anche a i loro genitori, che si sono contentati di  insegnare la vita .


domenica 2 ottobre 2022

O fattorino dal ciuffo nero........

 Il ritorno dell'infernale Mark Twain con 5 lettere eretiche (e inedite).  Aspettando che la Rai lo riscopra - Bookciakmagazine

 Ma quanto sono strani i sogni!

Ierinotte quando sono andata a letto, non ho fatto in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che mi sono adormentata e .......ho sognato. Non ricordo neanche che, so soltanto che a un certo punto mi sono trovata in un campo tutto verde, ma proprio verde, perché io sogno sempre a colori, almeno credo, e sentivo in lontananza una canzoncina, che via via che entravo dentro il campo, diventava più forte e più nitida. 

"O fattorino dal ciuffo nero, fora il biglietto al, fora il biglietto al, al passeggero. Foralo presto con diligenza fin dal momento de....fin dal momento de....della partenza. Foralo subito con diligenza fin dal momento della partenza. O fattorino.....".

 Enciclopedia del Doppiaggio - RINA MORELLI e PAOLO STOPPA nei ruoli di Mark  Twain e signora in "Questa sera parla Mark Twain" (Rai, 1965) (by Domenico  Petrella) | Facebook

Da quel momento in poi quell'arietta  mi ha perseguitato per tutta la notte e quando stamani mi sono svegliata mi sono accorta che continuavo a canticchiarla dentro di me. Non mi pareva di aver avuto familiarità con quel motivetto, fino a quando un 'immagine del mio babbo che la fischiettava, mi è apparsa nitida. Era un'immagine allegra che ha messo allegria anche a me.

A quel punto però la mia curiosità aveva cominciato a galoppare, per cui sono andata a cercare quella canzoncina su you tube e con sorpresa ho trovato che apparteneva a una serie TV intitolata "Stasera parla Mark Twain"

Immediatamente la bobina della mia vita si è arrotolata all'indietro fino al 1965, anno in cui, è stata trasmessa la prima puntata dello sceneggiato (allora si chiamava così).

Mi sono rivista in una cucina, intorno a un tavolo col piano di marmo, mentre aspettavo con impazienza insieme con i miei genitori che avesse inizio la prima delle sette puntate che sarebero state trasmesse settimanalmente. Dopo questo salto nel passato ho controllato che su You tube ci fosse tutta la storia e con piacere ho scoperto che era lì che aspettava solo me,  proprio tutta e tutta da riscoprire. All'epoca in cui io l'ho vista avevo quindici anni e non ricordavo neanche una parola o un'immagine. In altri termini non ricordavo neanche che fosse esistita.

"Ne guarderò un po' alla volta, mi sono detta, anche perché ogni puntata dura più o meno un'ora, per cui sette ore davanti allo schermo di un computer mi sembrano un pò tante e poi magari  è una cosetta fatta più di cinquant'anni fa, quasi sessanta... e per di più in bianco e nero e magari anche noiosa".

E invece! Mi sono trovata davanti un fantastico Paolo Stoppa e una splendida Rina Morelli che mi hanno preso per mano, senza che me ne accorgessi, per portarmi nella vita di Mark Twain e della sua famiglia. E mi sono accorta di starci proprio bene, fino al punto di dimenticarmi del pranzo (ma ho rimediato al volo in dieci minuti di pausa con l'aiuto di un uovo e una lattina di fagioli)e al diavolo anche i piatti da lavare...... 

Sono state ore veramente belle, come belli erano i programmi che una volta trasmettevano alla televisione. Ora c'è tanto di più e tanto di niente.

O fattorino dal ciuffo nero ........i sogni sono proprio strani!

lunedì 26 settembre 2022

Una sera a teatro

La sensazione è sempre la stessa.....

 Teatro Europa | il teatro di aprilia


 Lo spettacolo è terminato, e come sempre succede, ha diviso il pubblico sul risultato della rappresentazione. C'è chi l'ha considerato  bellissimo, chi mediocre, chi tragico..........ma è libertà di pensiero e questa è cosa buona.

Il pubblico si è alzato e lentamente esce dal teatro, portando ancora per un attimo con sé le sensazioni ricevute, che si dileguano man mano che riprende coscienza della realtà in cui vive.  Esce dal "tempo sospeso"delle emozioni di un copione recitato in modo da tenere sempre viva l'attenzione e dove lo scenario è cambiato continuamente diventando sempre più acceso, e si è avviato all'uscita.

Fuori ha ritrovato la quotidianità a cui è abituato, fatta di problemi insoluti di rabbia e di sconforto, di tante speranze che non vogliono saperne di morire, di tante bollette da pagare, di folli fuochi d'artificio che fanno paura.

Ciascuno va per la sua strada.Già  non sono più un pubblico, ma solo donne e uomini sotto lo stesso cielo. Non è roba da poco, se si riesce a capirlo. Ma solo pochi lo sanno fare.

 Il carrozzone va avanti da sé,
con le regine, i suoi fanti, i suoi re.........

e questo fa capire che lo spettacolo non è terminato, perché lo spettacolo deve sempre continuare. 

The show must go on (ma questa è un'altra storia)


 

 

sabato 17 settembre 2022

La Terapia del Campo Estivo

 


Una settimana di terapia rigenerante intensiva.

Non ho fatto in tempo ad arrivare nel posto del Campo Estivo che sono entrata subito in un'altra dimensione. Neanche il tempo di scendere dalla macchina e già sento che quella è casa mia.  E'come se  la conoscessi già, anche se è la prima volta che ci metto piede. Respiro immediatamente quella nuova aria un po' bohemien, che poi sarà disciplinata da regole fatte per essere trasgredite. Mi ritrovo a sorridere dentro di me. Quante volte nell'arco degli anni ho respirato la stessa aria, così buona, così terapeutica, almeno per me, ma credo anche per i Capi che anno dopo anno, la ritrovano e la respirano con lo stesso entusiasmo, prendendosi cura di bambini e ragazzi che per una settimana si ritrovano dentro un cerchio magico, al di fuori del tempo e della quotidianità.

Una settimana per i Lupetti e qualcosa di più per il Reparto, che è il periodo che noi vivremo insieme, è poca cosa, ma vuol dire tanto, perché in quello spazio tutto per noi il Tempo scorre immediatamente in maniera  diversa e io so benissimo di essere la mamma e la nonna di tutti quelli che sono lì con me, ma sento anche di essere improvvisamente diversa, piena di una energia ritrovata, pronta ad aprire la mia mente a quella del bambino di otto anni, ai ragazzi di qattordici, al Capo di venti, trenta, quaranta, cinquant'anni. Che bello scambio di pensieri, di opinioni, di mentalità....magari anche lì in cucina, insieme a due fantastiche ragazze che fino a cinque minuti prima non si conoscevano e sono immediatamente diventate inseparabili e a un ragazzo, metà rover e metà artista, mentre i Lupetti preparano un'improponibile ratatouille. Dovevo proprio essere lì per vedere la stanchezza fisica dei Capi, sparire per incanto nella complicità delle risate che solo i giovani sanno fare, dovevo essere lì per capire che non ho finito di imparare, che ho dato e ho ricevuto da tutti, ma proprio da tutti, cose nuove e cose che ormai credevo che per me dovessero essere messe solo nei ricordi. Dovevo essere lì, per ritrovarmi a esprimere il mio pensiero con la solita schiettezza della quale poi mi pento, ma neanche poi più di tanto a dire il vero, ora come allora, tanto tempo fa o solo ieri? 

Una settimana passata nella confusione delle pentole e dei pentoloni, degli zaini lasciati in ogni dove, tra le gavette smarrite e ritrovate,tra i costumi di un'ambientazione di alta cucina, con i lupetti che frignano la loro nostalgia per la mamma ma che si consolano con un piatto di tagliatelle al ragù, salvo alcuni tosti, ma proprio tosti, che sono stati una caratteristica di ogni Campo che si


rispetti e che alla fine costringono tutti i Capi a mettersi una mano tra i capelli e sentire che il peso che sentono è dato da un'aureola di santità appena accennata, ma già faticosa da portare..............

Ma poi la sera c'è il cielo stellato e il caldo infernale che ci ha accompagnato per tutto il giorno si diluisce dietro a quella Pieve Romanica dal fascino unico, discreto, intrigante, che mi induce a pregare nell'unica maniera in cui so farlo io,e ad affidare quella preghiera al leggero vento che si insinua  nel concerto dei grilli che suonano musica da camera....e più in là, il fuoco di bivacco con tante sagome intorno che cantano , ridono, giocano, s'innamorano, e il mio pensiero vola a chi è venuto a trovarci in quei giorni, spinti da un richiamo che arriva lontano, a chi si è trattenuto per due giorni ed ha allietato il cerchio, a chi è stato solo per breve tempo e ha sbobinato una pellicola vissuta tanti anni prima e mai dimenticata. E  salvo che nelle responsabilità che ciascuno di noi ha verso questi piccoli che ci sono affidati, non c'è più età, credetemi ragazzi, non c'è più età, e siamo tutti grandi e piccoli alla stessa maniera,con la nostra Promessa al collo e  col dito dentro il barattolo della nutella.


venerdì 9 settembre 2022

A Lilibet

Tu, che non volevi essere regina, sei già diventata la Regina delle regine , icona e simbolo di un'Epoca che non c'è più.

Elisabetta II biografia: storia, vita e curiositàIeri il tuo tempo si è fermato, ma nonostante la nostra società  liquida, che oggi scorre e cambia continuamente forma, distruggendo e dimenticando velocemente ciò che costruisce,  sarai ricordata sempre come un punto fermo e  nominata con rispetto, da chi, pur guardando al futuro, vuole portare con sé una parte del passato.





lunedì 29 agosto 2022

Come un fiore di zucca

 

Questo dipinto, mi è venuto così, quando il mio sguardo si è posato su una fotografia che  è nella vecchia libreria del mio salotto. In quel momento stavo spazzando, ma ho piantato tutto, perché dovevo fissare immediatamente quel pensiero che all'improvviso si era aperto dentro di me, alla stessa velocità di come sboccia un fiore di zucca.

 

 L'acqua scorreva dietro di loro, mentre seduti sul murello che si affacciava sul fiume, sognavano il futuro, immemori di stare scorrendo dentro il tempo.

 

" Il Tempo. Nessuno lo conosce e lui sta immoto, indifferente, mentre noi lo attraversiamo con i nostri ieri, i nostri oggi, i nostri domani." KB


 

sabato 23 luglio 2022

Muoia Sansone...

 

"Muoia Sansone con tutti i Filistei!"

Chissà perché da un po' di  giorni, queste parole, continuno a frullarmi per la testa?


 

 

domenica 3 luglio 2022

Vita di Bambola


 Era  uscita con me dal negozio in cui era stata esposta pochi giorni prima.

Mi avevano colpito i suoi occhi, chissà perché, e così avevo pensato che poteva essere il regalo adatto per la Laurea di una ragazza, alla quale volevo bene.

Il biglietto con cui l'avevo consegnata alla destinataria, spiegava ciò che effettivamente sentivo dentro di me e che non era nient'altro che una speranza e un'esortazione a non dimenticare mai, nemmeno ora che entrava nel difficile mondo degli adulti e del lavoro, quel "fanciullino" che vive dentro ciascuno di noi, che cresce con noi e che deve restare dentro di noi per dare al nostro andare il vero senso della vita.

Insomma, nella mia fantasia questa bambola doveva essere solo un "memento", nelle volte in cui la ragazza, diventata donna, avrebbe dovuto ascoltare la fanciullina che era dentro di lei, sia nei giorni di gioia che di tristezza.

Sapevo che come tutte le cose un pò strane, la bambola sarebbe stata messa prima o poi in un cassetto, e lì dimenticata, in attesa, nel tempo che scorre, fino al momento in cui quel cassetto sarebbe stato riaperto e il ricordo di ciò che rappresentava, sarebbe ritornato.


Parecchi anni dopo, non ricordo neanche più quanti, le manine curiose di due bambine hanno aperto quel cassetto, e con gioiosa meraviglia, hanno visto che c'era una bambola. La voglia di prenderla e di giocarci è stata irresistibile e altrettanto naturale, e così per un pò di tempo, quanto dura il desiderio dei bambini, la bambola è diventata la loro compagna di giochi e di favole, dopodiché  è stata gettata sul letto della cameretta insieme a tanti altri giocattoli.

E' stato solo un caso, se le bambine, stanche dei giochi, hanno cominciato a saltellare sul letto e sempre un caso se una di loro è caduta col sedere proprio sul visino della bambola, rompendolo irrimediabilmente. 


Un po' di giorni fa, la mamma della ragazza a cui era stata regalata la bambola mi ha contattato per dirmi questa cosa, della quale era molto dispiaciuta, proprio perché era un ricordo, e mi ha detto che aveva provato ad aggiustarla, ma senza successo. Tra l'altro mancavano anche diversi pezzetti, che non era riuscita a ritrovare.

Se volevo provare io!

E io ci ho provato, ma per quanti sforzi abbia potuto fare, il risultato è stato  grottesco, per cui ho detto, che neanche a me era riuscito il restauro, per il quale naturalmente non avevo neanche gli strumenti giusti.

E allora che si fa? Teniamo almeno il vestitino....era così bellino.

La decisione era presa e mentre racimolavo tutti i pezzi del povero viso della bambola decapitata, alla quale mancavano tanti altri pezzetti, non ho potuto fare a meno di rigirarmi tra le mani ciò che era rimasto del suo volto, che in quel momento era inquietante, perché caratterizzato da un lungo spunzone, quasi un  artiglio, che si estendeva verso l'alto! Ma se lo coprivo con la mano i lineamenti tornavano dolci come sempre e gli occhi mi guardavano con la stessa espressione che mi aveva affascinato tanti anni prima.

E così senza starci a pensare, ho deciso che quel pezzo non l'avrei buttato via, avrei cercato di renderlo carino e nuovamente vivo. Il "fanciullino" poteva essere trovato anche lì.

E così ho fatto, con un po' di stoffa, un pò di colla, e una parte di una scatolina di legno piuttosto vecchia e malandata, che avevo continuato a tenere, non so neanch'io perché. Ora lo so!  Il risultato è quello che si vede nella fotografia in alto e ogni volta che lo guardo sono contenta.

 

PS - Ora mi trovo nell'imbarazzo se dirlo alla diretta interessata oppure no. Non vorrei che due bambine innocenti, avessero una brontolata postuma. Non c'è niente di peggio della brontolata postuma, quando uno crede di averla sgabellata!

 


mercoledì 1 giugno 2022

Chissà perché!

 Mi dicono che la Poesia sta vivendo una nuova vita.

 

La Poesia è stata nuovamente scoperta, chissà perché!

Forse perché c'è bisogno di bello, di buono, di tenerezza, 

di sorrisi felici, di lacrime di gioia?

Perché di lacrime di dolore ne sono state versate tante

in questi anni difficili, perché lacrime di rabbia e di lutto

continuno ad essere versate nei fiumi della storia, anche oggi,

 anche mentre scrivo e penso alla Poesia.

 

A te Poesia, proprio a te, sto pensando, a te che abbiamo relegato

per tanto tempo, troppo tempo, in un angolo buio del nostro essere,

convinti della nostra granitica onnipotenza. Ti abbiamo rottamato 

sicuri nella nostra arroganza che tu non ci servissi più

proprio come abbiamo fatto con Dio, perché noi eravamo Dio.



La Poesia è stata nuovamente scoperta, chissà perché!

Forse perché, la malinconia, la tristezza, il senso di solitudine,

la nostra ritrovata inadeguatezza a tempi inattesi che improvvisi

si sono rovesciati con forza su di noi, non possono essere spiegati

se non con le lievi pennellate della Poesia, che non infrange

la corazza di vetro dentro la quale ancora ci nascondiamo.


A te, proprio a te Poesia, sto parlando, a te che 

abbiamo nascosto dentro di noi, per non manifestare ciò che credevamo

fosse una nostra debolezza, in un mondo che voleva altri tipi di uomini.

A te sto parlando, e  a quei pochi che hanno avuto il coraggio di non rinnegarti

e hanno cantato la realtà nuda del mondo  auspicando  il ritorno all'essenziale.

 

Saranno questi i motivi per cui sei tornata?Se è vero che sei  veramente tornata!  Lo spero, ma non lo so. 

Forse un giorno qualcuno mi dirà che

la Poesia è stata nuovamnte scoperta, chissà perché!