venerdì 24 giugno 2016

BREXIT

Stamani era molto presto quando ho letto che la Gran Bretagna non faceva più parte dell'Europa. Ho accolto questa notizia con una sorta di fremito che mi è partito involontariamente perché questa scelta così ardita, temeraria e forse anche un pò irresponsabile, si trova in sintonia con la mia parte istintiva che è sempre stata indipendentista. Poi però, cominciando a ragionarci sopra, mi sono detta che il prezzo da pagare sarà alto sia per la Gran Bretagna, sia per l'Europa, e questa considerazione ha aperto la porta a un sacco di possibili risvolti, che mi sono detta prima dasola e che poi sono stati più ampiamente chiariti da chi ne sa mooooolto più di me, visto che oggi non si parla di altro. Però la prima cosa che mi è venuta in mente stamani, quando ancora ero mezza addormentata è stato il titolo di un libro "Jack Frusciante è uscito dal Gruppo", la seconda è la celebre frase di Einstein  “La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca"
. O icché c'entrano queste cose con la Brexit? C'entrano c'entrano, perché quando hai fatto parte di un gruppo, venirne via, o in un modo o in un altro è sempre doloroso. E Einstein? C'entra anche lui. Basta sostituire scienza con Europa e religione con Gran Bretagna e il gioco è fatto e pure con poche parole. Un aforisma ecco! Ma come si fa a liquidare in due balletti una parolina così affascinante, così spumeggiante, così frizzantina, come BREXIT? 
La Brexit potrebbe essere benissimo la marca di una gazzosa, che se la vai a ordinare al bar: "Che me la dai una Brexit?" la compri in Italia e ti ritrovi a berla a Londra. .....oppure un nuovo tipo di posta celere: "Vorrei spedire con urgenza!" "Andata con ricevuta di ritorno?" "No no! Solo andata." "Allora faccia una Brexit. E' un pò cara, ma un'andata come la sua non non c'è nessuno che la fa, neanche Fedex". E dei nuovi orizzonti che si aprono, che cosa dire? Si sente già parlare di Frexit che fa tanto surgelatore,scienza del freddo, ibernazione delle idee, e qualcuno vocifera anche di Espexit, da non confondere con Espedia, che è roba di Ikea. Questa ha le nacchere, il Flamenco e i tori e da quello che so io Ikea i tori ancora non ce l'ha. E l'Itexit a quando? Qualcuno dice che noi in Italia un referendum su questa cosa che sa tanto di divorzio non si può fare, a meno che non si cambi la Costituzione. Tanto tra un pò, o non si vuole cambiare anche quella? Icché ci vole! Boh! Che dire? C'è rimasto qualcosa di fermo in questa nostra società del benessere virtuale? Se sì, ditemelo per piacere, perché, come dice la canzone di Battiato "Cerco un punto di gravità permanente........."

domenica 19 giugno 2016

Metafora



"Una manciata di ricordi in valigie sempre pronte a partire per i nuovi viaggi immaginari e non della vita; un pò di libri che aiutino sempre a trovare luoghi diversi, situazioni diverse, persone diverse; una luce discreta e diffusa che illumini i sogni di ogni viandante in cerca di se stesso;......si può chiamare Metafora della vita?"
da - Piccoli Pensieri di Kind Butterfly

sabato 18 giugno 2016

Il languorino

C'era una volta una pubblicità che parlava di un tale Ambrogio, di una contessa, di una Limousine e della fatidica domanda: "Ambrogio? Avrei voglia di qualcosa di buono....ma non è fame,....piuttosto è come un leggero lauguorino...."
Purtroppo dei Ferrero Rocher mi è rimasta solo la scatola vuota...
Io non sono una contessa, né sono la felice proprietaria di una Limousine, né tantomeno conosco Ambrogio, ma la domanda che mi pongo da ierisera potrebbe essere sulla stessa falsariga, per cui farò finta di avere anch'io un Ambrogio a cui rivolgermi e naturalmente sarò vestita di giallo proprio come la contessa, e ciò non mi costa nessuna fatica pensarlo, perché una volta, vestita proprio così, ci andai a un matrimonio, con tanto di cappello.
"Ambrogio? Avrei voglia di qualcosa di buono....ma non è fame....piuttosto è come un leggero languorino...." Basta sostituire languorino con malessere e il gioco è fatto, perché alla fine il malessere da gli stessi sintomi del languorino.
E' cominciato così, ieri pomeriggio, come una leggera sensazione di disagio. Ho provato a dare la colpa al tempo, ma non ha funzionato e via via che le ore passavano avvertivo sempre di più che invece era un leggero malessere, sottile e insinuante, che mi entrava dentro e mi toglieva serenità. Un malessere al quale ancora non so dare un nome, ma che persiste. Più ci penso e più mi accorgo che la frase appena citata, non si è affacciata alla mia mente per magia, ma perché ha un'assonanza con il mio modo di essere attuale. A me scoprire quale, anche se forse per capirlo non c'è bisogno di andare molto lontano...............Forse anche a me potrebbe essere sufficiente mangiare un Ferrero Rocher?

venerdì 17 giugno 2016

Io sono Leggenda

Sono venuto come un Re, me ne vado come una Leggenda - Zlatan Ibrahimovic

 

Niente da ridire sulla bravura di questo giocatore, che è sicuramente un fuoriclasse, e dicendolo, mi fido di chi se ne intende senz'altro molto più di me, che di calcio ci capisco poco e niente.

Posso ammettere anche che sia entrato come un Re nella Nazionale che l'ha ospitato fino ad ora, ma di qui a diventare Leggenda, secondo il mio modesto parere ce ne corre!

E' che oggi è facile usare questi paroloni, questi termini grandiosi, sia per se stessi che per gli altri. che poi non troveranno riscontro nel futuro. Neanche i Beatles sono ancora Leggenda, anche se sono stati antesignani di un momento storico che stava cambiando.

Oggi tutto va di fretta e le parole che si usavano per esaltare la grandezza di personaggi storici e mitologici, vengono usate per definire chiunque sia anche solo un pò al di sopra delle righe. Basta pensare alla "standing ovation" alla quale sempre più spesso assistiamo in televisione durante qualsiasi spettacolo musicale. Fino a non molto tempo fa, questo particolare tipo di applauso veniva tributato molto, ma molto raramente e quando ciò accadeva, tutti eravamo consapevoli che c'era stata un'interpretazione eccezionale, che meritava un tributo particolare. E neanche questo dava diritto a ritenersi Leggenda......  Oggi la "standing ovation" è normale, all'ordine del giorno, quasi patetica, e non ci si accorge che   così facendo, si sminuisce il vero talento o il vero genio, che nel tempo è destinato ad approdare alla ribalta solo una volta ogni tanto. Insomma usiamo per la normalità termini eccezionali.

Così è per la parola "Leggenda". La leggenda non nasce con la contemporaneità, ma nel trascorrere dei secoli, quando uno o l'altro evento, l'una o l'altra persona, merita di essere ricordata e tramandata per le sue gesta, per i suoi meriti, per le sue epopee, per le sue scoperte, per avere rivoluzionato il modo di pensare del mondo. Quelle e solo quelle sono leggende e di nomi se ne potrebbe fare tanti.


Leggende diventano solo quelle che il vento del tempo non riesce a cancellare durante il suo passaggio sui secoli e sulla mente del genere umano e non sono mai autoreferenziali. Troppo facile sarebbe e punto affascinante. Un conto è essere bravi, un altro è essere leggendari, un conto è essere pezzi da '90, un conto è essere leggendari, un conto è essere anche il non plus ultra, un altro è essere leggendari, perché la leggenda deve lasciare qualcosa di più di una bella facciata, deve lasciare qualcosa che viene da dentro e che può servire all'uomo di domani, per trarre stimolo e rispechiarsi in lei.

Neanche Bartali che oltre a essere un campione come ciclista lo è stato come uomo, è ancora leggenda. Forse è meglio dare Tempo al Tempo, far sì che la fantasia amplifichi la realtà delle azioni compiute, fino a mitizzarle, come si vuole che sia la Leggenda,  a meno che parlando di sé uno non riesca ad essere veggente ed anche in quel caso un pò di umiltà non guasta, perché altrimenti parlando di me anch'io posso dire che nella mia vita sono entrata come Cenerentola e sono uscita come Leggenda. Già! Proprio così! Nel mio piccolo, con l'aiuto di tanta fantasia, che non mi manca potrei cominciare a dirmi: "Io sono Leggenda". Sono certa che finirei per crederlo anch'io!

martedì 14 giugno 2016

Il Bar di casa mia

Mi è sempre piaciuto andare a prendere il caffè al bar, ma il primo caffè di ogni giornata che dio mette in terra l'ho sempre preso a casa mia. Diciamo che è la prima cosa che faccio la mattina appena metto i piedi giù dal letto. Che dire se non che questo piccolo rito mi concilia con la giornata che va a cominciare? Mi da il LA insomma! Però nella mia stramba cucina, dove c'è di tutto, ma proprio di tutto, mancava un Bar. E per di più doveva essere un Bar come dico io...un pò retrò, un pò immerso nel mondo delle favole, un pò strampalato come me. Insomma mi ci voleva qualcosa dove trovasse posto la mia inseparabile moka,la macchinetta dell'espresso, con le tazzine scompagnate, ciascuna con la sua storia, i bicchierini di vetro, freddi di fuori, ma che mantengono in maniera deliziosa  il calore dell'aromatica bevanda e due o tre barattoli di vetro con biscottini e coni per il gelato.
L'occasione me l'ha data lo specchio di un vecchio cassettone che è tornato a casa dopo essere stato per anni a impolverarsi in una stanza del fu liceo. Appena l'ho riavuto tra le mani ho saputo che quello sarebbe stato il mio Bar e la prima cosa che ho fatto è stata quella di appenderci il Pinocchio, compagno fedele delle mie avventure. Mancava ancora un nome, ma che poteva esserci di meglio di questo?
E così ora il mio caffè mattutino ha un sapore nuovo, più intimo, più caldo, tutto mio. Qualche volta anche alla mia età è bello tornare un pò bambini e pensare non solo che le favole esistono ancora, ma che ne sono la protagonista.

sabato 11 giugno 2016

BricoLage


Brico è sicuro di conoscere il mondo e del resto come avrebbe potuto essere diversamente, visto che non è mai riuscito a stare fermo un attimo e fin da quando era ragazzo tutto aveva fatto filo per farlo andare in giro a vedere posti nuovi, cose nuove, nuove persone? Da quando ha cominciato la sua marcia per andare a fare conoscenza del mondo, di kilometri ne ha macinati, eccome! Quante esperienze, quanti volti nuovi, incontrati e poi mai più rivisti! Altri invece hanno camminato con lui, alla ricerca di qualcosa, che forse sfuggiva anche al loro immaginario. Sembravano un pò cani da tartufo e qualche volta ne riportavano a casa uno bello, altre volte invece tornavano a mani vuote, delusi, ma sempre pronti a ricominciare, ad andare, andare, .......dove?
Lage, non è così sicura di conoscre il mondo fino in fondo, e anzi teme di trovare ancora qualcosa che le faccia capire che poi non è così bello come le avevano fatto credere e che anzi, è proprio un posto pauroso, dove tutto concorre ad angustiare la vita, dove le ali vengono non tagliate, ma strappate brutalmente. Eppure anche Lage continua a camminare sulla sua strada, non potendo fare a meno di essere se stessa e cioè una sognatrice senza confini,  con la bizzarra idea che dietro ogni prossima curva, ci sia qualcosa di migliore. Anche lei ha visto tanti volti, con i quali si è fermata a parlare, oppure ha tirato subito via. Con altri ha lavorato, ha discusso, ha ampliato la sua conoscenza del genere umano. Anche lei è sempre stata pronta a rimettersi in cammino, ad andare, andare, .....dove?
A sera, quando il sole scompare dietro i torrioni, o i campanili, o le montagne, o si tuffa nelle lucenti acque del mare, o scende dietro le dolci colline dell'orizzonte, Brico e Lage tornano a casa. Ciascuno nella sua casa nella sua realtà.E come sono diverse quelle realtà!
Il piccolo mondo di Brico, è un piccolo mondo protetto da alte mura, una cittadella, dove il tempo scorre in modo diverso e dove niente di ciò che giunge dall'esterno, può alienare la tranquilla fiducia di poter contare sempre su un piatto di minestra e un letto in cui dormire il sonno dei giusti.
Il piccolo mondo di Lage invece è un piccolo mondo in cui è stata fatta una breccia che si allarga sempre di più e lascia entrare le paure della notte e quelle del domani , che non ha certezze del pane quotidiano.
Due mondi diversi, due realtà che alla fine non si conoscono. Ed è per questo motivo che Lage non comprende la tranquilla fiducia nel domani di Brico....ed è per l'identico motivo che Brico non arriva a capire fino in fondo l'ansia del domani di Lage.
Quanti Brico e quanti Lage ci sono sulla faccia della terra. Il sole sorge per tutti alla stessa ora e tramonta ogni sera, su destini diversi, anche se tutti i Brico e tutti i Lage del mondo cercano di fare insieme BricoLage, cioè provano, si impegnano a colorare il mondo, a mettere pannelli solari laddove il grigiore dell'esistenza prova a imbruttire questo nostro mondo che invece ci è stato regalato splendente. Lavorano insieme, instancabili, magari con lo stesso ideale, magari con le identiche aspirazioni, senza mai riuscire a capire esattamente chi sono quelli che si mettono in gioco con loro, e non perché non vogliono, ma più semplicemente perché la vita li ha nutriti e cresciuti in verità diverse. La conclusione qual'è? Che continuano ad andare, andare sempre.....ma dove? Non lo sanno neanche loro e forse questa è la cosa positiva, perché se la mèta fosse conosciuta, il viaggio sarebbe meno interessante.

venerdì 10 giugno 2016

Almeno tu nell'universo

Sai, la gente è strana prima si odia e poi si ama
cambia idea improvvisamente, prima la verità poi mentirà.......

Ma quanto sono vere queste parole e quante volte purtroppo ho dovuto constatarlo nella mia  ormai lunga vita. Quante volte ho visto quelle che sembravano amicizie autentiche,  trasformarsi in odio feroce, e quante di più accorgermi che il proprio tornaconto passava sopra all'antipatia per questa o quell'altra persona, per trasformarsi in collaborazione  interessata, che terminava ogni volta che la suddetta persona non faceva più comodo....

Sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta
segue il mondo ciecamente
quando la moda cambia, lei pure cambia
continuamente e scioccamente.....

E viene proprio da pensare che la gente sia matta, o forse più che matta, priva di personalità, priva di un pensiero proprio, di un modo personale e solo suo di pensare le cose e di cercare il confronto per sapere se ciò che pensa è giusto o da modificare. Molto meglio abbrancarsi e andare dietro alla moda, non solo nei vestiti, nelle acconciature, ma nel pensiero, che pensiero non è, ma solo supina acquiescenza di cose pensate da altri e confezionate per tutti....


Sai, la gente è sola, come può lei si consola....

E la gente è sola, sola, sola, sempre più sola. Sola anche in famiglia, dove ciascuno si ritaglia il suo angolo, la sua privacy, come è tanto di moda dire oggi. Sola con le proprie angosce e con il suo mal di vivere. Sola, senza più neanche il conforto di quella Fede che una volta veniva a consolare la solitudine, e alla quale ci si poteva appoggiare, per continuare a credere nella bontà del prossimo. Sicuramente c'era più ignoranza, ma altrettanto sicuramente c'era più fede, speranza e carità. Quella di oggi, per piacere non chiamiamola Fede, se non in qualche rara eccezione, perché il resto del mondo se l'è aggiustata a suo piacimento e secondo le sue esigenze. Tanto basta a farlo sentrire nel giusto. Più che la Fede consolatrice, la chiamerei Filosofia, e per ridimensionarla un pò, per farla scendere dalle alte sfere questa filosofia, dove gira indisturbata da millenni, ci ho fatto un aforisma. 
Filosofia:L'arte consolatoria di aggiustarsi la vita secondo le proprie esigenze
Kind Butterfly


Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !

Riferito agli altri, cioè al mondo che mi gira intorno, al mio piccolo mondo, fatto di persone che conosco ,e che comunque sono tante, mi permetto solo di dire che in tanta folla ho trovato comunque anche delle persone autentiche, ma per quanto riguarda me stessa, forse facendomi più un torto che un complimento, dico senza tema di dubbio che quel TU mi appartiene, perché io sono diversa, lo sono sempre stata e sempre lo sarò e quando amo la gente, tutta la gente, l'amo davvero e non per scherzo, anche quando mi viene fatto del male, ma quando la detesto, faccio altrettanto e non cambio idea facilmente, anzi....non l'ho mai cambiata anche se certe volte mi sono fatta in quattro per aiutarla. Odio per me è una parola troppo forte e non fa parte del mio essere. Non so cosa voglia dire odiare. Ed è un gran peccato!

lunedì 6 giugno 2016

Fiori

Tante volte ho cercato di visualizzare la Felicità. La mia Felicità intendo, quella che rare volte, ho provato in tutta la sua intensità, ma sempre troppo breve per poterla trattenere e successivamente descrivere in tutte le sue sfumature. La Felicità ti lascia addosso qualcosa che non ha nome, o per lo meno non ha un nome certo. Ciascuno di noi la descrive in maniera diversa, in centomila colori che sembrano un arcobaleno guizzante, fluido, che si insinua in ogni dove per scomparire un attimo dopo.
Io se devo dare un'immagine della mia Felicità, prendo in prestito i fiori che ho davanti alla mia porta di casa. Sono fiori semplici e piante verdi, ma ogni volta che passo davanti a loro, mi riempiono gli occhi con i loro colori e mi fanno stare bene.
Per cui posso ben dire che questo piccolo momento della mia vita, nella continua ricerca della felicità, lo posso chiamare Fiori.

giovedì 2 giugno 2016

La maschera

Quando dipinsi questo volto, sentii dentro di me il bisogno impellente di mettergli una maschera. Ma prima di andare avanti devo proprio esternare una soddisfazione.

Ma che soddisfazione avere imparato a mettere le immagini mie, proprio mie, tratte o dai miei disegni o dai miei oggetti, o dalle mie impressioni,  sui miei post, perché sono in perfetta sintonia con i miei pensieri e non c'è più bisogno neanche di tante parole, per spiegare il mio sentire!!!!
Dunque! Dicevo che a questo volto di donna mi sono sentita di mettere una maschera. Non c'era  un motivo particolare, ma solo una constatazione dipinta, che la maschera sul volto ce l'abbiamo proprio tutti, non ce la togliamo neanche di notte,  e quando per un attimo ci vogliamo vedere proprio come siamo, magari facendoci un selfie, ci affrettiamo anche a cancellarlo , una volta visto, perché ciò che vediamo non ci piace. Meglio rimettersi quella maschera che fa solo intravedere senza mai mostrare del tutto ciò che siamo. Meglio continuare ad avere quello che impropriamente chiamiamo riserbo e che invece è paura di mostrare i nostri veri sentimenti, i nostri stati d'animo più nascosti, i nostri sguardi dietro i quali si nasconde la verità su noi stessi. Quella che solamente ciascuno di noi conosce e non mostrerà mai fino in fondo a nessuno. Qualche volta questa verità, che gli occhi riescono a celare, fa capolino dalle labbra e si affaccia in un misterioso e lontano sorriso, che dice tante cose e non svela niente. E' quello, il sorriso più affascinante che una persona può avere, uomo o donna che sia. E' il sorriso che parla di abissi e di cieli sconfinati, nei quali si muove libero il pensiero, senza confini, senza dogane, senza pedaggi da pagare. Tutto dentro di noi, in quell'universo che la nostra corporeità protegge da tutti. Ma che cosa meravigliosa siamo e forse è proprio la maschera che ci aiuta a essere tali, liberi dentro noi stessi e invisibili agli altri.