giovedì 15 agosto 2019

Un flash

Quando il 15 agosto per me era bello semplicemente a nominarlo! E non sta qui dire il perché, mi contento solo di ripensare a lui come a un giorno speciale nella mia vita e non per una volta sola, ma per ben tre.
Per me era una festa nella festa. Non più solo ferragosto, non più solo festa dell'Assunta, ma festa mia, tutta mia, proprio mia.
E con un sorriso il pensiero si colora per un attimo della gioia di allora, semplice, pulita, scevra da ogni sentimento che non fosse gratitudine, per quelle manine che si agitavano verso di me dalla culla che ha accolto per tre volte un bambino nuovo, i miei bambini, che proprio il quindici agosto venivano battezzati, a quattro anni di distanza l'uno dall'altro. Gratitudine non so bene neanche io verso chi o che cosa.....forse a quel senso di appartenenza al creato, che allora in me era così vivo, così tangibile, così scevro di domande. Dire grazie mi bastava. So che l'aria intorno era piena di quella gratitudine che nasceva da me e si mischiava ai profumi dell'estate del solleone. Sono giorni quelli, turgidi di calore, di colore, e l'apice è proprio il 15 di agosto e io lo vivevo con tutta me stessa e forse è per questo che anche negli anni a venire questo giorno è rimasto sempre impresso nel mio cuore, come qualcosa di uno e trino, gelosamente chiuso in uno scrigno, che si riapre ogni anno in questo giorno e  anche oggi mi fa dire che la vita è proprio bella.
Un flash! Solo un flash, o forse un raggio di sole che improvvisamente si riaccende anticipando l'alba di questo 15 di agosto, mentre scrivo, seduta al mio tavolino, con la compagnia dei miei ricordi e quella di un grillo che canta attraverso la finestra spalancata sul calore di quest'estate.

Buon ferragosto!

lunedì 12 agosto 2019

senso più senso meno

Mi è sempre piaciuto parlare dei nostri sensi. E non solo dei cinque sensi che ci definiscono  come animali, ma anche di quegli altri che comunque abbiamo, senza riuscire a definirli bene per farli aggiungere a pieno diritto a quelli che ormai ci incasellano nella scienza dei dogmi, un pò, per intendersi come è successo allo spazio tridimensionale, che è ingabbiato in questa definizione, anche se tutti ormai sappiamo che le dimensioni sono molte, ma molte di più e sfuggono alla nostra arroganza incasellatrice, per il semplice fatto che sfuggono al nostro comprendonio. Ma sì!Anche la scienza dopotutto ha i suoi dogmi, proprio come le religioni, ma questo è un argomento a parte che mi piacerebbe molto approfondire, ma non ora.
Ora si parla di sensi. Esistono, come ho appena detto i sensi certificati e tutti sappiamo quali sono, poi ci sono quelli figli di un dio minore e per questo tenuti in scarsa considerazione, senza neanche cercare di fermarci un attimo a rifletterci sopra, e capire che se i primi sono importanti, i secondi non lo sono di meno, perché l'uomo di oggi è il risultato dell'incontro, dello scontro e della fusione dei molteplici sensi che sono racchiusi tutti dentro la sua mente.
Chi non ha mai sentito parlare del senso dell'onore, del senso della giustizia, del senso del dovere,del buon senso, del senso del rispetto e dai dai dai..............? Tutta roba che diamo per scontato e che invece così non è, come del resto non lo è per la vista, il tatto, l'olfatto, il gusto, l'udito.
E parlando sempre di sensi positivi, chi non ha mai sentito parlare del senso del pericolo, di quello della neve, del sesto senso e dai dai dai........?
Tutti questi sensi positivi aggiunti, sono un regalo all'uomo, un dono che non tutti possiedono in uguale misura, ma che fanno di lui l'essere unico e irripetibile che tutti decantano senza saper mai dare una giustificazione plausibile del suo perché.
Ma c'è il rovescio della medaglia, che rende una volta di più giustizia all'imperfezione dell'uomo.
Avete mai sentito parlare del senso del ridicolo, del senso del potere, del senso dell'onnipotenza,del senso dell'opportunismo, del senso del compromesso, del senso della prevaricazione, del senso del tornaconto  e dai dai dai.....?Fortunatamente neanche questi sensi sono distribuiti in maniera uniforme e in uguale misura, e forse sarà colpa del caldo infernale (che parola appropriata!)di questi giorni, ma in questo momento questi sensi, proprio come gli angeli ribelli, stanno girando tutti intorno a noi, dentro di noi, e non so a voi, ma a me fanno venire in mente il teatro dei burattini, davanti al quale il pubblico di chi non ha in dotazione questi sensi si ritrova frastornato, allibito, spaventato, mentre sente finalmente nascere dentro di sé sempre più forte e vigoroso, un senso che pensava di non avere. Il senso dello schifo. E menomale! Chi avrebbe mai pensato che il senso dello schifo, questa parola che già di per sé parla di putridume, potrebbe invece diventare l'aiuto purificatore di un'aria diventata irrespirabile?
Forse per i più quello che ho scritto non ha senso, ma visto che si parla di sensi, aggiungo che c'è anche il senso del non senso ed è quello che prova l'uomo ogni volta che si trova a un bivio della sua vita, nel quale deve scegliere che cammino intraprendere e seguire.


mercoledì 7 agosto 2019

Vi presento l'Autore

Ma...a che ora era l'appuntamento?
ho detto, guardandomi intorno e scoprendo con stupore che l'unica ad essere impaziente sono io. Io che non conto proprio un bel niente. Gli altri lentamente si sono riuniti in un cerchio intorno al grande tavolo centrale, dove sono appoggiati alcuni libri,...diversi libri per essere più precisi.
Cerco di richiamare la loro attenzione.

Ma signori! L'argomento che dovete trattare è di grande interesse e decisamente difficile. Ci vorrà diverso tempo per riuscire almeno a provare a venirne a capo, e quello che dovrebbe essere il più interessato, è in ritardo.....

Nessuno mi ascolta. Sembra che tutti siano molto presi da un'improvvisa conversazione che è nata tra di loro e che esula completamente dall'argomento che dovrà essere trattato.
Mi avvicino lentamente, cominciando a sentirmi anche un pò irritata. Se sapessero quanto tempo ho impegnato per riuscire a organizzare questo convegno, che sta già slittando di oltre venti minuti. I miei ospiti però non sembrano neanche accorgersene di questo tempo che passa, presi come sono ad approfondire un argomento, che mi rendo conto ora, per loro è molto più interessante di qualsiasi convegno. Mi accorgo solo ora che stanno parlando di libri. 

Borges è di spalle, ma mentre avanzo verso di loro, lo vedo allargare le braccia e riesco ad afferrare queste parole:
“Mi sono sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca”
" Proprio vero - interloquisce annuendo Jules Redard - Quando penso a tutti i libri che mi restano ancora da leggere, ho la certezza di essere ancora felice”.
"Parole giustissime - interviene Pasolini con uno dei suoi rari sorrisi - “Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura”.

Sono talmente presi dalle loro parole, che non si  accorgono nemmeno che mi sono unita a loro per richiamare la loro attenzione. E' come se io fossi un'ombra che disturba quella luce improvvisa che si è accesa negli occhi di tutti loro,......e così semplicemente mi ignorano-

"Sapete che vi dico? - Tiziano Terzani parla mentre sfoglia un libro tra le mani -
“Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla."
"Hai proprio ragione - aggiunge Luigi Pirandello col suo accento che non ha perso la lieve calata siciliana - 
“I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole”.
"Guarda....mi hai tolto le parole di bocca - ha aggiunto con foga Haruki Murakami -  "Leggevo e rileggevo lo stesso libro molte volte, e a volte chiudevo gli occhi e mi riempivo i polmoni del suo odore. Il semplice annusare quel libro, scorrere le dita tra le pagine, per me era la felicità”.
" E sai perché? Te lo sei mai domandato? - E' solo perché “Non c’è nessun amico più leale di un libro” Hemingway ha inteso dire ciò molto semplicemente, ma tutti gli altri, nessuno escluso, hanno annuito in silenzio con convinzione.

Li guardo ad uno ad uno, mentre dentro di me comincia a farsi strada che il Convegno è già, non solo iniziato, ma sta evolvendo rapidamente in prospettive così semplici e lineari, che da sola non avrei mai potuto neanche lontanamente immaginare. A questo punto non mi interessa più che il mio Ospite sia in ritardo.

"Ma vi rendete conto che "È un viaggio per viandanti pazienti, un libro.”? Baricco è intervenuto con entusiasmo girando il suo sguardo su tutti.
A questo punto, presa dall'entusiasmo Marguerite Duras ha fatto un piccolo passo avanti e ha esclamato - “Leggere, leggere un libro – per me è questa l’esplorazione dell’universo.”.
 “Ricordo che i libri erano come cibo per me quando non avevo cibo.” ha rincarato Bukowski con fervore.
"E la cosa più bella è accorgersi che “I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.’ ha aggiunto George Orwell

"E più che altro che “Non ci sono libri morali o immorali. Ci sono libri scritti bene o scritti male.”ha detto lentamente Oscar Wilde......e forse voleva aggiungere altro, ma in quel momento l'Ospite è arrivato e mio malgrado sono stata costretta a interrompere quella conversazione che alla fine mi aveva presa totalmente e affascinata oltre ogni dire.....

Signori, vi prego di prendere posto, per poter dare inizio alla nostra riunione. Si dibatterà sul tema:
 
"Anche agli stessi numeri primi «sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque», senza tuttavia esserne capaci."

 A voi Signori dare una risposta a questo quesito. Inizialmente pensavo che fosse molto difficile dare risposte, ma dopo avervi sentito dialogare, credo che la cosa sia più semplice del previsto.Mi è stato detto che il signor Wilde sarà il vostro portavoce, per cui affiderete a lui i vostri pensieri.

Signori, vi presento l'Autore.