"E' buona norma, dopo aver volato molto in alto alto, di tanto in tanto tornare a praticare il volo radente, per evitare di fare prima o poi qualche atterraggio rovinoso"
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)
Questo aforisma si adatta molto bene a me, se mi conosco bene!
A me infatti piace molto volare alto, andare nel cielo degli ideali, delle favole, della libertà, dell'impossibile. Mi ci sento bene in quel cielo, perché più su si vola e meno incontri si fanno e quindi anche meno scontri. Le correnti ascensonali ci portano sempre più in alto e ci conducono senza fatica in posti nuovi senza aver bisogno di usare le ali.......là dove l'aria è più rarefatta e la sensazione è quella di essere fuori dal tempo e dallo spazio e i sensi acuiscono i loro poteri Ma in quel cielo c'è un'insisidia, della quale ci rendiamo conto solo quando la vita ci richiama prepotentemente al vivere quotidiano e ci riporta in basso, là dove volare è molto più faticoso.
Solo allora si capisce che le nostre ali vanno esercitate quotidianamente, per dare loro quella forza di cui hanno bisogno per impedire quegli atterraggi rovinosi che ci ammaccano tutti ogni volta che la vita ci richiama a fare la nostra parte.
Teorema:
Il volo radente è tale perché si effettua solo dove tutto tira inesorabilmente verso il basso e dunque non può contare su alcun tipo di corrente ascensionale, ma solo sulla forza delle proprie ali e sull'acume del proprio cervello nella misura di 2x4, là dove 2 si intende come forza e 4 come lotta pensante. Dal numero ottenuto, messo su un piano cartesiano, si evince che in tal modo si può volare all'infinito...........Boh!!!!
venerdì 31 agosto 2012
giovedì 30 agosto 2012
La rosa nel deserto
E arrivò il giorno della partenza........
Se penso al mio viaggio, le idee si intrecciano una con l'altra, tanto è vasto il materiale che avrei da esporre. Nè tantomeno posso dire che tra tutte le esperienze che ho vissuto in quei giorni ce ne sia stata una più entusiasmante di un'altra. E' stato tutto talmente bello, talmente perfetto, talmente coinvolgente che anche oggi a distanza di dieci anni quando il pensiero torna a quei giorni, rivivo le stesse sensazioni, la stessa magica atmosfera che mi circondò allora e mi ritrovo quasi per incanto sull'aereo che mi portava a visitare la terra dei Faraoni.
Ebbi la fortuna di avere un posto vicino al finestrino e arrivammo al Cairo che era già notte fonda. Dall'alto vedevo milioni di luci che coprivano un'aria sterminata e sembrava non dovessero mai finire. Mi incollai all'oblò e cercai di guardare dall'alto la città che si stendeva sotto di me, dove uomini meravigliosi avevano vissuto, sofferto, gioito, più di cinquemila anni fa e ci avevano lasciato un'eredità che anche oggi sembra troppo grande per le nostre conoscenze.
A un certo punto sobbalzai e un lungo brivido mi corse per la schiena. Avevo visto delle gigantesche masse scure, inconfondibili, conturbanti anche da quella prospettiva. Inaspettatamente avevo avuto il mio primo incontro con le piramidi.Da allora in poi vidi solo cose meravigliose, alcune delle quali andarono ben oltre le mie più entusiastiche aspettative. Mi sentivo rinata, e più che altro sentivo un senso di appartenenza a quel mondo lontano che continuava a parlarmi con tutte le meraviglie che mostrava di sé. E' inutile che faccia un elenco di tutto che ho visto, perché sarebbe un elenco interminabile, ma poi sono cose che fortunatamente anche se solo dalle immagini o dalla televisione, tutti conoscono. Posso però dire le sensazioni provate davanti a quei reperti che parlavano un linguaggio di pace e di amore, cominciando dalla grande statua di Ramses II a Menfi, la prima che andai a vedere da vicino. Non mi colpì la sua grandezza, ma la serenità che l'artista che l'aveva scolpito aveva saputo trasfondere in quel volto, e in quegli occhi che pareva guardassero l'eternità. Da allora ho sempre costatato questo binomio serenità-eternità, in tutto ciò che ho visto, anche nelle opere più grandiose.
Le stesse piramidi con la Sfinge che fa da sentinella, trasmettono le medesime sensazioni, e anche se ero attorniata da una moltitudine di persone e immersa nel cuore di una megalopoli estremamente rumorosa, la sensazione che provai fu quella di avere un contatto ravvicinato , dove non esisteva più nient'altro che io e loro. Fu un momento unico e irripetibile che affido volentieri alle parole che scrissi poco dopo sulla mia agendina...seduta a gambe incrociate ai piedi della Piramide di Cheope.
"Che dire delle Piramidi? Che sono uno spettacolo unico?E' vero! Che sono affascinanti oltre ogni dire? E' vero!Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che sa di arcano, nonostante i turisti che si affollano intorno. Le tre Piramidi, una dietro all'altra, ma anche una accanto all'altra si ammantano di mistero, rivelano solo ciò che vogliono rivelare all'occhio profano del visitatore, e questo si nota anche di più, quando alla fine nel contesto entra a farne parte anche la Sfinge. Ecco! Allora l'emozione che aspettavo di provare è finalmente giunta irrefrenabile, davanti a quello spettacolo di nobile grandezza e di millenaria presenza, mentre il sole che comincia a scendere inonda tutto il paesaggio di luce dorata e staglia le cime delle rocce, nitide, sulle quali due uomini a dorso di cammello, vigilano la valle sottostante. No! Non dimenticherò mai questo momento che mi ha portato in una dimensione unica e diversa da ogni altra. Davanti ai miei occhi sognanti sono sfilati uomini antichi, quegli uomini che hanno voluto le Piramidi, quegli uomini che le hanno costruite. Mi sono sentita sola con loro, al di là della gente che brulicava intorno, al di là di tutto ciò che amo e che rappresenta la mia vita. Un attimo solo per me e per loro, come se tornassi a casa. Ho pianto! Ebbene sì!Ho pianto incurante dei miei compagni di viaggio che hanno visto la mia emozione, che non era un'emozione da turista. Ormai hanno cominciato a capire che sono diversa da loro, ma mi hanno compreso e hanno cercato di aiutarmi a non disturbare quel momento magico, così importante per me, che non si ripeterà mai più. Il mio sogno diventato realtà senza farmi smettere di sognare lo devo a chi ha permesso che potesse avverarsi........"
Questo è lo stato d'animo che mi ha accompagnato per tutto il mio meraviglioso viaggio, uno stato d'animo che auguro a tutti di poter provare perché detto così con poche parole non riesce a rendere l'idea della meravigliosa realtà che ho vissuto.
Sicuramente parlerò ancora dell'Egitto perché quando si trova la rosa nel deserto, siamo consapevoli di aver trovato qualcosa di raro, di talmente meraviglioso che dobbiamo per forza partecipare agli altri. Ma solo nei momenti in cui l'anima è proiettata verso il bello, verso il mistero della vita e della storia dell'uomo, sennò sarebbe solo sciupare i petali di quella rosa.
Ho tante cose da dire, tante belle esperienze da raccontare, tanti sentimenti da rivelare, tanti luoghi da rivisitare col pensiero. Ma il tutto va dosato con sensibilità, perché non parlerò mai di quei luoghi con gli occhi della turista, ma solo con quelli dell'amore che continua anche oggi a suscitare in me questo paese meraviglioso che si chiama Egitto.
Se penso al mio viaggio, le idee si intrecciano una con l'altra, tanto è vasto il materiale che avrei da esporre. Nè tantomeno posso dire che tra tutte le esperienze che ho vissuto in quei giorni ce ne sia stata una più entusiasmante di un'altra. E' stato tutto talmente bello, talmente perfetto, talmente coinvolgente che anche oggi a distanza di dieci anni quando il pensiero torna a quei giorni, rivivo le stesse sensazioni, la stessa magica atmosfera che mi circondò allora e mi ritrovo quasi per incanto sull'aereo che mi portava a visitare la terra dei Faraoni.
Ebbi la fortuna di avere un posto vicino al finestrino e arrivammo al Cairo che era già notte fonda. Dall'alto vedevo milioni di luci che coprivano un'aria sterminata e sembrava non dovessero mai finire. Mi incollai all'oblò e cercai di guardare dall'alto la città che si stendeva sotto di me, dove uomini meravigliosi avevano vissuto, sofferto, gioito, più di cinquemila anni fa e ci avevano lasciato un'eredità che anche oggi sembra troppo grande per le nostre conoscenze.
A un certo punto sobbalzai e un lungo brivido mi corse per la schiena. Avevo visto delle gigantesche masse scure, inconfondibili, conturbanti anche da quella prospettiva. Inaspettatamente avevo avuto il mio primo incontro con le piramidi.Da allora in poi vidi solo cose meravigliose, alcune delle quali andarono ben oltre le mie più entusiastiche aspettative. Mi sentivo rinata, e più che altro sentivo un senso di appartenenza a quel mondo lontano che continuava a parlarmi con tutte le meraviglie che mostrava di sé. E' inutile che faccia un elenco di tutto che ho visto, perché sarebbe un elenco interminabile, ma poi sono cose che fortunatamente anche se solo dalle immagini o dalla televisione, tutti conoscono. Posso però dire le sensazioni provate davanti a quei reperti che parlavano un linguaggio di pace e di amore, cominciando dalla grande statua di Ramses II a Menfi, la prima che andai a vedere da vicino. Non mi colpì la sua grandezza, ma la serenità che l'artista che l'aveva scolpito aveva saputo trasfondere in quel volto, e in quegli occhi che pareva guardassero l'eternità. Da allora ho sempre costatato questo binomio serenità-eternità, in tutto ciò che ho visto, anche nelle opere più grandiose.
Le stesse piramidi con la Sfinge che fa da sentinella, trasmettono le medesime sensazioni, e anche se ero attorniata da una moltitudine di persone e immersa nel cuore di una megalopoli estremamente rumorosa, la sensazione che provai fu quella di avere un contatto ravvicinato , dove non esisteva più nient'altro che io e loro. Fu un momento unico e irripetibile che affido volentieri alle parole che scrissi poco dopo sulla mia agendina...seduta a gambe incrociate ai piedi della Piramide di Cheope.
"Che dire delle Piramidi? Che sono uno spettacolo unico?E' vero! Che sono affascinanti oltre ogni dire? E' vero!Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che sa di arcano, nonostante i turisti che si affollano intorno. Le tre Piramidi, una dietro all'altra, ma anche una accanto all'altra si ammantano di mistero, rivelano solo ciò che vogliono rivelare all'occhio profano del visitatore, e questo si nota anche di più, quando alla fine nel contesto entra a farne parte anche la Sfinge. Ecco! Allora l'emozione che aspettavo di provare è finalmente giunta irrefrenabile, davanti a quello spettacolo di nobile grandezza e di millenaria presenza, mentre il sole che comincia a scendere inonda tutto il paesaggio di luce dorata e staglia le cime delle rocce, nitide, sulle quali due uomini a dorso di cammello, vigilano la valle sottostante. No! Non dimenticherò mai questo momento che mi ha portato in una dimensione unica e diversa da ogni altra. Davanti ai miei occhi sognanti sono sfilati uomini antichi, quegli uomini che hanno voluto le Piramidi, quegli uomini che le hanno costruite. Mi sono sentita sola con loro, al di là della gente che brulicava intorno, al di là di tutto ciò che amo e che rappresenta la mia vita. Un attimo solo per me e per loro, come se tornassi a casa. Ho pianto! Ebbene sì!Ho pianto incurante dei miei compagni di viaggio che hanno visto la mia emozione, che non era un'emozione da turista. Ormai hanno cominciato a capire che sono diversa da loro, ma mi hanno compreso e hanno cercato di aiutarmi a non disturbare quel momento magico, così importante per me, che non si ripeterà mai più. Il mio sogno diventato realtà senza farmi smettere di sognare lo devo a chi ha permesso che potesse avverarsi........"
Questo è lo stato d'animo che mi ha accompagnato per tutto il mio meraviglioso viaggio, uno stato d'animo che auguro a tutti di poter provare perché detto così con poche parole non riesce a rendere l'idea della meravigliosa realtà che ho vissuto.
Sicuramente parlerò ancora dell'Egitto perché quando si trova la rosa nel deserto, siamo consapevoli di aver trovato qualcosa di raro, di talmente meraviglioso che dobbiamo per forza partecipare agli altri. Ma solo nei momenti in cui l'anima è proiettata verso il bello, verso il mistero della vita e della storia dell'uomo, sennò sarebbe solo sciupare i petali di quella rosa.
Ho tante cose da dire, tante belle esperienze da raccontare, tanti sentimenti da rivelare, tanti luoghi da rivisitare col pensiero. Ma il tutto va dosato con sensibilità, perché non parlerò mai di quei luoghi con gli occhi della turista, ma solo con quelli dell'amore che continua anche oggi a suscitare in me questo paese meraviglioso che si chiama Egitto.
mercoledì 29 agosto 2012
.....e la vita rispose...
Non è che pensassi all'Egitto tutti i giorni, no davvero! Il mio era un amore , non una malattia, e tra l'altro un amore fiducioso che si contentava anche di sognare sui libri, accettando anche che le persone che mi stavano vicino, facessero l'esperienza che avrei voluto fare io, non una volta, ma più volte. Da quste esperienze degli altri ne ricavavo sempre cartoline entusiastiche, libri nuovi da leggere, scarabei e oggettistica varia.
Il mio amore restava lì, intatto, e idelizzato dalla rinuncia, mentre nel frattempo vivevo la mia vita e mi realizzavo come madre di tre splendidi figli.
Poi un giorno, dopo tanti anni, quando già il mio amore si era ricoperto della patina che prendono tutte le cose desidereate, che non si sono mai realizzate, diventando ricordi dolcissimi dentro il cuore, che non sa più se le immagini che si proiettano davanti agli occhi sono ricordi di cose vere o di cose comunque sognate con un'intensitàtale da farle apparire reali........la vita rispose!
E rispose attraverso i miei figli, in uno dei periodi più bui che ho mai attraversato.
Avevo scritto un racconto in quei giorni, dove parlavo di me stessa e tra le altre cose era venuto fuori questo amore irrealizzato, che mi aveva seguito per tutta la vita. L'avevo dato da leggere anche ai miei ragazzi, non pensando mai che........
Una sera a cena, lo ricordo come se fosse ora, mentre parlavamo del più e del meno, improvvisamente si materializzò una busta e mentre la guardavo stupita dicendo dentro di me che non c'era niente da festeggiare che mi fosse sfuggito, il mio compleanno infatti era di novembre e invece eravamo appena alla metà di ottobre, e non mi decidevo ad aprirla mentre guardavo i loro occhi sorridenti, mi dissero:
"Ti mancava un sogno! E' dentro questa busta.....che aspetti ad aprirla? Buon compleanno in anticipo."
Era il programma per un viaggio di dodici giorni in Egitto....tra l'altro con la partecipazione di uno degli archeologi più famosi dei nostri tempi.........un sogno nel sogno!
Cosa provai in quel momento? Una tempesta di emozioni si agitava dentro di me....gioia, gratitudine, smarrimento, incredulità, amore...........non riuscivo a parlare.
"Non posso accettare!" fu la prima cosa che dissi " Non è il momento giusto....con questi soldi voi potete farci tante altre cose più importanti per voi........"
"Non ti azzardare a dire un'altra parola....e goditi il tuo viaggio!" fu la secca risposta alla quale non era possibile replicare.
Il sogno tanto atteso stava per diventare realtà, in uno dei momenti più difficili della mia vita, quando mai me lo sarei aspettato, quando le nostre condizioni materiali erano pressoché azzerate.........insomma proprio quando niente avrebbe potuto farmi credere che una rosa può nascere nel deserto.
Nei giorni che precedettero la partenza cominciai a sognare tutte le cose che avrei visto. Chissà se nella realtà sarebbero state come nei miei pensieri? Feci un acquisto importante...almeno importante per me. Comprai una Moleskine. Avrei appuntato tutte le mie sensazioni per rileggerle in futuro e rinverdire sempre l'esperienza che mi accingevo a fare.
E arrivò il giorno della partenza...............................
martedì 28 agosto 2012
....poi........
.......poi un giorno, ormai donna, andai dalla parrucchiera, e come sempre accade in questi casi mi misi a parlare con le altre che erano lì in attesa proprio come me. Ricordo come se fosse ora che a un certo punto entrò Angela, una ragazza che conoscevo molto bene e tutti a dirle: "E' un bel pezzo che non ci vediamo! Che hai fatto di bello in questo periodo?" "Sono andata in Egitto ragazze e ho visto cose meravigliose!"
"Anch'io quando ci sono andata - le rispose un'altra - ci ho trovato cose che neanche pensavo potessero esistere!"
" Sei andata al museo del Cairo? Hai visto la maschera di Tutankhamon e tutti gli oggetti che hanno ritrovato nella sua tomba? I troni sono meravigliosi, così ricchi di decorazioni e di intarsi, e di oro, ma sono niente in confronto alle collane .........e la statua di Anubi?.....E Akhenathon con tutto il suo fascino l'hai visto? " mi misi a domandarle senza darle tregua. Mi interessava tutto, mi interessava sapere lei impressioni che aveva provato, e se le cose che aveva visto erano proprio come si vedevano sui libri. Ma non ebbi tanta soddisfazione, perché mi disse molto candidamente: "Sai queste cose le ho guardate, ma abbastanza superficialmente. Sono talmente tante che alla fine non le vedi neanche più....A me quello che interessava maggiormente era andare nei negozi che vendono oro, perché ne hanno di tutti i tipi e per tutte le tasche ...e costa molto meno che da noi!"
"Ma almeno a vedere le piramidi ci sarai andata, o no? - le domandai con una punta di acido - oppure eri più attratta dai mercatini?!" Com'ero stata cattiva, Dio mio! Me ne resi subito conto e cercai di rimediare - Anche il folklore è molto interessante comunque!"
"Certo che sono andata a vedere le piramidi e sono molto belle.........Ma tu quante volte ci sei stata in Egitto?" mi domandò incuriosita
"Io?? ....Neanche una"
"Neanche una? Ma dai! Ne parli come se tu lo conoscessi come le tue tasche. Addirittura sapevi anche in quale sala del museo erano le mummie!"
"E solo frutto di tanta lettura... e di tanto interesse!" risposi un pò imbarazzata. Mi sembrava di aver fatto la figura di una fessa............." Ma un giorno ci andrò......ci andrò....non so quando, ma ci andrò!" e mentre lo dicevo alle altre era una promessa che facevo a me stessa. Mai rinunciare ai propri sogni!
" Accadono cose che sono come domande,passa un minuto oppure anni, e poi la vita risponde", ci dice Baricco.
La mia domanda era stata posta, sotto forma di affermazione e non mi restava altro da fare che la vita mi rispondesse...................
"Anch'io quando ci sono andata - le rispose un'altra - ci ho trovato cose che neanche pensavo potessero esistere!"
" Sei andata al museo del Cairo? Hai visto la maschera di Tutankhamon e tutti gli oggetti che hanno ritrovato nella sua tomba? I troni sono meravigliosi, così ricchi di decorazioni e di intarsi, e di oro, ma sono niente in confronto alle collane .........e la statua di Anubi?.....E Akhenathon con tutto il suo fascino l'hai visto? " mi misi a domandarle senza darle tregua. Mi interessava tutto, mi interessava sapere lei impressioni che aveva provato, e se le cose che aveva visto erano proprio come si vedevano sui libri. Ma non ebbi tanta soddisfazione, perché mi disse molto candidamente: "Sai queste cose le ho guardate, ma abbastanza superficialmente. Sono talmente tante che alla fine non le vedi neanche più....A me quello che interessava maggiormente era andare nei negozi che vendono oro, perché ne hanno di tutti i tipi e per tutte le tasche ...e costa molto meno che da noi!"
"Ma almeno a vedere le piramidi ci sarai andata, o no? - le domandai con una punta di acido - oppure eri più attratta dai mercatini?!" Com'ero stata cattiva, Dio mio! Me ne resi subito conto e cercai di rimediare - Anche il folklore è molto interessante comunque!"
"Certo che sono andata a vedere le piramidi e sono molto belle.........Ma tu quante volte ci sei stata in Egitto?" mi domandò incuriosita
"Io?? ....Neanche una"
"Neanche una? Ma dai! Ne parli come se tu lo conoscessi come le tue tasche. Addirittura sapevi anche in quale sala del museo erano le mummie!"
"E solo frutto di tanta lettura... e di tanto interesse!" risposi un pò imbarazzata. Mi sembrava di aver fatto la figura di una fessa............." Ma un giorno ci andrò......ci andrò....non so quando, ma ci andrò!" e mentre lo dicevo alle altre era una promessa che facevo a me stessa. Mai rinunciare ai propri sogni!
" Accadono cose che sono come domande,passa un minuto oppure anni, e poi la vita risponde", ci dice Baricco.
La mia domanda era stata posta, sotto forma di affermazione e non mi restava altro da fare che la vita mi rispondesse...................
lunedì 27 agosto 2012
Il mio Egitto
Ehhhh!Sì.
Il grande amore della ma vita è proprio l'Egitto. E non da ora. E' stato un amore precoce, un fulmine a ciel sereno, qualcosa che non sono mai riuscita a spiegare bene neanche a me stessa.
La prima volta che sentii parlare di Egitto, avevo poco più di sei anni e questo nome venne fuori casualmente mentre il mio babbo mi raccontava le sue vicissitudini in terra di Libia e mi faceva vedere le fotografie di un'oasi dove svettavano delle palme altissime, vicino alle quali c'erano cammelli in sosta. Di tutto il discorso ricordo solo che gli domandai che cos'era l'Egitto e lui mi parlò delle grandi piramidi, una delle quali era considerata una delle sette meraviglie del mondo e mi disse che erano antichissime, che la loro costruzione si perdeva nella notte dei tempi.
Io lo ascoltavo incantata e da allora questo stato d'animo perdura nel tempo senza aver perso niente del suo antico smalto.
Non ricordo più molto bene quando cominciai a leggere i primi libri di archeologia, ma ricordo benissimo il meraviglioso senso di coinvolgimento che ho sempre provato nella lettura di ognuno di essi. Ne assaporavo ogni parola e ogni immagine mi si fissava nella mente in maniera indelebile. Andavo a leggere nei posti più isolati, dove nessuno potesse disturbarmi e distogliermi dalle storie che vivevo....perché le vivevo veramente, ero lì con ciascuno di quegli archeologi, sentivo le loro emozioni, i loro stati d'animo, partecipavo alle loro delusioni e alle loro esultanze. Meraviglioso!
E il mondo della storia di quel bellissimo paese mi si apriva in tutto il suo splendore.
E di quello splendore immaginario ho vissuto per tanti anni, senza mai riuscire a togliermelo dalla testa e più che altro dal cuore...........poi.........
Purtroppo ora devo correre al lavoro, continuerò domani.............
Il grande amore della ma vita è proprio l'Egitto. E non da ora. E' stato un amore precoce, un fulmine a ciel sereno, qualcosa che non sono mai riuscita a spiegare bene neanche a me stessa.
La prima volta che sentii parlare di Egitto, avevo poco più di sei anni e questo nome venne fuori casualmente mentre il mio babbo mi raccontava le sue vicissitudini in terra di Libia e mi faceva vedere le fotografie di un'oasi dove svettavano delle palme altissime, vicino alle quali c'erano cammelli in sosta. Di tutto il discorso ricordo solo che gli domandai che cos'era l'Egitto e lui mi parlò delle grandi piramidi, una delle quali era considerata una delle sette meraviglie del mondo e mi disse che erano antichissime, che la loro costruzione si perdeva nella notte dei tempi.
Io lo ascoltavo incantata e da allora questo stato d'animo perdura nel tempo senza aver perso niente del suo antico smalto.
Non ricordo più molto bene quando cominciai a leggere i primi libri di archeologia, ma ricordo benissimo il meraviglioso senso di coinvolgimento che ho sempre provato nella lettura di ognuno di essi. Ne assaporavo ogni parola e ogni immagine mi si fissava nella mente in maniera indelebile. Andavo a leggere nei posti più isolati, dove nessuno potesse disturbarmi e distogliermi dalle storie che vivevo....perché le vivevo veramente, ero lì con ciascuno di quegli archeologi, sentivo le loro emozioni, i loro stati d'animo, partecipavo alle loro delusioni e alle loro esultanze. Meraviglioso!
E il mondo della storia di quel bellissimo paese mi si apriva in tutto il suo splendore.
E di quello splendore immaginario ho vissuto per tanti anni, senza mai riuscire a togliermelo dalla testa e più che altro dal cuore...........poi.........
Purtroppo ora devo correre al lavoro, continuerò domani.............
domenica 26 agosto 2012
Il grande amore della mia vita
Stamani il grande amore della mia vita si è affacciato prepotentemente nel mio cuore. Mentalmente lo coccolo e accarezzo ogni ricordo che mi ha lasciato e ogni emozione che mi ha fatto e mi fa provare ogni volta che penso a lui. E come tutto ciò che è bello e che vogliamo duri più a lungo, sento il bisogno di svelarlo lentamente.......cominciando con una premessa un pò misteriosa.........
Il mio piccolo mago di
Oz, comincia a ragliare. Ci voleva anche il telefono! Ma perché non mi lasciano un po’ in pace?
Stavo tanto bene!
“Pronto??”
dico svogliatamente
“Allan,
Allan, mi senti? L’ho trovato! L’ho trovato!”
L’inconfondibile
voce del Professore OnilLino è almeno di tre toni sopra il normale.
Non l’avevo mai sentito così,….. cosìììì…… Sì, così
eccitato, incalzante, giovane, ….oserei dire.
“Professore,
….sì…la sento! Ha trovato cosa?” chiedo incuriosita,
allarmata.
“Oh! Ma
che fai dormi? Ho trovato cosa vuol dire il biglietto misterioso”.
“Davvero?
Gli grido in un orecchio. Improvvisamente sono presente a me stessa
con tutti i miei sei sensi! (Per chi non lo sapesse il mio sesto
senso è l’intuito, ma questo l’ho appreso leggendo “Le leggi
di Murphy” nelle pause della stesura di questo coso.) Tesa come la
corda di un violino, o la corda di un arco, o la corda di un
impiccato! Ecco! Forse è più quest’ultima, perché mi sento come
se qualcuno mi avesse strangolato. Quasi non riesco più a respirare.
“Sì, sì.
Ti dico che so che cosa c’è scritto nel biglietto”.
“Benissimo!
Oh che bella notizia! E che c’è scritto?”
“Non te lo
dico. Almeno non per telefono. Ti dico tutto stasera quando ci
vediamo”.
“Perché
stasera ci vediamo?”
“Ma che
domande sciocche che fai! Certo che ci vediamo. Dobbiamo parlare al
più presto di questa cosa e organizzarci per andare avanti”.
Risponde il professore con pazienza. Forse pensa che l’emozione mi
abbia giocato un brutto tiro! Quanta ragione ha! Infatti ho urgente
bisogno di andare in bagno, come mi capita in tutti i momenti
eccezionali della mia vita! Ogni momento importante della mia
esistenza è associato al colore delle piastrelle dei bagni che hanno
condiviso con me questi attimi irripetibili. Azzurre, rosa, a
losanghe, di mosaico, grigie, sporche, scritte….e anche di marmo.
Di che colore sono quelle del mio bagno? Non importa! Ora c’è
altro da pensare.
“Va bene
professore. Troviamoci stasera alle dieci al Cioccobarocco! –
improvvisamente sono rientrata in me – e mi dica almeno questo. Ciò
che ha scoperto ci aiuta nelle nostre ricerche?”
“Non lo
so. Non ci ho capito niente!” e lasciandomi con tanto di naso,
riattacca
“Benissimo!
– sono curiosa, agitata, eccitata – e ora che succederà?”
Non ce la
faccio ad aspettare le dieci. Almeno ci fosse stata Jessi! Ma è
ripartita per andare all’Università! Ma perché gli ho detto alle
dieci? Alle nove e mezzo parcheggio di fianco al Cioccobarocco. Ma
anche stavolta non sono stata io ad arrivare prima.
Onil Lino è
già lì e sta camminando avanti e indietro, senza un attimo di
riposo!
“Camminiamo”
mi dice brevemente il professore senza neanche salutarmi
“Senta
professore, non so lei, ma io sono reduce da una pesante giornata di
lavoro. Gradirei molto di più sedermi un attimo. Se non le
dispiace…all’interno!” aggiungo precipitosamente, prevenendo il
gesto di OnilLino che si prepara a sedersi a un tavolino lì fuori.
“Sa preferisco dentro, perché fuori ci sono le zanzare. Odio i
pizzichi di zanzare”
E’ una
scusa banale, lo so, ma lì per lì non ho trovato niente di meglio
da dire per giustificare il mio desiderio di sedere all’interno del
locale. Non posso confessare al Prof. che ogni volta che entro in
quel luogo mi sento come nell’anticamera del Paradiso. Cascate di
cioccolata che scendono in ogni dove, piramidi di cioccolatini che
si innalzano vertiginose verso il soffitto, aromi deliziosi che
accarezzano le narici più di qualsiasi narghilè, e cartine d’oro
e d’argento a impreziosire l’alimento degli dei, e tulle e pizzo
di tutti i colori ad esaltarlo. Il tutto servito a eleganti tavolini
in tazze e piattini riccamente decorati, mentre le immagini si
riflettono in luccicanti specchi ammantate da fantastiche cornici
intarsiate e immerse nell’oro. Una delizia per me, alla quale se
posso non voglio rinunciare. Capisco dall’espressione del
professore che non ha bevuto per niente la storia delle zanzare, ma
guarda con indulgenza alla mia piccola mania.
“Sa
professore, sono molto ghiotta!”
“Possiamo
risolvere questo piccolo problema ordinando due gelati al cioccolato
con panna montata. Che ne dici? Sai sono ghiotto anch’io!”
Messa a mio
agio come non mai, rinasce immediatamente in me la curiosità di
avere notizie di ciò che ha scoperto il professore, che in effetti
muore dalla voglia di parlare.
“Allora
Allan, se ora sei pronta pere ascoltarmi, vorrei dirti in due parole
che cosa ho trovato”
“Bene
professore, sono tutta orecchi” e mi infilo in bocca un cucchiaio
di gelato con panna che mi fa deliziosamente rabbrividire.
“Ricordi
che ti avevo detto che avevo scartabellato libri su libri per cercare
qualcosa che mi potesse guidare verso quei segni così strani che
Sirìn ci ha lasciato? Sì?! Allora ti ricordi anche che nonostante
tutte le mie ricerche e miei sforzi non ero arrivato a niente? Bene!
La cosa che ancora non ti avevo detto è che dovevo controllare un
documento che avevo nel computer e ieri mi sono deciso a percorrere
anche quella strada, anche se ti confesso, non avevo molte speranze
di riuscire. Ho acceso il computer e…..là, tutto bloccato. Ho
provato non so quante volte, ma il risultato era sempre lo stesso.
Arrivavo fino a un certo punto e poi non potevo più procedere.
Allora ho telefonato, che mi mandassero qualcuno a vedere che era
successo al mio segretario e nell’attesa mi sono sdraiato in
poltrona con un buon libro in mano…….tanto non sapevo che fare!
Poi qualcuno ha suonato alla porta e….”
Il
professore parla così bene e con tale proprietà di linguaggio che è
un piacere stare ad ascoltarlo. Sembra di essere lì mentre si svolge
la scena!.......
Driin!
Driii!
“Arrivo
arrivo, Vengo subito!”
Sulla soglia
si staglia un bel giovane di circa venticinque anni. Capelli a
spazzola, abbigliamento informale, una grossa borsa metallica ai suoi
piedi. Sorriso accattivante.
“Il
Professor Onil Lino?”
“Sono io!”
“Buona
sera professore, sono Robi! Ho ricevuto il suo sos per il computer”
“Ah!
Benissimo. Il galantuomo fa le bizze e mi impedisce di andare avanti
col mio lavoro! Venga! Le faccio strada”.
“Ma questo
è veramente un bel pezzo! Complimenti professore! Mi immagino che
per lei debba essere un autentico piacere lavorare con un simile
attrezzo!”
“Sì!
Finché non fa come oggi, che mi ha lasciato completamente a piedi”
“Ora
vediamo che è successo a questo ragazzo” E Robi senza aspettare
ulteriormente, ha cominciato a sbudellare il suo paziente, tirando
fuori fili, chips, e altri marchingegni noti solo agli operatori del
settore.
“Lo dicevo
io, è una stupidaggine! In cinque minuti glielo rimetto in funzione,
non si preoccupi Professore!”
Poco più
che cinque minuti dopo, tutto è tornato al suo posto. Il giovanotto
è stato di parola.
“Ora, se
permette però dovrei sedermi per provarlo e verificare che abbia
ripreso tutte le sue funzioni”
“Faccia
pure con comodo, tanto per oggi mi sa che il mio lavoro è andato
alle ortiche!” ribatte il professore, guardando incuriosito le
operazioni di ripristino che le mani agili di Robi rimettono in
funzione. Onil Lino ha conosciuto tanta gente sino a diventare un
esperto di uomini, ma non ha mai visto nessuno intendersi con un
computer come questo ragazzo. Tra lui e il computer, non si tratta
solo di uso di un mezzo che la tecnologia ci mette a disposizione
sempre maggiormente perfezionato, ma di autentico filing!
“Ecco
Professore! Il suo ragazzo è tornato a fare il bravo!” E’ in
quel momento che la mano di Robi ha inavvertitamente sfiorato un
foglietto che era sistemato lì vicino, facendolo cadere. Prontamente
si è chinato a raccoglierlo e dopo avergli dato un rapido sguardo
l’ha rimesso al suo posto.
“E’ una
vecchia password?” ha domandato al Professore.
“Perché
mi fa questa domanda?” Ha chiesto Onil Lino alquanto a disagio
“Perché
molti si ostinano a mettere delle password strane nei loro computer,
per non farne indovinare l’accesso, e poi sono i primi a
dimenticarsene. Lei non sa quanti mi hanno chiamato per risolvere
problemi di questo genere”
“E…………li
ha sempre risolti?” Onil Lino sembra sulle spine
“Fino a
questo momento sì…..anche perché, sono cose piuttosto elementari,
quando si gioca con una tastiera per tutto il giorno!”
“E
potrebbe interpretare anche questi segni?” Il professore cerca di
non farlo notare, ma una strana eccitazione si sta impadronendo di
lui.
“Beh!
Credo proprio di sì! Se vuole lasciarmi dieci minuti, penso di
potercela fare!”
“Come no!
Si accomodi! La cosa, sa , mi incuriosisce davvero!”
“Ok.
Allora se permette…….”E Robi si è seduto nuovamente, stavolta,
senza toccare niente, lo sguardo fisso alla tastiera, che ogni tanto
sfiora delicatamente, quando un tasto, quando un altro.
Onil Lino
non può fare altro che aspettare. Possibile che la soluzione non
debba andare cercata nelle antiche lingue, ma in un computer? Sembra
proprio di sì a giudicare dall’espressione del giovane, i cui
occhi intelligenti si sono riempiti improvvisamente di allegro
sfottò.
“Professore
le comunico che il suo geroglifico non è più un mistero per me. Tra
l’altro è uno dei più semplici che mi è capitato di risolvere.
Si vede che è fatto da un dilettante!”
Fatto…che
cosa?” ha domandato allibito Onil Lino.
“Beh! Chi
ha voluto lasciare incognito il significato della parola che
significa questo accrocco di segni, ha usato un modo semplicissimo.
Venga che le faccio vedere! Guardi il primo segno di questo
nostro…chiamiamolo geroglifico con un po’ di presunzione,…..ecco
è la lettera l, ma se io vado dalla parte opposta della tastiera e
conto quattro tasti dall’inizio, proprio come è dall’altra
parte, ottengo la lettera f,…..e così di seguito con gli altri
simboli, anche se ho dovuto giocare per un attimo con le maiuscole,
per cercare qualcosa che avesse un senso compiuto. Così sono
arrivato a formare una parola………”
“E troppo
bello professore per essere vero. Sembra di essere in un libro
poliziesco!” ho ribattuto entusiasticamente interrompendo il
discorso eccitato di Onil Lino. Il mio gelato è finito da tempo, ma
una volta tanto non ho sentito nemmeno il sapore, tanto ero presa dal
racconto del professore. “E mi dica……… che parola era?”
“Ora te lo
dico Allan, ma prima fammi finire di raccontarti”
“……….Ed
è una parola di senso compiuto?” chiese incuriosito il Professore.
“Sicuramente
– rispose Robi- tra l’altro mi sembra di averla già sentita
nominare, ma al momento non riesco a ricordare in quale occasione”.
“E qual è
questa parola?” il Professore non riusciva più a contenere la sua
impazienza di sapere, anche se avrebbe voluto in tutti modi non far
capire a quel ragazzo dagli occhi così arguti il suo interesse.
“Fayum”
ha risposto Robi
“Prego?”
“Fayum,….F-A-Y-U-M”
ha ripreso sillabando le lettere.
“Anche a
me questa parola non sembra nuova. L’ho già sentita anch’io, ma
in questo momento non riesco ad associarla a niente” Onil Lino più
che rispondere a Robi è come se lo facesse con se stesso
“Allora
non era una password, vero professore?” ha aggiunto Robi ridendo e
ammiccando a una catasta di libri.
Si è
accorto immediatamente, l’importanza che aveva per questo uomo di
così poche parole, dare un significato ai segni che non era riuscito
ancora a decifrare. Aveva notato vicino al computer libri di lingue
antiche, dove facevano bella mostra di sé caratteri cuneiformi,
oltre ai classici geroglifici e alla scrittura lineare A e B, e aveva
fatto alcune semplici deduzioni.
Il
Professore ha seguito lo sguardo del giovane e improvvisamente ha
sorriso. Inutile mentire!
“No, non
era una password!……..Tra l’altro ho bisogno veramente di sapere
cosa vuol dire questa parola. E’ senz’altro un nome. Ma di chi o
di che cosa?”
“Se
permette Professore le darò una mano a risolvere il suo enigma. Mi
sono sempre piaciute le sfide, fin da quando ero piccolo”
“Mi crede
se le dico che l’ho capito non appena l’ho visto? …Accetto il
suo aiuto, e la ringrazio. Mi lasci il numero del suo cellulare e
teniamoci in contatto”
“Ok
Professore, ma a un patto!”
“E
sarebbe?” ha risposto Onil Lino corrugando la fronte. Possibile che
si fosse sbagliato e il ragazzo non fosse come pensava lui?
“Che mi
chiami Robi e mi dia del tu”
“Affare
fatto!” e un ampio sorriso ha spianato i lineamenti corrucciati del
professore e restituito la luce allegra ai suoi occhi. Dopotutto non
si era sbagliato! Aveva visto migliaia di giovani in vita sua e aveva
imparato a valutarli. Questo era decisamente un bravo ragazzo.
“Fayum,
Allan, Fayum….. Abbiamo la parola, ma ancora brancoliamo nel
buio” conclude Onil Lino
Improvvisamente
non so più trattenermi. Non appena il professore ha pronunciato
quella parola, tutto in me si è elettrizzato. Mi sono sentita
pervadere da un’ondata di calore talmente intensa da darmi le
vertigini.
Credo di
essere diventata rossa come una ciliegia e di aver cambiato
espressione, perché il professore a un tratto mi ha guardato
allarmato e mi ha detto:
“Ma …Allan
ti senti bene?”.
“Mai stata
meglio Professore. Mi sento benissimo, e tra un pò si sentirà
benissimo anche lei, perché io so dove è Cristina”
“Tu sai
dove è Cristina?…… E come fai a saperlo santo cielo?”
“Fayum… professore, Fayum io so che cosa è cosa vuol dire e dove si trova!”
“Fayum… professore, Fayum io so che cosa è cosa vuol dire e dove si trova!”
“Davvero?
E dov’è perbacco? Non tenermi più sulle spine” ha detto il
professore
“E’ in
Egitto……”
(Tratto da Time of Dream's)
sabato 25 agosto 2012
I miei domani
Se mischi in parti uguali
volontà e ottimismo, riesci a fare cose che in altri momenti
sembrano impossibili. Importante è continuare a credere che domani
sarà meglio di oggi, dove l'oggi sei te e il domani i tuoi figli. Anch'io nel mio poco ho fatto cose pensando ai miei domani, che non avrei mai immaginato
di essere capace di fare. E io sono solo una piccola donna!
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)
venerdì 24 agosto 2012
Quella che il bruco........
Quando ci si guarda troppo allo specchio, alla fine si scoprono cose che molte volte rifiutiamo proprio ostinatamente di vedere.
Io da un pò di tempo mi ci guardavo spesso e inesorabilmente ci ho visto i miei occhi. Occhi malinconici, no, di più!.... occhi tristi, no, ancora di più! ......occhi proprio vacui!
Senza starla a fare troppo lunga, mi sono detta che ciò che vedevo non andava bene.E sono corsa subito ai ripari. Ho preso il grande libro della mia vita in mano e come ho fatto ormai tante altre volte ci ho scritto "Basta, non mi piaccio per niente" e senza stare a pensarci due volte ho voltato pagina.Per ora ha sempre funzionato. Basta solo trovare una motivazione che permetta di ricaricarsi di un pò di entusiasmo e che faccia desiderare il domani con un briciolo di aspettativa. Non sono alla ricerca della felicità, no davvero, ma della serenità
Pagina bianca dunque! E che ci scrivo?
Io da un pò di tempo mi ci guardavo spesso e inesorabilmente ci ho visto i miei occhi. Occhi malinconici, no, di più!.... occhi tristi, no, ancora di più! ......occhi proprio vacui!
Senza starla a fare troppo lunga, mi sono detta che ciò che vedevo non andava bene.E sono corsa subito ai ripari. Ho preso il grande libro della mia vita in mano e come ho fatto ormai tante altre volte ci ho scritto "Basta, non mi piaccio per niente" e senza stare a pensarci due volte ho voltato pagina.Per ora ha sempre funzionato. Basta solo trovare una motivazione che permetta di ricaricarsi di un pò di entusiasmo e che faccia desiderare il domani con un briciolo di aspettativa. Non sono alla ricerca della felicità, no davvero, ma della serenità
Pagina bianca dunque! E che ci scrivo?
Mamma mia non riesco ad andare avanti! Aiuto. Da che parte posso
cominciare?
Eccomi
qua!
Ho scritto un altro racconto, ho ricominciato timidamente a dipingere,
ma ho fatto molto, molto di più! Ho aperto un blog e l'ho chiamato
“La casa di Fuf” e lì scrivo, scrivo a ruota libera, passando
da poesia a prosa, ad aneddoti, a semplici articoli che avevo scritto
per la 'Voce' ma che lì mi fanno tutto un altro effetto, ho dato il mio
blog in prestito anche agli amici........
E' bello comunque pensare che anche solo per un breve attimo il mio pensiero si è incrociato con quello di altre persone che per situazioni, luoghi geografici, impostazione mentale, formazione culturale......e chi più ne ha più ne metta, sono diverse da me Per me la
cosa importante è quella di essere venuta finalmente fuori dal bozzolo, io,
proprio io, una farfalla che ha voglia di continuare a sognare! Una farfalla con le ali un pò ammaccate, dai colori un pò sbiaditi dal tempo, che finalmente si mostra per quello che è veramente, che si guarda intorno stupita e poi commenta: "Ma allora è proprio vero che quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla!?" E non importa se al momento nella nuova pagina del mio libro 'il resto del mondo' sono solo io.
giovedì 23 agosto 2012
Lo specchio
Ohioihoi.......stamani la mia giornata è cominciata davanti allo specchio e quando mi metto davanti allo specchio divento un pò come Grimilde, la regina di Biancaneve, solo che io non chiedo chi è la più bella del reame, ma solo......... chi sono io?
Mi guardo allo specchio col lieve sorriso che mi caratterizza sempre, qualsiasi possa essere il mio stato d'animo. Il mio babbo diceva che ho il sorriso della Gioconda e qualche volta ho dovuto costatare anch'io questa contrazione dei muscoli facciali che fanno del mio viso una maschera impenetrabile, in cui tutto si nasconde dietro gli occhi e in quel sorriso indefinito che non fa capire a chi mi sta di fronte, che cosa mi sta transitando per il cervello. Se è per quello il più delle volte non lo capisco nemmeno io, ma sono contenta che gli altri non riescano a decifrare il crittogramma Giuly.
In effetti mi sto guardando, ma sono lontano anni luce. Lo specchio è
sempre stato importante per me per andare oltre me stessa, entrare
in un mondo immaginario in cui tutto si muove a rallentatore, anche i
miei sentimenti. Mi guardo nello specchio ma dopo un po' non mi vedo
più e in questo stato quasi onirico, fantastico su situazioni che mi
stanno a cuore, fuori dal mondo tangibile, dalla sensorialità
quotidiana......insomma un gran casino. E non è da ora che faccio
questo. Da che mi ricordo ho sempre avuto questo strano rapporto con
lo specchio e tanti dei miei momenti particolarmente suggestivi li ho
vissuti magari mentre mi lavavo o semplicemente mi strizzavo un
brufolo.....
Certo io capisco benissimo che se un giorno i miei figlioli
leggeranno queste cose si faranno di me un'opinione se non altro
….strana,.....ma forse anche no!! Forse loro hanno sempre visto
come sono, nonostante io cerchi qualche volta di mettermi addosso un
abito un po' più conforme al vivere civile.
mercoledì 22 agosto 2012
Un pò di geometria
Mia figlia sta dormendo in camera sua, la
nonna dorme in tinello davanti alla telvisione, Bali dorme nella sua fotografia attaccata al frigorifero,Ronni-Pu dorme sotto le stelle, io sono qui davanti
al mio computer, al quale ho cambiato l'immagine di sfondo del
desktop. Ogni tanto faccio questo lavoretto per rinnovare un po' la
visuale. Avevo messo le donnine di Lautrec, ma poi alla fine mi
intristivano per cui ho ripiegato nuovamente su Kandinsky e le sue
geometrie pazze e colorate. Anch'io recentemente ho fatto disegni
pseudo geometrici. Ma come è possibile? Io e la geometria non siamo
mai andate d'accordo....ma si cambia, si cambia e pur non riuscendo
ad essere precisa, sono affascinata dalle linee rette che
improvvisamente si avvolgono in parabole e in spirali. Andare,
andare, andare sempre dritti e quando credi che non ci sia niente di
nuovo nella vita improvvisamente ti ritrovi a ripiegarti su te stesso
in strane evoluzioni che non capisci ma che non puoi evitare e da
quella nuova posizione guardi prospettive diverse e affascinanti, mai
ipotizzate, mai cercate, ma qui davanti a te, che ti avvolgono, ti invitano e
capisci che la vita è tutta una sorpresa incredibile che non ti fa
mai essere sicuro di niente e al tempo stesso ti si offre con tutta
se stessa, con l'impudicizia di chi è sicuro di sé e di ciò che ha
da dare.
Ecco! Se ora
rileggo quello che ho scritto sono sicura che non capirò neanche una
parola di quello che ho detto, ma la persona che ha scritto queste
cose sono io prima,quella di due minuti fa, come sono io ora in questo preciso
momento. Forse è meglio se vado a dormire anch'io.
"Tertium non datur"? E noi ce lo inventiamo!
Io "Tertium non datur" non lo conoscevo. Non l'avevo mai sentito dire e sì, che di aforismi ne conosco a centinaia e mi piacciono molto! Naturalmente non la conoscevo prima che la usasse Beppe Grillo....non mi era mai neanche capitata sotto gli occhi. Ma perché mi ha colpito tanto tanto questa breve citazione? Che anche a distanza ormai di mesi continua a girarmi per la testa? Poi alla fine, quando meno me l'aspettavo, al solito, ho capito. Mi piacerebbe potermi
dilungare in discorsi cervellotici o cerebrali come preferite, ma non
posso. Non posso semplicemente perché in queste tre parole io ho
visto solo una codificazione di ciò che sento dentro di me da tanto
tempo senza essere mai riuscita a spiegarlo in due o meglio in tre
parole. Non me ne importa niente di Grillo....... Mi è interessata soltanto questa citazione perché
all'improvviso tutto mi è stato semplice e chiaro e ogni tassello è
andato al suo posto.
Bene! Non sono sicuramente buona ma non sono sicuramente cattiva..........là dove al buono e cattivo potete dare il significato che credete....... guardo un po' di qui e un po' di là e cerco di scegliere il meglio che ciascuna parte mi offre di se stessa senza affiliarmi a nessuna di loro. Insomma non mi identifico completamente con niente. Io sono alla ricerca del tertium datur, perché ne ho diritto e perché ho la libertà di pretenderlo e nessuno mai potrà affibbiarmi un cliché.
Bene! Non sono sicuramente buona ma non sono sicuramente cattiva..........là dove al buono e cattivo potete dare il significato che credete....... guardo un po' di qui e un po' di là e cerco di scegliere il meglio che ciascuna parte mi offre di se stessa senza affiliarmi a nessuna di loro. Insomma non mi identifico completamente con niente. Io sono alla ricerca del tertium datur, perché ne ho diritto e perché ho la libertà di pretenderlo e nessuno mai potrà affibbiarmi un cliché.
Voi capirete che alla luce di queste incisive e sbrigative parole, la
stima per me stessa è cresciuta in maniera esponenziale ai miei
rifiuti per le cose dell'una e dell'altra parte. Credo in Dio, ma amo
la scienza, sono per l'ordine ma sono pronta a salire sulle
barricate, cerco di fare il bene ma il male ha in me un sottile
fascino e avanti.......
In definitiva io sono io, penso come io, agisco come io, mi schifo
come io, amo come io e non come destra o sinistra , questo o quello.
Io sono il terzium datur, tu sei il terzium datur, voi siete il
terzium datur, se non vi identificate in nessuno e volete mantenere
la vostra libertà intellettuale e spirituale.
Poi c'è sempre il compromesso, quello che deve far apparentemente
allineare a chi ti da la possibilità di lavorare e quindi di
mangiare ma anche quindi di pensare. Ma questa è un altra storia, fa
parte del pane quotidiano.
basta una lampadina nuova e un pò di voglia |
martedì 21 agosto 2012
Mi resetto
Ho fatto un sogno . Un sogno bizzarro e se vogliamo molto stupido. Ero davanti al computer e scrivevo quando improvvisamente si apre la solita finestra che mi dice con parole più tecniche, ma il succo è questo.... 'il programma verrà terminato ora' e poi ' se decidete di chiudere il programma non tutti i dati saranno salvati' seguito da 'segnalazioni errori inviare o non inviare' e mentre sto quasi spostando il cursore sul 'invia' arriva un perentorio 'non inviare'. E se io volessi inviare? 'Non inviare' Ma perché? 'perché se pigi invio ti si apre una finestra che tu non conosci, che non sai gestire, e rischi di perdere tutto'.
'Resetta, resetta, resetta....hai capito? Resetta, ti
dico resetta......'
Mi sono svegliata impaurita. Ma impaurita da che? Poi ho
capito. Il computer ero io e io dovevo resettarmi. Era inutile
continuare in un file nel quale evidentemente qualcosa non aveva
funzionato,anche se io no sapevo che, non valeva neanche la pena
cercare di ricostruire qualcosa di quel file. Dovevo essere
riprogrammata. Ma vale la pena riprogrammare un computer vecchio? Mi
sono detta. Ebbene sì, evidentemente valeva la pena, accorgendomi
con stupore che è ormai da tanti mesi che ho messo in atto questo
procedimento senza rendermene conto. Ho guardato lo schermo del mio
computer, cioè mi sono guardata dentro, e ho visto che le icone sono
diminuite e riviste. Qualcuna addirittura ha mantenuto il nome ma è
tutta da riscrivere. Ecco mi sono risposta ed ora eccomi qua. Un
piccolo computer implume che ha riaperto un file dove vuole
continuare a scrivere la sua vita. Bella, brutta, inutile, assurda?
Quella che sarà, ma con prospettive diverse e attese diverse. E più
che altro con consapevolezze tutte nuove che emettono i loro timidi
vagiti e chiedono di essere nutrite adeguatamente. Ci riuscirò? Avrò
ancora il tempo di scrivere qualcosa della mia vita che valga la pena
di essere scritta, o la mia età nonpiù così verde mi appiattirà
nella sua monotona quotidianità? Alzo le spalle! Nessuno sa mai
queste cose quindi non ci voglio pensare, voglio vivere e basta
cercando di fare di ogni giornata qualcosa per cui valga la pena di
ringraziare di essere al mondo. E comunque le mie nuove
consapevolezze, una nidiata plurigemellare, hanno bisogno di essere
adeguatamente nutrite. Ops! Scusatemi ma è giunta l'ora della
poppata.Mi avvio per la mia strada.
lunedì 20 agosto 2012
La bischerata del lunedì
La 'Relatività' esiste
solo in funzione di una contrapposizione. Se non ci fosse più questa
avremmo il tanto sospirato 'Assoluto'....e ti immagini che palle?
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly )
Giovane o vecchia? Che importa? Tanto tutto è relativo |
Quando ci vuole ci vuole...via!!! Cerco l'Assoluto, o almeno faccio finta di cercarlo, ma sguazzo molto più che volentieri nella Relatività che mi porta nel relativismo.Ma vi immaginate se tutto fosse sempre immoto, scontato, perfetto? Se tutti vedessimo le stesse cose alla stessa maniera, perché è così e non può essere altro che così? Se ci si alzasse la mattina sapendo che niente di nuovo può accadere al di là delle cose assolute? Se non ci fosse più l'ansia del domani, dell'imprevedibile, dell'imponderabile? Se nessuno per conosolarsi di qualche tramvata non potesse più dire tanto è tutto relativo e sperare che la prossima tramvata se la becchi qualcun altro al posto suo?
Dai!! E' bello pensare che due osservatori, che devono poter comunicare tra di loro, determinano due diverse posizioni per il medesimo oggetto mobile che si trova in una data posizione. Immaginate come può sentirsi onnipotente il bombolone (mi viene in mente questo perché è mattina e non vedo l'ora di andarmelo a comprare, però immaginatelo mobile, che fluttua in un punto imprecisato dello spazio) , unico rimasto nel vassoio quando due persone se lo contendono, oppure in virtù dell'educazione umana di facciata inculcata da millenni da subdole filosofie, se lo offrono mandando intanto l'altro a quel paese! Il bombolone non sa di aver appena dimostrato una teoria galileiana, ma Galileo sì, e se ai suoi tempi i bombloni esistevano già, penso che se lo sia fatto fuori con una soddisfazione ancora maggiore.
Dai!! E' bello pensare che due osservatori, che devono poter comunicare tra di loro, determinano due diverse posizioni per il medesimo oggetto mobile che si trova in una data posizione. Immaginate come può sentirsi onnipotente il bombolone (mi viene in mente questo perché è mattina e non vedo l'ora di andarmelo a comprare, però immaginatelo mobile, che fluttua in un punto imprecisato dello spazio) , unico rimasto nel vassoio quando due persone se lo contendono, oppure in virtù dell'educazione umana di facciata inculcata da millenni da subdole filosofie, se lo offrono mandando intanto l'altro a quel paese! Il bombolone non sa di aver appena dimostrato una teoria galileiana, ma Galileo sì, e se ai suoi tempi i bombloni esistevano già, penso che se lo sia fatto fuori con una soddisfazione ancora maggiore.
"Un bombolone relativo ha tutto un altro sapore di un bombolone assoluto." Ed è proprio dicendomi una volta di più che tutto è relativo che ho potuto enunciare questa bischerata del lunedì!
PS - Scusatemi! Mi sono appena accorta di avere scritto tutto a capodisotto e questo se ce n'è bisogno sta a dimostrare meglio la relatività del mio cervello. Ora spero che sia tutto più leggibile.
PS - Scusatemi! Mi sono appena accorta di avere scritto tutto a capodisotto e questo se ce n'è bisogno sta a dimostrare meglio la relatività del mio cervello. Ora spero che sia tutto più leggibile.
domenica 19 agosto 2012
Buon viaggio Ronni-Pu
Stamani abbiamo aperto la gabbietta di Ronni-Pu e l'abbiamo liberato. Ormai da qualche giorno Ronni, il nostro balestruccio, era pronto per fare il grande salto nella vita e noi l'abbiamo aiutato come meglio abbiamo saputo fare....e con tanta tristezza.
Del resto non si può tenere una rondine in gabbia! Lo dice la legge, lo dice il buonsenso, e più che altro lo dice l'affetto che proviamo per il nostro piccolo rondinotto.
L'abbiamo portato nel 'campetto' e dalla mano di mia figlia ha spiccato il volo, un volo bello, cablato, senza timori.........L'abbiamo seguito con lo sguardo fin dove abbiamo potuto, con la malinconia di tutti gli addii e allo stesso tempo con la gioia di aver potuto dare un'opportunità al nostro piccolo amico pennuto.
"Buon viaggio Ronni!" gli ho detto dentro di me, mentre quasi per incanto tornavo bambina, china sul quadereno di quarta elementare, sul quale mi accingevo a fare il riassunto che la maestra ci aveva dato. La storia parlava di un bambino e di un uccellino in gabbia, un uccellino che guardava sempre il cielo sognando di essere insieme agli altri suoi simili che vedeva volare liberi. E che alla fine, sognando la libertà, era morto dentro la gabbietta. Ricordo quanto era difficile per me scrivere quel finale che non volevo, e infatti la penna non voleva andare avanti. Non accettavo l'epilogo di quel racconto! E allora, pur sapendo, che il giorno dopo sarei andata incontro ai rimproveri della maestra, avevo sorriso tra me e me e avevo cambiato la fine "E il bambino, vedendo che l'uccellino era triste aprì la porta della gabbia e l'uccellino volò nel cielo libero e felice!" E allora finalmente mi ero sentita felice anch'io, della stessa felicità che ho provato oggi quando ho visto il nostro uccellino volare libero.
Dopo tanti anni l'epilogo immaginario si è attuato nella realtà e la donna di oggi per brevi attimi è tornata la bambina che voleva la felicità e mi accorgo con stupore che la vita nonostante tutta la sua storia ricca di vicissitudini, di esperienze, di insegnamenti, sostanzialmente non mi ha cambiato e in tutta tranquillità ho steso la mano alla bambina che senza esitazione me l'ha stretta e con lei mi sono incamminata sulla via de ritorno.
Ho messo la casina di Ronni allo stesso posto e ho aperto la porticina.
Ronni- Pu sa che in qualsiasi momento della sua vita può tornare da noi, come sanno tutti gli amici animali che sono vissuti nella Casa di Fuf, e chi non può tornare fisicamente torna comunque sempre nel ricordo, perché sono compagni del nostro andare.
"Ciao Ronni........e che il vento ti sia sempre propizio!"
Nuovi orizzonti
Me ne sono accorta quasi per caso!
Ma poi ho capito che tutto ciò che dipingo, riflette inconsapevolmente i miei stati d'animo.....e i miei cambiamenti. Mi ero accorta da tempo che le tonalità dei colori che uso in questo momento sono molto diverse da quelle che adoperavo una decina di anni fa, e quelle a loro volta erano già molto diverse da quelle che usavo prima, ma questo nuovo cambiamento non mi piace e mi riesce difficile accettarlo.
Quando dipingo sono un'istintiva, non seguo nessuno schema e tutto ciò che è il risultato finale nasce dentro di me, dalle visioni interiori che sono il frutto di uno stato d'animo momentaneo. Forse è per questo motivo che più che altro dipingo a spatola. La spatola mi permette infatti di fissare in breve tempo un'immagine che dentro di me ha la velocità del lampo.
Ma non mi era mai capitato fino ad ora di alienare un elemento importante di quasi tutti i miei dipinti: l'albero.
L'albero la dice lunga in psicologia e la dice lunga nella mia vita, specialmente il cipresso, con la sua forma affusolata che pare vada alla ricerca del cielo e della libertà che c'è oltre i suoi veli! Ma anche gli alberi privi di foglie, in attesa del risveglio, mi hanno sempre affascinato e intristito allo stesso tempo, specialmente quelli solitari in mezzo ai campi o sui poggi, perché anche in loro ho trovato una metafora della mia vita. Insomma l'albero è un punto fermo della mia esistenza, l'amico onirico al quale mi sono sempre potuta aggrappare nelle tempeste della mia vita.
Ecco! Ora ho dvuto costatare con stupore che nei miei nuovi quadri non c'è più traccia di alberi e mi sento smarrita. Non mi piacciono questi nuovi quadri, è come se non fossero miei ............................Rivoglio i miei alberi!!!!
Non ci sono più alberi
Nei nuovi quadri della mia vita
Non ci sono più alberi soli
Né alberi secchi o storti
Presenze comunque solide
Dei miei difficili giorni
Non c’è più niente tra me e il
vento
Che spazza via le immagini
Del film di cui sono stata la
protagonista
Davanti a me nuovi orizzonti
Si spalancano con le braccia aperte
Orizzonti sconosciuti e affascinanti
Mi chiamano a nuove cose
Che non so spiegare non so capire
Le accetto con la dolce malinconia
Di chi sa che sono nuovi orizzonti
Dei sogni che son dentro di me
Che non vogliono capire
Che il tempo di sognare è finito
La mia vita ora scorre solo nel ruolo
Di una semplice comparsa
In una trama che non è più la sua
storia.
sabato 18 agosto 2012
C'era una volta il serpente piumato
Pensare significa
oltrepassare. (E. Bloch)
L'ho detto vero che quando mi incontro con l'altra metà di me sono scintille?! Specialmente quando allentato ogni freno inibitore ce ne diciamo di tutti i colori e una delle due, ma non mi chiedete quale, gode a riportare certe cose sentite, anzi sussurrate da qualcuno nel massimo segreto, abilmente carpito e poi al momento giusto ....zac......rivelato. "Sai, sei proprio un serpe insopportabile!"
E allora è bene fermarsi, mettersi a pensare e fare nostra la frase di Bloch, e poco dopo torna un sorriso carico di autoironia e con quello la voglia di scrivere e di dire:
"Evvia,
rivalutiamo un po' anche i serpenti, le vipere, le serpi
insopportabili.
In fin dei
conti ci sono anche loro sulla faccia della terra".
Vi voglio
raccontare la storia di un serpente piumato, un piccolo serpente
piumato, non quello degli Atzechi e dei Maya, ben più importante, ma
un parente un po' alla lontana, uno che però amava questi fantastici
popoli e i loro miti, senza sapere il perché.
Kuki, era il
nome del piccolo serpente, che non sapeva di essere tale. Vivendo nel
mondo degli uomini, aveva sempre pensato di essere uno di loro, (
proprio come il mio cane che, cresciuto con i gatti ha sempre pensato di
essere un gatto anche lui).....anche se ci si sentiva un po' stretto
e infatti ogni volta che poteva se ne andava nel suo mondo onirico,
anzi, ci volava proprio.
Poi un giorno
il postino gli consegnò una strana lettera. Era indirizzata al
Serpente Piumato Kuki, via del...............
"Buon
giorno – disse il postino, un tipo abbastanza strano, che non era
proprio un vero postino, si vedeva, perché aveva solo quella lettera
– finalmente ti ho trovato. Non sai quanto ho dovuto girare per
arrivare fino a te!"
"Davvero?
– rispose Kuki stupito – mi sembra strano. Qui tutti mi
conoscono......."
"Che ti
devo dire! - riprese l'altro per niente turbato – non sai quante
volte questa lettera è tornata indietro......e mi rispedivano a
consegnarla!!"
"E come
mai?" Kuki era veramente stupito
"Bah! Io
mi sono fatto quest'idea.....Ci arrivava la comunicazione di
portarla, perché per consegnare delle lettere importanti come queste
ci vogliono motivi importanti, bisogna che almeno qualcuno ne parli
e ne faccia una questione....... poi però o per una cosa o per
un'altra questa missiva non ti è mai giunta ed è sempre tornata al
mittente"
"Ma a me è la prima volta che arriva e se mi fosse arrivata prima me lo ricorderei perché anche la busta è abbastanza strana, quindi io non posso averla rifiutata....non mi sembra che ci sia niente da pagare vero?"
"Ma a me è la prima volta che arriva e se mi fosse arrivata prima me lo ricorderei perché anche la busta è abbastanza strana, quindi io non posso averla rifiutata....non mi sembra che ci sia niente da pagare vero?"
"Assolutamente
niente da pagare amico. Questa è tutta roba gratis....mica siamo
come voi, che fate pagare anche l'aria che si respira.......Sai che
penso? Semplicemente non ti arrivava perché la cosa non era stata
ufficializzata. Ripeto noi siamo seri e finché una cosa non è
ufficializzata le lettere tornano indietro.......allora che fai
firmi?"
"Certo che
firmo! " e Kuki vece uno svolazzo sulla ricevuta che il postino
gli porgeva , impaziente di ripartire. E ripartì così in fretta che
Kuki quando alzò gli occhi dalla ricevuta non si accorse nemmeno
che non c'era più.
Si rigirò
quella strana missiva tra le mani, desideroso di leggerla e al tempo
stesso titubante. Qualcosa gli diceva che leggere quella lettera
voleva dire aprire tanti punti interrogativi. Per un attimo gli passò
in testa l'idea di cestinarla, ma non fece neanche in tempo ad
attraversarla tutta perché un cecchino appostato sul tetto proprio
per uccidere le idee balzane la fece fuori...
"Col
cavolo- si disse – figuriamoci se non guardo cosa c'è scritto,
specialmente se è tutto gratis....".
Alla
fine di questo ragionamento Kuki si sedette, aprì la busta e tirò
fuori due fogli. Cominciò a leggere:
Carissimo Kuki,
finalmente
riusciamo a trovati per comunicarti che stiamo facendo il censimento
di tutti i serpenti, divisi anche nelle categorie di appartenenza.
Troverai la tua
scheda personale e il tuo numero di matricola in allegato, per cui se
di qui in avanti tu dovessi avere bisogno di qualche documento basta
solo che venga comunicato detto numero e nel breve spazio di poche
ore avrai tutto quello che ti serve.
Felici di
averti trovato ti porgiamo i nostri più cari saluti
INPS (Istituto
Nazionale Per Serpenti)
Kuki rimase a
bocca aperta per circa tre minuti, no forse per tre minuti e
venti....ventuno secondi per l'esattezza, poi lentamente cominciò a
scorrere l'allegato, scritto su fine carta verde.
Kuki, nato a ........ il ..........., residente a ................... appartenente alla categoria dei 'Serpi insopportabili',
discende dalla Casta dei Serpenti Piumati,della progenie del nobile
Queatzcoatl, conosciuto più familiarmente come KuKulKan.
Da ciò la
derivazione del nome Kuki, contrazione popolare di tanto famoso
antenato.
Matricola di
Kuki: 45 28 17 74 83 61.
La prima
reazione di Kuki dopo la lettura di quel documento fu un gesto di
incredulità, seguito da un altro di aperta ribellione,(però nel
frattempo si faceva anche strada in un angolo della sua mente l'idea
di giocare i numeri della sua matricola al superenalotto)e poi mentre
si preparava ad una serie di improperi da rivolgere a chi l'aveva
catalogato nei 'serpi insopportabili', chissà perché gli venne in
mente Maga Magò quando dice a Merlino "Avevo forse detto draghi
viola?" e questo pensiero lo mise di buon umore anche se non
sapeva spiegarsi il motivo.
Decise che
mentre pensava al perché dei draghi viola, avrebbe dato una
sbirciatina al suo aspetto, perché non riusciva a vedere se stesso
in veste di serpente e si immaginò inguainato in una tuta verde un
po' cangiante, quando aveva trent'anni di meno. Se al tutto poi ci
aggiungeva una musichina alla Roger Rabbit il risultato migliorava
ancora. Non si dispiacque per niente e anzi col pensiero riandò a un
paio di sandali della sua mamma che erano di camoscio nero col tacco
altissimo e come vezzo avevano solo la punta di serpente. Erano stati
comprati in un negozio di classe ed erano sempre stati
tenuti in grande considerazione da tutta la famiglia, perché
provenivano dal negozio più lussuoso di tutta la città. Gli passò
fuggevolmente per la testa anche l'immagine di un coccodrillo
tramutato in borsa rossa che il suo babbo gli aveva regalato per
festeggiare un momento importante, comprato nel negozio più chic di
allora. Il suo babbo pensando di fare cosa gradita l'aveva fatta
incartare ,e l'aveva riportata a
casa .(Ops! Scusate! Mi ero scordata di dire che Kuki era
una femmina di serpente)
Si guardò
attentamente allo specchio per capire qualcosa di più di sé .Ma
allora chi era in definitiva? Apparteneva alla specie umana o a
quella dei rettili?
Gli tornò alla
mente un documentario in cui si ipotizzava l'evoluzione dei rettili e
dei sauri in generale, se le glaciazioni, o qualche evento cosmico
non li avessero estinti. Il risultato finale li facevano vedere molto
simili a ciò che siamo oggi.
Lo specchio
infatti gli restituì l'immagine di sempre e cominciò a sentirsi un
po' rinfrancato. A questo punto permise che Maga Magò tornasse nei
suoi pensieri, e neanche a farlo apposta immediatamente a questa si
associò l'immagine di Bis, il serpente dormiglione di Robin Hood.
Quante risate si era fatto insieme ai suoi cuccioli a guardare quelle
immagini. Per simpatia pensò anche all'Anaconda che è un serpente
che si avvolge lentamente, e anche al serpente che vien giù dai
monti che fa la danza per ritrovare la sua coda. Da lì ad arrivare a
Kaa, non ci volle neanche una frazione di secondo, e anche lui quanti
ricordi meravigliosi gli fece rivivere!
La cosa stava
diventando interessante e Kuki capì, che il serpente era qualcosa
di più di quello che lui aveva immaginato quando si era sentito
atterrito solo all'idea di esserlo.
A quel punto la
curiosità e la voglia di sapere, così tipica di Kuki lo spinse a
fare ricerche più approfondite che si spinsero dal dollaro come
simbolo e come banconota al caduceo di Esculapio, dal segno del
potere dei Faraoni a quello dei Veda, dai miti delle religioni
antiche alle spirali delle galassie studiate dai telescopi e dalle
sonde spaziali, finché arrivò alla sua religione e alla scoperta
sensazionale che in alcuni casi Cristo è crocifisso sotto forma di
serpente e qui ci sarebbe tanto da parlare e da capire.
Cominciò a
sentire nascere in sé un senso di onnipotenza che rischiò di farlo
sentire un supereroe, finché non andò a sbattere in una frase che lo riportò immediatamente con i piedi per terra. 'Siate
candidi come le colombe e prudenti come i serpenti'.
E Kuki seppe di
voler essere così. Tenere insieme la sua duplice natura, proseguendo
il cammino che aveva cominciato a percorrere da diversi anni per
vivere la sua vita nel miglior modo possibile senza far del male agli
altri e con la prudenza di farsi una filosofia tutta sua che lo
salvaguardasse proprio dagli stessi altri ai quali non voleva fare
del male.
A quel punto e
solo a questo punto la sua giornata riprese i ritmi di sempre, con un
bel po' di esperienza in più e si disse che era giusto andarsi a
mangiar un bel bombolone per cominciare quella nuova giornata.
".....e su
questo argomento non ho altro da aggiungere!" Come disse Forrest Gump.
venerdì 17 agosto 2012
Ribellione
Se di mattino appena sveglia, il pensiero, invece di correre libero fuori dalla finestra, rimane ancorato a me stessa, scuoto sempre la testa con rassegnazione perché so che ci sarà battaglia tra me e l'altra me...........non so mai chi uscirà vittoriosa da questi scontri, né chi scapperà inforcando la prima bicicletta che capita a tiro nella fantasia, ma so che entrambe ne usciremo malconce e con una gran voglia di ribellione.
“Ma
tu chi sei? - mi domando con una punta di divertimento – tu che
sentenzi tanto, dimmi, tu che fai per migliorare un po' questo mondo?
Perché non fai sentire di più la tua voce? Ti vanti tanto perché scrivi in un giornalino.......ma chi vuoi che legga un
giornalino paesano oltre a un po' di vecchiette? Il fatto che te
l'abbiano chiesto un po' di persone in vacanza, non vuol
certo dire che i tuoi articoli siano divulgativi via!”
“Mi
hai chiesto chi sono?” dico indispettita all'altra me stessa
“Proprio tu che mi conosci così bene, perché mi fai questa
domanda? Come se tu non sapessi che se qualcuno mi chiede chi sono, a
me viene subito in mente la Bohème, e sai anche benissimo che ti
risponderò Chi son? Sono un poeta e cosa faccio...scrivo e come
vivo...vivo! Come se tu non le sapessi queste cose e il fatto che io
mi identifico sempre in Rodolfo e mai in Mimì.....Ebbene, lo vuoi
sapere un'altra volta chi sono? E' vero, sono un poeta e magari
scrivo poesie che a te possono anche non piacere, ma a me sì, tanto,
se no non le scriverei. Sono una sognatrice, un'idealista, sono una
che si è illusa fino a poco tempo fa che bastasse volere bene per
farsi volere bene, sono quella che vorrebbe che tutti avessero
diritti e tutti avessero doveri, ecco chi sono!”.
Ma proprio con questa domanda doveva venire fuori quella? E non ha
ancora finito vedo!
“Sogni,
ideali, ideali, sogni e intanto la vita è passata e tu che hai
fatto? Gli altri camminavano e tu volavi vero? Però gli altri sono
arrivati e tu sei sempre appesa al soffitto dei tuoi sogni!”
“E'
vero – rispondo sospirando – è vero lo so, ma è proprio
necessario essere così cattivi?”
Ha girato le spalle e se ne è andata. Meno male! Non sopporto che
stia con me per più di cinque minuti, una volta al mese al massimo.
E se potessi la vedrei anche con meno frequenza, ma pare che lei non
possa stare senza di me, ha bisogno di vedermi, dice lei, di
aiutarmi, dice sempre lei, di farmi capire le cose giuste, perché io
da sola riesco solo a combinare guai!
Forse ha ragione, forse io non sono cresciuta, anche se a me sembra
invece di sì, anzi........." sai che ti dico mia cara coscienza? Forse non
sei cresciuta te, e hai speso la tua vita per fare la morale a me e
impedirmi di vivere, ma ti garantisco che non riuscirai a cambiarmi,
perché dentro di me io so che voglio rimanere così, hai capito?
Falla finita con i tuoi discorsi stantii. Non ho combinato niente? E
chi se ne frega! E miei tre figli dove li metti? Mica li hai fatti
te, anche se ti vanti tanto di avergli dato te un'educazione,....... o solo una
grande pippa di illusione? Sappi mia cara ipocrita perbenista, che da
ora in poi le mie scelte le farò come pare a me e non a te e se non
ti va bene te ne puoi stare anche a casa tua e saremo più contente
tutte e due!Ormai ho l'età in cui voglio e devo essere me stessa
senza dover dimostrare niente a nessuno, a nessuno hai capito?"
Non mi ero accorta di parlare così forte, ma volevo che sentisse
tutto quello che avevo da dirle mentre si allontanava. Lei ha
continuato a camminare come se non sentisse e solo poco prima di
sparire dietro una curva si è voltata , mi ha guardato freddamente e
mi ha detto:
“Mi
richiamerai!”
“Col
cavolo!” le ho risposto imbestialita e anche per non lasciarle
l'ultima parola “Col cavolo!”
Quanto detesto la gente ipocrita, la gente che fa così perché si
deve fare, la gente che si veste in un determinato modo, perché
tutti si vestono così, la gente che ti pugnala alle spalle, che fa
finta di sorriderti e intanto ti fulmina con lo sguardo. Quella che
se ne è appena andata è proprio una di loro!
“Dai
non esagerare – mi dico – in fin dei conti lei vuole solo il tuo
bene!” Ma il dubbio mi rimane e anche la voglia di essere
finalmente me stessa, costi quello che costi.
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