giovedì 23 maggio 2013

Un giorno in Tribunale

"Se vuoi  passare una mattina diversa dalle altre, vai in Tribunale". Io non ci credevo, ma mi sono dovuta ricredere. Ieri mattina per l'appunto l'ho trascorsa tutta in Tribunale, perché dovevo testimoniare nel caso di un furto. Il problema è stato che avevo la convocazione alle 9,30, e sono stata chiamata poco prima delle 14,00, per cui tutto questo tempo l'ho passato nel corridoio antistante, insieme agli altri testimoni a parlare del più e del meno (quando siamo entrati ci davamo del lei e all'uscita eravamio non solo passati tranquillamente al tu, ma tra un pò andavamo a pranzo insieme). Entravano e uscivano un sacco di avvocati, la maggior parte dei quali li conosco, o perchè  l'incontro per il corso un giorno sì e il giorno dopo anche, o perché sono vicini di casa, o perché li ho visti crescere, o perché siamo anche amici........ma lì tutti avevano un'aria diversa, camminavano in modo diverso, tutti di corsa, come se avessero da fare chissà che cosa, e invece ogni cinque minuti erano lì che correvano o a prendere il caffé, o a chiacchierare con gli altri, o andavano fuori non so a fare cosa. Comunque il tutto dava l'idea di un gran fermento e di una grossa attività. E pensare che il nostro Tribunale ce lo vogliono portare via!!

Quando è toccato a me entrare a testimoniare, mi sono sentita comunque un pò emozionata. Entrare in un'aula giudiziaria non ha certo niente di piacevole, ma sinceramente  non appena mi sono seduta davanti al microfono e ho fatto giuramento, sono entrata in uno dei film di Perry Mason, anche se in questo caso non c'era né un omicidio, né un detective belloccio come Poul Nonmiricordoilcognome, l'aiutante del grande avvocato. Comunque la toga ce l'avevano anche i miei. L'imputato era molto allegro e questo mi ha rincuorato....se non importava a lui! Io avevo un piccolo problema...non mi ricordavo molte cose, ma dopo un anno e tre mesi era abbastanza normale, e ho visto che anche gli altri erano nelle stesse condizioni, per cui quando il PM mi ha chiesto con che macchina fosse scappato il signore in questione non ho potuto fare altro che dire che la macchina era di colore verde.
"Sì! Ma che tipo di vettura era?" ha insistito
"Senta! Io non mi ricordo neanche di che tipo è la mia (è vero, giuro! So che è una Punto, ma che tipo di Punto sia, non lo so proprio e pensare che lo vedo scritto ogni giorno!!) figuriamoci se mi ricordo di un'altra macchina....e poi avevo da tenere a mente i numeri della targa e con la mia memoria è già tanto quello!"
 Alle 14,30 eravamo tutti fuori, imputato compreso, che era sempre contento come prima e a quel punto non so dire se contento che si era beccato solo sei mesi, più una somma da pagare, più il pagamento delle spese processuali, o contento perché quello era il suo stato d'animo abituale.
Una volta fuori, il mondo è tornato normale e allora ho capito perché dentro il tribunale gli avvocati camminano tutti alla stessa maniera, tirandosi sempre dietro una grossa borsa piena di carte, con passo veloce e sguardo perso nel nulla........un pò come il coniglio di Alice. "Non c'è tempo! Non c'è tempo!" e infatti il tribunale è un microcosmo, dove il tempo scorre in maniera diversa, e nell'arco di una mattinata si devono decidere le sorti di tante persone che colpevoli o innocenti, sono comunque sempre persone, e anche avvocati e giudici rivivono continuamente situazioni paradossali e qualche volta anche surreali dettate dai ricordi dei testimoni, dalle dichiarazioni degli imputati, dalle stesse ricostruzioni che vengono fatte da loro il cui scopo è quello di condanare o di fare assolvere. 
Per un attimo , ma solo per un attimo mi è tornato in mente quel paese di "Acchiappacitrulli!" che è nelle avventure di Pinocchio....................solo per un attimo lo confermo! Un mondo a sé, dove i modi sono diversi, il linguaggio anche................anche il modo di prendersi un caffé..........Ma se si va in un ospedale, non è forse la stessa cosa? E in un ambiente religioso? Idem con patatine fritte.................e allora il pensiero che sorge spontaneo è quello che forse, essere nella strada, all'aria aperta, camminando.... è forse la situazione migliore che ciascun essere umano possa vivere! Per cui quando sono stata fuori e mi hanno offerto un passaggio per tornare a casa ho detto: "No grazie! Sento proprio il bisogno di camminare" e mi sono avviata fuori dalla città, ritrovando la dimensione che mi è congeniale, in mezzo al verde, tra gli alberi, con la pioggia che scende, con il sole che ci prova e ci riprova e ci riprova ancora.........  

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