giovedì 30 maggio 2013

Fotografie

Stamani il primo sguardo l'ho ricevuto dalla mia nipotina più piccola, da una fotografia attaccata allo sportello del frigorifero. Quello sguardo mi ha messo allegria, anche perché tra pochi giorni finalmente la vedrò e finalmente me la spupazzerò un pò. Almeno spero! Perchè può anche succedere che questa nonna un pò a modo suo, così diversa da tutte le nonne del mondo che sono morbide e paciose, possa anche risultarle antipatica. In effetti non sono mai stata molto simpatica ai bimbi piccolissimi. Forse è questa mia incapacità di fare coccole e smancerie varie che ferma gli slanci dei bambini, che logicamente non sanno capire che anche dietro una scorza ruvida come la mia possa esserci un mondo di amore altrettanto grande di quello di chi si scioglie in moine e carezze. Qualche volta ho provato anche ad andare in deroga al mio modo di essere, ma i risultati sono stati penosi, forse perché il mio disagio era talmente evidente che anche i piccoli hanno pensato che senz'altro è meglio un orso vero, piuttosto che un orso vestito da caramella.  Si vedrà!
Al solito comunque mi sono fatta trascinare fuorio tema perché non è quello che volevo dire. Il mio pensiero era partito da una fotografia, perché non amo le fotografie. O meglio mi piacciono,e anche molto, ma dentro un album e non esposte  a ricordarmi che il tempo passa e che le persone che mi guardano dalle foto non sono più quelle, ma altre che ormai sono cresciute, stanno cambiando..........o sono ormai cambiate in maniera drastica e radicale. Sullo sportello del frigorifero, tra le altre c'è anche quella dei miei figli quando andavano a scuola. Anche in quella foto ogni tanto cade il mio sguardo, che mi riporta indietro, a una vita che per legge di natura ora non è più la mia. Un piccolo senso di rimpianto .......e la giornata continua.
Eppure ricordo che anch'io ho avuto fotografie incorniciate sparse per casa, in maniera industriale. Ma questo è accaduto in un'altra vita..........poi, chissà perché le fotografie esposte  hanno cominciato a darmi fastidio, a ricordarmi la clessidra del tempo, il passato che non c'è più, la gioventù che se ne è andata senza voltarsi neanche un attimo per dirmi ciao. Io invece, sembrerà strano, non voglio vivere di ricordi e di espressioni scomparse, voglio vivere di futuro e di attesa di nuovi sguardi e di nuove espressioni tangibili, vere, che posso toccare con una mano e magari anche  commuovermi per un attimo sui nuovi fili d'argento tra i capelli dei miei figli, sui riccioli d'oro dei miei nipoti e sui loro occhi di stelle, sulle rughe del viso della mia mamma. 
Sicuramente sono strana, lo so, lo sento anche da me, ma sono io e guardando la fotografia sorridente della mia nipotina, continuo a dirmi che preferirò centomila volte  portare dentro di me le sensazioni dell'incontro con lei, che l'immagine statica di una fotografia. Quando la vedrò so già che la guarderò con un'intensità che solo io conosco e che ogni particolare della mutevolezza delle sue sepressioni si fisserà dentro di me in maniera che nessuna pellicola può imprimere e niente potrà mai cancellare quell'immagine.

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