venerdì 3 maggio 2013

Sotto cento bandiere



Un pò di tempo fa mi è capitata una cosa banale, che però mi ha fatto riflettere.
La mia distrazione che è forse pari alla mia fatasia e quindi tanta, mi ha fatto perdere nuovamente la tesserina dei punti del supermercato che avevo appena rinnovato....credo due mesi prima.
Infatti ero stata un periodo senza e mi mancava perché non riuscivo più ad accumulare i punti che mi servivano per avere il regalo che avevo scelto. La cosa strana è che però, quando l'ho persa nuovamente, non mi sono turbata più di tanto e mi sono limitata a dire alle cassiere che non la rinnovavo. Mi sono anche domandata di sfuggita il perché di questa decisione, poi non ci ho pensato più.
Questo per due settimane, poi per tre, poi per due mesi, poi per quattro e in tutto questo tempo si ripeteva sempre lo stesso ritornello.
Arrivavo alla cassa e la domanda di prassi era:" Mi da la tessera?" seguita dall'altrettanta ovvia risposta "Mi dispiace non la trovo più!" E così fino all'altro giorno. Arrivo alla cassa per pagare, la cassiera mi fa la solita domanda, io do la solita risposta, ma stavolta qualcosa cambia nel copione, perché a un tratto lei riprende con aria quasi risentita:" Non capisco perché ancora non è andata a farsela rifare!" "Bella domanda!" rispondo io e senza neanche starci a pensare riprendo:" Sa perché? Non mi sentirei più libera....Ecco ora ho capito perché non mi decidevo a rifarla!" Un signore che era lì vicino è entrato nel discorso e mi ha detto: "Come la capisco. Ha proprio ragione!".
In effetti, forse anche grazie alla conferma di questa persona che conosco molto bene e della quale ho la più grande stima, ho capito che veramente anche quella piccola e innocua tessera non mi faceva sentire libera nelle mie scelte, condizionandomi a determinati acquisti, o a determinati prodotti.
Era da tempo che riflettevo sulle tante tessere che ci condizionano l'esistenza e ci impediscono di avere quell'autentica libertà di scelta e di pensiero che vorremmo avere. Le parole di quel signore mi hanno spinto a scrivere il mio pensiero.
E va bene...aggiungo la didascalia. Ch'aggi'a ddi? Le bandiere mi sono sempre piaciute un sacco, le tessere molto di meno


Io, arrivata alla mia età, che, senz'altro con molta presunzione, reputo ancora verde, anche se di un verde più sbiadito di quando avevo vent'anni, un verde oserei dire pieno di macchie rugginose, ma senz'altro più tignoso, io dicevo, non sopporto neanche più i condizionamenti che mi do da sola, figuriamoci quelli che mi vengono suggeriti dall'esterno, col nobile intento di fare ...il mio bene!
Eppure sembra che nella nostra vita tutto concorra a tesserarci e a marchiarci, neanche fossimo un branco di pecore, che devono avere il segno di riconoscimento per non essere confuse con quelle degli altri.
Fin da quando siamo bambini veniamo codificati e spinti a identificarci con quella o quell'altra associazione, che diventa la migliore, quella che non sbaglia mai, quella che ha la verità in tasca, e su, su finché si cresce e cominciamo ad avere anche qualche idea politica. Ma anche la politica richiede un allineamento e quindi una tessera, e la certezza che i fortunati possessori di tale tessera siano gli illuminati e gli altri dei poveri stupidi che non sanno nemmeno dove vanno.
Dalla politica alla scelta di fede, il passo è breve, quasi scontato, e anche lì ci sono tessere a non finire piene di simboli e di parole del vangelo, quasi che Gesù sia venuto a fare propaganda e a dire che sì, se credi sei bravo, ma se credi con un simbolo che ti dichiara appartenente a un'associazione sei ancora meglio.
Ne ho viste, una volta, moltissime in un album di una collezione privata e devo dire che mi sono anche piaciute , ma senza divagare e tornando subito a me devo dire che mi è piaciuto molto anche tutto il simbolismo degli scout ai quali appartengo da una vita ormai, tessera compresa, ideale compreso. Quindi so bene di che si parla e di quanto possiamo diventare faziosi.
A distanza di tanti anni però, se non fossi riuscita a fare un certo tipo di cammino, penserei di me che non sono riuscita a crescere neanche un pò.
Invece lentamente, l'esteriorità dell'appartenenza all'associazione è scemata, o meglio ha preso il giusto posto ed è rimasto l'ideale, e con lui la libertà. La libertà di poter dissentire da determinate idee e di andare oltre e devo dire che mai come oggi mi sono sentita scout, dentro di me.
Allo stesso modo, per tutte le mie altre scelte mi ritrovo ad andare oltre i partiti, in politica; oltre i movimenti e le varie correnti, e anche oltre la mia stessa religione,  nella fede.
Sfrondate da tutti questi rami che dovevano essere potati, le mie certezze oggi sono poche,ma inossidabili: credo fermamente nel messaggio del Vangelo e credo con altrettanta fermezza che oggi nel nostro martoriato mondo c'è bisogno di onestà, al di là di ogni tessera e di ogni simbolo.
Forse il riappropriarsi della propria libertà di pensiero fa parte dell'età, di una certa maturità, ma la sensazione è molto bella e incoraggia a seguire questo cammino, senza per questo sentirsi asociali, o falliti, o............peggio ancora,  superiori a nessun altro.
Logicamente ciascuno la vede come vuole e quello che a me sembra bello, ad altri può sembrare stupido e anche peggio, ma tant'è!
Riappropriarsi dei propri pensieri prevede anche questo: essere capiti o no.
Ma a questo punto non ha nessuna importanza.
L'importante alla fine è essere se stessi, possibilmente senza il bisogno di cento bandiere.

(Mi sono accorta che il titolo che ho dato a questo post, non è molto adatto all'argomento che ho trattato, ma mica potevo intitolarlo "Sotto cento tessere"........non rendeva l'idea via! Invece le bandiere la rendono l'idea eccome! Anche se è un'idea tutta diversa. Per me le bandiere sono bellissimee in me risvegliano sempre un sentimento patriottico e allora mi sono fatta prendere da questo sentimento positivo, per trattarne invece uno che a parer mio è la negatività assoluta)


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