lunedì 22 ottobre 2012

La filosofia del fungo porcino

Ieri ho trovato i funghi porcini. Li ho trovati nel senso che mi sono fermata al bivio di San Biagio, dove c'era un camioncino letteralmente carico di que gentili ometti,........e li ho comprati. Del resto se li voglio mangiare non ho altra alternativa e non perché non si trovino nei nostri boschi, ma solo perché io non li trovo. Non riesco a vederli perché ogni volta che entro in un bosco, tutto mi distrae e i mie occhi corrono dal colore di una foglia, a un insetto, a un fiore selvatico, al muschio, al pungitopo che comincia a caricarsi di bacche, al fremito di un battito d'ali che si alza impaurito nel silenzio interrotto dal rumore dei miei passi. Per non parlare delle tane dei piccoli roditori o delle ragnatele che nelle mattine di brina, fanno di un comune alberello, un albero di natale. Insomma tutto mi affascina nel bosco ed è per quello che alla fine gli altri tornano carichi di funghi e io no! Anche perché se ne vedessi uno, non riuscirei a toglierlo dal suo contesto, che è bellissimo e mi parla di favole, di poesia, di folletti, di piccoli gnomi, di fatine leggiadre.......di Alice nel paese delle meraviglie........che ci posso fare! Sono fatta così e non solo per i funghi. Non colgo neppure i ciclamini che in questo periodo sono tanti e creano dei piccoli giardini in mezzo al bosco.
Erano bellissimi i funghi che ho trovato ieri e quando li ho portati a casa ero proprio contenta, ma anche allora era più il piacere di guardarli, di vederli così uguali eppure diversi l'uno dall'altro, a seconda di dove sono cresciuti e quale è stato l'albero maestro che gli ha dato l'imprinting. Hanno colori e consistenze diverse a seconda che siano nati in una faggeta o in un castagneto, o sotto le maestose chiome delle quercie e ciascuno porta con sé la sua storia di provenienza, il suo cielo, i racconti di foglie e di frutti diversi che sono scesi fino a lui per raccontare l'estate appena passata e regalare i colori dell'autunno.
Sono in definitva come noi uomini, di un'unica razza , come disse Einstein, quando gli fu chiesto di dichiarare a che razza appartenesse e lui rispose "Appartengo alla razza umana". Eppure anche in noi quante differenze, quanta cultura diversa, quante esperienze non condivise, dettate dall'appartenenza a luoghi diversi, quanti colori diversi.....e privilegiati. Anche il fungo di faggio, nasce biancastro e viene considerato il migliore, almeno così mi dice chi se ne intende,  ma mica è vero! La mia simpatia istintivamente va al fungo classico con la cappella marrone e se ne dovessi mettere uno in un dipinto, non ci metterei mai il fungo chiaro, ma sbaglierei anche allora; perché ieri quando li comprai, tra quelli che l'ometto fungaiolo, mi aveva messo sul piatto della bilancia ce n'era anche uno proprio bianco, che io gli dissi che non volevo e lui lo tolse subito e me ne dette un altro. Poi quando ho pagato, ha ripreso quel fungo e mi ha detto "glielo posso regalare?" e io gli ho risposto di sì, perché un regalo non si rifiuta mai, ma poi anche a casa lo guardavo con sospetto....e invece! Era buonissimo,  proprio come gli altri! E allora? Allora mi sembra che la conclusione logica  sia che non si deve mai essere razzisti né con gli uomini né con i funghi!

Ma te guarda dove mi hanno portato un pò di funghi porcini!!!

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