sabato 13 ottobre 2012

E volano via

Quando ho letto questa poesia di Rocco, l'ho fatta subito mia, perché dove si parla di cielo, di arcobaleno, di stelle.......lì ci sono io, che in questo periodo purtroppo posso viaggiare poco fisicamente, ma con la fantasia sono sempre per le vie infinite del cielo, nel suo silenzio, nel suo mistero, in attesa di sentire quella 'musica delle sfere' di cui parlano poeti, teologi, filosofi, matematici, una volta tanto d'accordo nel dire che questo cielo in cui siamo immersi non è casualità ma  ha un senso....un senso....



Volano i miei pensieri sulle note di una canzone.
Sul davanzale del tramonto, se tu guardi il cielo
vedrai uno sciame d’angeli eternamente in volo.
Si fermano un istante sul primo arcobaleno,
che nasce tra i ciliegi e muore in mezzo al grano.
E poi di nuovo in volo fragili e trasparenti
come piccole lacrime che scendono silenti.
E volano e volano via verso la stella polare
sembrano file di perle sull’Orsa Maggiore.
E volano e volano via, passano il Carro Minore,
li puoi vedere soltanto da qui se ti affacci con me.
Nel rosso del tramonto se tu guardi il cielo,
vedrai uno sciame d’angeli eternamente in volo
e solcano l’azzurro, sembra che scorra un fiume,
mentre la luna naviga un mare senza fine.
E volano e volano via, dentro universi infiniti
attraversando in silenzio gli spazi assoluti.
E volano e volano via come diamanti nel vento,
ma tu puoi vederli soltanto da qui,
se ti affacci con me.. . io li seguirei con te.


Chissà! Forse questo mio vagabondo errare tra le meraviglie del cielo è solo il desiderio di poter carpire qualche nota di questa sua musica sconosciuta, che per qualcuno è suonata dagli angeli, per altri il frutto di perfetti incastri di un meccanismo grandioso.
 Un pò di note da  portare quaggiù, dove la nostra musica, anche la più bella, non riesce più a farci uscire da noi stessi, perché troppo oppressi dalla contingenza della vita che in in questo momento ci sta soffocando e nella quale riusciamo solo a comprenedere, e poco anche quelle, le note stonate e disarmoniche di una sinfonia che non vogliamo più sentire, che ha il triste titolo di :La crisi dello spread......in do maggiore naturalmente, la dove il 'do' è da intendere  che do, do, do, continuamente, senza soluzione di continuità, in tasse, benzina, generi alimentari e altre note similari.............La sinfonia è sempre quella e non smette mai né di giorno né di notte........e c'è da stupirsi se uno vuole sentire almeno una volta la musica delle sfere?

Nessun commento:

Posta un commento