sabato 27 ottobre 2012

C'è ancora posto per le favole

C'era una volta.....


E via! Ammettiamolo. Per un lungo periodo le favole non sono state più di moda e infatti era quasi considerato antipedagogico leggerle ai bambini. Che ce ne facevamo delle favole quando sapevamo con certezza di stare vivendo la Favola con la F maiuscola, nella realtà dei nostri giorni?


La Favola dell'uomo finalmente principe della terra, con il suo potere ormai non contrastato neanche più da Dio, la Favola della donna, principessa risvegliata ai suoi diritti e alla sua emancipazione! Un mondo appunto di favola, dove tutti vivevano felici e contenti in un continuo festeggiamento di se stessi e del ritrovato paradiso dell'eden, che anche se geneticamente modificato, era pur sempre un paradiso terrestre. Un paradiso OGM , comprensivo di serpente , anche lui modificato, ma non per questo meno temibile, proprio perché opera dell'uomo. Ed è stata davvero una favola per i tanti anni in cui abbiamo pensato che le cose sarebbero sempre andate bene, che il benessere non ci avrebbe mai più abbandonato, che saremmo stati comunque sempre gli artefici del nostro domani. Una favola appunto. Ma non a lieto fine!
Ci siamo svegliati di colpo in una realtà che non è più lontanamente simile a quella che avevamo vissuto fino a poco tempo fa, carichi di problemi silenti che da ormai molto tempo si addensavano minacciosi nei nostri rosei orizzonti e che ci siamo ostinatamente rifiutati di guardare, confinandoli solo nella scenografia del nostro cielo, ma che si sono materializzati improvvisamente come fecero i venti quando uscirono dal vaso di Pandora. Problemi che convergono tutti in un'unica e usatissima parola: recessione.
Improvvisamente ci siamo trovati poveri, senza prospettive per il domani, senza sapere la strada da consigliare ai nostri figli per il loro futuro, ma allo stesso tempo con tutte le esigenze che il nostro passato benessere ha reso legittime.

Qualcuno ha paragonato la nostra crisi attuale al primo dopoguerra, ma io a pelle, sento che è una cosa molto diversa, perché allora se non altro c'era la voglia di ripartire, di ricostruire un pò come fanno i pionieri quando vanno a conquistare nuove terre. C'era insomma un fine comune. Oggi tutto questo manca perché l'unica cosa che ci unisce è il caos in cui ci muoviamo,  e lo si vede benissimo specialmente se guardiamo coloro che dovrebbero essere le nostre guide civili e morali.
Tra l'altro oggi non c'è neanche più il conforto di Dio, proprio in virtù delle nostre passate scelte che lo hanno relegato in subordine rispetto a noi.
In questo momento si va incontro alla vita senza avere più i valori del passato, ma anche senza dare valori al futuro. Mi sembra insomma che si viva alla giornata, accontentandoci del carpe diem, perché oltre non riusciamo ad andare.



Ma anche in questa fase di stallo, continuiamo ad aver bisogno di pensare e di credere in un domani migliore. Non ci sono ancora energie sufficienti per dare una svolta alla nostra vita, per fare si che "recessione" diventi anche qualcosa di positivo che ci aiuti a riconsiderare noi stessi e il nostro andare, ma indiscutibilmente la capacità di sognare ci è rimasta e con quella la capacità di dare nuovamente posto alle favole.







Ma sì! Lasciateci sognare un mondo migliore, popolato di nuovi principi e principesse e di nuovi orchi e draghi, lasciateci sognare che in queste nuove favole, come sempre il bene esca trionfante sul male e che si possano concludere come allora " e vissero tutti felici e contenti" dove il "tutti" non significava solo il principe e la principessa ma proprio tutti, dal primo all'ultimo del regno. Ma sì! Intanto lasciateci scrivere i copioni delle nuove favole e poi, quando saremo nuovamente in grado di recitarle, se saranno favole a lieto fine o no, dipenderà soltanto dalla bravura e dalla sensibilità dei nuovi attori. Siamo in trepida attesa di loro, uomini e donne puliti, , che abbiano a cuore il bene comune e non soltanto il proprio tornaconto o la propria ambizione, senza per quello dimenticarci che ciascuno di noi è una comparsa importante nella scena del grande teatro della vita.

Nel mondo delle favole questa è la casa di Fuf


Saremo sempre in tempo a relegare le favole belle in un angolo nascosto del nostro cuore, pronti a vergognarci nuovamente di loro, quando saremo altrettanto presuntuosi come lo siamo stati fino ad ora da credere di non avere più bisogno del loro apporto. La ciclicità della storia insegna! E il nostro cuore, che si rifiuta ostinatamente di rinunciare alle favole...anche!

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