sabato 26 ottobre 2013

Il campo

Stamani vado di corsa. A minuti passerà a prendermi mio figlio e zac via di corsa a Marradi, stavolta non per lavorare, ma per andare a parlare di un pezzo di terra, che noi chiamiamo ' il campo', anche se non ci abbiamo mai coltivato niente. E' strano come anche un comune pezzo di terra, al quale non sei legato, nel momento in cui può nascere una possibilità di venderlo, diventi parte di te e del tuo vissuto.........e si riempia di ricordi, più che altro di ricordi che sono arrivati per interposta persona, e cioè quelli di mio padre e di mio zio quando erano ragazzi. Figuriamoci un pò.....ma si può campà così? Che improvvisamente  mi ritrovo affezionata anche a un pezzo di terra che guardo solo di sfuggita quando le passo davanti con la macchina? Beh! io sono fatta così che ci posso fare? Che ci posso fare se ora me lo vedo davanti bianco di neve, con due ragazzini che  scendono per il suo declivio con gli sci e con l'entusiasmo che solo i ragazzi possono avere nel riaffrontare di nuovo la salita e poi un'altra volta e un 'altra volta ancora, fino allo sfinimento pur di provare l'ebbrezza della libertà che da una discesa con gli sci! Entusiasti fino al punto che uno dei due, mio padre, non si accorse fino a sera di aver messo la sera precedente il suo orologio proprio dentro lo scarpone e lo ritròvò................miracolosamente intatto.......
La cosa bella di quello che noi chiamiamo 'il campo' è che da quando lo conosco io, e ormai è un bel pezzo, è sempre stato minacciato di essere venduto, ma nessuno ci è mai riuscito....all'ultimo momento c'è sempre stato qualcosa che l'ha impedito, per cui vado con lo spirito di fare una gita sapendo dentro di me che potrò continuare a vedere per tanto tempo ancora i due ragazzini che scendono, le gote rosse dall'aria della neve, per il suo declivio fino a finire in mezzo alla strada.....ma allora non pasavano macchine, l'unico rischio era quello di finire nel fiume!

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