venerdì 5 luglio 2013

W la Crisi

Allora è certo! Il nostro Tribunale, come tanti altri in Italia chiude i battenti e si porta dietro l'Ufficio delle Entrate, la Compagnia dei Carabinieri, e non so che altro. Tutto ciò causerà un ulteriore impoverimento del nostro comune, che già ricco non è. Il Vescovo è stato trasferito e ad ogg tutt ci chiediamo se ne verrà nominato un altro, o se anche in questo caso verremo accorpati ad un altra Diocesi.Anche sul Monoblocco dell'ospedale  ci sono grosse nuvole nere ormai da tempo.......... Ma insomma nel nostro bel paese, che tra l'altro e forse impropriamente, si fregia del titolo di città, che cosa ci rimane? 

La colpa è della "CRISI". Evviva la crisi! Ma la parola crisi è una parola neutra, che non richiama responsabilità. C'è la crisi e la subiamo, c'è la crisi e ne vediamo tutti i giorni i risultati, c'è la crisi  e c'è la povetà, c'è la crisi e c'è la ricchezza, c'è la crisi e c'è la ripresa. Ma la parola "Crisi" non mette quella paura che invece avrebbe tutti i motivi di esserci.
Questa parola  è usata anche in termini positivi molte volte. Quando si dice che qualcuno è in crisi, intendiamo che questo qualcuno sta rivedendosi, sta cercando di essere diverso da ciò che è, perché non si riconosce più nella sua attuale immagine.....e questo è positivo, ma non mi sembra il caso di questa crisi. Qui non si sta rivedendo proprio nessuno e i giochetti politici continuano imperterriti sulla nostra pelle, improntati al solito gioco  della carota e del bastone. Logicamente gli asini siamo noi.
"Toglieremo l'IMU!" e noi tutti a dire "Bravo!" ma nel frattempo ci mettono sul piatto un'altra portata che si chiama TARES e neanche tanto tempo dopo, qualcun altro viene fuori con "E' impossibile togliere l'IMU, sennò come si fa con l'IVA?" E  noi sempre zitti a guardarci nei portafogli e a chiederci: "Ce la farò a pagare questa volta?" E ogni volta ci accorgiamo di avere sempe un pò di meno in possibilità e tanto di più in problemi. E allora c'è una nuova rinuncia....ecco uno dei nomi della Crisi potrebbe essere rinuncia.
 Rinuncia è una parola complessa, che si adatta a tanti modi di essere. Si rinuncia a qualcosa per amore, e noi italiani inizialmente l'pabbiamo fatto proprio per amore del nostro Paese, si rinuncia per scelta, si rinuncia per costrizione, si rinuncia per necessità, fino a che si rinuncia anche di lottare e qualche volta a vivere. E allora viene spontaneo domandarsi: "Ma questa CRISI ce l'avrà o no dei genitori che l'hanno generata?" Pare proprio di no e comunque nessuno sembra conoscerli. Tutti sono puri e illibati come le vergini dai candidi manti........Ma, ma allora stiamo assistendo a un evento di portata eccezionale!! DIO e la CRISI sono praticamente sullo stesso piano, con la differenza che Dio una volta si fece uomo e venne ad abitare in mezzo a noi, mentre la Crisi preferisce abitare il suo Limbo e non ci sarà mai nessun uomo che verrà in suo nome ad abitare in mezzo a noi..................

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