sabato 27 luglio 2013

Il Trotter giallo

Per la prima volta, dopo tanti anni, rileggere questa pagina non mi fa più male. Tutt'al più mi lascia un lieve senso di malinconia..........

Io dipingevo! Quante tele ho dipinto in quel periodo, quante mostre collettive e anche personali! Le ricordo ancora una per una, con le sensazioni che mi hanno lasciato e la gioia di parlare con le persone che venivano a vedere i miei quadri. Ricordo ancora quelle che feci proprio qui alle Terme, che furono due piccoli successi personali. Tutti i quadri venduti e molte ordinazioni, che andarono a finire in svariate città. Col gruzzoletto guadagnato, mi comprai l’unico motorino della mia vita, che ricordo ancora con nostalgia. Era un Trotter giallo, che mi ha lasciato a piedi più di una volta, ma io gli ho voluto bene lo stesso.
Poi fu la volta di  una mostra più importante. Sentivo che ero nuovamente a una svolta nelle mie scelte. Avevo fatto diverse esposizioni, è vero, ma sempre tutte locali. Avevo anche cominciato a ricevere ordinazioni da privati, da alberghi, da ristoranti, ma tutto sempre nella nostra città o nell’immediato interland. Avevo anche cominciato a diversificarmi, a maturare dal punto di vista del tratto e del colore e sentivo la necessita di altri confronti, per cercare di migliorarmi e di salire un po’ più in alto. Del resto, mi dicevo, in questa maniera non rubo il lavoro a nessuno. Non solo! Non vado nemmeno a lavorare fuori. Resto in casa e così siamo tutti contenti. Me le dicevo quasi con rabbia queste cose, perché dentro di me sapevo che così non avrei fatto molta strada!
L’occasione mi si presentò non voluta e non cercata proprio dopo poco tempo quando allestii una mostra più grande delle altre in un albergo che mi permise di usare un’intera sala per venti giorni.
Fui notata da un gallerista di Firenze, che andò a parlare con il babbo proponendogli di esporre i miei quadri e allo stesso tempo suggerendogli di farmi frequentare una scuola che mi avrebbe dato ciò che ancora mi mancava: la tecnica. Avevo fantasia, una buona spatola, un’incredibile tavolozza di colori, ma mi mancava una cosa essenziale. Mi mancava la scuola, quella scuola che mi avrebbe aiutato a risolvere i problemi che tante volte io lo sapevo, perché mi si erano presentati, non ero riuscita a risolvere da me.
da "fiore di Cappero"

Naturalmente quella scuola non la feci mai, sennò non ci sarebbero stati anni di dolore e non sarei approdata a questa stupida malinconia  che di tanto in tanto si riaffaccia. La vita scelse diversamente e mi dette cose diverse e molto più importanti, che comunque avrei potuto avere ugualmente,  non ne avevo dubbi allora come non ne ho oggi, ma per me allora scelsero diversamente le persone che mi erano vicino e che sicuramente lo fecero per il mio bene, e io........ io non riuscii a ribellarmi e a diventare la padrona del gioco della mia vita...............

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