mercoledì 10 luglio 2013

Temporale

Ieri è venuto un temporale, ma talmente forte.......e talmente bello, che non ho potuto fare a meno di scriverlo. Solo che provo un pò di imbarazzo a farlo, perché ero al ...........cimitero.
Ed ero anche molto dispiaciuta, se è per quello, un pò perché la persona che se ne è andata, l'ha fatto così improvvisamente, che a nessuno è sembrato fosse lei, quella che abbiamo accompagnato all'ultima dimora, un pò perché conoscevo abbastanza bene quell'uomo dagli enormi baffi neri, col quale o di mattina o di sera, scambiavo sempre un saluto. Però............................................................
Però, quando eravamo lì a dargli l'ultimo saluto, ho sentito che l'aria cambiava repentinamente e alzando gli occhi al cielo, su verso le case del paese che si stagliavano già nere, ho visto avanzare un fronte nuvoloso talmente vasto e  talmente minaccioso, che un piccolo, eccitante brivido mi è passato lungo la schiena. E' stato un attimo e poi una di quelle famose 'bombe' d'acqua, delle quali negli ultimi rempi si è strombazzato tanto nei telegiornali e nelle previsioni meteo, ci è piombata addosso,..............proprio con la violenza di una bomba, per finire immediatamente dopo. Ma io, dentro di me, sentivo che la cosa non era passata, anche se il cielo, era di nuovo parzialmente sereno, lo sentivo, perché ho questa capacità di avvertire i temporali, perché io stessa divento carica di elettricità come una nuvola ed è una sensazione esaltante e tremenda allo stesso momento..............che fortunatamente è durata poco, perché pochi minuti dopo,  con lo schianto di un tuono, che ha fatto tremare tutta la valle, è venuta l'acqua, o meglio le funi d'acqua, e il vento, che ce la buttava addosso, piegando gli ombrellini di fortuna che tutti più o meno abbiamo in borsa.  Lampi, tuoni, pioggia, si sono avvicendati sopra il gruppo di persone, ormai esiguo, che si era strettto intorno alla  fossa, che veniva rapidamente ricoperta. Io col mio ombrello, come altri del resto, cercavo di riparare al meglio i parenti, che pur nel loro dolore, non potevano fare a meno di vedere un diversivo in quella manifestazione violenta della natura.

Io stavo bene.
 
Tutti, chi più, chi meno, chi sottovoce, chi a voce alta, malediceva quel tempo e invece io  stavo proprio bene,.......ecco, mi dispiace dirlo, perché forse non avrei dovuto, ma io stavo veramente bene. Piena zuppa di acqua, dai capelli fino alla punta dei piedi, che affondavano in una pozza che si era creata proprio in quel momento, io stavo bene, assaporavo un senso di libertà , che ancora non so spiegarmi da dove mi venisse.  Mi sentivo piovere  io stessa, e come per incanto tutta la tensione elettrica accumulata prima se ne andava quasi per magia, rendendomi libera, serena, viva. Era così bello sentirsi battere la pioggia sul viso,  sulle braccia e sulle gambe nude, non so....così confortante, come se lavasse il male del mondo, quel male di cui avevamo sentito parlare per tutta la messa e convogliare in un fiume di speranza del dopo.L'ho considerata quasi alla stregua di  una preghiera, quella preghiera che io non so mai dire,  me ne sono resa conto dopo, quando è arrivato un ombrello molto più grande a coprire le teste dei familiari che attendevano al mesto rito, e io me ne sono potuta andare, offrendomi a quel punto totalmente a quella catarsi che veniva dal cielo, tanto non c'era più niente che non fosse bagnato, e una volta fuori del recinto, non ho saputo resistere alla tentazione di fermarmi e , alzato il viso alla grande pioggia, ho allargato le braccia e ho vissuto da sola  un momento di autentica simbiosi con la natura, scoprendo dentro di  me, se ancora ce ne fosse bisogno, quel  'senso della pioggia', che già altre volte ho sentito  così prepotentemente. .............................che ci posso fare?

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