Eh! Stamani mi sono alzata con una gran voglia di fare nulla.....capita vero qualche volta? E invece tra un pò dovrò cominciare la mia giornata . In genere lavorare mi piace e anche molto, ma stamani vedo il lavoro come un nemico da combattere , un temibile generale maestro di trabocchetti. Quale mi avrà preparato stamani? Ma non si illuda! Anch'io ho il mio esercito..... delle cui fila fa parte, prima di tutto un buon caffè, poi una bella doccia, poi un altro buon caffè con bombolone annesso e se il tutto non basta per sgominare il nemico ho anche l'esercito di riserva, quello della mia fantasia....quello di Valledoro........................del quale sono il Generale.
Ma lo
spettacolo che si presentò ai loro occhi! Un esercito era schierato
davanti al temibile antro del regno di Ego, e altri soldati stavano
arrivando da tutte le parti:
A Iris si
inumidirono gli occhi dall’emozione, mentre Brando non riusciva a
riaversi dalla sorpresa che tale visione gli aveva procurato. Era
talmente sorpreso, che non riusciva neanche a ridere, anche se dentro
di sé, cominciava a sentire un pizzicorino che partiva dalla punta
dei piedi e che irrefrenabilmente si allungava su per le gambe, fino
ad arrivargli allo stomaco. Tra un po’ sarebbe giunto alla bocca e
allora……..
Poi
guardò Iris e immediatamente seppe che mettersi a ridere sarebbe
stato l’errore più grande della sua vita. Quello che vedeva, non
era uno scherzo, ma una cosa estremamente seria che aveva una
dignità, che solo ora vedeva in tutta la sua grandezza. In piedi,
proprio di fronte a lui, un uomo e una donna, come lui, gli fecero
inequivocabilmente capire che si trattava di Samo e di Var, che erano
i genitori di Iris e l’esercito che si snodava dietro di loro ad un
tratto diventò qualcosa di così dignitoso, che cominciò a guardare
tutti con rispetto.
C’erano
tartarughe, supercorazzate, sopra le quali, piccoli cannoni muniti di
turaccioli pieni di polvere pizzicorina, puntavano contro l’ingresso
dell’antro dal quale cominciavano a uscire suoni strani.
Evidentemente le immagini che rimbalzavano l’una sull’altra,
avevano messo in moto altri meccanismi, per cui si sentivano
chiaramente dei bip-bip senza alcun senso, che cominciavano a
diffondersi nell’aria circostante con una frequenza sempre
maggiore. Dietro lo squadrone delle tartarughe, un altro imponente
esercito di castori aveva le forti code già armate di palle di fango
impastato con l’ortica, da catapultare contro i nemici, che di lì
a poco sarebbero senz’altro apparsi a difendere il loro regno, e
interi stormi degli uccelli più diversi, volavano ad ali spiegate,
primi tra tutti i pellicani, che con volo planato, avrebbero
scaricato dai loro capienti becchi milioni di pulci, di cimici, di
pidocchi, di formiche,ciascuno dei quali era stato dotato di una
bomboletta del temibile liquido pruriginoso, (il terribile
grattachecca b2) contro il quale neanche le più sofisticate corazze
avrebbero potuto resistere! Poco distanti un esercito infinito di
zanzare ballerine e di api industriose, dal volo leggero e silenzioso
stavano affilando i loro pungiglioni. Anche i pipistrelli, il
temibile squadrone dei Pip, celebri per i loro voli notturni nonché
per le loro divise nere, avevano accettato di fare un raid diurno,
per essere più che altro elemento di disturbo e di scompiglio. E che
dire delle ranocchie saltatrici, pronte a fare le loro acrobazie
all’interno delle camicie dei nemici? Un po’ in disparte uno
squadrone di topolini a molla, si era attaccato con i loro fili già
tesi e fissati alla base di un albero. Ciascuno di loro aveva in
dotazione una formica con le pinze, che avrebbe al momento opportuno
tagliato il filo e fatto partire il proprio topolino, che
coraggiosamente avrebbe avanzato finché la sua molla lo avrebbe
permesso, dando così modo a chi veniva dopo di loro di avere più
tempo per preparare una tattica. Piccoli eroi di Valledoro!
Intanto
un esercito infinito di ragni di tutti i tipi e di tutte le
dimensioni si dava da fare a tessere tele, con le quali avrebbero
imprigionato il nemico. Nessuno doveva essere ucciso a Valledoro e i
nemici sarebbero stati debellati dal gran ridere che avrebbero
provocato tutte le armi dell’esercito dei Val.
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