lunedì 15 luglio 2013

Stamani è guerra


Eh! Stamani mi sono alzata con una gran voglia di fare nulla.....capita vero qualche volta? E invece tra un pò dovrò cominciare la mia giornata .  In genere lavorare mi piace e anche molto, ma stamani vedo il lavoro come un nemico da combattere , un temibile generale maestro di trabocchetti.  Quale mi avrà preparato stamani? Ma non si illuda! Anch'io ho il mio esercito..... delle cui fila fa parte, prima di tutto un buon caffè, poi  una bella doccia, poi un altro buon caffè con bombolone annesso e se il tutto non basta per sgominare il nemico ho anche l'esercito di riserva, quello della mia fantasia....quello di Valledoro........................del quale sono il Generale.








Ma lo spettacolo che si presentò ai loro occhi! Un esercito era schierato davanti al temibile antro del regno di Ego, e altri soldati stavano arrivando da tutte le parti:
A Iris si inumidirono gli occhi dall’emozione, mentre Brando non riusciva a riaversi dalla sorpresa che tale visione gli aveva procurato. Era talmente sorpreso, che non riusciva neanche a ridere, anche se dentro di sé, cominciava a sentire un pizzicorino che partiva dalla punta dei piedi e che irrefrenabilmente si allungava su per le gambe, fino ad arrivargli allo stomaco. Tra un po’ sarebbe giunto alla bocca e allora……..
Poi guardò Iris e immediatamente seppe che mettersi a ridere sarebbe stato l’errore più grande della sua vita. Quello che vedeva, non era uno scherzo, ma una cosa estremamente seria che aveva una dignità, che solo ora vedeva in tutta la sua grandezza. In piedi, proprio di fronte a lui, un uomo e una donna, come lui, gli fecero inequivocabilmente capire che si trattava di Samo e di Var, che erano i genitori di Iris e l’esercito che si snodava dietro di loro ad un tratto diventò qualcosa di così dignitoso, che cominciò a guardare tutti con rispetto.
C’erano tartarughe, supercorazzate, sopra le quali, piccoli cannoni muniti di turaccioli pieni di polvere pizzicorina, puntavano contro l’ingresso dell’antro dal quale cominciavano a uscire suoni strani. Evidentemente le immagini che rimbalzavano l’una sull’altra, avevano messo in moto altri meccanismi, per cui si sentivano chiaramente dei bip-bip senza alcun senso, che cominciavano a diffondersi nell’aria circostante con una frequenza sempre maggiore. Dietro lo squadrone delle tartarughe, un altro imponente esercito di castori aveva le forti code già armate di palle di fango impastato con l’ortica, da catapultare contro i nemici, che di lì a poco sarebbero senz’altro apparsi a difendere il loro regno, e interi stormi degli uccelli più diversi, volavano ad ali spiegate, primi tra tutti i pellicani, che con volo planato, avrebbero scaricato dai loro capienti becchi milioni di pulci, di cimici, di pidocchi, di formiche,ciascuno dei quali era stato dotato di una bomboletta del temibile liquido pruriginoso, (il terribile grattachecca b2) contro il quale neanche le più sofisticate corazze avrebbero potuto resistere! Poco distanti un esercito infinito di zanzare ballerine e di api industriose, dal volo leggero e silenzioso stavano affilando i loro pungiglioni. Anche i pipistrelli, il temibile squadrone dei Pip, celebri per i loro voli notturni nonché per le loro divise nere, avevano accettato di fare un raid diurno, per essere più che altro elemento di disturbo e di scompiglio. E che dire delle ranocchie saltatrici, pronte a fare le loro acrobazie all’interno delle camicie dei nemici? Un po’ in disparte uno squadrone di topolini a molla, si era attaccato con i loro fili già tesi e fissati alla base di un albero. Ciascuno di loro aveva in dotazione una formica con le pinze, che avrebbe al momento opportuno tagliato il filo e fatto partire il proprio topolino, che coraggiosamente avrebbe avanzato finché la sua molla lo avrebbe permesso, dando così modo a chi veniva dopo di loro di avere più tempo per preparare una tattica. Piccoli eroi di Valledoro!
Intanto un esercito infinito di ragni di tutti i tipi e di tutte le dimensioni si dava da fare a tessere tele, con le quali avrebbero imprigionato il nemico. Nessuno doveva essere ucciso a Valledoro e i nemici sarebbero stati debellati dal gran ridere che avrebbero provocato tutte le armi dell’esercito dei Val.

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