domenica 21 luglio 2013

Lentamente muore



Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia marcia, chi non rischia e non cambia il colore dei vestiti, chi non parla e non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza di inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna e della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.








Che questa poesia sia di Pablo Neruda o di Martha Medeiros, poco importa,..........importa molto invece il messaggio vitale che giunge da questa energica poesia, e la verità che rivela . Una verità scomoda, in verità, tanto per fare un gioco di parole, perché molto spesso ci capita di preferire di morire a poco a poco, piuttosto che perdere la quotidianità, l'orticello sicuro, le abitudini inveterate e non ci accorgiamo che invece basta poco per cambiare l'ovvio in avventura e dare una nuova vitalità alla giornata che viviamo.
Pensavo a  queste parole proprio ierisera, seduta davanti al mio tavolo in garage, mentre dipingevo un nuovo paesaggio pieno di colore e improvvisamente mi sono trovata a fare parte di quel paesaggio, sotto quell'albero blu che mi riparava con le sue fronde. Ovviamente sapevo che era solo una trasposizione di me stessa, ma lo stesso uscivo dall'ovvio, per entrare in un mondo nuovo, mai visto, che la mia spatola formava, seguendo l'istinto della mia visione in quel momento. E mi dicevo che le parole di quella poesia sono vere, lo potevo constatare dalla vitalità che sentivo scorrere dentro di me in quei momenti, in cui il mio garage si era trasformato in vedi colline e io mi preparavo a lasciare l'ombra del mio albero blu, per andare a raggiungere la casetta che vedevo in lontananza  sopra il poggio, cambiando la mia giornata in qualcosa di nuovo e di diverso.
La sensazione perdurava e neanche farlo  apposta,   l'ho ritrovata più tardi, quando aprendo la posta in internet  ha fatto capolino una fotografia che mi ha mandato mio figlio per farmi vedere una porta che è stata riapertain una stanza , nella casa di Marradi. Può bastare una porta aperta e il mondo cambia prospettiva, si amplifica, permette a nuovi sogni di entrare prepotentemente nella nuova visuale che si presenta. La stanza dietro c'è sempre stata, ma non la potevo vedere, o per lo meno non la potevo vedere da quel punto, perché c'era un muro, o meglio c'era un matton ritto che tappava il vano della porta. Ora il muro non c'è più e c'è una porta. Ma quanti 'matton ritti' ci sono a chiudere le porte della nostra esistenza? Quei mattoni che ci impediscono di vedere stanze che ci sono sempre state e delle quali abbiamo perso quasi la conoscenza, intrappolati nella nostra abituale esistenza, che non vuole rischi, non cerca cambiamenti , ha paura dell'ignoto e dell'avventura, anche di quella di andare a spasso in un quadro che stai dipingendo, o di varcare la soglia di una porta nuova.  Almeno queste paure io non ce l'ho........diciamo che sono sempre state il mio pane quotidiano e i tavoli li ho sempre rovesciati, fin da bambina e li ho fatti diventare le cose più disparate, dalla macchina di Batman, ai cavalli dei cowboys e il consiglio che do a tutti è quello di cercare di non voler morire lentamente, ma di vivere e inventarsi sempre la vita, anche quando siamo costretti a viaggiare solo con la fantasia. Credete! Sono viaggi bellissimi  che non deludono mai! Come non delude mai una sana risata o la lettura di un bel libro e la pioggia che batte sui vetri e il vento che passa tra i rami degli alberi e..................le chiavi per aprire le porte nelle nuove stanze della nostra vita, sono appese in alto, su.... nel cielo dei nostri sogni, ma non è così difficile raggiungerle, basta una scala e ..........tanta fantasia ....................

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