Il bello di quando ogni mattina mi siedo davanti al computer e apro una nuova pagina bianca del mio blog è che non so assolutamente che cosa ci scriverò, perché ancora le mie sinapsi non si sono connesse con il mondo e la mia testa è come una tabula rasa.
Allora mi siedo, sorseggio il mio caffè e aspetto che i sentimenti e le idee si rimettano in moto da soli, senza forzarli, senza voler indirizzarli da una parte o dall'altra e alla fine le immagini visive di ciò che è stata la mia giornata precedente o di quella che immagino sarà quella che ho appena cominciato, vengono avanti, dapprima quasi timidamente e poi sempre con maggior nitidezza.......e tra tutte quelle che si presentano capita sempre che ce ne sia una che sovrasta le altre, e che alla fine diventa l'argomento della mia piccola riflessione. Stamani due immagini hanno lottato molto tra di loro, forse perché avevano lo stesso colore che era di un intenso verde, fatto di foglie, di alberi, di sole che passa tra le fronde, di aria buona, due immagini che mi riportavano ai monti che amo, diversi tra di loro, ma che per me hanno sempre avuto un fascino speciale. Le immagini del monte Amiata e dei miei monti di Marradi, si sono intrecciate e si sono disputate la priorità dei miei pnsieri, e alla fine i monti della mia infanzia hanno vinto, perché sono pieni di ricordi e di fatti e più che altro proprio perché in quei monti sono affondate le mie radici, anche se per tanto tanto tempo, non l'ho voluto ammettere.
All'Amiata sono stata proprio ierisera, per una rapida visita ad amici che sono lì a fare il Campo Estivo. Ma è proprio il passaggio attraverso quegli alberi che delimitano la strada che è dentro il mio cuore, insieme alle piccole case che sembrano uscite dalla favola di Cappuccetto Rosso. Un mondo che agli occhi appare fantastico e che invece è duro, specialmente ora che tutte le case sono chiuse e anche quel bel monte subisce il degrado di una crisi che non risparmia nessuno.
Ma è a Marradi che vola il mio pensiero stamattina, il pensiero che viaggia con i miei figlioli che sono partiti prestissimo per andare a imbiancare casa. Non so perché questa cosa mi metta tanta allegria, ma penso che associo l'imbiancatura a un rinnovarsi della vita, della nostra vita anche tra quei muri che invece per tanto tempo non ci hanno più visto tra di loro. E invece sono pieni di ricordi quei muri, pieni di voci di bambini, di ormai ben cinque generazioni e per me sapere che anche i miei nipotini un giorno potranno avere i ricordi che ho io del fiume che scorre sotto casa, del profumo dei tigli e del canto dei vari Pavarotti, dei passeri che si annidiano tra le loro fronde, del fischio del treno che passa a mezza costa del monte sovrastante, è motivo di gioia, di allegria, di speranza.....................speranza di che non lo so davvero, ma parla proprio di speranza il mio stato d'animo attuale........speranza nella vita. Mi sto accorgendo, mentre scrivo, di essere andata talmente là anch'io, che il rumore di una sveglia che suonava, riportandomi alla realtà, mi ha lasciato per un attimo frastornata. Sono così belli questi sentimenti ritrovati, è così bello alla fine anche questa sensazione di appartenenza a un luogo che è stato mio solo marginalmente, ma che ha la capacità di coinvolgermi emotivamente, come non hanno fatto tanti altri posti in cui ho vissuto.........e il colore verde stamani riempie i miei occhi, il verde dei boschi, quello dei monti che cercano il cielo, quello delle acque dove i monti si riflettono.....quello di questa nuova speranza che non so da che viene e non so dove va, ma che c'è ed è verde anche lei, perché per me la speranza ha sempre avuto questo colore.
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