Stamani di punto in bianco mi è tornato in mente il mio lavoro alle Terme, forse perché appena ho aperto la finestra, nell' immaginazione mi è venuto incontro un esile profumo , chiamiamolo così, di zolfo, che non so da dove provenisse, forse molto più verosimilmente perché stamani mi sono dovuta alzare alle cinque e mezzo per preparare il pranzo, visto che oggi ho ospiti e visto più che altro che dovendo poi andare al lavoro, non avrei avuto il tempo di prepararlo dopo. Per anni e anni questo è stato l'orario che iniziava la mia giornata lavorativa, e allora è facile andare indietro col ricordo......................
Mi colpì prima di tutto l’ambiente. Luminoso,
discreto, elegante! Al quale la filodiffusione dava un tono
decisamente raffinato. Non c’era rumore in quel luogo. Tutto era
soft. Qua e là si aggiravano donne vestite di bianco, con aria
decisamente professionale, che mi intimidirono non poco. Poi vidi
Cristina! P,, il capo del Personale, che mi faceva fare un giro
di ambientazione, mi presentò.
“Questa è Cristina, lavorerà con lei”. La guardai
come avevo fatto con le altre, ma qualcosa mi trattenne di più sulla
sua figura, per cui anche oggi ricordo perfettamente come era quel
giorno. Capelli lunghi, scuri, legati in uno chignon basso, che le
davano un’aria elegante e austera, occhi molto belli, nascosti da
occhiali da vista con una spessa montatura nera. Sembrava una
dottoressa e si comportò come tale. Mi salutò con gentilezza e con
distacco e io mi sentii impensierita. Avrei dovuto lavorare con
quella lì?! Già ero terrorizzata, perché non sapevo minimamente
ciò che avrei dovuto fare, figuriamoci poi dover stare tutto il
giorno con una persona che ti guardava dall’alto in basso! Beh!
Ormai ero in ballo e dovevo ballare. Al resto avrei pensato dopo. Se
le persone poi erano antipatiche o simpatiche, questo era roba di
secondaria importanza. Quanto mi sbagliavo! Ma quanto! Non solo nel
giro di un mese, avevo cambiato completamente idea sul conto di
Cristina, ma eravamo diventate amiche, di quell’amicizia spontanea,
sincera, così rara nella vita e così bella che l’accetti come un
dono piovuto dal cielo e ti chiedi cosa puoi aver fatto per meritare
una simile fortuna. Non diventammo come quelle persone appiccicose
che non si separano mai l’una dall’altra. Anzi! Se c’è una
cosa bella nella nostra amicizia è proprio il massimo grado di
libertà che abbiamo l’una verso l’altra. Questo comunque non ci
ha impedito di raccontarci l’una all’altra sapendo di poter
contare sempre sull’aiuto reciproco. Devo molto a Cristina. Mi
aiutò tantissimo nei primi giorni del mio lavoro, quando si accorse
che praticamente anche se il mio corpo era lì, la mia mente era da
tutt’altra parte e faticavo a seguire le persone che domandavano,
volevano essere informate, coccolate, adulate. Ho conosciuto tanti
tipi di gente diversa durante il mio lavoro. Alcuni di loro sono
rimasti nel mio cuore per la loro umanità, altri ho cercato di
dimenticarli per via della loro arroganza. Siamo fatti in tanti modi
in questo mondo, ma è bello proprio perché è così! Non potrei
immaginare un mondo in cui tutte le persone sono uguali, buone,
brave, perfette. Non riuscirei più a capire che cos’è la bontà
se non ci fosse nel mondo anche la cattiveria! Forse il buon Dio ha
permesso il dilagare della cattiveria proprio per farci capire che
cos’è la bontà!
Quando ebbi il mio primo stipendio, mi sentii una
signora. I primi soldi guadagnati da me, sudore della mia fronte, dei
quali potevo disporre come meglio credevo senza dover rendere conto a
nessuno! Ero soddisfatta di me stessa, anche se ben presto mi resi
conto che non sarebbe stato uno scherzo vivere con quello che
guadagnavo. Non mi persi d’animo però. Inspiegabilmente riuscivo a
vedere il bicchiere mezzo pieno, là dove l’avevo trovato sempre
mezzo vuoto. Ero in fase di ottimismo insomma! Nessuno sarebbe
riuscito a scoraggiarmi e a farmi credere più che altro che non
esistesse una Provvidenza divina.
Ho sempre creduto al mio sesto senso e ci credei anche
quel giorno in cui, mi ritrovai a leggere quel passo del Vangelo in
cui si parla dei passeri del cielo e dei gigli dei campi! Sono
un’inguaribile romantica? Può darsi! Ma preferisco essere così
piuttosto che vedere tutto nero come invece mi è accaduto per tanto
tempo nella mia vita.
Entrare così tardivamente nel mondo del lavoro, voleva
dire ignorare anche le regole che lo governano, voleva dire non
conoscere i propri doveri, ma non rendersi conto nemmeno dei propri
diritti. Devo molto a tutte le mie colleghe, che mi hanno messo nella
condizione di essere un po’ meno ignorante da quel punto di vista.
Piano piano ho cominciato ad affezionarmi a tante di loro e a
lavorare bene insieme. Donatella, Vincenza, Franca, Sonia, Paola ed
io formiamo ormai da anni un team affiatato che lavora insieme in
armonia. Ma siamo anche persone vere, ognuna delle quali con il
proprio spaccato di vita. Loro mi hanno insegnato tanto e anch’io
mi illudo di aver qualche volta potuto dare qualcosa di positivo
anche a loro.
Mi è sempre piaciuto scrivere, e ho scritto anche
parecchio, specialmente sul giornalino che curo personalmente e del quale sono redattrice.
. Molti hanno
definito le mie parole, poesia, io le chiamo semplicemente stati
d’animo.
Ho parlato di tutto in questi miei sfoghi, senza
vergognarmi di esporre i miei stati d’animo più profondi. Ho
parlato dei miei figli e dei miei ragazzi, dell’amore,
dell’indifferenza, della gioventù perduta, di Dio. Non sono mai
riuscita a scrivere qualcosa su noi che lavoriamo alle Terme. Una
volta mi vennero in mente queste parole: “Bianche colombe, dalle
ali stanche…..”, ma per ora non sono riuscita ad andare avanti.
Comunque siamo veramente bianche colombe dalle ali stanche,
specialmente, a fine stagione, quando il lavoro grosso è scemato. Ci
ritroviamo sfinite e nello stesso tempo contente di ciò che abbiamo
fatto.
Lavoro alle terme, lavoro a S., lavoro a casa.
Inspiegabilmente qualche volta riesco anche a dipingere, e mi rendo
conto che i miei colori ora sono molto diversi da quelli di anni fa.
E’ un assurdo ma mentre in giovinezza ho usato tinte fosche e
scure, nella mia tavolozza ora trionfano i colori chiari e luminosi.
Non che mi piacciano di più! Anzi direi proprio di no! Ma
indipendentemente dalla mia volontà, come sempre del resto, il
colore mi viene da dentro, da uno stato d’animo che non riesco a
spiegare agli altri ne tanto meno a me stessa e che raggiunge l’apice
quando diventa musica. Non sono impazzita! L’ho già detta questa
cosa e non è cambiato niente con l’età. Anche in questo ho
imparato ad accettarmi così, senza farmi troppe domande.
Da "Fiore di cappero"
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