Eppure io sono nuovamente in un periodo in cui rimetto in discussione tutta me stessa, le mie poche certezze, i miei tanti dubbi e sono qui a domandarmi: "Ma tu cosa ti aspettavi che ti desse la vita? Perché dentro di te continua a esserci la certezza che qualcosa di bello debba arrivare, che il meglio debba ancora venire? E che questo meglio tu lo dovrai a te, solo a te? Quale è l'arcano che farà di te, persona semplice, sprovveduta e comune che vive a tre passi da terra, lontano dalla realtà, una persona che invece farà qualcosa di bello?"
Bella la fantasia vero? La fantasia programma il futuro, lo prevede, lo vede e lo stravede. La fantasia lo fa quasi toccare il futuro immaginario, e ti fa diventare un ologramma di te stessa che tu proietti in un mondo che non è il mondo dove abitualmente sopravvivi, ma è un mondo parallelo che però nella mente si sovrappone alla realtà. E' insomma quello sdoppiamento che alla fine non ti fa accettare il vivere quotidiano per quello che è, perché tu ne stai vivendo un altro parallelo anche se solo dentro di te. Da questo nasce la tensione a voler sapere chi sei veramente. Sei la persona che si alza, va al lavoro per una manciata di soldi, fa le commissioni, si prova ad informarsi sui diritti dei lavoratori (sui doveri ci pensano gli altri a informare), roba nella quale non capisce un piffero e nella quale sfortunatamente per lei non è agguerrita per niente, ............o sei l'altra persona, quella che vede il mondo.... bello intorno a sé, che pensa che la vita sia anche dedizione agli altri, quella che vola libera in un cielo senza dogmi e costrizioni?.
E' questo che non riesco a capire e che chiedo ai merli al mattino, quando ancora l'aria non è inquinata dai rumori delle auto e della gente, quando ancora tutto appare per un attimo nella sua primitiva perfezione, prima che i media ti distruggano giornalmente non solo le certezze, ma anche le speranze e ti dicano sghignazzando che sei un niente manovrato da pochi burattinai che decidono per te il tuo domani e il tuo modo di essere.
Un ultima domanda al mio merlo. "Ma allora chi me lo fa fare di pensare? Non è forse meglio se la vita me la faccio scivolare addosso come fai tu?" Il merlo mi guarda e stavolta non mi degna neanche di un fischio, il che mi fa capire inequivocabilmente la sua disapprovazione e mi dice che al solito della vita non ci ho capito una mazza.
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