domenica 1 giugno 2014

La 'Grande Impresa'



Si può far finta che uno dei tre sia una donna?
Il mio 'mondo' è terminato e la mia pazienza anche! Ogni volta che guardo quel cerchio di due metri di diametro, per prima cosa penso a come faremo per portarlo fuori senza che si rompa, poi mi vengono in mente i fogli di carta che ho arrotolato uno per uno per poi attaccarlo all'altro e una sana antipatia dilaga in me verso quel 'coso' che, per bene che vada, durerà un solo giorno. Ora sono passata a un altro lavoro. Sono diventata giardiniere e sempre con la carta preparo grandi fiori che dovranno interrompere la monotonia di uno sfondo di fondi di caffè, sempre che riusciamo a trovare tanto caffè da riempire un ottantina di metri quadrati, altrimenti ci affideremo alla fantasia del momento e all'improvvisazione. In questo siamo campioni!........ poi sarà la volta di farfalle e stelle, sempre per lo stesso motivo. Le sagome dei bambini sono state tutte ritagliate dalle mani precise di mia figlia....le uniche due che ho ritagliato io, si vedono...si vedono....spiccano per la loro imprecisione. Le abbiamo mandate in sartoria a rivestirsi. I sarti sono i 'Lupetti', per cui sono certa che verrà fuori un lavoro notevole. Tappini e barattoli attendono come soldatini, di essere messi in fila per riempire e personalizzare una cornice anonima con  tanto colore. Insomma, col nostro niente cercheremo di fare un 'qualcosa'. Quel che verrà fuori al solito non lo so. Me ne renderò conto solo quando verrà fatta la fotografia  dall'alto.
Penso alla fatica che ho già sosteuto fino ad ora. Il lavoro è tanto e io sono sempre più sola nelle giornate di preparazione che precedono quella rumorosa e affollata dell'esecuzione. Pensare al disegno, attaccare i fogli, disegnare china sul pavimento, inventarsi il materiale da usare, rielaborarlo e trasformarlo............per poi sentirsi dire qualche giorno fa: "Il buon dio forse avrebbe camminato più volentieri sull'asfalto....!". Nessuno era mai riuscito prima di quelle parole a farmi sentire tutto questo lavoro come una fatica. Ho guardato il mio interlocutore e per la prima volta in tutti questi anni mi sono ritrovata senza parole e a chiedermi: "Ma chi me lo fa fare?"
Già! Ma chi me lo fa fare? E siccome una domanda per me ha sempre bisogno di una risposta ho fatto una rivisitazione dentro me stessa per tornare agli inizi di questa che è una 'grande impresa' e non ci ho messo neanche un minuto a trovare la risposta. Lo stare insieme ai ragazzi, sentirci gruppo, ridere insieme, pensare insieme, sfidare il tempo insieme, trovare soluzioni insieme, sentire che su quel tappeto che si sta formando non c'è solo un disegno, ma una vita comunitaria, quella vita che fa di un'accozzaglia di persone 'La grande famiglia degli scout'...............questa è stata la mia risposta.......e la forza è ritornata.
 Vorrà dire che se il buon dio preferirà camminare sull'asfalto,  visto che chi ce lo ha detto lo conosce senz'altro meglio di noi ,farà come crede lui, per quanto ci riguarda noi oltre all'aver fatto qualcosa per lui avremo fatto anche qualcosa per noi stessi.

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