domenica 18 maggio 2014

Ginevra de' Benci



 Le ore  che ho trascorso alla .National Gallery of Art di Washington, sono state tra quelle più felici della mia vita. Ore fuori dal tempo e dallo spazio, in cui i miei occhi si sono nutriti dei tanti capolavori che ho visto. Se dovessi fare l'elenco dei celebri pittori che vi ho trovato, farei un catalogo, e citandone solo alcuni, toglierei importanza agli altri, cosa che non mi sento di fare, proprio perché ciascuo dei Maestri lì presenti ha qualcosa di originale e di diverso dagli altri. Però posso dire che ero andata più che altro per vedere le opere di Van Gogh. Io amo Van Gogh, lo capisco in ogni sua sfumatura, vivo i sui stati d'animo, adoro le sue pennellate e i suoi colori. E così quando sono arrivata nella sala dove sono esposte le sue opere ho vissuto uno dei momenti più incredibili della mia vita di artista......se mi posso chiamare così, visto che forse non riuscirò a mettere su tela i miei stati d'animo come vorrei, ma ho tanta di quella sensibilità, che potrei venderne anche una parte. Ma certo non avrei potuto mai immaginare quello che avrei vissuto di lì a breve tempo, e che è diventato uno dei ricordi più belli del mio viaggio negli Stati Uniti.
Sapevo, perché era strombazzato da tutte le parti, che in esposizione c'è un un dipinto di Leonardo da Vinci  e sapevo anche che proprio come la ciliegina sulla torta, veniva lasciato per ultimo, proprio perché Leonardo è il Maestro dei Maestri, ma mai avrei immaginato l'effetto che di lì a poc avrebbe sortito in me. 

Ginevra de'Benci, è un piccolo olio su tela, che si staglia su una bianca parete, per il resto vuota. Davanti a lei un cordone invalicabile e due militari, uno a destra, uno a sinistra, per impedire che a qualcuno passi qualche idea strana per la testa. 
Mi sono fermata davanti al volto di questa piccola donna e........tutto quello che avevo visto fino ad allora, Van Gogh compreso, è sparito, si è dileguato sulla pelle di quel ritratto, perché quell'epidermide diafana, levigata, d'avorio.....era viva! Come erano vivi gli occhi il cui sguardo si diffondeva nella liquidità della cornea. Ho sentito un brivido corrermi lungo la schiena e non ho avuto più la possibilità di muovermi. La pelle di quel volto mi affascinava in una maniera incredibile e non riuscivo a smettere di guardarla, come se aspettassi che da un momento all'altro Ginevra de' Benci, si animasse e venisse verso di me, a parlare con me, giusto per fare due chiacchiere tra signore. So di avere allungato una mano, come se volessi fare una carezza a quel volto e so anche che immediatamente i due militari si sono spostati e hanno incrociato i fucili, o quello che comunque avevano in mano davanti a me. So che mio figlio, mi ha detto con una certa ansia: "Mamma, non ti avvicinare!" e io ho fatto un passo indietro scusandomi, ma lo stesso sono rimasta frastornata e in quella beata consapevolezza di aver potuto vedere la vera arte, quella che si vede solo una volta ogni tanto nella vita e che ci accompagna col suo ricordo per sempre. 

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