Una volta, tanto tempo fa, anch'io volevo essere un gabbiano. Mi piaceva come idea, quel bianco uccello che volava tra due azzurri, eludendo i confini del cielo e del mare. Forse perché mi sono sempre piaciuti tanto il cielo e il mare e i loro insondabili misteri!
Poi anche i gabbiani hanno capitolato e hanno sostituito le loro scorribande aeree con voli più brevi e paesaggi più squallidi e meno misteriosi: le discariche. Potere della sopravvivenza! Della lotta giornaliera per il pane o come dice Richard Bach nel suo libro 'Il gabbiano',..... della pappatoria.
Però ancora qualche gabbiano strano, diverso dagli altri esiste, esiste......
".......Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta
mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto
procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al
mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo."
Da Il Gabbiano di Richard Bach
E nella poesia di Rocco stamani ci ho ritrovato per un attimo il gabbiano che piace a me, quello che un giorno lontano avrei voluto essere..................
Sulle ali dell’aurora
Un immenso prato verde
Sai, amico mio, è la tua
vita.
Un immenso prato verde sotto
un cielo di primavera.
E mentre lì nel prato,
sboccia un fiore,
tu non puoi dire solo: è
primavera!
Senti quante voci lanciano i
colori?
Chiedono chi sei, dove vai.
Ed anche se nel tuo
orizzonte, ora senza nubi,
ombre grigie vanno navigando
non fuggire, amico mio,
non guardare indietro
apri le tue braccia e vola
nel sole
come un gabbiano senza
confini.
E se tu vuoi vivere questa
avventura
in sintonia con la natura
esci dal tuo guscio, brucia
il tuo egoismo
porta nel tuo cuore
l’infinito!
Prendi le ali dell’aurora
vai lontano sul mare,
corri per i campi di grano,
parla agli uccelli del
cielo,
sii come i gigli del prato
e se mi incontri,
dammi la mano.
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