Stamani mi sono svegliata presto con tante immagini vissute ieri che si accavallano nella mia testa e che vorrei dire, ma alle quali non riesco a dare un senso logico e quindi si spintonano per uscire, senza darsi la possibilità di passare. Quanto sarebbe meglio dire: "Prego si accomodi! Passi lei......che poi esco io!" Invece no! Stanno lì a discutere su quale di loro sia la più importante (le ho già sentite queste parole) e intanto il tempo passa, il nuovo giorno è cominciato con la luce che si porta dietro nuove cose e nuova vita.
Allora ho deciso di non ascoltarle più, di aggirarle e di riassumerle con questo aforisma che mi pare faccia proprio al mio caso.
"Quando sei una matassa arruffata, prima di pensare a rifare il gomitolo, cerca il bandolo della matassa"
(Da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)
Ecco fatto! Così imparano a comportarsi come si deve! Infatti sono tornate tutte indietro con la coda tra le gambe e improvvisamente la mia testa è stata libera e io avrò la possibilità di cercare il famoso bandolo.
Ovvia, ora liberatami dalla loro importuna presenza almeno per un pò, visto che non erano immagini piacevoli e che riguardavano tutte le novità più o meno sgradite che ho trovato nelle mie case, posso finalmente far venire fuori ciò che è stata la giornata di ieri.
Prima di tutto un giorno con i miei figli, anche con quello che non era fisicamente lì con me, perché ci siamo visti e sentiti si skype proprio mentre eravamo in mezzo ai nostri monti che ci sono così cari!
Poi la giornata che era bellissima quando siamo partiti. Una giornata di primaverea, di quella primavera che fa venire fuori la voglia di stare in un campo al sole, stendere una tovaglia nel prato e fare un bel picnic. Infatti avevamo la bauliera piena di cose buone , anche se dentro di me il rimpianto di non andare al solito ristorante a mangiare i ravioli e il castrato , per non parlare del budino di castagne, era notevole.
Siamo arrivati al valico e zac-----------------il tempo è cambiato come quando si rigira la mano e dal dorso si passa subito al palmo. Una nebbia! Un' acquerugiola fitta e insistente! Una voglia di risalire in macchina e ripartire subito! Ma non potevamo. Eravamo lì per controllare, per parlare, per prendere decisioni. E così siamo arrivati all'ora di pranzo e c'era la nebbia e continuava a piovere........................
Finalmente dai più irriducibili del pcnic, che intanto erano morti di freddo proprio come me, è venuta fuori la fatidica domanda:
"E ora dove si va a mangiare?" Io non aspettavo altro per cui candidamente ho proposto: "Beh! ragazzi...........o si va nella sala d'aspetto della stazione del treno......................" e ho sbirciato le loro reazioni che non si sono fatte attendere "Ma dai mamma, che idea malsana ti sei fatta venire in mente?" mi ha stoppato mio figlio a nome di tutti gli altri. "................................................o si va al ristorante!" ho aggiunto con noncuranza, mentre dentro di me pregustavo già il calduccio e la bontà del budino di castagne.
Siamo andati al ristorante e tutto era buono come lo ricordavo, ma niente era migliore del budino, il cui sapore mi è sceso fino dentro l'anima e l'ha inondata di dolcezza.
E dopo siamo stati tutti più contenti e la nostra giornata è proseguita serena, anche mentre, seguendo un rito tutto nostro, siamo andati a salutare il mio babbo al cimitero e poi a salutare il treno che passa nella stazioncina che gli è proprio accanto. Tradizioni, ricordo, vicinanza, il bello di essere insieme, il sole che comincia a fare capolino dalle nubi che si diradano, i monti che si illuminano di raggi bagnati e brillanti, l'acqua che corre impetuosa nel fiume sottostante e.................................le mie radici, che mi tengono saldamente ancorata a tutte queste sensazioni, alle voci e alle immagini che vengono dal passato e che mi fanno capire inequivocabilmente, una volta di più se necessario che io appartengo a questa terra che ieri aveva il profumo di muschio, di primule appena nate, di violette!
Non ci posso fare niente! Tutto questo è più forte di me!
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