Stamani non posso fare a meno di rivedere un'immagine di me stessa davanti a uno dei più incredibili tramonti che mi ha regalato il cielo del mio paese.
L'ho davanti agli occhi come se lo vivessi in questo momento. La valle è nitida, quasi nera e il cielo di un rosso che non si trova nella tavolozza dei pittori, come non ci si trovano quelle sfumature di azzurro, mentre l'ultimo sole scompare in una luce abbacinante dietro un poggio. Più in alto il cielo è ancora chiaro di quella chiarezza che sa di aria diafana, di nuvola trafitta da lame di luce, che si diffondono e la fanno dorata. Poi improvvisamente tutto tace. Neanche gli uccelli che fino a poco prima hanno solcato il cielo in veloci acrobazie ci sono più ....e tutto è silenzio mentre l'ultimo guizzo di sole se ne va e un vento improvviso e freddo mi raggiunge.
Io sono lì in piedi, e mi sento parte di quel disegno mutevole e bellissimo che soddisfa gli occhi e placa l'anima.
E una domanda nasce spontanea davanti a quel giorno che se ne va inghiottito dalla notte. "E domani che mi darà la vita?"
Oggi a distanza di tanti anni, posso dire che la vita mi ha dato tanto e continua a darmi tanto. Ci sono giorni che ho segnato nel calendario del mio vissuto come 'i giorni della gioia'.
Sono quelli che ho cercato di trattenere dentro di me, di viverli in ogni sfumatura, in ogni parola, in ogni sguardo, in ogni momento di attesa, di trepidazione, di gioia incontenibile........peché il loro ricordo non mi lasciasse più e continuasse a farmi riprovare quegli attimi che si dilatano nel tempo e si sublimano, perché sapevo che comunque anche quei giorni sarebbero alla fine caduti nel buio della notte, in quella ruota che gira instancabile per riportarci poi un nuovo giorno, ma non più quello.
Anche oggi può diventare 'un giorno della gioia'. Questo giorno che è appena cominciato e che parla di attesa, di aspettativa, di vita.................................
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