E chi si ricorda più a che lampo sono arrivata? Sono tanti quelli che scrivo, ma molto di più quelli che fanno una fugace apparizione e poi scompaiono. Speriamo che a forza di vedere questi lampi di felicità venga un temporale. Oddio, ma che dico?! Un temporale di felicità! Mi sa che non riuscirei a reggerlo tutto insieme......non ci sono più abituata!
Questo lampo non è arrivato da solo, come in genere accade per gli altri......questo è stato evocato da alcuni discorsetti che ho sentito ieri al bar mentre facevo colazione.
Sedute dietro di me c'erano tre ragazzine. Avranno avuto sedici anni ed erano molto prese dai loro discorsi politici, che poi senza sapere come, si sono trasferiti sulla scuola e io non ho ascoltato più, fino al momento in cui una ha detto: "Bene! Se vogliono così, sai che facciamo? Organizziamo un bello sciopero e in più facciamo anche le barricate...........".
A quel punto il ricordo è esploso mentre davo un morso al mio bombolone e............
Giornata splendida di febbraio. Noi siamo tutti fuori dalla scuola. Nessuno deve entrare, pena.....non si sa che.....comunque sarà terribile. Io ho quindici anni e guardo Luca, il diciannovenne dell'ultimo anno, come se fosse il nostro messia.
"Nessuno deve entrare ragazzi! Capito? Non hanno il diritto di tenerci al gelo questi fetenti! Anzi sapete che vi dico? Ora prepariamo anche le barricate, nel caso chiamassero i carabinieri. Da qui ci dovranno portare via con la forza. Dobbiamo lottare per i nostri diritti.....siete tutti d'accordo??"
"Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!" l'urlo di risposta è unanime.
"Bene allora sapete già che se dovessero arrivare le 'forze' per farci sgombrare, ci dobbiamo mettere tutti sdraiati in terra e fare resistenza.
E così fu. Il preside chiamò i carabinieri e i carabinieri vennero. Noi ci sdraiammo tutti in terra, quasi l'uno sull'altro per fare numero................
Io mi sentivo un'eroina, e mi sentivo felice, felice!
Ma non avevo calcolato una cosa. Il maresciallo dei carabinieri era mio padre!
Che prima di farmi tirare via dai suoi carbinieri mi guardò e mi disse: A casa poi facciamo i conti!"
La nostra barricata fu smontata in poco tempo, anche s equalcuno di noi fece resistenza a oltranza e poi andammo tutti mogi mogi a scuola, io un pò più mogia degli altri, perché sapevo che una volta tornata a casa................
Invece non fu così. Mio padre si limitò a parlare dell'episodio a tavola, mentre mangiavamo, più per informarne la mamma e farsi due risate, e la temuta reprimenda si trasformò solo nel divieto di uscire per tutto il giorno, poi terminò con una frase che non ho mai dimenticato: "Mi ha fatto tornare in mente quando da ragazzo, mi dissero che sarebbe venuto lo zio arciprete, che voleva convincere anche me a diventare prete........non trovai niente di meglio da fare che scappare su per i monti dove stetti nascosto per tutto il giorno........e quando tornai a casa, i miei erano così preoccupati per la mia assenza che quando mi videro, il sollievo fu tale che non riuscirono neanche a brontolarmi. Io oggi sono contento che non siano successi tafferugli più gravi".
Finisco la mia colazione, pago e me ne vado, ma prima di uscire guardo le tre ragazzine e mentalmente le ringrazio per questo lampo di felicità.......e mentre mi allontano dentro di me recito: "Quant'è bella giovinezza........................."
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