mercoledì 23 gennaio 2013

Dietro gli occhi

Vorrei avere la fede sicura di Rocco. Magari fosse così! Credo che vivrei molto meglio i miei giorni e allora lo scorrere del tempo non rivestirebbe più alcuna importanza per me,..........invece purtroppo sono sempre alla ricerca di qualcosa, di certezze, di improbabili conferme dell'eternità dell'uomo.
Su una cosa però sono completamente d'accordo con Rocco ed è che non bisogna vivere solo per se stessi, e andando oltre, neanche solo per i nostri figli, che sono ciò che di più caro abbiamo al mondo, ma che proprio per quello, essendo una  proiezione dei nostri desideri  nel domani, diventano un altro modo di vivere per se stessi, un modo più sofisticato, più sottile, ma sempre rivolto alla nostra persona. Invece l'uomo, oltre a volersi bene e voler bene a chi fa parte di lui, della sua vita, deve avere anche il coraggio di uscire dal rifugio sicuro, confortevole, della propria tana e avventurarsi nella savana dell'esistenza, là dove c'è il rischio di incontrare il leone, ma anche la speranza di incrociare lo sguardo della gazzella, là dove sembra che l'orizzonte si sposti sempre più lontano, e la distanza dal monte che si vede in quel lontano orizzonte non è calcolabile se non con la forza delle nostre gambe. Ma lì c'è la vita, la culla della vita, la nascita dell'uomo ed è in quel posto che si incontrano gli uomini che non vogliono vivere solo per se stessi, ma costruire insieme per il futuro di chi verrà dopo di loro. Non occorre andare in Africa per trovare la savana, almeno non quella che dico io.  Dietro gli occhi di ciascuno di noi c'è la savana e non so perché ho scelto proprio quella....forse perché è aperta e parla di cielo e di terra, di caldo e di sudore, di essenzialità e di rispetto, di silenzio e di sacralità......non so! Ma so che se ci mettiamo davanti allo specchio e guardiamo attentamente dentro i nostri occhi, riusciremo a scorgerla, ne sono sicura e sentiremo dentro di noi una forza nuova che ci dice ciò che dobbiamo lasciare e ciò che dobbiamo tenere per affrontare il  cammino che vogliamo fare.............e allora, quando finalmente ci saremo liberati di tutto ciò che è inutile sapremo chi siamo, riusciremo a vivere per noi e per il mondo.
 Quando ero bambina facevo un gioco. Mi mettevo davanti allo specchio a guardarmi fissamente, finché la mia immagine si confondeva con nuove immagini che sorgevano come per incanto e pur continuando a vedermi, mi oltrepassavo e mi addentravo in una dimensione sconosciuta ma estremamente affascinante. Questo gioco l'ho sempre continuato e lo faccio anche ora, nonostante i miei capelli d'argento! Per questo so che la savana è dentro i miei occhi, insieme al leone e alla gazzella e al monte lontano che voglio raggiungere................

E so che la mia fantasia galoppa e va a briglia sciolta sulle ali di poche parole di una poesia, che mentre scrivo, mi portano verso mondi sconosciuti e sempre desiderati. Sono momenti! Forse se questa poesia l'avessi riletta e trascritta ieri non sarebbe successo niente, oggi, in questo nuovo giorno che è appena cominciato, mi sta dicendo queste cose che con la poesia di Rocco apparentemente non c'entrano niente, ma ormai ho imparato a non fare troppe domande sulle mie sensazioni e ad accettare ciò che mi dicono, e anche se molte volte tutto rimane nebuloso ed embrionale sento che il messaggio che arriva è forte e vitale e devo avere la pazienza di saperlo capire e accettare. Il tempo provvederà.


Svegliati tu che dormi

Se credi di salvare la tua vita,
custodendola solo per te,
racchiudendola in un vaso prezioso,
essa ti sfuggirà certamente.
Se ti ripieghi su te stesso,
sulle tue idee, sulla tua casa,
chiudendo tutte le uscite,
da dove passerà la luce?
Se ti credi il centro del mondo,
se tutto e tutti girano attorno a te,
se non hai spazio dentro di te,
non sarai che un morto vivente
Svegliati, o tu che dormi, risvegliati dai morti
e Cristo ti illuminerà:
tu vivrai finalmente per davvero.
Scegli la vita anche se la spendi per gli altri,
scegli la salita difficile.
Apri la porta a chi bussa.
Forse è il Signore.

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