giovedì 20 marzo 2014

Per amore, solo per amore

Ieri era San Giuseppe. Me ne sono ricordata non so neanche io per quale motivo, verso mezzogiorno  e in fretta e furia ho preparato le classiche 'frittelle', che sono il dolce che è sempre stato fatto in onore di questo Santo..........Il tutto fatto  con un senso di amarezza, di perdita, di rimpianto per le cose semplici e belle della mia infanzia, ma anche della giovinezza e della mia vita di mamma, quando, anche se ormai non era più giorno festivo, si ricordava comunque come 'Festa del babbo'  e si viveva con un reglino simbolico da dare al babbo, che di commerciale non aveva proprio niente, anche se già da allora i tentacoli della piovra consumistica cominciavano a catturare i più superficiali e i meno sensibili a questa tradizione popolare che identificava il babbo con la figura splendida che è quella di San Giuseppe.
Per spiegare cosa per me vuol dire 'splendio' , senza fare inutili giri di parole, mi basta dire che è tutto riassunto nel film "Per amore, solo per amore" tratto dall'omonimo libro di Pasquale Festa Campanile, premio Campiello nel 1984.
Forse a molti questo libro non ha detto niente, a me invece ha rivelato la grandezza di un uomo semplice che ha saputo vivere la sua vita.
Ma quand'ero piccola non c'erano queste considerazioni per fare festa il 19 di marzo. San Giuseppe era il babbo putativo di Gesù, punto e basta. Non c'erano domande da fare, perché da risolvere, in quella giornata che faceva sentire inequivocabilmente che Giuseppe era il padre in terra di Dio, perché l'atmosfera di quella giornata era bella, con l'aria primaverile che aleggiava  leggera sulla ricca merenda che si stava allestendo nei primo prato fuori porta,  sulla bianca tovaglia che la mamma aveva steso sull'erba. Tutto di quel giorno, vissuto per tanti anni in questa maniera, mi richiama la perfezione, la gioia, la sicurezza di avere genitori che mi volevano bene  si volevano bene, l'amicizia con tante persone che vivevano con noi quel momento, la cordialità con quelli, vicini di tovaglia e di allegria. Questo allora significava per me vivere il giorno di san Giuseppe e terminare con la poesiola che a scuola mi aveva insegnato la maestra e che trascrivo così, forse sbagliando, ma come me la suggerisce il ricordo.

San Giuseppe vecchierello, 
cosa porti nel cestello?
Erba fresca, fresche viole,
nidi, uccelli, lieto sole.
Nel cantuccio più piccino,
ho di neve un fiocchettino.
un piattino di frittelle
e tant'altre cose belle.
Mentre arriva primavera
cantan tutti una preghiera.
La preghiera dell'amore
a Gesù nostro signore.

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