sabato 29 marzo 2014

Il pretino di Campigno

Oggi mi sa che la mia giornata si risolverà con  la stessa frase che disse un giorno il pretino di Campigno.....tanti ma tanti anni fa, forse un centinaio........


Era costui un omino, da sempre abituato a parlare nel dialetto del suo borgo, quattro case abbarbicate alla montagna dell'appennino tosco romagnolo, che è un romagnolo arricchito e indurito dall'aria di montagna, per cui quando si ritrovava a dover parlare in italiano, per fare le sue omelie, diceva un monte di sproloqui.
Saputa la cosa, un gruppo di ragazzi di dichiarata cultura, si organizzò per fare un'uscita in montagna e unire l'utile al dilettevole e cioè fare una bella passeggiata e un bel pranzo in un prato e andare aprendere un pò in giro il povero preticello.........il quale chissà come, chissà perché, per vie traverse, seppe in anticipo dello scherzo che volevano tirargli i malandrini. 
All'ora convenuta, la campanina del quasi inesistente campanile cominciò a suonare, riprendendo in un attimo tutta la dignità che il suo aspetto esteriore non le dava ingiustamente, perché il suo suono diffuso tra i monti, che rimbalzava tra una gola e l'altra era quanto di più bello si potesse sentire in quella tranquilla domenica di giugno e annunciava con gioia l'inizio della messa.
La messa allora si celebrava in latino e il povero pretino, anche se masticava male anche quello, seppe che non avrebbe avuto problemi fino al momento dell'omelia. In fondo alla chiesa , in piedi e a braccia conserte, una decina di giovanotti facevano bella mostra di sé e aspettavano impazienti il momento del loro intervento. Che grasse risate si sarebbero fatti, quando l'avrebbero sentito parlare e avrebbero udito tutti gli sfondoni che il povero prete diceva in italiano. Non volevano certo fare niente di male e per loro non era, neanche una mancanza di rispetto, era solo voglia di allegria e di farsi quattro risate in maniera insolita da quelle che si facevano tutti i giorni al bar del paese. Tutto qui! Ma il pretino dentro di sé tremava, perché si avvivinava il momento della predica che alla fine giunse e fu allora, che dopo aver letto il passo del Vangelo, lo chiuse, alzò gli occhi e guardando fissamente i giovani nei loro occhi disse: "Oggi il vangelo non dice niente di buono. Passem innanz!" e continuò la celebrazione, lasciando con tanto di naso gli attoniti giovani, che da allora in poi quando parlaronodi lui lo fecero con  un rispetto tutto nuovo.......

"Oggi anche la mia giornata non dice niente di buono. Passem innanz!"

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