La mia proverbiale distrazione mi ha fatto dimenticare di copiare la pagina che avevo detto avrei messo oggi a seguito di quella di ieri. Poco male! la metterò un'altra volta........anzi sono contenta di questa omissione, perché ciò mi da modo di poter fermare sul mio blog un ricordo, giunto improvvisamente ieri, quando parlavo con mia nuora, della scuola che frequesnterà l'anno prossimo la mia nipotina.
In America, a quello che ho capito le scuole sono un bel pò diverse che da noi, anche se seguono un metodo che è il nostro e che si chiama 'metodo Reggio Emilia'. Da quel poco che ho potuto apprendere dalla nostra breve conversazione, un gran bel metodo, ma la cosa che mi ha fatto più piacere è costatare che il ricordo che viene fuori dai recessi della mia infanzia e che è vivido, nitido come allora, mi porta a pensare che in qualche modo anch'io ho usufruito nei miei primi tempi di scuola di questo metodo, che se anche è stato ufficializzato nel '63. forse già veniva testato in alcune scuole nel '55, anno in cui ho cominciato la prima elementare.
Il primo giorno di scuola, andai al mio appuntamento col timore di tutti i bambini, stringendo la mia cartella, dove all'interno faceva bella mostra di sé un astuccio nuovo fiammante, due quaderni, un album da disegno.
Ma già all'inizio succese una cosa strana, invece della maestra materna che mi aspettavo, trovai un giovanotto, con pochi capelli e un gran sorriso che si presentò subito dicendo"Buon giorno bambini, io sono il maestro Calmo", dopodiché ci fece mettere via le cartelle, ci distibuì grandi fogli bianchi e strani colori che andavano bagnati con l'acqua e poi strofinati con dei pennelli sul foglio.
Quella fu la prima volta che vidi gli acquarelli. "E ora disegnate quello che volete!" fu il suo suggerimento e ci lasciò in pace. Ricordo ancora come se fosse oggi, l'esitazione e la curiosità con cui presi in mano il mio primo pennello, dopodiché il tempo passò con una tale rapidità della quale anche oggi sono stupita. Il mio capolavoro consistette in una fontana verde, dalla quale usciva un gran rocchio d'acqua verde, il tutto contornato da un prato verde con fiori verdi e un cane di razza imprecisata ma senz'altro verde anche lui. Nuvole e sole immaginate di che colore erano? Vrdi naturalmente, ma mi sentivo contenta, leggera leggera, arrivata in un'altra casa come la mia. Seguirono giorni entusiasmanti, dove nella nostra scuola, quando c'eravamo, entrarono le ombre cinesi, i burattini, l'acqua e la farina per fare il pane. Ho detto quando c'eravamo, perché ricordo che uscivamo tantissimo, per andare in tipografia, dove per la prima volta vidi i caratteri mobili, a raccogliere le foglie autunnali con le quali poi facemmo composizioni, o semplicemente per andare a spasso in quel piccolo paese dove abitavo allora, che era il paese del vento e degli spifferi, che uscivano dai ripidi vicoletti. Stavo a Chiusdino allora, e oggi mi sembra strano che una scuola così innovativa avesse fatto parte della sue mura. Io ero felice ogni giorno che andavo a scuola, e ogni volta che ripenso a quel periodo mi sento felice. L'aspettavo con impazienza, perché sapevo che ogni giorno mi sarei divertita e per me bmbina, quella era la cosa più importante..........Purtroppo il mio babbo fu trasfrito di lì a breve per cui arrivai a malapena a fare un trimestre, che poi mi ritrovai catapultata in un altra scuola, a Sansepolcro, questa volta, dove trovai una maestra anziana e il metodo tradizionale, che in quel periodo prevedeva anche punizioni corporali e correzioni varie. Io sono mancina, totalmente mancina, e in questa scuola mi obbligarono a prendere la penna con la destra, facendomi tenere il braccio sinistro dietro la spalliera del banco. Imparai in fretta, perché quella posizione era scomoda e dolorosa, ma nel frattempo mi sentii diversa da tutti gli altri. Ricordo che in quele primo periodo fu come se si fosse richiusa una porta, che per un breve momento si era aperta su un mondo interessante e sconociuto.
Non ho molti ricordi nitidi degli anni che seguirono, mentre ricordo benissimo tutto ciò che mi accadde in quella scuola che ho avuto la fortuna di frequentare, anche se per poco tempo.
Chissà se quello era il metodo 'Reggio Emilia', chissà se i genitori della mia nipotina decideranno di farle seguire quello, o la iscriveranno nella sezione col metodo tradizionale!?
Chi lo sa! Io, per quello che mi riguarda posso solo ringraziare di aver avuto la possibilità di aver usufruito di quella apertura mentale.
Nessun commento:
Posta un commento