Ierisera ho visto nuovamente alla televisione 'Lo scandalo della Banca di Roma' con un bravissimo Beppe Fiorello
Semola |
E' un triste fatto di ladrocinio e truffa ai danni della popolazione, di dimensioni colossali, realmente accaduto ai tempi di Crispi e di Giolitti......ma a me è sembrato che potesse essere roba dei giorni nostri tristi giorni. E ci stupiamo se oggi siamo così? Con l'insegnamento che abbiamo avuto, siamo anche troppo onesti, me lo confermava anche Semola, il gatto più piccolo che abbiamo, che quando crescerà diventerà Artù,..............e che ierisera si e sgraffignato quasi tutta una barretta di cioccolato alle nocciole e alle mie rimostranze mi ha detto:
che ti lamenti a fa?
pensa anche tu a magnà.
Non vedi? ce n'è ancora un pezzettino
spicciati e mettila giù nel tuo pancino
prima che arivi quello che è un gatto de concetto
e se lo pappi lui prima d'annasse a letto
La vita cara bella è proprio questa
campa bene chi ha la zampa più lesta.
Trilussa mi perdoni! Non ho potuto fare a meno di trascrivere quello che mi aveva detto il mio gatto e anch'io l'ho assolto, proprio come fu fatto a tutti quelli che parteciparono alla colossale truffa della 'Banca di Roma'.
Bah! meglio andare a vedere che cosa combinano quei due........
Capitolo
quarto
La notte
finalmente arrivò e, come in ogni avventura che si rispetti, era
buia buia, senza luna e senza stelle e persino senza nuvole. Non
c'era proprio niente se non un vecchio gufo bianco che soffrendo di
insonnia e di asma, girellava sue giù per il Picco medio brontolando
continuamente.
Non c'è
nemmeno un cane per scambiare due parole. Dormono tutti.....neanche
le zanzare girano più a quest'ora- e andava avanti e indietro
provandosi anche a contare le pecore per vedere se il sonno arrivava.
Macché!
A un certo
punto si fermò interdetto.
Aveva
sentito un rumore. Si nascose svelto dietro il tronco di un albero
di natale bianco e aspettò incuriosito. Il rumore si ripeté e
infine senti distintamente dei passi che si avvicinavano furtivi e
poi una voce che bisbigliò:
Marilù sei
pronta?
Siiii....siii
....Bepi – rispose una vocina tremula.
Ma che
hai?....Non mi verrai a dire che hai paura, eh Marilù? - ribattè
bepi che cercava di parlare molto ranquillamente anche se sentiva lo
stomaco che si stringeva.
Io
paura?!....Ma scherzi?...Non ci penso nemmeno....solo che.....
-Marilù sinterruppe peché se avesse detto un altra parola si
sarebbe messa a piangere.....ma non doveva....non doveva
assolutamente.
Solo che
cosa? - Bepi era impaziente di cominciare l'avventura.
Solo che è
molto buio! - ribatté lei rabbrividendo e anche lui sentì
chiaramente scendergli qualcosa giù per la schiena.
Ma dai! Che
vuoi che sia.....vedrai quanto ci divertiremo quando aremo partiti.
Vedremo un sacco di cose nuove....conosceremo gente diversa. Non ci
sarà più la noia di fare sempre le stesse cose....insomma sarà
proprio uno spasso.
Hai ragione
bepi, hai proprio ragione! - marilù aconsentì nuovamente convinta
Beh! Che
stiamo aspettando? Leghiamo la corda a quel'abete che è sul Picco
Medio e caliamoci giù. - ora era nuovamente lei che incitava a
proseguire il gioco.
Cominciarono
ad annodare la corda con molto impegno e scarsi risultati, sbuffando
ed ansimando per lo sforzo, quando a un tratto udirono una voce che
li fece sobbalzare.
Così non
riuscirete a fare niente di buono! Possibile che non sappiate neanche
fare un nodo?
Gufo Tore |
E tu chi
sei? - chiese Marilù che come tutte le donne faceva sempre prima a
riprendersi dallo stupore.
Mi
presento....sono Gufo Tore e nella mia vita ne ho viste tante di
sciocchezze, ma questa è proprio grossa.
Non sono
affari tuoi – si risentì Bepi
Ma voi così
rischiate di fare un bel capitombolo – disse il Gufo
Tu non puoi
impedirci di vivere la nostra avventura – rispose bepi spazientito.
Quando ero
giovane anch'io ho avuto tante avventure, e se avessi avuto qualcuno
più giudizioso di me al mio fianco, forse ora non mi troverei così-
disse Tore scuotendo il capo tristemente.
Non mi
sembra che te la passi proprio male.....Senti Gufo non ti mettere a
farci la predica. Noi abbiamo deciso di andare e andremo, capitoooo?
Capito,
capito testa dura...vuol dire che verrò con voi – disse il Gufo e
rimase stupito lui per primo sentendosi dire quelle parole.
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