E così eccomi alla fine di questo raccontino! Ierisera, mentre tornavo a casa con il mio nipotino di quattro anni, mi sono messa a raccontarglielo. Nel breve tragitto di poco più di due chilometri, che separa la sua casa dalla mia, anche noi eravamo caduti sulla nuvola Chiara, e una volta giunti al posteggio, quando gli ho detto di scendere dalla macchina, mi ha risposto: No! restiamo qui, e continua a raccontare. E così abbiamo fatto quasi buio in un posteggio che è ai margini del campetto che è a sua volta ai margine del bosco. Insomma un posticino che ci sta proprio bene nell'ambientazione di un racconto immaginario!
Quando finalmente siamo scesi dalla macchina e ci siamo incamminati per andare a casa, il piccolo mi ha detto per provocarmi e per farmi chiaramente capire che se anche il raccontino gli era piaciuto, non aveva creduto neanche a una delle sue parole: Voglio mangiare anch'io un pezzettino di nuvola!
Fortunatamente le condizioni meteo che preannunciavano pioggia mi hanno salvato e così mi sono trovata a rispondergli: Lo vedi da te che ora non è possibile.......stasera ci sono solo nuvole al caffè......e i bambini il caffè non lo possono bere.
Mi ha guardato, ha alzato le spalle e guardando in alto ha scosso la testolina bionda. Non ha detto niente, ma il succo del suo discorso fatto di gesti era: ma come sono bambine queste nonne! Se non ci fossero i nipoti a prenderle per mano, chissà che fine farebbero.............
Capitolo ottavo
Quando finalmente siamo scesi dalla macchina e ci siamo incamminati per andare a casa, il piccolo mi ha detto per provocarmi e per farmi chiaramente capire che se anche il raccontino gli era piaciuto, non aveva creduto neanche a una delle sue parole: Voglio mangiare anch'io un pezzettino di nuvola!
Fortunatamente le condizioni meteo che preannunciavano pioggia mi hanno salvato e così mi sono trovata a rispondergli: Lo vedi da te che ora non è possibile.......stasera ci sono solo nuvole al caffè......e i bambini il caffè non lo possono bere.
Mi ha guardato, ha alzato le spalle e guardando in alto ha scosso la testolina bionda. Non ha detto niente, ma il succo del suo discorso fatto di gesti era: ma come sono bambine queste nonne! Se non ci fossero i nipoti a prenderle per mano, chissà che fine farebbero.............
Capitolo ottavo
Sveglia
Bepi!.....Dico......Sveglia! Lo sai che ora è? Forza pigrone che è
ora di andare a scuola.
Il cielo di bolle di sapone e di stelline luccicanti nel quale fluttuava, piano piano si diradò e Bepi
aprì un occhio, poi li aprì tutti e due e sopra di lui c'era il viso
rassicurante della mamma.
Dove
sei ???! Ma sei nel tuo letto....dove vuoi essere? - rispose la mamma
sorridendo. Come al solito Bepi doveva aver fatto uno dei suoi sogni!
Nel
mio letto....Oh! Che meraviglia! - pensò Bepi e subito il suo
pensiero corse alla città tutta bianca e al Picco medio, al Gufo e
all'aquilone, alla tenera nuvola e ai simpatici Simpson. Ciao amicia
ciao......
Si
alzò e furtivamente andò al telefono....fece un numero
Sei
tu Marilù? - domandò ancora frastornato.
Sì
Bepi sono io. Ce l'abbiamo fatta hai visto?
Già
– disse Bepi – è stata una bella aventura vero?
Bellissima
– rispose Marilù – bisogna che mi spicci altrimenti arrivo tardi
a scuola.
Certamente....senti....ci
troviamo davanti a quei due vecchi cipressi. Sai Bepi......mi hanno
detto che sono lì da anni e anni, nessuno ricorda più nemmeno
quanti, ma pare che di tantoin tanto succeda qualcosa di strano
specialmente quando in cielo appare l'arcobaleno, o di notte quando
c'è il chiaro di luna e l'aria si riempie di lucciole.
Mi
piacerebbe scoprire che cosa succede - disse Bepi
Anche
a me – soggiunse Marilù.
Ma
questa......................... è un'altra storia
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